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Autore: GreMisia    09/02/2013    6 recensioni
"Quella sera l’idea di Louis aveva superato tutte le “idee di Louis”.
Per dare una svolta alla serata, dopo aver bevuto un bel po’ bicchieri, ma non così tanti da non riuscire più a camminare in linea retta, Mister Tomlinson aveva guardato negli occhi il suo migliore amico, Harry Styles, e con voce strascicata aveva annunciato la geniale trovata : “Ho deciso, amico, stasera noi” disse puntando l’indice sul petto di Harry in modo goffo “andiamo in una discoteca gay!”." Zarry Lilo ! Nemmeno a chiederlo !
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il all starts in a Dark Room 




La musica batteva un tempo forte, veloce.
Louis si dimenava trasportato da un ritmo forsennato; le luci abbaglianti e dai colori sgargianti si riflettevano sulla leggera maglietta a righe, il sudore colava giù per la pelle liscia e i fini capelli castani si appiccicavano impertinenti alla fronte: “andiamo Harry! Dacci dentro bello!”.
 
***
 
 
Quella sera l’idea di Louis aveva superato tutte le idee di Louis.
 
Per dare una svolta alla serata, dopo aver bevuto un bel po’ bicchieri, ma non così tanti da non riuscire più a camminare in linea retta,  Mister Tomlinson aveva guardato  negli occhi il suo migliore amico, Harry Styles, e con voce strascicata aveva annunciato la geniale trovata : “Ho deciso, amico, stasera noi” disse  puntando l’indice sul petto di Harry in modo goffo “andiamo in una discoteca gay!”.
Inutile opporsi a tale decisione, lo conosceva sin troppo bene: quella nota tremolante d’entusiasmo, mista ad un accenno di ubriachezza, era quasi una minaccia e quando si trattava di buttarsi in cose nuove e strampalate la parola no non era ammessa.
 
Il no non esisteva nella strana lingua parlata da Louis Tomlinson.
 
Troppe volte si era cacciato nei guai o era finito in situazioni imbarazzanti  per colpa del suo migliore amico;  oramai ci aveva fatto il callo.
“E questa da dove ti è saltata fuori?” si prese la libertà, almeno,  di chiedere  mentre mandava giù un sorso d’orato di whisky:  aveva fatto d’avvero  bene ad andarci pesante, visto la piega che stava per prendere la serata.
“Pensi veramente che ci sia una spiegazione?” chiese.
No, certo che non c’era, infatti era stato uno stupido lui a prendersi quella dannata libertà di domandare.
Che spiegazione ci poteva essere? Louis era semplicemente pazzo.
“Ok” altro sorso di whisky “andiamo” e lui non era sicuramente da meno, dal momento che non si era mai sforzato di fargli imparare quella magica e importante parola no.
 
***
 
Così, il suo migliore amico  continuava a dimenarsi a tempo di musica con la mano ben piantata sul suo posteriore , lanciando sorrisini ammiccanti a destra  e a manca.
 
Da quando erano entrati, Harry, non si era staccato da Louis nemmeno un secondo.
 
Era stato trascinato in mezzo alla pista, tra quella massa di corpi sudati che si muovevano in balia di quella musica orribile.
Non che a Harry non piacesse la musica commerciale, ma quella era veramente di pessimo gusto.
Non appena l’altro gli si era appiccicato e aveva iniziato a muoversi, una miriade di ragazzi con il testosterone a mille avevano iniziato a gironzolare intorno con movenze inequivocabili.
Un tipo tutto muscoli aveva anche cercato di portare via Louis e a Harry non era venuto in mente altro che fingere una piccola scenata di gelosia e attirarlo verso di sé, come a marcare il territorio.
Louis sembrava divertirsi, ma più che altro, era solo ubriaco e quando sei ubriaco, ti diverti per forza.
 
Quindi con quella mano ancora stampata tra le sue chiappe,  era arrivato ad un’unica e semplice considerazione:  “Ho bisogno di più alcool… decisamente! ”  urlò per farsi sentire.
Louis alzò due pollici in su, completamente d’accordo con la sua affermazione.
“Vai!” disse, aspettandosi  che sarebbe andato e tornato con due cocktail belli pesanti.
 
Servito e riverito, come al solito, ormai era una causa persa.
Lasciarlo da solo in mezzo a quei lupi affamati non era certo una buona idea, ma aveva davvero bisogno di più alcool.
“Non ti muovere!” .
Annuì vistosamente e continuò a ballare.
 
