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Autore: _sweet_dreams_    08/02/2013    0 recensioni
storia tratta dalla canzone Mary dei Gemelli Diversi
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
è l’ultima volta che ti scrivo perché voglio chiudere definitivamente questo capitolo della mia vita. Per molto tempo sei stato il mio unico amico e hai raccolto tutte le lacrime che ho versato partecipe del mio dolore ma ora ho cambiato vita, ho trovato qualcosa per cui vale la pena lottare e lotterò fino alla fine imparando dagli errori che ho vissuto in passato.
Ora vedrai le mie ultime lacrime che bagnano questo foglio per tutti i ricordi che tu conservi dentro di te, ma ora è il momento di dirti addio,dimenticare il passato e vivere felice per la prima volta.
Mary
 
Chiuse il quaderno con le lacrime che le rigavano il volto, si asciugò con la manica della maglia e raggiunse la bambina che l’aspettava alla porta sorridente,la prese per mano e insieme uscirono raggiungendo l’uomo che le aspettava mentre caricava i bagagli.
Durante il viaggio Mary rilesse tutto il diario che aveva scritto durante gli anni, si ricordava ancora la prima volta che aveva posato la penna su quelle pagine ancora bianche.
 
Era il suo decimo compleanno e la mamma le aveva regalato quel bellissimo quaderno con la copertina decorata di fiori e brillantini e aveva spronato la figlia a usarlo come diario per conservare i suoi ricordi più belli. Era così felice del regalo che iniziò subito ad usarlo per raccontare il pomeriggio passato con gli amici a festeggiare,era così bello passare del tempo a giocare senza pensare ad altro, ma non sapeva che da lì a poco la sua felicità sarebbe finita trasformandosi in un terribile incubo senza uscita.
Il tragitto da casa a scuola era breve e non le pesava affatto passare del tempo con Mark suo amico fin dalla nascita con cui passava intere ore, si salutarono prima di entrare in casa.
Entrare in casa…forse il primo sbaglio che aveva fatto quel giorno quando tutto il mondo era cominciato a crollarle addosso. Infatti appena entrata vide suo padre picchiare la madre e senza pensarci si mise ad urlare, ma il suo urlo non durò a lungo perché il padre le tappò la bocca e prima che se ne rendesse conto uno schiaffo aveva già raggiunto la sua guancia girandole la testa dall’altro lato.
-Smettila di urlare o lo schiaffo sarà l’ultimo dei tuo problemi! Ora vieni con me e sta zitta!-
Tra le lacrime la bambina fu costretta dal padre che la tirava per un braccio a seguirla in camera da letto,sentiva i singhiozzi della madre dalla cucina ma non capiva il perché o almeno non lo capiva ancora.
Ad un tratto il padre cominciò a toccarla e senza sapere cosa fare la bambina lo lasciò fare anche perché ribellarsi era impossibile, poi ad un tratto tutto divenne buio.
Quando rinvenne l’unica cosa che sentiva era dolore in tutto il corpo ma ancora non realizzava cosa fosse successo. Ma non le rimase il dubbio ancora per molto,una settimana dopo il padre rifece le stesso cose di quel giorno e Mary a quel punto realizzò la più terribile delle idee.
Suo padre l’aveva violentata senza pietà.
Gli abusi andarono avanti per molti anni, senza che Mary ne parlasse in giro, ogni volta che accadeva si ripuliva copriva i lividi e le ferite e cercava di comportarsi il più normalmente possibile,aveva paura di cosa avrebbe potuto fare il padre se l’avesse raccontato a qualcuno sia a lei che… a sua madre. La madre che per tutti quegli anni era rimasta ad assistere da un'altra stanza senza fare nulla per aiutarla eppure sapeva cosa accadeva in quell’angolo di oscurità.
 
