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Autore: Ram92    08/02/2013    2 recensioni
Lilian Grace Potter, secondogenita dei Potter cresciuta in segreto ai margini del mondo magico, viene scoperta.
Trattasi del proseguimento della One-Shot (nata come tale e, a quanto pare, evolutasi diversamente) "Il Segreto della Fenice" - prologo che non è assolutamente necessario leggere se si ha fede da prestare.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Segreto della Fenice'
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Prima parte.
 
 - Svegliati, Lily.
Emmeline Vance le stava scegliendo qualcosa di abbastanza pesante da mettere sopra al pigiama.
- Emmeline… dov’è Remus? – chiese la piccola stropicciandosi i grandi occhi verdi.
- E’ Luna Piena, Lily, lo sai.
- Vance, sbrigati! – gridò una voce dal piano di sotto.
Lily la riconobbe subito.
- Sì, Alastor, arriviamo. – gridò di rimando Emmeline, infagottando la bimba in un golf.
- Che succede? – chiese Lily, spaventata. – Dove andiamo?
Ma Emmeline parve ignorarla. La prese per mano e la trascinò giù per le scale.
Nel piccolo ingresso, Moody ed Alice Paciock confabulavano, mentre fuori dalla porta Frank, il marito di Alice, faceva la guardia.
- La bambina va con Paciock. – decretò secco Moody, accennando ad Alice. – Io e Vance rimarremo in coda, tutto chiaro?
- Dove andiamo? – chiese ancora una volta Lily.
- Andiamo in un posto sicuro, stai tranquilla. – cercò di rassicurarla Emmeline.
Con un movimento brusco, Moody si avvicinò alla bambina, la bacchetta alzata. Istintivamente, Lily indietreggiò e si nascose dietro le gambe di Emmeline.
- Alastor!
- Che c’è? Devo Disilluderla o sarà un bersaglio sin troppo facile per Bellatrix e i suoi. – borbottò lui.
- Deve cosa? – chiese Lily, aggrappandosi sempre di più all’abito viola della strega.
- Vieni qui. – fece Emmeline, con voce rassicurante. – E’ solo un piccolo incantesimo, non sentirai nulla. Ci penso io, Alastor.
Con un gesto elegante, colpì leggermente la testa della bambina con la bacchetta. Lily sentì dei rivoli freddi scivolarle lungo la schiena.
- Ecco fatto. – disse Emmeline con un sorriso. – Adesso sei quasi invisibile.
Lily si guardò le braccia e notò che non erano esattamente invisibili, ma solo molto simili al colore del pavimento sotto di lei.
- Adesso, va’ da Alice.
- Ciao Lily. – salutò la donna. – Ti ricordi di me?
- Tu avevi un bambino di nome Neville, vero?
I Paciock li avevano ospitati il giorno di Natale. Più che Neville, Lily ricordava piuttosto distintamente la signora Augusta che l’aveva un po’ spaventata, ma non voleva sembrare scortese parlandone.
- Ma Remus? – chiese quando vide tutti avvicinarsi ai propri manici di scopa. – Lui viene con noi, vero?
Ma in quel momento una piccola fiamma dorata illuminò la stanza per un istante.
- E’ il segnale. – disse Moody. – Non c’è più tempo. Vance, tu pensa a Lupin e raggiungici appena possibile. Conosci il piano.
Emmeline annuì. Alice strinse Lily forte al petto con un braccio e si chinò sulla scopa. Un attimo dopo sfrecciavano in formazione perfetta verso il cielo.
Lily si tenne stretta alla scopa e cercò di guardare giù. La luna illuminava con la sua luce argentata la radura. Subito vide la figura esile di Emmeline sgattaiolare verso la rimessa sul retro.
Poi un sibilare sordo, la costrinse a voltarsi. Un lampo di luce verde aveva attraversato l’aria, mancando per un pelo Frank, davanti a loro. Alice la strinse forte e partì in picchiata verso il bosco.
Dietro di loro, lampi rossi e verdi squarciavano l’oscurità e Lily riuscì a poco a poco a distinguere altre figure, oltre a quelle di Moody e Frank. Prima che riuscissero a raggiungere gli alberi, due di queste si lanciarono al loro inseguimento.
- Tieniti forte. – le sussurrò Alice.
Lily si strinse ancora più forte al legno del manico, con le braccia e con le gambe. Il bosco le inghiottì in un istante. La luce della luna scomparve e ogni albero che Alice riusciva a scansare si ergeva di fronte a loro come un enorme gigante scuro. Di tanto in tanto, i piccoli lampi verdi di prima illuminavano tetramente la penombra. Lily chiuse gli occhi. La velocità a cui stavano andando le faceva girare la testa e quei lampi la spaventavano. Sapeva cos’erano, Remus glielo aveva spiegato.