Harry iniziò a spalleggiarsi tra la folla, pregando  nel frattempo  che Louis fosse ancora lì dove l’aveva lasciato,  anche perché ritrovarlo in mezzo a quella massa ondeggiante di gente, non sarebbe stato affatto facile.
Continuava ad essere spintonato a destra e sinistra e dovette stare attento a non cadere con la faccia spiaccicata sul pavimento umidiccio, più e più volte .
Non che non gli piacesse ballare, bere fino a stare male , finire spiaccicato su un muro a fare cose vietate ai minori con gente non identificata di cui il giorno dopo a malapena ricordi se erano dotati di mani e piedi: assolutamente no, era il suo sport preferito, ma andiamo!
Questo era totalmente diverso, questa volta avrebbe dovuto bere fino a morire.
“Hey!” un tipo con un’attillata camicia nera gli sbarrò la strada e  gli circondò con una mano sfrontata il fianco, ballando in modo piuttosto audace.
Harry rabbrividì e ignorandolo completamente, tirò dritto fino al bancone, gay o non gay i tizi slampadati e ossigenati,  non facevano comunque per lui.
 
La parola alcool era sempre più impressa a lettere infuocate nel suo cervello, con tanto di frecce segnaletiche dotate di luci accecanti che riportavano alle parole : “qui urge  sbornia” .
 
Fortunatamente  c’erano soltanto due persone davanti a lui, iniziò a frugare nelle tasche dei jeans per racimolare qualche spicciolo, quell’idiota del suo “migliore amico” non gli aveva dato neanche l’ombra di un soldo e cosa che lo faceva infuriare ancora di più, era già felicemente ubriaco senza di lui.
 
“Hey, dolcezza, dimmi!” la voce del barista, un tizio super muscoloso con una rapa, tanti orecchini e tatuaggi lo risvegliò dai suoi pensieri.
 
Non fece in tempo a dire “buttami giù tutto quello che hai in un bicchiere” che un tizio gli si parò davanti:
 “Hey Will! Un Jack Daniels!” disse, senza minimante fare a caso a Harry piuttosto turbato e scocciato.
 
Will dal canto suo sembrò essersi completamente dimenticato che stava servendo il riccio e iniziò a versare del Jack Daniels su un bicchiere per lo sconosciuto, che si era appoggiato noncurante al bancone, conversando allegramente.
Harry iniziò a mordersi un labbro per la rabbia, queste cose non le tollerava proprio.
Ma chi cavolo si credeva di essere quello lì?
Ora solo perché era più carino della media dentro il locale aveva diritto a passare davanti a tutti?
 
Harry iniziò a squadrarlo, effettivamente era veramente  più carino rispetto ai ragazzi che aveva visto fino a quel momento:  non che gli interessassero i ragazzi visti e tanto meno lui.
Indossava un giacchetto di pelle nera, sotto una canottiera bianca e pantaloni stretti altrettanto neri; il colore della sua pelle era lievemente più scuro, folti capelli neri tenuti  fermi con del gel gli ricadevano sulla fronte, i tratti del volto erano marcati e affilati, aveva dei grandi occhi nocciola con le ciglia più lunghe che avesse mai visto, delle labbra carnose e distese e sul mento una leggera e incolta barba nera incorniciava il tutto.
E poi, che significa, pure a lui non mancava niente.
Incrociò le braccia pazientando che lo sconosciuto si girasse con il suo immeritato drink, pronto a fulminarlo, ma quello, pagato e preso il bicchiere, gli passò accanto e non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
Harry, allibito, lo vide sparire tra la folla.
 
“Scusami,  dolcezza, un cliente fisso…” cercò di riprendersi il muscoloso barista “cosa ti servo?”.
Harry gli gettò l’occhiataccia più brutta del repertorio delle occhiatacce brutte che avesse , poi sorridendo e dimenticandosi subito dell’inconveniente,  ma focalizzandosi sull’obiettivo alcool,  esclamò  “ due bicchieri della roba più forte che hai”.
Il barista, Will, sorrise di rimando e iniziò a preparare l’intruglio “Non ti ho mai visto prima… sei carino” disse poi.
Il riccio sorrise di nuovo mettendo in mostra le amabili fossette “sì, è la prima volta che vengo qui”.
“Tieni, offre la casa” avrebbe voluto dire che gli sembrava il minimo, ma si limitò a sorridere e ringraziare, ritornando subito in cerca di Louis, sperando sempre che ci fosse un Louis.
Tenendo ben stretti i bicchieri si fece di nuovo spazio tra la folla.
 
