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Autore: nuccetta    09/02/2013    8 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa mattina mi sono svegliata decisamente bene, cosa che non succedeva da tempo. Finalmente sono orgogliosa di me stessa, finalmente sono riuscita a mantenere una posizione per un po' più di poche ore e questo mi rende incredibilmente felice.

Già, è passata una settimana dall'ultima volta che ho visto Stefan, dal giorno in cui ho scoperto il suo inganno e questa volta non ho tentennato.

Lui non mi ha ancora rintracciato, questo perchè da giorni accendo il telefono solo per chiamare a casa, giusto per non far preoccupare troppo i miei genitori.

Qualche volta, durante la settimana, ha cercato di parlare con Damon, ma non lo ha trovato per niente incline al dialogo, ma nulla di diverso dal solito, insomma. Per Caroline, invece, è più difficile. A quanto pare ha sempre avuto un ottimo rapporto con Stefan e mentirgli così spudoratamente la fa stare molto male. Ed io sto male per lei, lo giuro, ma è l'unico sforzo che le chiedo di fare. Presto, appena sarò appena più sicura di ciò che voglio fare della mia vita, di ciò che vorrò fare di lui nella mia vita, gli parlerò, liberando lei e Damon dal peso di questo fardello.

Do un'occhiata nell'armadio, giusto per rendermi conto che non ho nulla da mettere, la maggior parte dei miei vestiti è ancora da Stefan e non ho nessuna intenzione di recuperarli.

Oggi è la vigilia di Capodanno, già, il mio primo Capodanno a New York. Ero convinta di trascorrerlo in maniera totalmente diversa, ma devo ammettere che la presenza di Damon e Caroline me lo fanno apprezzare particolarmente e poi, caspita, è pur sempre un Capodanno a New York!

La mia amica ha deciso di trascinarci ad una festa e, nonostante le continue lamentele, è riuscita a convincere anche il nostro irremovibile capo, io invece non vedo l'ora.

“Elena, muoviti, per favore. Dovrei andare in bagno. So che è difficile da credere, ma sono umano anche io”.

Sbuffo, è solo un modo per infastidirmi, apro la porta del bagno che comunica con la sua camera e torno nuovamente nella mia.

La porta si spalanca e appare lui, bello come un raggio di sole.

“Sei incorreggibile. Una persona ti ospita a casa sua e tu che fai? Ti appropri delle sue cose”.

“Non dovevi andare in bagno?”.

“Non fare la furba con me, Gilbert”.

Sorrido sotto i baffi, adoro il nostro modo di scherzare, mi fa sentire libera e spensierata, come se il peso dell'ultima settimana non avesse influenze su di me.

“Scusa se non riesco a spiegarmi la presenza di due bagni, se tanto se ne utilizza sempre e solo uno”.

“Ok, lo ammetto, volevo solo darti fastidio”. Entra in camera mia e si sdraia con estrema disinvoltura sul letto, senza badare, ovviamente, alle cose che ci ho appena appoggiato sopra.

“Damon, sta attento, mi stai stropicciando tutti i vestiti”.

Alza gli occhi al cielo e passa una mano dietro la schiena per tirarli fuori.

“Ti ho mai detto che odio le feste, soprattutto quelle organizzate per far divertire la gente a forza?”.

“Sì, me lo hai detto dieci volte da stamattina, ma non mi interessa. E comunque tutte le feste sono fatte per divertirsi”.

“Ma quelle così ancora di più. Tutti vanno ad una festa il giorno di capodanno, perchè sanno che sarebbe squallido restarsene a casa, ma in realtà il divertimento è solo ciò che precede la festa, arrivati lì non vedono l'ora che finisca tutto”.

Scuoto la testa. “Sembra di parlare con mio nonno”.

“Sono solo obiettivo. Non capisco perchè sia così importante divertirci proprio stasera. Possiamo farlo benissimo domani, o magari divertici ma standocene tranquilli in casa con una bella bottiglia di vodka invecchiata”.

“Ok, semplice, non venire”.

Mi guarda storcendo gli occhi. “Come?”

“Se non hai voglia non venire. A Caroline verrà un infarto ma poi le passerà. E magari potrei chiamare un altro accompagnatore. Kol non sembrerebbe così dispiaciuto”.

