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Autore: Lachelle Winchester    08/02/2013    1 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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8-Rocone 

Grecia

I raggi pomeridiani del sole illuminavano di arancione la stanza del Chirone Motel. Lachelle continuava a guardare Dean, che indossava la maglia intima bianca e i pantaloni slacciati; non voleva pensare che fosse successo qualcosa e neanche lui voleva che lei lo potesse pensare. La cacciatrice avrebbe preferito esorcizzare subito Caroline, ma l'uomo la fermò per cercare di ricavare quante più informazioni poteva.
« Dov'è la chiave, stronza? » le chiese, osservando i graffi che aveva sul corpo, ridotto male da Lachelle.
« Come sei gentile, non ti comportavi così prima. » ironizzò la demone, cercando di resistere al dolore che l'acqua santa le stava provocando; un demone del Medioevo riesce a nascondere la sofferenza con molta facilità ma ciò non vuol dire che non senta alcun male. « Vuoi sapere dove si trova la chiave? Al sicuro. » aggiunse ridendo meschinamente e sputando saliva e sangue insieme.
Quando capirono che non avrebbe detto altro, decisero di esorcizzarla.

Ormai era pomeriggio tardo e non sapevano cosa fare, così andarono al parco, rimanendo tutto il tempo seduti su una panchina. Avanti a loro c'erano scivoli ed altalene, una fontana che riutilizzava sempre la stessa acqua, un laghetto su cui si posavano le foglie che cadevano dagli alberi ormai spogli, una caffetteria dove un gruppo di ragazzi scherzava sorridente e coppie che rincorrevano i figli per mettere loro le sciarpe e coprirli dal freddo.
L'aria fredda del vento di novembre colpiva le loro facce facendole congelare, ma non sentivano affatto freddo; avevano entrambi come un fuoco dentro, si sentivano scoppiare senza riuscire a parlare di quello che era successo ma nessuno dei due era molto bravo in quel tipo di situazioni.
« Ancora non posso crederci. Tu hai sentito quando Caroline ha detto di essere la sorella minore di Lilith? » chiese lui perplesso, evitando il suo sguardo. « Se davvero è così, è stata molto più in gamba. ».
« Appunto perché è la minore è più in gamba; ha imparato tutto dalla sorella, come me che ho imparato tutto da Bradley e se non fosse per me... » ironizzò lei, rimandando al mittente un pallone che le si era avvicinato.
« Se non fosse per te cosa? Avevo capito tutto e stavo elaborando un piano. » rispose lui urtandola con la spalla.
« Ovvio. » controbatté lei sorridendo.
Aveva una grande voglia di tornare a baciarlo, di sentire di nuovo quelle labbra sulle proprie, sentirsi amata dall'uomo che ha sempre amato, di perdersi ancora una volta nei suoi occhi senza dover distogliere subito lo sguardo.
« Aspetta che vorresti dire? Che Sam è più in gamba di me? » chiese lui facendole il solletico sulla pancia e sotto le braccia.
Lei cominciò a ridere e si distese sulla panchina per proteggersi, ritrovandosi con la testa sulle sue ginocchia e gli occhi fissi nei suoi.
« Io non sono bravo con le parole » cominciò lui facendo un grande sospiro. « non saprei trovare quelle giuste in questa situazione, ma dobbiamo parlarne. » terminò la frase a fatica e ne seguì un lungo silenzio.
Lachelle ascoltava ma non capiva, aveva paura che le stesse per dire di far finta di niente, ma nonostante non si sentisse ancora pronta a rinunciare a lui dopo così poco tempo, lo precedette.
« Non ce n'è bisogno, anche per me possiamo fare finta di niente. » mentì spudoratamente. « Davvero, non c'è problema, è stato un gesto involontario, senza pensare, non significava niente. » aggiunse senza guardarlo; ogni singola parola le usciva a fatica, come se avesse voluto cambiarle nel momento stesso in cui le pronunciava.
Dean, dal canto suo, non sembrava tanto felice, aveva la stessa espressione di un bambino che arriva a tavola carico di aspettative e poi trova un piatto che non gli piace. Un'ondata di sensazioni strane e dubbi prese il controllo del corpo di Lachelle; si chiese se era quello che Dean volesse dire, se per stupido orgoglio aveva rovinato l'unico momento nella vita di Dean Winchester in cui abbia provato ad esprimere quello che sentiva. La paura di perdere la persona più importante della sua vita le bloccò il respiro e la voce.
Dean avrebbe voluto dirle che l'amava ma quella risposta l'aveva smontato. Una frazione di secondi: se si fosse alzato dalla panchina forse non si sarebbe più presentata l'occasione ma non riusciva a dire nulla, così si alzò voltandole le spalle. Lei non resisté, prese la sua mano e lo bloccò; lo baciò di nuovo, col cuore che batteva troppo forte, aggrappandosi più che poteva al suo braccio e coprendogli l'intera guancia destra con la mano per stringerlo forte a sé.