Per fortuna Louis era sempre dove l’aveva lasciato, con la solita faccia da ebete e i soliti sciacalli intorno.
“Tieni” disse, porgendogli il bicchiere “fanne buon uso” .
Louis scolò in un nano secondo il misterioso contenuto, storcendo la bocca e strizzando gl’ occhi, ricevendo un’occhiata scettica dall’altro.
“E’ così forte?” disse, inarcando un sopracciglio per niente convinto.
Louis si appoggiò tentennante alla spalla di Harry  “Bevi, amico !” disse dando una leggera scossa al suo bicchiere.
Buttò giù.
 
Sentì il liquido scendere giù velocemente e lasciare una scia di bruciore dolciastro nella sua gola.
Era buono, era veramente forte, ed era proprio quella che ci voleva “E bravo Will…” disse tra sé.
“Sai? Credo che me ne farò un altro…” Louis sorrise e senza rispondere iniziò a spintonarlo tra la folla e a guidarlo nuovamente verso il bancone del locale.
 
Fu questione di un secondo, Harry nemmeno se ne rese  conto, quando  sentì la presa sbilenca del suo migliore amico sulle sue spalle svanire,  per poi ripescarlo con gli occhi di nuovo in mezzo alla folla, strusciantee ammiccante verso un ragazzo dalla testa rasata e con il fisico ben messo.
“Al Diavolo!” bofonchiò, Louis era andato.
 “Hey  Will!” disse al barista pompato “fammene un altro!”.
Il tizio sorrise soddisfatto e si accinse a preparare nuovamente l’intruglio, per poi consegnarlo velocemente tra le grandi mani del riccio.
Buttò giù, di nuovo e adesso sommato a quello che si era bevuto prima iniziava a fare effetto.
Fece un sorriso compiaciuto, che iniziava a essere ebete quasi come quello di Louis.
 
“Hey Harry!” Louis comparve di nuovo di fronte a lui, il tizio rasato teneva una mano sul suo fianco tranquillo e sembrava più fuori di una staccionata “a che punto sei?” .
Harry sorrise.
“Bene, sono contento; era ora, amico” disse l’altro.
“Tu che stai combinando piuttosto ?” disse inarcando un sopracciglio incuriosito.
Louis dette un lieve strattone al ragazzo accanto a lui,  portandolo di fronte a Harry “lui è Liam! E’ carino!”.
“Ciao Liam…”
Liam arrossì e fece un lieve gesto con la mano.
 
Possibile che il suo migliore amico fosse così incasinato? Ora dove l’aveva trovato quello? E soprattutto, cosa avrebbe detto la sua ragazza, Eleanor, se l’avesse visto appiccicato a mo’ di piovra ad un ragazzo?
Bah, adesso non era certo un problema suo.
 
“Ragazzi, credo che andrò in bagno” sempre che ci fosse un bagno in quel cavolo di posto “hey, Liam tu lo sai dov’è il bagno?” .
Liam fece spallucce, l’espressione più deficiente e innocente del mondo “no amico, è la prima volta che vengo qui “ disse pacato.
Louis si girò con uno scatto verso di lui “anche noi!” disse come un bambino di tre anni, Liam sorrise , la faccia come quella di un dolce cagnolino.
 
Ma dove l’aveva trovato quello?
 
“Vabè, sentite, io vado a cercare questo benedetto bagno.  Louis, non sparire” disse, puntando un dito verso l’amico che annuì vistosamente.
 
Iniziò a guardarsi intorno e lottare nuovamente tra la folla per farsi spazio, quando notò una porta su un lato.
Gli occhi di Harry si illuminarono, molto probabilmente aveva trovato il bagno.
Con estrema velocità si diresse verso la porta scura e la spinse, stando attento a non impigliarsi a quelle stupide cordine che pendevano dallo stipite.
 
 
No.
Non era decisamente il bagno.
 
I grandi occhi verdi di Harry si spalancarono all’inverosimile.
La porta nera si richiuse dietro di lui e mai come in quel momento si sentì in trappola.
 
La luce era soffusa, in una scura tonalità di rosso, la stanza era stretta, umida e scarna, ma la cosa che fece sgranare gli occhi a Harry non era sicuramente il cattivo gusto nell’arredamento o nel design.
Corpi, corpi intrecciati e ansimanti ovunque, coppie di uomini che godevano ovunque e non solo coppie, anche tre, quattro…
Come cavolo aveva fatto a finire in una Dark room cercando un bagno?
Louis era un uomo morto.
Era immobilizzato e non riusciva a non guardare quell’intrecciarsi di corpi continuo, per terra, alla sua destra e  alla sua sinistra, quando di fronte a lui degli occhi dalle ciglia lunghe attirarono la sua attenzione.
 
