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Autore: Fiore Blu    09/02/2013    2 recensioni
«Ultima chiamata per il signor Bell!» sbottò esasperato il preside. Intanto, tra gli studenti si alzò un vociare fastidioso.
Le ragazze bionde ossigenate si guardavano intorno, incuriosite.
I ragazzi, invece, se la ridevano, e scambiavano commenti con i loro vicini di posto, ragazze comprese.
«Secondo me se l’è squagliata perché aveva troppa paura di parlare davanti a tutti!».
«Ma sei scemo! Bell … spaventato? Guarda che è lui quello che fa spavento!».
«Già forse hai ragione». Dicevano due.
«Spero che si presenti quel bellimbusto, vorrei tanto mandarlo a quel paese in pubblico!» diceva una lady bionda e molto arrabbiata ad un’altra.
«Ancora con quella storia? Non prendertela Jane, alcune voci dicono che sia gay!» rispondeva l’amica.
«Sei impazzita? Non è proprio possibile! L’hai guardato bene? Quello stronzo non è affatto gay!»rispondeva civettuola la prima.
O ancora : «Spero tanto che non si presenti, lo odio quel bastardo!».
«Già, è troppo pieno di sé, non lo sopporto».
Opinioni diverse e contrastanti.
Vigliacco, mostruoso, stronzo, figo, gay, bastardo, pieno di sé … beh aveva una bella reputazione!
Nell'attesa della seconda parte di ali d'argento, eccovi la combattuta storia di un ragazzo e una ragazza ... non del tutto normali. Grazie e buona lettura. ^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
Rivali

 

 
 