Fingo indifferenza mentre sistemo alcune magliette che ho appena stirato. Seriamente sto giocando sul fattore gelosia? Oddio, Elena, ricordati con chi hai a che fare e quali potrebbero essere le conseguenze.

“Non fa ridere. Per niente”.

“Sarebbe una soluzione perfetta. Io posso andare alla festa con Caroline e tu puoi non festeggiare insieme a Rebeckah. Che scusa le hai inventato per questa sera?”.

Damon si alza in piedi, si avvicina a me, troppo vicino a me. Mi stringe i polsi con una mano ed i suoi occhi sono così ricchi di intensità da darmi quasi alla testa.

“Non giocare con il fuoco, piccola Gilbert, oppure te ne farò pentire”.

“Ok, scusa nonnino, non volevo”. Cerco di smorzare quell'attimo di incredibile intensità.

“Mi hai chiamato nonnino, per caso? Ora te lo do io il nonnino”.

Mi trascina sul letto ed inizia a farmi il solletico.

“Damon, no. Per favore smettila”.

Le sue mani continuano imperterrite la divertente tortura e a nulla serve divincolarsi, dal momento che le sue gambe bloccano totalmente ogni tentativo di fuga sul mio bacino. Oddio, solo ora realizzo la posizione in cui siamo e sarebbe una situazione normalissima tra due amici intimi, una situazione non troppo imbarazzante, ma qualcosa nella mia testa mi dice che la nostra amicizia non è esattamente come tutte le altre.

Anche lui sembra accorgersene, ma è come se non volesse, o meglio potesse, allontanarsi da me.

I nostri sguardi sono incatenati l'uno all'altro, il suo respiro è così vicino al mio viso da farmi male. Non riesco a muovermi, è come se dentro di me il sangue avesse smesso di scorrere e mi ritrovo a desiderare un suo bacio più di qualsiasi altra cosa al mondo.

E' diverso dall'ultima volta, oggi so davvero cosa voglio, oggi so che è tutto reale e potrò anche odiarmi per ciò che sono, per ciò che sto facendo, ma ora voglio che sia mio, ora io sono sua.

Il mio respiro aumenta senza che io riesca a fare niente per controllarlo, le mie mani intrecciano con dolcezza i suoi capelli neri, quasi a rassicurarlo. Siamo quasi arrivati, ancora pochi millimetri e avrò ciò che sto cercando, ancora un passo inesistente e sentirò le sue labbra che oramai sono poco più che un ricordo.

Ma il destino non dà mai la mano ad una come me, ad una che non sa mai come agire, che segue l'indecisione come modello di vita. E così, come nei più bei film d'amore, il telefono di Damon inizia a suonare.

Solo in questo momento, solo mentre questa tensione sembra svanire, ci rendiamo conto di ciò che stava per succedere e mentre si allontana da me per rispondere, un muro di imbarazzo ci separa, predicendo l'impossibilità dei nostri desideri.

 

 

 

“Damon, sei pronto? Sei più lungo delle donne”.

Continuo a bussare alla porta del bagno. Sono pronta da quasi un quarto d'ora, ma lui non vuole accennare ad uscire.

“Un secondo, ho finito”.

La porta si spalanca con una tale forza da farmi sussultare. Damon esce con il suo solito sorrisetto sarcastico dipinto sul viso. E' bello da impazzire. La camicia bianca che esce dal vestito dona ai suoi occhi una luce diversa. Mi sento arrossire, il ricordo di quattro ore fa, anzi il desiderio di quattro ore fa, è ancora vivo in me.

Lui fa finta che niente sia successo, come se nulla lo avesse toccato.

Entro in bagno solo per mettere un po' di profumo. Le guance sono un po' più rosse del solito e gli occhi un po' più lucidi. I resti di questo pomeriggio sono ancora riscontrabili sul mio viso. Subito dopo il nostro “momento”, Damon è uscito di casa. Solo dopo, quando, vergognandomi di me stessa, sono andata a sbirciare il suo telefono, ho capito il motivo di tutta quella fretta. Rebeckah. Non so spiegarmi neanche io il motivo, ma quella verità sbattutami così in faccia, mi ha fatto male e per questo mi sono sciolta in un pianto liberatorio. Un pianto fatto di rabbia, di paura, disperazione, frustrazione, irritazione, un pianto sconsolato di chi cerca qualcosa senza mai trovarla. Solo quando ho sentito la porta d'entrata riaprirsi ho ripreso in mano la situazione, risistemandomi il trucco e mostrandomi a Damon per quello che sono: una donna. E come tale ho un orgoglio che neanche lui potrà scalfire.