Improvvisamente Alice urlò. Lily aprì gli occhi appena in tempo per accorgersi che stavano precipitando. Alice cercò di riprendere il controllo e rallentò la caduta. Un incantesimo doveva aver colpito la coda del manico di scopa e stavano sbandando pericolosamente. Un altro lampo verde le mancò per un soffio.
- Attento, idiota. – gridò una voce di donna che Lily non conosceva. – Vedi di non colpire la Fenice.
Come i piedi le toccarono terra, Alice si mise a correre tenendo in braccio la bambina e tenendo pronta la bacchetta con la mano libera.
- Stupeficium!
Lily vide un lampo rosso colpire Alice alla schiena. Caddero a terra.
- Scappa. – le disse la donna in un sussurro. – Scappa, nasconditi da qualche parte.
Lily esitò solo un momento, poi balzò in piedi e cominciò a correre. Poco distante vide un piccolo cespuglio di bacche rosse e ci si tuffò dentro con il cuore che le batteva forte.
Dietro di lei, Alice si era rialzata, bacchetta alla mano. Davanti a lei due maghi avevano sfoderato anch’essi le loro bacchette.
- Dov’è andata? – chiese con voce autoritaria uno dei due.
- Non ho idea di cosa tu stia cercando, Lestrange.
- Legilimens! – gridò l’uomo.
- Protego!
- Crucio! – sibilò alla fine la voce di donna di prima.
Uno dei lampi verdi colpì Alice sul fianco, facendola cadere a terra con un urlo.
Con un piccolo movimento del polso, l’uomo appellò la bacchetta di Alice e la spezzò di netto.
- Dov’è la Fenice?
- Non so di cosa stai parlando.
- Smettila con questi giochetti, Prewett. Devo forse ricordarti come sono morti i tuoi adorati cugini?
- Legilimens. – tentò nuovamente l’uomo, ma la donna lo fermò.
- Non credo possa dirci di più di quanto già non sappiamo. – disse, guardandosi intorno. – Se vuole tenersi i suoi segreti, lasciala stare. Se quello che Crouch ha scoperto è vero, la bambina dovrebbe essere qui intorno.
- E che hai intenzione di fare, Bellatrix?
La donna guardò Alice, ancora rannicchiata a terra.
- Crucio! – disse ancora.
Alice cominciò a urlare e divincolarsi in modo orribile. Lily chiuse gli occhi e si portò le mani sulle orecchie per non sentire.
- Piccolina? – gridò poi Bellatrix, interrompendo la tortura. – Piccola, dolce bambina? Lo so che ci sei. I piccoli, dolci bambini non vanno mai molto lontano.
Lily riaprì gli occhi. Che cosa voleva quella donna da lei?
- Vedi, piccola, questa donna sta facendo questo per te, sai? E’ per colpa tua che le stiamo facendo questo.
- Lily, vattene, non ascoltarla! – gridò immediatamente Alice.
Un nuovo lampo di luce verde tornò a farla urlare di dolore.
- E così ti chiami Lily? Come la tua mamma. – riprese tranquillamente Bellatrix. – Beh, c’è da dire che questa feccia non ha molta fantasia.
Un nuovo lampo di luce e Alice tornava a gridare più disperatamente di prima.
- Stupeficium!
Bellatrix cadde a terra accanto a Alice che rimase rannicchiata con la testa tra le mani. Frank lanciò un altro Schiantesimo, ma l’uomo riuscì a pararlo con la bacchetta. Lily si acquattò sempre di più dentro al suo cespuglio, osservando la battaglia e cercando di capire se Alice fosse ancora viva.
Una serie di lampi verdi e rossi saettarono tra i due maghi, così veloci e splendenti che Lily non riusciva a seguire bene il duello né a capire chi dei due stesse vincendo. Poi però vide Bellatrix recuperare la bacchetta. Non fece nemmeno in tempo a gridare, che Frank era già stato Disarmato e Schiantato dai due Mangiamorte. Lily vide la bacchetta cadere a pochi passi dal suo nascondiglio.
- Bene bene, i coniugi Paciock. Che cosa tenera, Frank, venire a far compagnia alla tua dolce moglie. – disse Bellatrix con un ghigno. – Chi dici, Rodolphus, aggiorniamo il buon vecchio Frank sugli ultimi avvenimenti?
Ma il mago non sembrava dell’umore giusto per scherzare.
- Pagherai per quello che hai fatto a mio fratello, Paciock. – disse levando la bacchetta.
 
 
  
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