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Autore: maxmin1997    09/02/2013    0 recensioni
Katherine, Stefan e Damon si trovano in un mondo completamente diverso da Mystic Falls, dove lei è un medico, e loro due fratelli con molti problemi.
Katherine è divisa tra il dolce e tenero amore per il fratello minore, e quello passionale e incondizionato per il maggiore.
Chi sceglierà?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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4.
“Kath! Katheriiiine! Lo so che ci sei! Rispondi al telefono!”
La voce di Camille la destò dal sonno. Erano passate circa 3 settimane dal suo primo giorno da specializzanda, e non c’era giorno in cui non avesse fatto tardi. Tutta colpa di Stefan ovviamente!
Ora che stavano insieme, facevano sempre tardi.
“Mmmh.. Kath.. Nooo, non ti alzare!” disse il ragazzo, accucciato nelle lenzuola, cercando di trattenerla.
“Devo andare Stef, o farò tardi, come tutti i giorni!” si alzò velocemente dal letto, infilandosi nella doccia.
Poi si vestì, come al solito, jeans, maglietta verde acido, e converse grigie.
Si truccò e, salutando Stefan con un bacio, uscì di corsa.
Era accaduto il giorno dopo il suo crollo emotivo.
Il ragazzo era venuto a casa sua portandole cioccolata e film d’azione. Si erano accoccolati sul divano. E, ovviamente, da cosa nasce cosa, ed erano finiti a letto, di nuovo.
Avevano cominciato a frequentarsi, e, da quanto aveva capito, ora lui viveva col fratello Damon, in una villa costosa.
Intanto Damon era sparito, Kath non lo aveva più visto, e ogni volta che ci pensava, la irritava da morire! Come si permetteva? Prima fa tutto il dolce e comprensivo, e poi si dilegua nel nulla?!
“Katherine.”
Parli del diavolo..
“Damon. Quanto tempo eh.”
“Scusami, ho avuto da fare.” Disse lui, cercando di non incrociare il suo sguardo.
Kath non rispose, era troppo concentrata ad osservarlo. Sembrava triste, molto triste.
“Stai bene, Damon?” chiese lei avvicinandosi.
“Sì, sì, sto benissimo, grazie. E tu? Come te la passi? Dopo quel giorno..” anche lui si avvicinò.
“Sì. Ora va meglio. Era solo lo shock del primo giorno..” disse lei, con un sorriso mesto.
Lui sorrise a sua volta.
“Damon, che piacevole sorpresa.” Stefan aveva ripreso quel tono duro e tagliente.
“Stefan.. Stavo andando via.” Disse lui, sorridendomi tristemente.
“Stefan! Non trattarlo così!” Kath aveva quasi urlato, ed entrambi i fratelli si sorpresero.
“Katherine. Non c’è bisogni di prendere le mie difese. Stefan ha ragione a volermi lontano da te, credimi.”
“E perché non lasciate decidere a me quello che è meglio?”
“Perché non puoi capire, Kath.”
“Non mi dire che non capisco, Stefan!” e così dicendo, se ne andò.
Perché litigavano sempre? E perché Damon non dovrebbe starle vicino?
La ragazza davvero non capiva, ma Stefan lo diceva come se lei fosse una demente.
E Damon? Le era sembrato una  vera anima in pena, e avrebbe voluto aiutarlo, dal momento che lui l’aveva aiutata in quel momento, le sembrava il minimo ricambiare il favore..
Arrivò in ospedale con circa mezzora di ritardo, guadagnandosi un’occhiata storta da parte del capo e di Camille.
Erano passate circa 5 ore, aveva appena assistito a un’operazione a cuore aperto. Aveva deciso di specializzarsi in cardiochirurgia, ne era sicura.
Stava percorrendo i corridoi, aveva in mano un mucchio di scartoffie, che non aveva per niente voglia di compilare, quando inaspettatamente qualcuno la prese per un braccio e la trascinò nel ripostiglio, facendole cadere tutti i documenti.
Non si rese conto di niente. Sentì solo delle labbra che toccarono le sue. Non era Stefan, e questo era sicuro. Subito si staccò dal pervertito sconosciuto, che non si trattava di altri che Damon.
“Damon! Cosa cazzo fai?!” non poteva urlare, ma era sicura che lui capisse il suo tono adirato.
Il ragazzo non la ascoltò neppure, la cinse di nuovo tra le sue braccia e la baciò di nuovo. Katherine dimenticò tutto quanto, e rispose al bacio.
Fu un bacio appassionato, senza precedenti, entrambi si stringevano come se non potessero vivere senza l’altro. Damon la alzò di qualche centimetro, e la ragazza cinse le sue gambe attorno ai fianchi di lui. La sospinse contro il muro, senza staccarsi un momento. Quando lo fecero, si guardarono negli occhi, ansimando entrambi.
Cosa stavano facendo? E perché Kath non si sentiva per nulla in colpa?