“Allora, sei pronta?”.

Il suo tono infastidito, riesce ad infastidire più me.

“Ora sei tu che ti lamenti, scusa?”.

“Forza, Elena, rischiamo di far venire una crisi depressiva a Caroline se andiamo avanti così”.

La festa è bellissima e ben organizzata. Obiettivamente con quello che sarà costato metterla su, chiunque sarebbe riuscito ad essere all'altezza. Caroline è davvero entusiasta, è il tipo di cose che piacciono a lei. Gente ricca, di buona famiglia, ottimo cibo e alcol prelibato. Da quando siamo arrivati, avrà ringraziato Tyler per aver convinto suo padre ad averci inserito sulla lista almeno cento volte . D'altronde non sarà stato così difficile, un posto per Tyler Lockwood e Damon Kallaghan si trova sempre, portano notizia a quanto pare.

“Oddio mio, non posso credere di essere qui”.

“Sì, tesoro, però adesso calmati”.

Caroline, però, non bada agli sguardi intimidatori del suo ragazzo e continua a guardarsi intorno come una bambina in un negozio di bambole.

“Dai, Elena, andiamo ad ubriacarci”. Mi trascina per la mano, beccandosi un'occhiataccia di Damon a riguardo.

“Care, sono appena le nove, se iniziate a bere adesso, per la mezzanotte sarete già nel mondo dei mini pony”.

Rido spensierata al suo commento sarcastico e ancor di più di fronte all'indignazione di Caroline. Questo uragano biondo, però, non vuol sentir parola.

Ci inoltriamo nella pista e, come preannunciato da Damon, perdiamo la concezione del tempo qualche minuto dopo.

Sento l'alcol scorrermi nelle vene e questo forse non è un buon segno, o forse sì.

Non saprei decidere, ma di sicuro tutto questo mi piace.

Tyler è in procinto di aprire la quarta, no forse la quinta, bottiglia di Franciacorta. Anche lui è ormai entrato nel nostro mondo e non si preoccupa più di chi potrebbe vederlo o meno, la parola d'ordine è: divertimento.

Cerco Damon con lo sguardo. Possibile che riesca sempre a sfuggirmi? Dopo avermi concesso qualche misero, folle ballo, in cui mi destreggiavo sensualmente tra lui e Caroline, è nuovamente sparito lasciandomi con l'amaro in bocca.

So che non si dovrebbe dire, perchè sono una signora o tutto il resto, ma l'alcol mi dà alla testa concedendomi di dire anche questo, e poco fa, nel pieno di una folle feste di figli di papà, avrei davvero commesso il grave errore di farmi possedere da Damon Kallaghan in mezzo ad una pista da ballo affollata di gente.

Le sue mani sulle spalle mi fanno tornare sui miei passi e anche in me stessa, più o meno.

“Dov'eri finito?”.

“Come?”.

E' così vicino da stordirmi con il suo profumo secco.

“Dov'eri finito?”. Strillo proprio mentre la musica si interrompe.

Damon scoppia a ridere ed io, in preda ai fumi dell'alcol, lo seguo senza realmente conoscerne il motivo.

Inizia un'altra canzone, questa volta un po' più lenta. Mi prende per un braccio e mi fa fare un mezzo giro verso di lui. La mia schiena batte dolcemente sul suo petto duro ed improvvisi brividi di elettricità mi attraversano come fossi una presa elettrica.

Lentamente e, soprattutto, cercando di essere il più sensuale possibile, gli ballo vicino lasciando sfiorare talvolta il mio bacino alle sue cosce. So che questa non sono io, ma dopo tutto quello che è successo oggi, se si deve morire preferisco farlo in grande stile.

Balliamo per quella che sembra essere un'eternità, sorridendoci a malapena sotto le luci soffuse delle lampade, sfiorandoci delicatamente senza mai toccarci sul serio e godendoci un altro attimo così interamente nostro.

La musica cambia nuovamente e Caroline viene a riscuotere un ballo con Damon. Storcendo un po' il naso glielo concedo e raggiungo Tyler, che ha iniziato a ballare da solo suscitando ilarità in chiunque lo osservi.