Lucius Yuki Bell non si era presentato a mensa.
Era il primo giorno di sospensione, punizione attuata a causa della seconda rissa del giorno prima, la stessa rissa che aveva mandato in ospedale tre tipi loschi e ben piazzati per contusioni e sfracello di setti nasali.
Tutti parlavano dell’accaduto come fosse qualcosa di consueto e affascinante.
«Posso sedermi qui? Ania?» mi sentii toccare la spalla, ma senza voltarmi annuii.
Era Mayu.
Nessuno poteva avere una voce tanto strana e acuta.
«Come stai? Ieri è andato tutto bene?» chiese con gentilezza.
«Sì, grazie» risposi facendo aleggiare un sorriso sulle mie labbra secche per via del caldo.
Settembre sembrava voler mantenere il tepore estivo ancora per molto.
«Yuki – sama non verrà» mi informò. Capii che voleva confidarsi.
«Come lo sai?» chiesi curiosa e assetata di informazioni.
«Lui pranza raramente qui» spiegò. Poi acchiappò un’onda dei miei capelli castano dorati.
«Belli» disse sorridendo. Arrossii.
«Gr … grazie» balbettai «tu lo conosci bene?» chiesi spudoratamente.
«Beh, lo conosco da molto tempo, ma non abbiamo nessun legame. Il fatto è che non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi a lui, né tantomeno parlargli» confessò.
Il suo Yuki – sama aveva fatto colpo! Le piaceva ed era cristallino.
«Chi è veramente?» approfittai della tenera Mayu. Pensai che l’argomento non le sarebbe dispiaciuto «Cioè … è un genio, è bravo negli sport, è un artista, è sicuro di sé, è di bell’aspetto … perché è così …».
«Violento? Mostruosamente sadico? Totalmente incivile?» chiese lei. Sembrava acida, ma allo stesso tempo dispiaciuta.
«Impulsivo» corressi. Era vero, aveva picchiato il grassone prima e quei ragazzi poi, ma era stato d’aiuto!
Certo era stato completamente indiretto e certamente non volontario, ma il suo contributo aveva salvato il mio primo bacio e la faccia pallida del ragazzo occhialuto.
Ricordai le parole che Mayu aveva detto il giorno prima alla cerimonia.
Il suo Yuki – sama non picchiava la gente senza motivo.
Poi ripensai all’episodio nel bosco.
Lui non mi aveva fatto del male, ma non mi aveva neppure salvata.
Aveva semplicemente dato sfogo alla sua irritazione, perché era stato disturbato nel bel mezzo di un pisolino.
Rude. Mi era parso piuttosto rude, ma anche e senza alcun dubbio affascinante.
Rimaneva comunque un tipo “strano” e violento.
«Oh … il fatto è …» Mayu si fece piccola piccola «… non ha mai avuto qualcuno in grado di tenergli testa, o qualcuno che lo appoggiasse. Certo, ci sono molte ragazze che come me lo ammirano, ma nessuna sembra giusta per lui. Nessuna riesce a stargli accanto senza sentirsi soffocare per l’ansia. È davvero triste. Io lo osservo da sempre e all’inizio pensavo fosse davvero un bruto, ma poi … » i suoi occhi sembrarono rivivere un episodio lontano e caro « È una creatura … maestosa e gentile. È come una bestia rara che solo il prescelto può avvicinare» sussurrò. Pensai che stesse dicendo sciocchezze, ma il suo tono era davvero serio e sincero.
«Raccontami di più» la incitai.
Mayu sembrò illuminarsi, e poi si mise comoda sulla sedia.
«Non so molto sul suo passato, ma … credo ti possa interessare» disse strizzandomi l’occhio. Probabilmente aveva compreso la mia curiosità, e l’aveva accettata, proprio perché aveva vissuto lo stesso sentimento prima di me.
«Il suo tutore è un uomo molto potente, ma non l’ho mai visto qui, e Yuki – sama non ha mai lasciato la scuola da quando si è iscritto, perciò presumo non siano in buoni rapporti. Inoltre credo sia orfano di madre, o perlomeno tutti lo credono. Le notizie sul suo passato sono offuscate dal mistero, e nessuno si è mai azzardato a chiedere qualcosa al diretto interessato. Sono convinta del fatto, che Yuki – sama sia così … perché deve aver avuto qualche tipo di trauma in passato, ma … non so nient’altro al riguardo» sussurrò Mayu.
«È già qualcosa Mayu!» sorrisi. Era imbarazzante parlare di quel tizio con una sconosciuta come se lui fosse l’oggetto del mio desiderio.
In realtà volevo sono raccogliere informazioni sul suo conto per studiarlo.
Volevo sapere tutto di lui, perché lui mi aveva superato e battuto sul mio campo.
Lucius era stato il migliore.
Volevo conoscere il suo segreto.
«Di’ un po’ … il suo curriculum, riguarda solo ciò che ha detto il preside White alla cerimonia, vero?» chiesi apprensiva. Non volevo altre sorprese.
Mayu sgranò gli occhi.
«Di solito il preside elenca le cose più importanti, ma … le abilità di Yuki – sama sono … davvero notevoli» disse fiera e felice. Era orgogliosa di lui.
«Wow! … Per esempio?».
«Suona tre strumenti musicali, è in grado di comporre melodie, parla benissimo tre lingue e bene altre due. Come sai è bravo negli sport, qualsiasi esso sia … e con il computer è un vero mago. Una volta, è riuscito a bloccare il virus, che un aker aveva messo nel computer principale per sabotare un esame! » Mayu alzò gli occhi per osservare le mie reazioni.
«Continua» la incitai.
«Mm … vediamo … ah sì. Gira una voce secondo la quale non abbia frequentato le medie, e per questo motivo ha già studiato il programma di tutti e cinque gli anni delle superiori. Frequenta le lezioni normalmente, ma è costantemente annoiato! Inoltre ha sempre il massimo dei voti in tutti le materie e arriva primo a ogni esame. Nessuno riesce a stare al suo passo, ed è per questo che tutti gli stanno alla larga. Alcuni per riverenza altri per … disprezzo» Mayu si intristì.
«È un tipo notevole!» dissi meravigliata, e con gli occhi fuori dalle orbite.
Era forse un alieno?
Mayu mise la sua mano bianca e delicata sulla mia, altrettanto pallida.
I suoi occhi profondo mi studiarono.
«Tu non pensi male di lui … vero?» chiese.
Perché quella ragazza proteggeva con tutta se stessa quel bullo? Perché quell’alieno violento era così importante per lei?
«No, io lo ammiro» ammisi.  La giapponesina si aprì in un sorriso.
«Sono felice!».
 