Il ragazzo maleducato del bar: era appoggiato al muro, le labbra erano dischiuse dal piacere ma non lasciavano uscire alcun rumore, gli occhi semichiusi lasciavano trapelare comunque il loro bagliore, gocce di sudore gli colavano per la fronte, mentre con una mano stringeva con forza i capelli di uno sconosciuto inginocchiato di fronte intento a fargli un “lavoretto”.
Per uno strano motivo inconscio, Harry trovò la cosa eccitante, sentì anomali movimenti in lui che l’alcool dentro il suo corpo non faceva altro che intensificare e sballottare fuori.
Scosse la testa facendo volare leggermente i ricci ribelli, forse doveva uscire da lì…
Fece per tornare indietro quando gli occhi del moro lo immobilizzarono saettando verso di lui, con un gesto sfrontato spostò il ragazzo dalla sua intimità,  e andò dritto da lui, piantandolo al muro umidiccio.
 
“Hey” disse ad un soffio dalle sue labbra “sei una specie di voyeur?”
 
“Come, scusa ?” chiese confuso.
“Guardi e te ne vai” disse, il sorriso sghembo ad un millimetro dalle sue labbra.
Harry sbuffò “non c’era niente di interessante da guardare “ disse secco.
Il moro sorrise e spinse il bacino verso di lui “che diavolo ci fa uno come te qui?”
“Cercavo un bagno…” disse sincero.
L’altro scoppiò nuovamente a ridere e Harry si meravigliò di come la sua risata risuonasse perfetta alle sue orecchie.
“Non puoi entrare in una Dark room e uscire a mani vuote, ragazzo… ne va della tua virilità” disse, portando le mani calde verso la cintura del riccio, passando distrattamente le dita tra la stoffa dei jeans e la pelle fresca.
Harry sorrise mandando un po’ indietro la testa, scoprendo il collo, poi riportò gli occhi verdi verso di lui.
C’era una strana atmosfera, non aveva mai fatto niente con un uomo oltre i baci a stampo con Louis in preda all’ebbrezza, però il ragazzo moro di fronte a lui era sicuramente sexy e la buona dose di alcool gli urlava che sarebbe stata una “curiosa esperienza”.
“E cosa dovrei fare, sentiamo?”.
il moro sorrise “ lascia fare a me …” gli sussurrò nell’orecchio.
 
Dette queste parole, sentì uno strattone alla sua cintura, calare di poco jeans e boxer e vide la testa folta di capelli neri abbassarsi su di lui.
In pochi secondi le labbra carnose del moro si posarono sulla sua virilità; Harry sussultò.
Le labbra piene scorrevano per tutta la sua lunghezza senza ritegno e una mano andò a stringergli una natica.
Un leggero mugolio uscì dalle labbra rosse e umide di Harry, il moro sorrise compiaciuto e si staccò gettando uno sguardo all’altro ragazzo.
 
I capelli ricci gli ricadevano sulla fronte e teneva gli occhi chiusi.
L’aveva visto fare la fila al bancone di Will e subito aveva pensato che doveva essere suo, fortunatamente era riuscito a sfruttare bene la situazione.
 
Riportò l’attenzione sul membro pulsante di fronte a lui e torno a lambirlo con le labbra calde, Harry infilò una mano tra i suoi capelli spingendolo più verso di sé.
 
Avrebbe ucciso Louis.
 
Il ritmo aumentò e dopo poco sentì esplodere mille luci dentro di lui.
 
Il moro si alzò e pulì le labbra sfrontate passandoci la lingua, poi si avvicinò al suo orecchio “ciao…” sussurrò e se ne andò per la porta scura, lasciandolo lì come un coglione.
 
Harry cercò di ricomporsi e uscì da quella stanza maledetta.
Non c’era più, era scomparso.
E dove diavolo era Louis?
Uscì dal locale velocemente, cercando di non barcollare e tirando fuori  il suo telefono  compose il numero del suo amico.
Nessuna risposta.
 
Avrebbe ucciso Louis.
 
Riprovò ancora e finalmente rispose; c’era un rumore fracassante, evidentemente era ancora dentro.
“Louis! Dove diavolo sei?” chiese,  quasi in preda a una crisi isterica.
“Dove diavolo sei tu! Liam se n’è andato, ti stavo cercando!”
“Sono fuori, muoviti!”
 