Quando la musica si interrompe, Caroline ci raggiunge con la macchina fotografica, ma di Damon neanche l'ombra.

 

 

 

Esco a fumare una sigaretta, tutto questa tensione erotica mi rende nervoso. Spero per lei che domani si sia dimenticata di tutto, altrimenti non potrebbe reggere anche questa situazione.

Sorridendo, la osservo giocare con Caroline dalla vetrata. Si rubano la bottiglia dalla mani, regalando a Tyler smorfie buffe da immortalare.

Ok, ho capito che al ritorno dovremo portarcele in spalle!

Sta succedendo tutto troppo in fretta e stanno succedendo cose che mai avrebbero dovuto accadere. Oggi è stato un errore, il mio rapporto con Elena è un errore, tutto ciò che stiamo combinando è un errore.

Aspiro un'altra boccata di fumo e butto la testa all'indietro. Odio questa sensazione di impotenza, non fa parte di me.

“Guarda, guarda chi si rivede. Nervosetto Kallaghan?”.

La voce di Kol Mikaelson mi rovina anche questo unico attimo di pace. Avrei dovuto aspettarmi di trovarmelo in una delle feste per gente che conta, è quello di cui si è illuso di essere per una vita intera.

“Kol, che dispiacere vederti”.

“Potrei dire lo stesso di te. Damon Kallaghan non frequenta feste del genere, che io sappia”.

“Normalmente non frequento feste del genere, perchè ciò che non sopporto è trovarci la gente come te”.

Butto la sigaretta e mi volto verso di lui. Ha ancora quel sorriso da ebete stampato in faccia, lo stesso sorriso che mi mette da sempre una gran voglia di prenderlo a schiaffi. Sta guardando qualcosa al di là del vetro e, se lo conosco abbastanza bene, so che i suoi occhi sono puntati su Elena, ha sempre saputo come farmi incazzare.

“Cosa cerchi Kol?”.

“No, Damon. La domanda giusta non è cosa cerco, ma chi cerco. E comunque ho già trovato ciò che mi interessa, è proprio lì vicino alla tua amichetta bionda e a quello sfigato di Lockwood”.

“Lascia stare Elena, se non vuoi vedertela con me”.

Spalanca gli occhi in un espressione davvero poco intelligente e finge una reazione di paura eccessiva.

“O mio Dio, sto quasi tremando. Non capisco perchè ti agiti tanto per proteggerla, sai già come andrà a finire”.

“No, Kol, non so proprio come andrà finire, illuminami”.

“Finirò per far di lei tutto ciò che voglio e lo sai”.

“Prima dovrai passare sul mio cadavere”.

“Già, come l'ultima volta, vero? Sei sempre il solito guasta feste, forse per questo le donne preferiscono tuo fratello”.

Cerco di respirare più a fondo, non so cosa mi trattenga dal tirargli un pugno in faccia.

“Lasciami stare. Non ti lascerò avvicinare a lei”.

“Attento, Damon, la tua umanità si nota”.

“Lascia perdere Elena”.

“Sai cosa c'è, c'è che questa volta temo che il tuo cuore stia complicando di più le cose e questo non mi piace. Dunque, credo proprio che me ne starò buono buono in un angolo, sarà lei a venire a cercare me. E' già successo una volta”.

“Lo credi seriamente?”.

“Potrei sempre fare di testa mia e raccontarle un paio di cose sul tuo conto. Credo che non le piacerebbe sentire certi discorsi che tu fai con mia sorella su di lei. Dovresti stare più attento”.

“Cosa ne sai tu dei discorsi che faccio con Rebeckah? Lei non ti direbbe mai niente”.

“No, è vero. Ma io ho orecchie ovunque. Comunque non preoccuparti per Elena,dopo che l'avrai fatta soffrire a sufficienza con la tua incredibile vita noiosa, sarò ben felice di farmi trovare. Penso che la ragazza abbia delle ottime qualità, potrei fare di lei un'ottima compagna”.

Ok, ora non resisto, non dopo che i suoi squallidi occhi hanno nuovamente attraversato il corpo poco coperto di Elena.

Mi avvio verso l'entrata e apro la porta, non prima, però, di avergli tirato un pugno in pieno naso. Kol si tiene il naso sanguinante, ma il suo volto è ancora contratto nella solita smorfia. Non permetterò che faccia ad Elena, ciò che ha fatto a lei.