 
 
****************
 
 
La biblioteca dell’Orpheus era davvero immensa, e perdersi sembrava quasi normale per una nuova.
All’entrata la bibliotecaria mi aveva offerto una specie di mappa, ma il mio senso dell’orientamento spesso era pari a … zero.
Stavo cercando un libro di storia, per ripassare in vista di una specie di esame che avrebbe verificato la mia preparazione.
Il mio sguardo correva sui libri alla mia destra, nello scaffale 21 A, che conteneva tutti i libri di testo presenti nelle liste scelte dei professori, e comprendeva quindi, tutte le materie.
Il mio sguardo su posò su ciò che stavo cercando.
Allungai il braccio per prenderlo, e la mia mano tesa, si incontrò con l’avambraccio di qualcun altro.
«Scusa …» dissi, sottraendomi al contatto. Poi mi voltai, trasalendo.
Due occhi grigi e metallici mi inchiodarono, freddi e irritati.
«Buon … giorno …» balbettai. Facendo un passo indietro.
«Ciao» rispose freddo, seccato. Aveva ricambiato il saluto solo per educazione, infatti nel suo tono di voce non c’era alcun calore.
Prese il libro che volevo io, e lo aprì con movimenti rigidi ma eleganti.
I suoi occhi scorrevano velocissimi tra le righe del manuale di storia, e la sua espressione rimaneva tanto impassibile da far paura. Sembrava un computer che scansionava dati. Però era un computer davvero affascinante.
I suoi lineamenti erano così nobili e maestosi … i suoi occhi dalla forma orientale erano davvero stupendi, perfetti.
Scossi la testa.
Quel libro serviva a me, e lui prepotentemente lo stava leggendo al posto mio.
Mi schiarii la voce, ma lui non diede importanza a me, continuò a ignorarmi.
«Scusami …» pigolai.
Niente.
«Lucius …» lo chiamai. Mi avvicinai e provai ad attirare la sua attenzione toccandogli una spalla.
Prima che potessi riuscirci, lui sospirò chiudendo gli occhi e si voltò nella mia direzione scansando la mia mano.
«Che cosa vuoi?» chiese brusco «Sei davvero fastidiosa ragazzina!».
Divenni paonazza: «Si da’ il caso che quel libro l’abbia visto per prima, e per giunta mi serve per un esame!» puntualizzai acida.
«Ma davvero? Mi dispiace, ma l’ho preso per primo, quindi sparisci» disse con noncuranza.
«Sognatelo! Te lo chiederò con gentilezza. Ti prego di darmelo!» sbottai.
Una strana luce passò attraverso i suoi occhi, scurendoli. Poi si piegò dalla sua altezza per avvicinarsi al mio orecchio.
Ero rimasta impietrita dalla sua vicinanza, e il suo odore mi aveva investita facendomi girare la testa. Acqua di colonia, un profumo forte e virile.
«Scordatelo» sussurrò sensuale e ammiccante.
Trasalii. Ero arrossita come mai prima, e ora che si allontanava e riuscivo a guardarlo, mi sentivo mancare il respiro.
Che razza di bastardo!
«No!» protestai dopo una manciata di secondi di respiro. Non dovevo dargliela vinta.
Lui chiuse il libro, sgranando gli occhi. Sembrava sorpreso.