« E' tardi se te lo dicessi adesso? » gli chiese. « Non è quello che voglio, non era uno sbaglio, non era privo di significato quel bacio. Non so come dirtelo, ma io mi sono sempre sentita una ragazzina innamorata con te, che si scioglie con i tuoi sorrisi, che è gelosa se qualcuna ti guarda, che ama il verde infinito dei tuoi occhi, il calore dei tuoi abbracci, le tue battute, le tue citazioni, che ama tutto di te, e le piace guardare i film con te, cantare le nostre canzoni a squarciagola e mangiare tutte quelle torte... » cominciò a fare un elenco delle cose che più amava di lui.
« Non è tardi. » disse sorridendo.
Non si era mai sentito così bene e male allo stesso tempo prima; bene perché finalmente stava accadendo quello che aveva sognato per anni, forse dal primo momento in cui l'aveva sfiorata anche solo con le dita o con gli occhi, ma male perché si rendeva conto di quanto tempo prezioso aveva perso pur di fare l'orgoglioso.
« Lachelle, neanche io voglio perdere tutto questo. Sai che sono sempre scettico nei confronti delle cose che non conosco, ma come si fa a non credere all'amore e a guardarti tutti i giorni? » le chiese dandole un altro bacio.
« Mi guardi tutti i giorni? » chiese lei sorridendogli, aspettandosi già la reazione di Dean.
« Cosa? No, no volevo dire... » cercò di ritornare sui propri passi ma era troppo tardi e le sorrise.
Senza accorgersene, tra un bacio e l'altro, stavano passeggiando per tutto il parco e si erano appoggiati allo scalino di uno scivolo. Il Winchester le diede ancora un altro bacio, spingendosi troppo avanti e facendole perdere l'equilibrio, così scivolarono entrambi.
« Non riesco a credere che riesci a cadere anche in un momento come questo. » la prese in giro per il suo precario equilibrio, mentre il peso del proprio corpo schiacciava il suo; era una sensazione magnifica che non aveva mai provato e non si era mai immaginato potesse provare.
« Ma se mi hai spinto tu! » controbatté lei. « Ora come ci alziamo? ».
« Perché dobbiamo alzarci? ».
Sorridevano, scherzavano, si baciavano: non erano mai stati così felici per così poco.
Il sole era ormai scomparso e la luna aveva preso il suo posto, creando un'atmosfera romantica. Erano soli nel parco, tra gli alberi, le fontane, le giostre e il laghetto; erano sobri, non avevano bevuto niente ma giocavano e si divertivano come quando si lasciavano andare da ubriachi.
« Per evitare incomprensioni future » cominciò Dean inginocchiandosi e prendendole la mano. « avanti a tutti questi testimoni, ora sei la mia ragazza? » le propose.
Si sentiva bene con sé stesso, non faceva altro che pensare che non avrebbe mai visto questa versione così dolce e romantica di sé ed invece eccolo lì, con la donna che gli aveva fatto perdere la testa, che lo rendeva felice con uno sguardo o un sorriso.
« Credo di si. » rispose sorridendo, poi, per essere all'altezza della sua proposta, aggiunse un « Mio prode cavaliere. ».