Sto per richiudermi la porta alle spalle, quando la sua voce, un po' nasale, pronuncia le ultime parole.

“Credo che a Stefan non farà piacere sapere che la sua ragazza si diverte con te. A quanto ne so sta girando in lungo e largo per cercarla e chiarirsi. Potremo prenderci una birra una di queste sere. Io e lui come i vecchi tempi”.

 

 

 

 

“Un ultimo sforzo, Elena”.

La sto trascinando da quando siamo entrati nel palazzo. L'alcol le ha ormai dato alla testa.

“Mi gira tutto, Damon”.

“Siamo quasi arrivati, ancora qualche passo e siamo a casa”.

La sistemo sul suo letto, togliendole solo le scarpe. So già che mi aspetterà una nottata nel bagno. Inconsapevolmente mi ritrovo a sorride, io, Damon Kallaghan, costretto a fare da crocerossina ad una ragazza qualunque.

Tolgo i capelli che le sono rimasti appiccicati sul volto a causa del sudore post sbornia. E' bellissima e di questo ne sono pienamente consapevole.

Peccato che non riesca a vedere i suoi occhi. Al momento sono chiusi, esattamente come le sue labbra, così imbronciate da provocarmi quasi tenerezza. Mio fratello in fatto di donne ha buon gusto, su questo nulla da ridire.

Le accarezzo un'ultima volta la guancia per poi alzarmi dal letto per raggiungere la mia camera.

Mi sento tirare per la manica. Sorrido, non pensavo avesse ancora le forze per fare qualsiasi tipo di movimento.

“Ehi, non dormi?”.

Scuote faticosamente la testa. E' stanca, questo non può negarlo.

“Dai, riposati, domani abbiamo il pranzo a casa di Caroline”.

Non riesce a tenere gli occhi aperti, ma combatte duramente con le sue palpebre pesanti.

“Dormi con me stanotte?”.

E' una domanda quasi sussurrata, ma è comunque potente e decisa.

E' una cosa intima, forse anche sbagliata, ma è giusto per questa notte, per ciò che è stata questa giornata.

La invito a spostarsi per potermi sistemare meglio vicino a lei. Mi viene da ridere, io che divido il letto con una donna senza però chiederle nulla in cambio. No, questo non sono per nulla io.

“Pensavo mi dicessi di no”.

“Te l'ho già detto che tu pensi troppo?”.

“O forse troppo poco...”. Ride mentre appoggia la testa sul mio petto. Inspiro il profumo dei suoi capelli, è fresco e al tempo stesso dolcissimo.

“L'alcol non cancella la memoria, devo tenerne conto per quando vorrò abusare di te”.

“Mi vuoi ancora bene? Oggi sei stato così distante...”.

Mi fa tenerezza, sembra di avere a che fare con una bambina.

“Certo che ti voglio bene”. Le accarezzo una guancia. “Ti ho già detto che stasera sei bellissima?”.

Scuote decisa la testa. “No. Pensavo non te ne fossi accorto o che non lo pensassi”.

Sorrido. “Oh, ma è impossibile non accorgersene e soprattutto non pensarlo”.

Solleva il volto per guardarmi ed io mi perdo in quel cioccolato. Le sue labbra si avvicinano alle mie ed io inizio a non controllare il mio respiro, cose alquanto atipica per ciò che mi riguarda.

Non faccio neanche in tempo ad accorgermene che le nostre lingue sono intrecciate e si muovono seguendo un ritmo decisamente armonioso, un ritmo fatto di sospiri, di versi sconnessi, di parole mugugnate pelle contro pelle. Mi godo le sue labbra morbide, il suo respiro caldo e penso a quanto mi sia mancato, a quanto a lungo lo abbia cercato.

In men che non si dica è sopra di me, sento la mia erezione scontrarsi con il tessuto morbido del suo vestito. Non pensavo avesse le forze per tutto questo, ma evidentemente la piccola Gilbert è sempre in grado di smentirmi. Si muove con una tale grazie e potente, che quasi mi fa dimenticare la tenerezza di poco fa. Elena riesce ad essere questo e molto di più. Elena, così dolce e spensierata, Elena così triste e onesta, l'Elena arrabbiata, quella divertente, quella buffa e sbadata, l'Elena che non accetta le bugie, l'Elena che sa sempre come farti tornare il sorriso. L'Elena che sa divorarmi come prima non era successo.