***
 
“Che cavolo di fine hai fatto? sei andato a casa al bagno?” Harry abbassò la testa, grattandosi distrattamente il collo “credo che risponderò domani a questa domanda… tu piuttosto? Dov’è Liam?”
“credo che risponderò domani a questa domanda… andiamo”
 
***
 
 
 
 
Louis mandò giù una sorsata di caffè caldo e amaro.
 
“Quindi ti sei fatto fare un pompino e non sai minimante da chi?”
 
“Potresti abbassare la voce e non farlo sapere a tutta Londra, per favore???” chiese,  girando il cucchiaio con estrema lentezza nel suo cappuccino.
“Sei pazzo…”
“io?!” l’avrebbe strangolato davanti a tutti e non gli sarebbe importato affatto di quanti dannati anni di carcere si sarebbe preso “chi è quello che ha pomiciato con un ragazzo ed è fidanzato?”.
“Vuoi che tutta Londra sappia anche questo? E comunque con El è una situazione complicata già da un bel pezzo…” disse, l’altro inarcando un sopracciglio fino.
“Bene… credo che la serata gay sia abolita dalle nostre serate” disse.
“Credo che siamo entrati perfettamente nel ruolo”.
 Harry lo incenerì con lo sguardo “ti odio…”
“Non è vero, lo sai” disse, sorridendo dolcemente.
 
“Hai scelto cosa vuoi? Ho fame!” disse Harry, riferendosi al fatto che Louis non si riusciva mai a decidere quando si trattava di dolci.
L’altro annuì e indicò la sua scelta, il riccio si alzò andò dalla ragazza alla cassa e gli disse il loro ordine, poi tornò a mani vuote.
“beh?” chiese Louis deluso.
“ha detto che ce li portano loro al tavolo”
 
Ma perché si ficcavano sempre nei guai?
Harry sorrise tra sé, in fondo era sempre stato così, no?
“Che c’è?” chiese, l’altro.
“Niente “ disse scuotendo la testa.
 
“Allora, per chi è la cheesecake e… “ un ragazzo dalla testa rasata e l’espressione dolce, con due piatti di fronte a loro, si bloccò.
 
Louis sgranò gli occhi.
 
Harry avrebbe voluto scoppiare in un’enorme risata fino a stare male, proprio lì, in mezzo a quella scena.
 
“Il muffin è per me”  disse, alzando la mano e lanciando sorrisi sornioni a Louis.
“Ok… quindi questa è per te” disse l’altro, impacciato,  posizionando il piatto di fronte al castano.
“Grazie…” rispose Louis con voce flebile.
 
Harry rimase a guardarli un secondo, sicuro che la situazione sarebbe rimasta invariata.
“Liam!” disse puntando un dito verso di lui.
Il ragazzo arrossì e fece un cenno con la mano, proprio come la sera precedente “presente” esclamò, poi, sarcastico.
Harry sorrise indicando lui e il suo amico “Harry e Louis” disse.
Liam annuì “ricordo…” disse, arrossendo sempre di più.
“Ricordi…” disse Harry, guardando il suo migliore amico dritto negli occhi azzurrini.
Louis avrebbe voluto lanciargli addosso tutto quello che c’era sul tavolo.
“Liam… “ iniziò.
“Tranquillo, è tutto a posto “ disse l’altro “ora sarà meglio che ritorni a lavorare” sorrise dolcemente e si dileguò.
 
Harry continuò a fissare Louis “che vuoi fare?”
“Come, scusa?”
“Che vuoi fare con lui?”
“Che significa Harry! Abbiamo pomiciato mezzi ubriachi cosa dovrei fare, non…”
“Ti piace” e non era una domanda, Louis era troppo agitato e lo conosceva come le sue tasche.
“E’ carino ma… andiamo… io”
Harry iniziò a guardarlo abbastanza scettico.
“Cosa c’è adesso?” chiese l’altro esasperato.
“Niente stavo solo pensando che non si va a pomiciare a caso con un uomo quando si è…”
“Lo so Harry…” disse serio “ questa è una cosa che devo sistemare, parlerò con lei , avrei parlato indipendentemente da questo , con lei…”
Harry annuì convinto dal tono sincero e serio dell’amico.
“Bè se non altro ci siamo divertiti no?” abbozzò Louis.
“Ti ammazzo” sibilò il riccio a denti stretti, tirandogli addosso una manciata di tovaglioli.
 
 
***
 
Passato ormai un mese dall’avventurosa serata, Harry se ne stava  seduto su una fredda panchina di un parco, stringendosi dentro il cappotto scuro e l’enorme avvolgente sciarpa di lana grigia; con la bocca contava il passare dei  minuti formando delle piccole nuvolette di condensa.
Uscito dal lavoro, aveva ricevuto un messaggio di Louis.
 
