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Autore: lemoncandy    08/02/2013    4 recensioni
Sungjong, infastidito dal continuo fanservice con Myungsoo, chiede al suo hyung di porre fine a quell'inutile finzione, e Myungsoo, dal canto suo, dichiara che la sua vicinanza con il maknae non è affatto un voler compiacere le fans...
Pairing: Myungjong/Ljong, Myungsoo e Sungjong
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 56
Questo capitolo sarà Myungsoo pov. Mi sembrava il caso, come ho già fatto qualche volta, di esporre anche il punto di vista dell'altro, in questo caso Myungsoo. Non sono sicura se dal prossimo continuerò con lui o riprenderò con quello di Sungjong, è tutto in corso d'opera XD So esattamente cosa scrivere da ora fino a non so quando, devo solo stabilire il pov insomma ^^


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Myungsoo POV


Ero seduto sul pavimento, in quella che un tempo era stata la mia stanza, condivisa con Sungyeol e Dongwoo. Con la testa poggiata sulle gambe piegate davanti al petto, rimasi con gli occhi chiusi, a riflettere. Non appena ero uscito dalla camera mia e di Sungjong, subito dopo quell'accesa discussione, mi ero imbattuto nei nostri hyung che, seduti come al solito sul divano nel soggiorno, avevano probabilmente capito che era successo qualcosa tra me e lui. Affermai, aprendo di corsa la porta della stanza: "Prestatemi per un po' la vostra camera, ho bisogno di stare solo." 

Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a recuperare la calma. Ero agitato, amareggiato, triste. Sarei tornato da Sungjong per fargli capire ancora quanto stesse sbagliando, quanto fosse logorante proprio il suo fraintendere continuamente le mie azioni, e non, come aveva lui stesso ammesso, il nostro rapporto. C'era ancora qualcosa che avrei potuto fare per dimostrargli il mio amore? Perché mi aveva lasciato? Credeva davvero che senza di me la sua vita sarebbe stata migliore? Sospirai, immaginando la possibilità di non riuscire a recuperare la mia relazione con lui a causa della sua testardaggine. Sentii una fitta allo stomaco. Mai avrei potuto accettare qualcosa di simile. Avrei fatto tutto ciò che era in mio potere, per tornare con lui.

Non era trascorsa neppure mezz'ora quando mi sollevai da terra e feci per uscire dalla stanza. Ero intenzionato a raggiungere Sungjong e parlargli. Ero certo che fosse ancora nella nostra camera, probabilmente accovacciato in un angolo sul pavimento, o steso sul letto sotto le coperte, e che si stesse ancora dannando per quanto successo ma, a causa del suo orgoglio, era lì, in attesa che tornassi a recuperarlo. Ecco qual era il mio compito. Aprii la porta, e feci pochi passi quando, seduto accanto ai miei hyung, sul divano, a guardare la televisione, c'era proprio Sungjong. Lo guardai, sorpreso. Sembrava tranquillo e rilassato mentre, seduto tra Hoya e Woohyun, riposava il corpo e la mente.

I miei hyung si voltarono verso di me, e così Sungjong, quest'ultimo solo per pochi secondi. Non era affatto nella nostra stanza, a disperarsi per me. Doveva essere davvero arrabbiato. E me la stava facendo pagare nel peggior modo possibile, mostrando indifferenza.

Non sopportavo di vederlo seduto accanto a Woohyun ed Hoya. Temevo che potesse trovare qualcosa in loro di più interessante rispetto a me, e decidere definitivamente di dividere le nostre strade. Sapevo che non avrebbero allungato un dito su Sungjong, nessuno di loro. Ma ero ugualmente preoccupato, o forse, semplicemente, geloso. Geloso di qualsiasi persona si avvicinasse a lui, anche senza un particolare motivo. Chiunque posasse lo sguardo su di lui, anche solo per pochi attimi, avrebbe potuto catturare la sua attenzione. Avrebbe potuto conquistarlo, ed io, avrei perso l'unico, grande amore della mia vita.

Non sarebbe successo. Non avrei lasciato Sungjong un solo attimo senza di me.

Mi sedetti tra lui ed Hoya, chiedendo al mio hyung di farmi spazio. Sungjong mi osservò, sorpreso, così come, nuovamente, i miei hyung. Non mi importava cosa avrebbero pensato di me vedendomi di nuovo rincorrere Sungjong. Quello era probabilmente il mio destino e, nonostante tutto, ne valeva la pena. Allungai un braccio e lo poggiai sulla sua spalla, mostrando disinvoltura e guardando verso la televisione. Sungjong voltò il capo verso di me, infastidito. Finsi di non notarlo e rimasi in quella posizione, stringendo il suo braccio con la mano che ricadeva dalla spalla. Woohyun ci osservava, ridendo: "Io sono davvero senza parole, sapete?" Sorrisi, ironico: "Mi fa piacere hyung."