Nessuno sembrava essersi accorto di cosa succedeva tra quelle quattro mura e da una parte era sollevata da ciò, l’idea che qualcuno potesse sapere cosa accadeva le faceva venire i brividi.
Ormai aveva 15 anni e gli abusi continuavano ancora,ma era diventata esperta a coprire i segni e fingere che tutto andasse bene, suo padre era furbo le faceva lividi dove sapeva che poteva coprirli evitando sempre la faccia dove erano più visibili.
Come ogni giorno stava tornando a casa subito dopo la scuola quando Mark la prese per un braccio e la bloccò in mezzo alla strada, il dolore si propagò in tutto il suo corpo,aveva beccato il livido della sera prima che ancora le doleva.
-Ok Mary,c’è qualcosa che non va, lo vedo è da anni che sei così e lo capisco che sta succedendo qualcosa ma non me lo vuoi dire! Ti prego raccontami che ti sta succedendo.-
Rimase sorpresa da quelle parole e cercò di trattenere le lacrime provando a nascondere le sue emozioni che l’avrebbero sicuramente tradita.
-Non sta succedendo proprio niente,sono solo cambiata con gli anni ma sto bene-
-Lo so che non è così ti conosco da troppo! Ti prego dimmelo-
A quel punto trattenere le lacrime era impossibile,l’amico l’abbracciò delicatamente.
-Non posso dirtelo Mark,vorrei ma non posso mi dispiace,sei l’unico di cui mi fido ma davvero ho paura di cosa possa accadere se te lo racconto-
-Ok non dirmelo ma promettimi che se avrai voglia di parlare verrai subito da me,me lo prometti?-
Annuì tra le lacrime e quando si fu calmata entrò in casa, ma sulla soglia c’era suo padre ad aspettarla.
-buo…buonasera-
-buonasera un corno! Si può sapere cosa stavi facendo lì fuori con quello?-
-niente stavamo solo parlando-
-a si?? E adesso si parla appiccicati come cozze? Ti meriti una punizione!-
Come faceva sempre la prese per i polsi e la trascinò in camera, la buttò sul letto e abusò di lei come faceva ormai da anni ma stavolta non era così, stavolta racchiudeva una rabbia inumana dentro di se e dopo aver finito la picchiò come non aveva fatto mai prima.
Quando si risvegliò era la mattina dopo,cercò di rigirarsi ma le faceva male tutto il corpo e di fianco a lei trovò sua madre che le passava il ghiaccio sulle ferite e le medicava i vari tagli che aveva su tutto il corpo.
-Oddio guardati come sei ridotta!-
All’esclamazione della madre Mary rimase a bocca aperta,era stufa di tutto ciò e così le rispose a tono.
-E pensi che sia stata io a volere tutto ciò?pensi che sia stato bello essere stuprata più volte dalla persona che mi ha dato la vita mentre tu eri di la senza fare niente?!?!-
-non dire così, non posso fare niente-
-e tu saresti l’adulta? Sono 5 anni che io sopporto tutto ciò senza dire niente per proteggere te!-
-Mary,cerca di capire…-
-NO! Non riesco a capire, non voglio capire perché mi stiate facendo tutto ciò!Non sei tu quella che deve sopportare tutto questo quasi ogni giorno e di certo non sei tu quella che cerca di aiutarmi! Ora vattene e lasciami sola!-
La madre sembrava sull’orlo del pianto ma uscì senza dire una parola lasciando il ghiaccio nelle mani della ragazza.
Senza accorgersene si addormentò e si risveglio quando sentì la porta sbattere,segno che suo padre era tornato a casa e lo sentì parlare con la madre
-Dove è la ragazza?-
-In camera sua,stavolta hai esagerato-
-non sono cazzi tuoi!-
Non sentì più la madre ribattere e si accorse di avere ragione,sua madre era davvero una codarda. Il dolore era diminuito un po' e con fatica riuscì a raggiungere il diario che teneva sotto al letto, lo aprì e raccontò la lite con la madre,quando ebbe finito tornò indietro di qualche pagina e ripercorse con le dita la frase che aveva impresso su quelle pagine qualche anno prima, una delle prime volte che era accaduto ciò. Una frase che le era stampata nella testa e pensava ogni volta che usciva da quella stanza: “quella bestia non è il mio papà”.scritto ancora con la calligrafia di una bambina che aveva appena imparato quelle parole ma ne aveva capito il significato troppo presto.
Rimase a letto per alcuni giorni fino a che il dolore non fu scomparso quasi completamente e poi si decise a fare la pazzia che probabilmente doveva fare da anni. Prese lo zaino più grande che aveva, lo riempì con i suoi oggetti più cari,dei vestiti e i soldi che aveva tenuto nascosti dai suo genitori. Si mise dei vestiti pesanti e si rinfilò a letto e poco dopo suo padre rientrò ubriaco come ogni venerdì sera,attese che si addormentasse e poi mandò un messaggio a Mark.

"Mark è urgente ti devo parlare subito."

poco dopo arrivò la risposta dell’amico.

"Sono fuori con un amico ma ritorno subito,ci vediamo tra 5 minuti davanti a casa mia."