“ ho bisogno di bere… solito posto , solita ora … -_- “
 
E anche se era stato lui ad avvertirlo era immancabilmente in ritardo.
 
Si passò con forza le mani avvolte nei guanti lungo le braccia, cercando di riscaldarsi, come aveva fatto a diventare così freddo nel giro di un mese?
 
Tra poco sarebbe arrivato il Natale, probabilmente una combinazione perfetta, le luci intorno ai negozi vicino al parco e gli addobbi già per la strada, però, davano un piccolo senso di calore.
Harry iniziò a vagare con lo sguardo nel parco, perdendolo fra gli alberi, tra la fitta nebbiolina dicembrina: qualche persona passeggiava in solitudine e qualche coraggioso o pazzo, secondo la sua personale opinione, sfrecciava di fronte  a lui facendo del salutare jogging serale, una sinuosa figura attirò la sua attenzione.
 
Con la schiena appoggiata a un albero, c’era un ragazzo più o meno della sue età, una gamba piegata, anche questa appoggiata alla corteccia .
Non riusciva a distinguerlo bene, aveva una berretta di lana in testa che lo nascondeva, poté vedere però il luccichio del mozzicone di sigaretta che avvicinandosi alle sue labbra piene, le illuminava.
 
Harry sussultò e d’istinto si drizzò con la schiena.
 
Era il ragazzo moro: lo sguardo scivolò sicuro sulle sue labbra che lasciavano uscire lentamente il fumo inconsistente e immagini poco consone si affacciarono nella sua mente, distolse immediatamente lo sguardo con la paura di essere beccato nuovamente a fissarlo.
Sentì un rumore di passi verso di lui, lo strusciare delle suole sul breccino.
 
“Hey” lunghe ciglia nere rese lucide dalla nebbia, fremevano di fronte a lui, Harry  mosse la testa lentamente, accennando un saluto.
 
La situazione era piuttosto imbarazzante e strana, il moro si abbandonò con un rumore sordo sulla panchina  accanto a Harry, prese un altro tiro e lasciò uscire con estrema lentezza di nuovo il fumo,  senza guardare passò la sigaretta al riccio.
 
Harry non fumava .
 
Prese la sigaretta tra le dita avvertendo una leggerà umidità sul filtro, provocata dalla saliva dell’altro, se la porto alla bocca e inspirò: faceva schifo.
Dopo pochi tiri, la ripassò indietro.
 
“Sono Zayn… “ lo sentì mormorare mentre spengeva il mozzicone.
 
Harry girò la testa verso di lui, spostando con le dita dei ricci impertinenti “ Harry “ disse, sorridendo .
 
Una situazione davvero strana…
 
“Hey Harry scusa il ritardo!”
La figura di Louis gli  spuntò di fronte sorridente.
“Non preoccuparti Lou, ho solo rischiato di morire assiderato “ disse, fingendo tranquillità, vide gli occhi svegli di Louis balzare verso la sua destra interrogativi e osservare la figura del moro che adesso aveva anche un nome.
 
Zayn si alzò, infilando le mani nelle tasche dei jeans puntando i profondi occhi nocciola su di lui.
“Ci vediamo Harry” disse e senza aggiungere altro iniziò a sparire in mezzo la nebbia.
Quel ci vediamo Harry, a Harry, suonò strano come tutta la faccenda.
 
Louis continuava a seguirlo con uno sguardo incuriosito mentre si alzava dalla panchina.
“Chi diavolo era?” chiese.
“Il mio incidente nella dark room” ammise, cercando di non abbassare lo sguardo.
“Oh…” si lasciò sfuggire “bene, andiamo a bere?”
“Direi proprio di si”.
 
***
 
Seduto al bancone del bar con un buon boccale di birra, ascoltava Luois farfugliare agitato il nome di Liam .
“Così alla fine gli hai chiesto di uscire?” la cosa non lo sorprese nemmeno un po’.
“Si” ammise, buttando giù un bel sorso ambrato “ l’ho fatto”.
“Eleanor?”
“E’ finita…” disse, rimanendo sul vago.
Harry annuì, puntando lo sguardo in un punto indefinito del locale che quella sera era piuttosto vuoto.
“Credi che…” iniziò il discorso l’amico.
“Io non credo niente, devi fare quello che ti senti Lou e anche se non conosco minimamente Liam, non ha per niente la faccia di una cattiva persona” ammise.
Louis sorrise, contento che il suo migliore amico come sempre fosse pronto ad appoggiarlo nelle sue scelte.
“Che facciamo stasera?” chiese, poi,  sapendo ormai che se Louis aveva chiesto di vederlo al bar aveva sicuramente qualcosa in programma per il dopo-cena.
“Stasera dovrei …”
“Esci con lui non è vero?”
Louis annuì lentamente , appoggiando sul bancone il boccale vuoto e ricevendo dall’amico una pacca decisa sulla schiena.
 