L'aria cominciava a diventare sempre più fredda ma Dean si tolse scarpe e giacca ed entrò nel laghetto, facendosi largo con le braccia per spostare le foglie.
« Ma che fai? » gridò lei. « Fa freddo, dai esci. ».
« Non è fredda. » mentì lui tossendo; aveva bisogno dell'acqua fredda per calmare tutto quel fuoco che gli stava bruciando il corpo. « Perché non vieni anche tu? Non è profonda e poi ci sono io. » aggiunse ridendo; sapeva benissimo che Lachelle sapeva nuotare ma non galleggiare.
Lei si girò di spalle per controllare che nessuno li vedesse, ma non fece in tempo a rigirarsi che Dean la tirò nell'acqua, facendole perdere l'equilibrio.
« Ti rendi conto che siamo all'inizio di novembre? » chiese tossendo per la quantità di acqua che aveva ingoiato. « Ti odio già. » disse stingendosi forte alle sue spalle per non affogare.
« Se mi odiassi non mi abbracceresti. » le fece notare col suo tono beffardo.
« Non-mi-sto-abbracciando. » si difese lei, allontanandosi di parecchio.
Sapeva andare solo da un punto all'altro ma se doveva restare ferma su un solo posto affondava.
« Non mi serve il tuo aiuto. » disse tra un movimento e l'altro, cercando di restare a galla, ma ogni tentativo fu vano perché cominciò a scendere pian piano sott'acqua.
Dean si precipitò a salvarla, la prese per i fianchi e la tirò a sé, abbracciandola da dietro; il petto di Dean contro la sua schiena, le braccia intorno alla vita, il mento sulla sua spalla destra, il cielo della notte nera che diventava un unico colore con l'acqua, tutto sembrava un sogno, era fin troppo vero per quello a cui erano sempre stati abituati, eppure era realtà.
Dean l'aiutò a sedersi sull'erba asciutta e poi la raggiunse, la coprì con la sua giacca di pelle e si sdraiarono, guardando il cielo stellato, bagnati fradici. Lei cercò di coprire anche lui, di condividere la giacca con il proprio ragazzo: solo al pensiero di chiamarlo il suo ragazzo sorrideva come una ragazzina.
« Non immaginavo fossi così romantico. » gli disse girandosi su un fianco per abbracciarlo.
Poggiò la testa sul suo petto e sentì che il proprio non era l'unico cuore a battere così forte; quello di Dean sembrava quasi sul punto di esplodere da un momento all'altro.
« Già, neanche io. » le rispose stringendola ancora più forte.
Baci e sorrisi, bastavano solo quelli per sentirsi felici. Solo carezze ed abbracci per non pensare alla guerra con Rocone, la spada, la chiave, Sam, Castiel. Finalmente facevano solo ciò che suggeriva loro di fare il cuore da anni.

I raggi del sole che era tornato a splendere e il vocio dei bambini svegliò i due innamorati, che avevano dormito abbracciati tutta la notte.
« Buongiorno. » lo salutò lei con un bacio.
« Buongiorno. » ripose lui con un sorriso.
Lachelle lo guardò negli occhi, che sembravano ancora più verdi con lievi sfumature marroni.
« Lo sai che al sole i tuoi occhi sono ancora più belli? » gli chiese dolcemente ma la risposta di Dean fu ancora più inaspettatamente dolce.
« Ce li ho così anche quando mi sveglio pensando a te. » la sorprese.
« Oh mio Dio, devo ancora abituarmi all'idea di un Dean Winchester romantico. » concluse sorridendo e arrossendo violentemente.
« Era per non riportarti subito alla versione di Dean Winchester guerriero » cominciò cambiando tono di voce e mettendosi a sedere. « Guarda un po' lì. ».
Indicò una parte di cielo rosso-violaceo, proprio tra le nuvole sopra il Kronox, il resto invece era tutto di un azzurro sereno e questo li fece un po' sentire in colpa perché probabilmente se non avessero perso tempo, non sarebbe successo niente: ma poi cosa sarebbe potuto succedere di tanto grave?
Lachelle gli diede un bacio veloce sulle labbra, poi si alzarono e tornarono al motel per armarsi.