Non si erano mossi, semplicemente si guardavano. Ma questa volta fu la ragazza a prendere l’iniziativa, e ad accostare nuovamente le sue labbra a quelle del ragazzo, che rispose audacemente.
Katherine provava una felicità immensa, nemmeno quando faceva l’amore con Stefan si sentiva così. E poi là si parlava di sesso. Lei e Damon si stavano semplicemente baciando in un ripostiglio dell’ospedale, con lei non indossava costosa lingerie, ma solo dei jeans stropicciati, e una maglietta ormai bucherellata. Però si sentiva felice, euforica, e voleva che quel momento non finisse mai.
“C’è qualcuno? Ehilàà?” la voce di Camille fece riprendere il controllo a Damon, che si staccò fissandola. Come se non si potesse capacitare di quello che aveva appena fatto.
Kath, al contrario, non si era quasi accorta di chi bussava alla porta. Era ancora in braccio a Damon, lentamente scese e, senza guardarlo, uscì dal ripostiglio, sotto lo sguardo scandalizzato della sua amica.
Aveva appena baciato Damon. Aveva appena baciato Damon e le era piaciuto da morire.
Si girò un momento, ma il ragazzo dai capelli neri era sparito, ancora.
Le era però venuto in mente che, un giorno, preoccupata di non aver più sentito Damon, aveva preso il suo numero dal cellulare di Stefan.
Cercò nella rubrica. Eccolo.
Lo avrebbe chiamato più tardi.
Ora stava “lavorando”.
Alla fine della giornata era stanchissima, così disse a Stefan di rimanere a casa sua, e che voleva stare da sola. Lui fece molte domande, ma Kath era troppo stanca e lo salutò e basta.
Una volta a casa, dopo una doccia, si mise sul letto, accese il telefono, e rimase circa mezzora con il display fisso sul numero di Damon.
“BASTA. LO CHIAMO.” Premette il tasto verde e rimase in attesa.
“Pronto? Chi è?” evidentemente non aveva il suo numero.
“Damon. Sono Katherine.”
“Oh.”
“Oh? Dopo tutto quello che è successo, dici solo un fottuto oh?!” lei aveva le lacrime agli occhi.
“Scusami.” Suonarono il campanello.
“Aspetta un momento, è suonato il campanello.”
Scese le scale, e si diresse verso la porta, quando la aprì si trovò di fronte Damon.
“Cosa.. Cosa ci fai qui?” chiese lei, appoggiando l’ormai inutile cellulare su un mobile in legno.
“Non.. Non lo so. Sapevo di doverti vedere, e così, eccomi.” Disse lui sorridendo in quel modo irresistibile.
“Entra.”
“Grazie. Bel pigiamino!”
Katherine gli tirò la prima cosa che trovò a portata di mano, un cuscino.
Aveva degli shorts blu e una canottiera grigia, non proprio un abbigliamento seducente, ma poteva anche non farglielo notare!
“Ah! Vuoi la lotta eh?!” Damon la colse impreparata e gli tirò lo stesso cuscino, allora lei corse al piano di sopra, e, entrando in camera da letto, prese tutti i cuscini che riusciva a tendere e glieli tirò. Allora lui la prese in braccio e la buttò sul letto cominciando a farle il solletico.
“No! No! Ti prego il solletico no!” ridevano, ridevano come non avevano mai fatto, fino a trovarsi a un centimetro l’uno dall’altra. Smisero di ridere. E si guardarono.
Lui si avvicinò dolcemente e, come fosse una carezza, la baciò. E per la seconda volta nella giornata, si sentirono colmare entrambi da un’enorme felicità.
Il bacio si faceva sempre più appassionato. Lei cominciò a sbottonare la sua camicia e, una volta tolta, la gettò via. Continuarono così. A spogliarsi, fino a rimanere completamente nudi.
“Katherine..”
“Sì?” rispose lei in un sussurro.
“Tu.. Tu stai con Stefan. Non posso fare questo a mio fratello, lo capisci, vero?” disse lui staccandosi di poco.
Lei comprese, e cominciarono a venirle i sensi di colpa. Si alzò e si rimise il pigiama. Damon si rivestì e si diresse verso la porta.
“Quindi te ne vai, così?” chiese Kath, ansimando. Non sapeva se ridere o piangere.
“Sì, Katherine. Ciao.” E, senza guardarla negli occhi, uscì. Quando sentì chiudersi anche il portone di casa finalmente scoppiò. Si mise a piangere accasciandosi ai piedi del letto.
Fino a quella mattina era sicura di essere innamorata di Stefan. Ma ora come ora, niente aveva senso per lei, tranne il fatto che probabilmente non avrebbe rivisto più Damon.
Il bacio nel ripostiglio dell’ospedale l’aveva fatta sentire viva, viva come non si sentiva da tanto, troppo tempo. Dalla morte di Jack. Il solo pensare a lui accresceva le sue lacrime, quasi non riusciva a respirare per quanto le faceva male il cuore.
Si mise a passeggiare per la casa, pensando che era troppo grande per lei.