***
 
Bene, fantastico, adesso che il suo amico aveva qualcos’altro di più piacevole in mente per la serata l’unica cosa che gli rimaneva da fare era noleggiarsi un film, sempre che la sua tessera vecchia come il cucco fosse ancora abilitata e gli eccessivi graffi non l’avessero smagnetizzata.
Ma soprattutto che film avrebbe preso?  
 
iniziò a scorrere sullo schermo del distributore di dvd con aria perplessa.
 
Horror? No, a Harry non piacevano affatto i film Horror,  a  Louis piacevano,  soprattutto se era uno spunto per prendercelo in giro.
D’azione ? decisamente non era dell’umore adatto.
Fantasy ? la sua vita era già abbastanza fantasy o fantascientifica da sola, non aveva certo bisogno di vedersela anche rappresentata sullo schermo.
Le commedie o i film romantici non erano nemmeno da prendere in considerazione.
 Avrebbe optato sicuramente per un buon vecchio film , in cui il genere ha poca importanza ;  guardando insistentemente la copertina di gioventù bruciata con il mitico James Dean si sentì più che soddisfatto.
Passò la sottile tessera nella macchina pronto al noleggio, ma evidentemente la macchina non era pronta a scendere a trattative con Harry.
 
La tessera non è abilitata
 
Le lettere bluastre sullo sfondo giallo acido, lampeggiavano insistenti.
 
La tessera non è abilitata
 
Un imprecazione uscì spontanea dalle labbra del riccio e fu seguita immediatamente da una fresca risatina.
 
“Sto iniziando a pensare che tu mi segua…” disse, inarcando un sopracciglio inquisitore verso il bel moro che era apparso dietro di lui.
 
“Avevo semplicemente voglia di vedere un film, il posto è pubblico e abito a pochi passi da qui, ergo…  sei tu che mi capiti sempre intorno” disse sbuffando.
 
“Oooh certooo”.
 
“Piuttosto spostasti! Tanto non ti funziona, quindi… fai passare chi ne ha il diritto!” disse, scansandolo e facendosi spazio tra Harry e la macchina infernale.
“Oh… credo proprio che prenderò gioventù bruciata, adoro James Dean” e in un nano secondo infilò la tessera , inserì il codice e tirò giù il prezioso dvd.
 
Harry avrebbe voluto strangolarlo e strappargli quegli enormi occhi nocciola dal volto perfetto.
 
“Bè, sai com’è … non sempre le cose vanno nel modo giusto” disse sventolando con ampi gesti teatrali il dvd e iniziando a incamminarsi “però puoi sempre cercare di sfruttare il lato positivo delle cose…” aggiunse guardandolo dritto negli occhi  continuando a camminare.
 
Se quello era un invito, era davvero uno strano invito, ma Harry decise di coglierlo e seguì Zayn e il dvd.
 
Camminarono senza dire una parola abbastanza velocemente, non lontano da lì: il moro non aveva detto una bugia, il suo appartamento era veramente a pochi passi,  quindi  lasciare la macchina vicino al noleggio non si era rilevato poi sconveniente.
Zayn stava sul quinto piano di un palazzo e tutte quelle scale lo stavano uccidendo.
“Ce la fai ?” chiese, ad un certo, punto scettico il moro.
“Stai zitto” sibilò, digrignando i denti.
 
Come aprì la porta, Harry si ritrovò costretto tra la parete gelida e fredda del muro di casa e il corpo caldo  del suo padrone.
“Il film?” chiese con tono scettico, indicando il contenitore di plastica bluastra che l’altro teneva ancora stretto in mano.
 
“Per quello credo che avremo tempo” disse, appoggiandolo su un mobile accanto alla porta insieme alle chiavi e trascinandolo  con forza verso il divano affondandovi con rumore sordo.
 