Sungjong sollevò la spalla, cercando di liberarsi dal mio braccio, ma io rafforzai la mia stretta su di lui. Si sarebbe arreso, prima o poi, ed io sarei stato lì, ad aspettare che ciò fosse avvenuto. Woohyun riprese, guardando verso di me: "Non avevate litigato?" Sungjong rispose, precedendomi: "Non abbiamo litigato. Ci siamo lasciati." Gli diedi un colpetto sulla spalla, poi abbozzai un sorriso di circostanza con Woohyun: "Non stare ad ascoltarlo. Abbiamo avuto solo una piccola discussione." Dongwoo trasalì, assistendo al nostro breve scambio di battute: "Lasciati? Siete impazziti?" Scossi il capo, senza mai allontanare il braccio dalla spalla di Sungjong, e dichiarai, sorridendo: "Non è niente di serio, non preoccuparti. Io e Sungjong siamo destinati a stare insieme, non c'è possibilità che io sia separato da lui. Non succederà mai." I miei hyung mi osservavano, sorridendo, dinanzi alla mia onestà. Sungjong invece, probabilmente imbarazzato, mormorò: "Smettila di dire queste cose..." Ne seguì una risata generale, e per un attimo, giurerei che un lieve sorriso comparve anche sul volto del mio fidanzato.

Rimanemmo per qualche ora a guardare la televisione, e di tanto in tanto spostavo gli occhi su Sungjong che, ancora sulle sue, non osava ricambiare i miei sguardi. Non importava. Ero intenzionato ad aspettare fino a quando si fosse calmato.

Eppure, sembrava si sarebbe trattato di una lunga attesa.

La giornata trascorse in quel modo, pigramente seduti sul divano o sul pavimento ad oziare. E dopo cena, mi stesi sul letto, mentre Sungjong era in bagno a fare la doccia. Quando rientrò in camera era, ovviamente, già vestito. Con maglietta e pantaloncini del pigiama, la sua delicata figura si avviò ai nostri letti, salendo le scalette per stendersi sul suo. Mi sollevai, sedendomi sul materasso, sospirando. Avrei dovuto immaginare che non avrebbe voluto dormire con me. Usavamo raramente il suo letto, dormiva sempre nel mio. Mi alzai, e in piedi davanti alla struttura dei due letti a castello, lo fissavo, domandandomi cosa fare. 

Era steso su di un lato e quando si accorse della mia presenza, aprì gli occhi, con fare annoiato: "Che succede?" Sussurrai, con tono implorante più che di richiesta: "Scendi da lì e dormi con me..." Si voltò, con il corpo, stendendosi sul lato opposto, e rivolgendomi quindi le spalle. Poteva darmi risposta più eloquente? Sospirai, ancora, indeciso sul da farsi. Rimasi qualche secondo fermo, in quella posizione, poi convenni che non fosse il caso di insistere. Lo avrei fatto innervosire, ancora. E, rassegnato, scostai il lenzuolo e mi stesi in quel letto che ero abituato a dividere con lui. Chiusi gli occhi, sperando di riuscire ad addormentarmi presto, dopo quella difficile giornata e, per fortuna, così fu.

Un rumore nella stanza mi svegliò, la mattina successiva. Qualcuno aveva aperto la porta, forse per prendere qualcosa ma, involontariamente, aveva fatto cadere alcuni oggetti che erano poggiati disordinatamente su una sedia, a terra. Era Hoya. Guardò verso di me, sorpreso, e richiuse di fretta la porta, uscendo. Strofinai gli occhi, cercando di focalizzare cosa era caduto a terra, nel buio della stanza, quando notai qualcosa di inaspettato. Strabuzzai gli occhi, sicuro di essere ancora assonnato e quindi non del tutto cosciente, ma quell'immagine era ancora lì. Sungjong dormiva accanto a me, stretto contro il mio petto. Le sue gambe erano intrecciate alle mie e la sua mano era poggiata sul mio collo. I capelli ricadevano sul viso, e la bocca era leggermente aperta.

Quand'era venuto nel mio letto? Aveva deciso di accantonare finalmente quella discussione?

In silenzio, in pace con il mondo solo per averlo lì, accanto a me, gli accarezzavo i capelli, fissando il suo viso. Improvvisamente, sentii la necessità di eliminare ogni spazio tra noi, per godere del calore del suo corpo contro il mio. Non avevo intenzione di svegliarlo, così mi strinsi a lui, delicatamente. Lo abbracciavo, e sentivo di essere di nuovo felice. Non avevo bisogno di altro, se non di lui.

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A dispetto di quanto mi è stato chiesto da una mia cara lettrice, neppure stavolta sono riuscita ad allungare il capitolo in modo considerevole. Purtroppo scrivo sempre la sera, spesso la notte, dopo una giornata di studio, e la mente è davvero stanca. Domattina devo alzarmi presto e quindi questo è quello che posso pubblicare per stasera. Spero sia comunque sufficiente.

   
 
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