Quando arrivarono sul Kronox sentirono un caldo soffocante e una puzza di zolfo nauseante. Dall'esterno, prima di entrare nella cavità della montagna, videro già Castiel seduto al centro di un cerchio di fiamme e Sam legato. All'interno della montagna la puzza era ancora più nauseante, e probabilmente era per quello che Sam era ancora privo di sensi.
« Se foste arrivati ieri. » cominciò l'angelo ma Dean lo interruppe.
« Abbiamo avuto dei contrattempi. » disse, cercando qualcosa per spegnere le fiamme, così aprì lo zaino e le spense con l'acqua della bottiglia che si erano portati per emergenza.
« E' successa una cosa con...le cose del motel e poi le altre cose e poi, C-caroline... » la cacciatrice non sapeva cosa dire; era sempre stata una pessima bugiarda con le persone che amava e cominciava a dimenticare le parole quando mentiva, sostituendole con "cosa, cose, cosi". « Mi dispiace Cass. » aggiunse rompendo le manette di Sam con un paletto di ferro preso dietro uno dei macchinari in quella caverna.
« Anche a me dispiace per tutto, Dean. » intervenne Sam. « Dovevo darvi retta. » aggiunse abbracciando il fratello; ora che si era scusato si sentiva meglio anche se continuava a sentirsi in colpa per come li aveva trattati.
« Niente sentimentalismi. » rispose il fratello maggiore come al solito, ma stava guardando Lachelle pensando a quanto con lei si fosse sbilanciato in questo genere di effusioni e la cosa non gli dispiaceva.
Anche lei lo guardava e sorrideva complice e capirono che stavano pensando alla stessa cosa.
« Vi interessa ancora aiutarmi, vero? » avevano sentito la voce di Castiel fino a poco prima solo come un suono di sottofondo, poi tornò improvvisamente chiara. « Rocone è stato liberato, capito? » urlò.
« Certo, Cass. » dissero insieme e si sorrisero ancora; in fondo avevano avuto poco tempo per godersi quel momento e subito si erano immersi nel loro lavoro.
« Si può sapere che vi prende? » chiese l'angelo, che poverino non ci capiva nulla al contrario di Sam, che era sicuro di aver compreso già tutto.

Mentre scendevano il Kronox incrociarono alcuni demoni; uno di questi ferì la cacciatrice sul ventre ma il suo ragazzo lo uccise all'istante.
Quando ormai stanchi arrivarono all'aeroporto, Castiel si congedò e Dean andò a fare i biglietti, incredibilmente felice di salirci di nuovo. Salirono e presero i loro posti; questa volta l'aereo era più affollato e chiassoso, tanto da far venire loro il mal di testa.
« Potevamo andare con Castiel. » suggerì Sam, appoggiato col capo al finestrino, coperto per buona parte dai suoi capelli. « Dev'essere già stata dura fare il viaggio d'andata, non vorrei fare le stesse figuracce dell'altra volta. Sai sacchetti, forchette... » aggiunse pulendosi una macchia di sangue rimasta sulla maglietta.
« Sta zitto, Sam. Io non ho paura di niente. » lo canzonò lui. Aspettò che si girasse per parlare nell'orecchio di Lachelle. « E poi non è stato così male questo viaggio. ».
« Beh, abbiamo lasciato che liberassero Rocone. » rispose lei riflessiva, sentendo crescere i sensi di colpa.
« Ma adesso so di avere qualcosa di più per cui vale la pena lottare. » aggiunse prima di infilarsi di nuovo le cuffie e addormentarsi.
La Winchester si sentì in paradiso: l'attraente, coraggioso e protettivo Dean Winchester, nonché l'uomo della sua vita che mostrava la parte che aveva sempre nascosto: innamorato e romantico. In fondo, Dean non era per niente tutto quello che un cacciatore non è, era molto di più. 
   
 
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