«Di’ un po’, mi stai forse sfidando ragazzina?» era davvero minaccioso. Ripensando al giorno prima mi sentii davvero a disagio.
Avrebbe potuto picchiarmi, ma qualcosa nel suo viso, nei suoi occhi mi diceva che non l’avrebbe fatto.
Io dovevo prendere il massimo a quel test, e l’unico modo era avere quel libro.
«Sì. È da prepotenti comportarsi così. Sei stato sospeso, perciò sei esonerato dal test di domani. Io no. Devo studiare e guadagnarmi i voti, perché sono nuova, te l’ho detto ieri» la voce mi tremò quando ripensai a Lucius che dormiva nel bosco.
Era incredibile che avessi pensato fosse un angelo.
«Così io sarei un prepotente?!» chiese facendomi il verso. I suoi occhi divennero due fessure. Poi ridusse le labbra perfette in una linea dura.
«Esatto. A meno che tu … non mi dia il libro» continuai cauta.
«Bene. Mi comporterò da gentiluomo con te, ragazzina» rise beffardo «è tutto tuo» e così dicendo rimise il libro dov’era. Poi si allontanò, girando l’angolo.
“Ciao” pensai, sorpresa dalla sua reazione.
Il libro era davvero in alto e non ce l’avrei mai fatta a prenderlo.
Anche prima, allungarsi per tentare era stato vano.
Lucius ci era arrivato senza sforzo, ma io …
Mi guardai intorno, in cerca di una sedia.
Poi ne presi una da dietro l’angolo, scrutando tra gli scaffali per vedere dove fosse andato quel “gentiluomo”, che non si era degnato nemmeno di salutarmi.
Salii sulla sedia e presi il libro.
Poi mettendomelo al petto, mi preparai a saltare giù.
«Buh!» sentii da dietro, quasi all’altezza della spalla.
«Ah!». Strillai, perdendo l’equilibrio. Poi non so come, mi ritrovai tra le braccia di Yuki – sama. Credo che Mayu avrebbe ucciso per trovarsi al posto mio.
Lucius mi rimise giù, sogghignando divertito.
Essere avvolta dalle sue braccia era stato davvero strano. Una sensazione calda e rassicurante. Mi sentivo imbambolata.
«Gra … grazie» balbettai.
«Mi sei caduta addosso, dovresti scusarti prima!» disse a metà tra l’irritato e il divertito.
«Cosa? Non ti sarei caduta addosso se tu non mi avessi spaventata a morte!» sbottai.
«Quanto sono dispiaciuto! Ti domando scusa!» scherzò «Non credevo fossi così delicata!.
Mi arrabbiai davvero tanto «Sei un essere odioso!» dissi digrignando i denti.
«E tu sei davvero ridicola!» mi schernì.
«Come ti permetti? Io … me la pagherai!» sbottai ancora.
«Sono davvero curioso di sapere come» asserì lui, con voce affettata. Si passò una mano tra i capelli, e poi riaprì gli occhi con aria assonnata e annoiata.
Forse situazioni del genere gli erano capitate spesso.
Ragazze che le provavano tutte pur di piacergli.
Non era il mio caso.
«Ti batterò. Diventerò più brava di te!» lo sfidai.
Lui sembrò trasalire, ma si ricompose.
«Provaci. Se vincerai, pagherò pegno» disse, e mettendosi le mani nelle tasche, con aria disinvolta mi lasciò impalata lì, con gli occhi sbarrati per la sorpresa.
 