Dopo aver letto il messaggio spense il telefono, prese lo zaino e uscì di casa si soppiatto, era fuori casa di Mark e come promesso la raggiunse subito e la invitò ad entrare.
-Ok eccoci qua, di che mi devi parlare?- disse l’amico sedendosi sul letto,Mary per tutta risposta si tolse i vestiti rimanendo in mutande e reggiseno mostrando all’amico i lividi di tutta una vita.
-Mary ma…ma che è successo?!?! Chi è stato a farti tutto questo?-
-Sono i segni di un padre che non ama sua figlia-
Mark la strinse tra e braccia e Mary tra i singhiozzi raccontò tutto quello che era stata costretta a sopportare in quegli anni senza nessuno su cui fare affidamento, ma adesso c’era Mark ed era sicura che lui l’avrebbe aiutata.
-Non ci posso credere! Hai dovuto affrontare tutto ciò da sola! Perché non me ne hai parlato ti avrei aiutato senza dire niente a nessuno!-
- Capiscimi non è facile parlare di una cosa del genere, ma ora mi devi aiutare. Me ne voglio andare,stasera. Ho bisogno che tu mi faccia delle foto e che le mostri alla polizia come prova quando me ne sarò andata. Ho cambiato numero per non farmi rintracciare e ho comprato una sim anche a te per tenerci in contatto ma non devi farla trovare a nessuno! Promettimelo.-
-certo ti aiuterò fino alla fine! Non ti lascio più sola-
-grazie Mark. Allora io tra poco me ne vado, butta la sim vecchia e metto nel telefono quella nuova e ti aggiorno sul viaggio, quando sono abbastanza lontana ti dirò di chiamare la polizia e a quel punto devi fargli vedere le foto e convincerli che non sai dove io sia-.
-ok farò il possibile-.
Un ora dopo Mary aveva appena salutato l’amico e stava correndo sotto la pioggia per raggiungere la stazione.
Prese un biglietto per il primo treno che partiva da lì e quando fu arrivata alla città vicina per cambiare treno mandò un messaggio a Mark.
Come aveva promesso Mark chiamò la polizia e il padre di Mary fu arrestato, lei fu affidata ad una casa famiglia fino ai 18 anni poi iniziò a girare il mondo sfruttando le esperienze della sua vita lavorando per bambini con casi come il suo e studiando per diventare una psicologa.
L’università la impegnava molto e il tempo per aiutare i bambini scarseggiava ma non ne poteva fare a meno, voleva dedicare la sua vita a loro così si impegnava giorno e notte per i suoi obbiettivi.
Non pensava ancora che il suo destino sarebbe stato scombussolato da un incontro in biblioteca, infatti era rimasta bloccata a scuola per la neve e si era rifugiata nei libri ma appoggiato sotto la finestra aveva trovato un ragazzo così bello da toglierle il fiato, i due avevano fatto subito conoscenza e per qualche strano motivo Mary confidò al ragazzo tutto ciò che aveva passato,senza avere timore di essere giudicata e senza paura del suo passato.
Quell’incontro le cambiò la vita iniziò a fidarsi delle persone,ad aprirsi,a non avere paura di quello che l’aspettava e adesso aveva una persona al suo fianco nonostante Mark non l’avesse mai lasciata sentiva come un vuoto che ora era stato colmato dal suo Simon.
Finita l’università divenne quello che aveva sempre sognato e andò a vivere con l’amore della sua vita che poco dopo le fece un regalo ancora più grande, un piccolo fagottino da crescere e amare, anche se la sua gravidanza non era stata affatto facile,con le complicazioni dovute ai danni che le aveva causato suo padre,alla fine la piccola Aline arrivò a portare il sole su una vita che aveva visto già troppo buio.
Anche se dovette abbandonare il suo lavoro aveva la vita che aveva sempre sognato ed era contenta così, fino che non ritrovò quel diario che le aveva riportato a galla tutti quei ricordi. Di comune accordo con Simon decise di tornare nella città dove tutto aveva avuto inizio.
 
Simon le strinse la mano mentre guidava e la riportò alla realtà, lei si girò e sorrise vedendo che la piccola si era addormentata abbracciata al suo orsacchiotto,quando si girò vide in lontananza quella città che le aveva strappato via metà della sua vita.
Appena arrivata si diresse subito da Mark, sapeva che non se ne era mai andato aspettando il suo ritorno quando la porta si aprì il suo cuore perse un battito,era così bello rivedere finalmente il suo unico amico!
-Mary?sei davvero tu?? Quanto è bello rivederti!-
-Si Mark, ti avevo promesso che sarei tornata anche se per poco…-
-be’ meglio di niente! Dai entrate!-
Passarono il pomeriggio parlando degli ultimi anni Mary le presentò la sua nuova famiglia e Mark le raccontò degli ultimi anni e le fece conoscere sua moglie e i suoi 2 figli.
-Mark, vorrei che mi accompagnassi al cimitero-
-sei sicura di volerlo fare?-
-si ormai ho superato tutto-
-ok allora andiamo-
Come promesso l’accompagnò sulla tomba del padre e la lasciò sola per un po' allontanandosi con gli altri.
Mary rimase a fissare quella tomba per molto tempo,senza piangere come avrebbe potuto farlo dopo quello che le aveva fatto passare? Non riusciva a provare pietà per un essere del genere.
-hai visto? Ora ho una vera famiglia e amerò mia figlia come tu non hai mai fatto con me,stronzo!-
Si girò sentendo lo sguardo della donna che la fissava da lontano,sapeva che era sua madre ma non le importava non voleva più vedere nemmeno lei, non ora che finalmente aveva chiuso con il suo passato.
Raggiunse Mark e la sua famiglia,diede un bacio a Simon e prese per mano la piccola camminando verso casa sotto lo sguardo della gente incredula del suo coraggio per essere tornata a “casa”.
  
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