Inizio a sfiorare il suo seno con le dita, è tondo e sodo come l'ho sempre immaginato. Mi ritrovo a baciarle il collo, a leccarle i centimetri di pelle non coperti dal vestito e lei mi lascia fare, mi lascia esplorare il suo corpo ancora troppo sconosciuto. Il suo collo è amaro a causa del profumo ancora presente sulla sua pelle e a me sembra di averla ancora più dentro.

Le sue mani iniziano a trafficare impacciate con il bottone del mio pantalone ed io, controvoglia ritorno alla realtà. Apro gli occhi, scontrando il mio sguardo con il suo e allora realizzo. E' la mia Elena, la mia migliore amica. La terribile verità mi sovrasta. Non posso giocare con lei, non posso approfittare di questo attimo che mi sta regalando, non posso distruggere tutto per una notte, una fottutissima notte che, però forse, varrebbe le pene dell'inferno.

Mi blocco e lei non sembra apprezzare, poi la aiuto a rimettersi sdraiata e fa anche parecchia resistenza.

“Che stai facendo?”. E' spazientita e anche un po' irritata.

“La cosa giusta”. Mi sdraio al suo fianco e le stringo la mano.

“Mi stai rifiutando?”. La sua voce è così acuta da farmi quasi sorridere.

“Dormi mia piccola Gilbert. Non è ancora tempo per noi”.

Non risponde, non mi guarda, si avvicina solo di più al mio corpo lasciandosi stringere senza aggiungere altro, questo è il nostro momento e niente, nemmeno la sua indignazione, potrebbe rovinarlo.

E fu così che Damon Kallaghan si ritrovò a condividere il letto con una donna, senza però trarne beneficio. O forse no, forse solo adesso ha tra le mani una delle cose migliori che gli sia capitata.

 

 

 

 

 

 

 

Ok, ora potete uccidermi. So che non è stata una grande cosa concludere tutto sul più bello, ma mi sembrava davvero troppo affrettato, non tanto da parte di Elena, quanto da quella di Damon. Inoltre l'ubriacatura di Elena non migliora certamente le cose...

però siamo ad un buon punto avanti, ma ricordatevi che dietro all'angolo c'è sempre Stefan...

m scuso se la parte in cui Elena è ubriaca è un po' confusionaria e anche infantile, ma dal momento che il racconto era dal suo punto di vista, mi sembrava necessario farle esprimere pensieri senza troppo senso.

Cosa ne pensate di Kol? Raccontatemi cosa pensate a riguardo, perchè immagino di non essere stata molto chiara, ma non voglio svelare troppo cose e subito.

p.s : ma qualche Stelena esce fuori? Arriverà anche il loro momento... forse....

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicità (ultime cinque storie aggiornate tra le mie preferite):

 

Un eternità d'amore di thevampirediaries_: è ancora solo all'inizio. Katherine fa una curiosa richiesta ad un Damon un po' diverso dal solito, un Damon non innamorato di Elena. Sono curiosa di conoscere il seguito

 

 

Heartbeat di Chocolate: è una storia molto avvincente in cui ritroviamo un nuovo personaggio, Phoebe, sorella di Elena e Jeremy. Ha avuto inizio da poco tempo, mami sembra piuttosto intigrante, sono curiosa di sapere cosa questa ragazza porterà nelle vite dei nostri personaggi.

 

 

Quando nasce un amore di Simply96: è una storia che trovate nel Cast di Tvd con protagonisti Damon ed Elena. Segue con molta attenzione gli eventi che hanno coinvolto i due attori ed è ricca di passione, tensione e intigro. E' una storia scritta molto bene che incolla il lettore allo schermo.

 

 

There is a possibility di HollyMaster: fantastica storia davvero molto originale. Elena è una vampira e ha scelto di stare con Damon, pur non sapendo se sia a causa dell'asservimento o meno. I due riceveranno un regalo molto speciale, ma dovranno fare di tutto per preservarlo.

 

 

Would you fight for me di deea dee: Elena sa di essere asservita a Damon e questo non le va proprio giù. La sua sarà una lotta contro l'asservimento e tutto assume una sfumatura passionale. leggetela

 

 

 

  
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