 
***************
 
 
Mi chiusi la porta alle spalle, escludendo il mondo fuori.
Il mio alloggio era ancora in disordine, con un mucchio di cose da sistemare, e le valige piene, aperte sul letto.
“Un’ora” mi dissi. Per riordinare tutto dovevo impiegare al massimo un ora.
Quando ebbi finito erano passati esattamente cinquantotto minuti.
Ero soddisfatta.
Poi cominciai a studiare, e leggendo senza mai staccare gli occhi dal foglio, mi concentrai al massimo per memorizzare tutto.
Passai la nottata a leggere, e quando ebbi finito l’intero libro, guardai l’orologio.
Imprecai. Erano già le sette del mattino.
Non mi sorpresi più di tanto.
Ogni volta che ci mettevo l’anima nello studio, sembrava che il mio corpo avesse solo bisogno di assimilare notizie ed informazioni.
Mi preparai lentamente, ripassando mentalmente le cose più importanti.
Poi uscii di corsa. Prima avrei riportato il libro in biblioteca.
 
Una volta fatto anche quello, mi diressi in classe.
«Buongiorno Ania!» mi salutò Mayu dal banco davanti. La classe era ariosa e spaziosa come nel depliant. «Sei pronta per la prima prova?» chiese cortese. Annuii.
Piano piano l’aula si riempì, ad eccezione del posto accanto al mio.
Gli studenti assonnati non badavano a me, e fui davvero grata di questo.
Poi entrò l’insegnate, la donna alta e bella, che aveva cercato di difendere Lucius Yuki Bell, il mio rivale, dalla sospensione del preside.
«Buongiorno ragazzi. Nelle mie due ore, questa mattina faremo un test di inizio, per valutare la vostra preparazione e vedere da dove dobbiamo cominciare quest’anno. Ma prima … vorrei presentarvi una nuova compagna che si è trasferita qui ieri, e che è stata premiata per il suo impegno con una borsa di studio. Anastasia Maria Luce Green. Prego» annunciò. Il suo sguardo era gentile, e mi invitava ad alzarmi e raggiungerla.
Imprecai in silenzio, mentre vedevo gli sguardi divertiti dei miei compagni.
Che nome vergognoso! Mi pentii internamente di aver giudicato strano quello di Lucius. Probabilmente il suo, sarebbe sembrato molto affascinante a dispetto del mio, che era totalmente incoerente.
«Salve a tutti. In realtà mi chiamano tutti Ania, quindi …» tentai di far capire a tutti quanto odiassi il mio nome, ma per mia sfortuna riuscii soltanto a far diventare l’atmosfera ancora più pesante.
«Ma che razza di nome è?» sentii sussurrare da destra.
«Ania … pensa di cavarsela con così poco?» sentii dietro.
«Piacere di conoscerti … Ana … ops, scusa, Ania!» scoppiò a ridere una bionda ossigenata, con lo sguardo di una che sente il mondo ai suoi piedi.
Annuii, stringendo le labbra.
«Ana! Ha ha ha … bella questa, Jane!» sghignazzò  un ragazzo dal viso famigliare. Probabilmente faceva parte della combriccola di bulli che il giorno prima era stata fatta fuori da Lucius.
Jane, questo nome non mi era nuovo.
La bionda super sexy che mi aveva presa di mira … alla cerimonia ce l’aveva con Lucius.
Abbassai lo sguardo.
«Ragazzi, comportatevi bene! Datele il benvenuto come si deve. Todd, Jennifer, smettetela» li richiamò la prof , riavviandosi i capelli castani e lunghi.
«Chiedo scusa» sbottò la bionda.
«Ma signora Walter, lei è la ragazza di Bell» quella voce mi impietrì sulla sedia.
Il ragazzo della cioccolata, il ragazzo grasso che aveva tentato di baciarmi nel parco, il giorno prima «e tutti noi saremo naturalmente gentili con lei» disse con voce affettata. Le sue intenzioni erano totalmente differenti.
«Nick … ora basta. Sarò costretta a sospendervi se continuate a disturbare».
I ragazzi zittirono, e la prof cominciò a distribuire il test.
Quando passò accanto al mio banco mi sussurrò: «Mi dispiace».
Io sorrisi, e poi mi concentrai sul test. Dovevo avere il massimo dei voti.



------------------------------------------------ angolo dell'autrice -------------------------------------------------------

questo è il secondo cap.
spero vi piaccia e vi raccomando fatemi sapere.
risponderò pubblicamente o privatamente a ognuno di voi.
baci ^^
  
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