Osservò la sua stanza, accogliente. Aveva le pareti ricoperte da una vernice color crema, il letto a due piazza, a baldacchino, un grande specchio, e una finestra enorme, la mattina c’era tantissima luce, e le piaceva.
La cucina era molto stile inglese, con i banconi e il frigorifero bianchi, mentre il salotto era davvero magnifico. I pavimenti di parquet e le pareti di legno scuro, le davano un senso di sicurezza, il grande camino che accendeva ogni inverno, e il comodo divano color prugna scuro.
Passò davanti a uno dei tanti specchi, e quel che vede la fece quasi spaventare. Sembrava uno zombie! I capelli stropicciati e appiccicati alla faccia, il trucco colato e il naso rosso, le labbra gonfie e gli occhi vacui.
Prese il telefono e chiamò la persona di cui aveva bisogno.
“Ehi, Kath!”
“Camille..”
“Tesoro, che succede, stai piangengo?!”
“Potresti venire da me, stasera?”
“Cinque minuti e sono lì!”
“Gra..” ma lei aveva già attaccato. Tipico di Cam, quando aveva bisogno di lei, eccola che accorreva come una pazza!
Sorrise a quel pensiero.
Dopo circa 5 minuti, suonarono al campanello.
“Sono io!”
Katherine andò ad aprire a Camille, e, non appena lo fece, si ritrovò davanti una sottospecie di venditrice ambulante di dolci, e schifezze varie!
“Cam! Hai svaligiato un supermercato?!” chiese allarmata la ragazza, mentre aiutava l’amica a trasportare la refurtiva in cucina.
“Lo stretto indispensabile.” Le rispose facendole l’occhiolino.
Kath non poté fare a meno di scoppiare a ridere!
“Su, vediamo che hai preso.”
C’era così tanta roba! Allora. Preparati per frittelle, perfette! Poi M&M’s che adorava, tre confezioni di alette di pollo fritte, marshmellows, chupa-chups, caramelle gommose, biscotti al cioccolato, Nutella, due bottiglie di vodka, una di rum, e una di whiskey!
“Cami, ti ho già detto quanto io ti ami?!”
Per tutta risposta lei le lanciò un bacio, insieme a un marshmellows!
Cominciarono a mangiare e a ubriacarsi, Kath non capiva più niente, e le stava bene così!
“Allooooooora, ora mi diiici che è succcccesso?” biascicò la sua migliore amica.
“I-io sto con Ssstefan, ma ho appena baaaciato Ddamon, e circa un’ora faaa stavamo per fare seesssso.” Concluse la ragazza ormai ubriaca persa.
“Coooosa?! E perché non è successso?”
“Perché stooo con Steeeefan imbecilllle!” e le lanciò una manciata di caramelle.
“Eeee..?” sbuffò Camille tirandogliele a sua volta.
“Non sssembrava giuusto.”
“Chiamaloo!”
“Chi?!”
“Daaaamon nooo?”
“Ma sei completamente rincoglioniiita?”
“Allora Steeeeefan!”
“Va beneee..” così dicendo, barcollò per prendere il telefono e chiamò Stefan, o così pensava.
“Pronto?”
“Stefaaaaaaaaaaaaaaan! Io ti amoooooooo. Scusa se ho baciato Damon! Non provo niente per luuui, davverrrro!”
“Katherine, sei ubriaca?” ma la voce non era quella del suo ragazzo, ma del fratello.
“Cazzzzo!”
“Che è succeeesso?” urlò Cam dall’altra stanza.
Kath rispose di aver chiamato Damon e l’amica imprecò.
Poi riprese il telefono.
“Damoon? Sei ancora lììì?”
“Sì.”
“Allora devi sapereee che sei un grande bastardoo! Stavamo per fare sesso e te ne sei andato!”
“Katherine, vai a dormire.” Disse con voce seria.
“Ora ti incazzi? Dovrei essere io incazzata!” la sua voce non biascicava più almeno.
“Sei venuto da me, mi hai baciata in un fottuto ripostiglio, poi sei tornato a casa mia, ci siamo spogliati, e non hai nemmeno voluto fare sesso con me?! Che c’è? Non sono abbastanza attraente?!”
“Brava soreeellaaaaa!”
“No, Katherine. Non è questo il punto. Ora vai a dormire, eh?” e così attaccò.
La ragazza lanciò il telefono a terra, e ricominciò a sbronzarsi fino a perdere i sensi, con la sua migliore amica.
 
 
 
Le parole di Kath gli rimbombavano nella testa. Stefan. Io. Ti. Amo.
Damon si preparò un bicchiere di bourbon. Come aveva sperato che Kath provasse qualcosa per lui? Sarebbe stato sempre Stefan il fratello preferito, ovviamente.
Scolò il bicchiere tutto d’un sorso.
“Che succede, fratello?” la voce proveniva da dietro, il ragazzo non si scomodò a rispondere.
“Va bene, ti lascio al tuo fedele compagno, l’acol.”
Damon ringraziò il cielo.
Bevve un altro bicchiere, e uscì.

  
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