Zayn ricadde sopra di lui, liberandosi e liberandolo immediatamente dei giacchetti, con un gesto frenetico andò subito in ricerca della pelle sotto la maglietta dal tessuto leggero e senza giri di parole fece fondere le loro labbra in un bacio forte e umido.
Harry era bloccato come la prima volta che l’aveva incontrato: la sinuosità con cui l’altro si muoveva aveva la capacità di immobilizzarlo, lo lasciò fare, di nuovo, beandosi completamente della labbra carnose e del morbido ma arrogante tocco che si aggrappava ai fianchi muscolosi.
Le labbra scesero sul collo, le gambe si intrecciarono selvaggiamente e i vestiti iniziarono veramente ad essere ingombranti.
Zayn iniziò a spogliarlo con gesti frenetici, buttando i vestiti ovunque nella stanza, correndo alla ricerca delle pelle calda e invitante, beandosi dei respiri affannosi che man mano crescevano dalla bocca dell’altro.
Respiri che, divennero sospiri e lamenti, quando il tocco scese prepotente e senza permesso sull’eccitazione del riccio e quando sentì quella dell’altro crescere insopportabilmente contro  di sé.
Con rapido gesto le mani del moro, immerse tra i ricci ribelli, spostarono la testa verso il basso e Harry, completamente inesperto, si ritrovò la sua eccitazione tra le labbra.
Ma non aveva importanza, ciò che contava era l’istinto; e l’istinto diceva a Harry di approfittare di quella opportunità, di muovere le labbra piene sul membro pulsante dell’altro, senza pensare minimamente alle proprie azioni.
Preso completamente da quei movimenti Zayn decise che era arrivato il momento: lo trascinò in piedi e tra un bacio e l’altro lo portò  fino al letto, né troppo grande né troppo piccolo, e ce lo butto sopra tra un rimbalzo di cuscini e coperte.
Una risata uscì spontanea tra le labbra di Harry: la situazione era così pazza e incontrollabile, tutto con Zayn era stato sin dal primo incontro pazzo e incontrollabile, in realtà, come quella dannata lingua che cercava di marchiarlo insistentemente sul collo e di lasciare ovunque segni sul suo corpo.
“Zayn…” il nome nuovo e particolare uscì, come una richiesta e il moro si chinò a cercare tra i cassetti il necessario.
 
Quello che avvenne dopo fu soltanto il culmine dei loro gesti: Harry si ritrovò avvolto in Zayn.
Era diverso farlo con un uomo, era molto più rude ma era tutto incredibilmente eccitante :i fianchi del moro rispondevano al suo ritmo e le lunghe fitte di piacere lo pervadevano ovunque facendolo gemere in modo incontrollato.
 
 
***
 
Si risvegliò stanco e sudato, avvolto tra le lenzuola umide e un forte profumo di pelle, un nuovo profumo, un petto caldo che si muoveva irregolarmente,  accompagnato da un profondo e pesante rumore di un respiro.
 
Stropicciò con lentezza gli occhi e si alzò sulla schiena facendo attenzione a non svegliare il bel ragazzo che dormiva profondamente accanto a sé, ma non ci riuscì.
Zayn sussultò, facendo  fremere le lunghe ciglia e puntò gli occhi ancora assonnati su di lui.
 
“Hey…” disse, la voce roca e impastata.
 
“Ciao…” rispose, cercando di non far vedere l’imbarazzo che si stava impadronendo di lui.
 
“Stavi pensando di andare via non è vero?” chiese, strofinando un po’ la testa sul cuscino e spettinando ancora di più sulla sua fronte i capelli neri.
 
In effetti stava proprio pensando di raccogliere la sua roba e tornare nel suo appartamento.
 
Non rispose e iniziò nervosamente a grattarsi il collo, dando per scontata la risposta.
Il moro si stiracchiò un po’ e allungando   le mani, lo tirò giù di nuovo, immergendolo nel calore delle coperte e costringendolo in un abbraccio “ rimani “ sussurrò all’orecchio “ è presto”.
 
Perché?
Quando scopava con una donna di solito prendeva le sue cose e spariva.
Non poteva negare a sé stesso che era stato diverso, ma perché era un uomo o perchè trovava Zayn interessante?
 
“Ma…” iniziò a protestare.
 
“Harry” sussurrò nuovamente accennando una carezza lungo la schiena;
 
“ Ci penseremo domani,  rimani” chinandosi a baciarlo, in un bacio leggero “ e poi abbiamo ancora un film da vedere” disse, sghignazzando, assestandogli un pizzicotto sul fianco.
 
Harry sbuffò e si accoccolò ancora di più godendosi tutto quel calore.

 
 
 
 
Ok un’altra one-shot…
Spero che a qualcuno piaccia … è un po’ particolare e lunga…
Come al solito spero di ricevere dei commenti… =)
Bacioni alla prossima !
Gre 
  
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