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Autore: Aanya    09/02/2013    3 recensioni
Per tutti quelli che adorano il film d'animazione "Anastasia"...per chi non ha potuto non indagare sulla vera storia della principessa russa e sulla sua leggenda..per chi ha cantato almeno una volta le canzoni del cartone..per chi si è intrippata con lo studio del russo per "colpa"sua..per chi ha portato la storia della famiglia Romanov agli esami:)...Insomma...magari dateci una semplice occhiata.Racconto la sua storia basandomi sul film e su alcuni reali eventi storici analizzandone ulteriormente l'aspetto introspettivo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il treno stava sbuffando. Tutt’intorno la neve attenuava ogni altro rumore.  Anya guardava fuori dal finestrino della cabina passeggeri. Ammirava il paesaggio imbiancato, immersa nei suoi pensieri. Per la prima volta stava lasciando la città dov’era sempre vissuta e, sebbene avesse passato maggior parte della sua adolescenza rinchiusa in quell’orfanatrofio, Anya lì si sentiva protetta. Ora stava per avventurarsi in qualcosa che le era nuovo. I due tipi con i quali stava viaggiando non la convincevano molto, ma se quella era l’unica opportunità per ritrovare parte di sé, delle sue origini, allora avrebbe rischiato.
Pooka fissava la padroncina, sdraiato sul sedile davanti a lei. Il tenero musetto seminascosto tra le zampe. Anya si era voltata un attimo e quando incrociò i suoi teneri occhioni puntati su di lei non poté trattenere un sorriso. Alla fine doveva ammettere che era anche grazie a quel cane che ora si trovava in viaggio per Parigi. Non sarebbe stato poi così male. Dimitri era appena entrato nella cabina, valigia alla mano. Dopo averla riposta nel ripiano sopra le loro teste, si stava per sedere affianco al finestrino, davanti alla ragazza. Un ringhio lo fece sobbalzare.
-Mmh..vuole stare anche davanti al finestrino?!- si era pentito di aver ceduto così presto alle richieste della ragazza di portarlo con sé.
Pooka, come se avesse inteso il tono sarcastico del giovane, abbaiò fiero. Dimitri si sedette rassegnato accanto alla ragazza. Anya si stava rigirando il ciondolo tra le mani.
-Smetti di giocare con quel ciondolo..e stai dritta, ricordati..sei una granduchessa- fece alzando le mani in segno di disapprovazione, come se fosse una cosa ovvia. Anya lo guardò storto
-Come fai a sapere quello che fanno o non fanno le granduchesse?- disse incrociando le braccia.
-Saperlo è il mio lavoro- gli rispose con fare vanitoso.
-Ahh..- Anya sospirò. L’espressione piena di sarcasmo. Si comportava come un bambino che voleva stare al centro dell’attenzione. Ritornò a giocherellare con la catenina, fingendo di ignorarlo.
-Senti Anya..- riprese allora il ragazzo gesticolando -..sto solo cercando di aiutarti. Capito?-
Vlad, che era intento a scrivere sul suo quadernetto degli appunti, alzò gli occhi al cielo. Possibile che quel ragazzo non riuscisse a contenersi almeno un po’?Sembrava che i suoi insegnamenti non l’avessero toccato per nulla. Gli era rimasto il vizio di parlare troppo.  Anya ruppe il silenzio
-Dimitri..-
-Mmh-
-Tu mi credi davvero una granduchessa?- gli domandò voltandosi verso di lui.
-Lo sai benissimo- Dimitri allargò le braccia per farle notare l’evidenza della cosa. Anya si avvicinò ulteriormente al suo viso
-E allora smettila di darmi ordini!- tuonò irritata.
Dimitri si lasciò sprofondare nel sedile con un’espressione stizzita in volto. Nessuno gli aveva mai risposto in quel modo. E ora si ritrovava ad essere zittito, per dipiù da una donna! No. Era solo una ragazzina insolente. Tra tutte le ragazze che aveva visto, proprio lei doveva assomigliare così tanto a quella dannata granduchessa?! Già sapeva che non l’avrebbe sopportata per molto.
-Ahhh..di sicuro ha un bel caratterino- commentò Vlad distogliendo l’attenzione da ciò che stava facendo.
-Odio questo in una donna!- ribadì Dimitri aggiustandosi il cappotto, infastidito.
Anya, che aveva lo sguardo rivolto dall’altra parte si voltò per fargli una linguaccia. Aveva messo a tacere Mister saputello. Questa cosa la rendeva particolarmente compiaciuta. Il viaggio cominciava a piacerle. Vlad estrasse un foglietto da una tasca dietro il giaccone e segnò un altro punto per lei.
Anya 21 - Dimitri 3.
 

***

Viktor aveva dato loro precise indicazioni. Era la sua occasione e non poteva in alcun modo mandarla all’aria. Ma dopotutto si fidava dei suoi uomini. L’organizzazione non era conosciuta per fallire così facilmente. Erano uomini preparati a cose ben più gravi e pericolose di quella futile missione. Dopo i dovuti accertamenti sull’identità della ragazza,  Viktor aveva convocato una riunione dei membri più fidati dell’OGPU. Non voleva coinvolgere l’intera polizia segreta. Era più un affare personale che un affare di Stato. Anche se aveva fatto leva sulla seconda opzione. Aveva comunicato ai suoi uomini che avevano effettivamente rintracciato la vera Anastasia e che quindi era riuscita a salvarsi da morte certa. In quanto legittima erede al trono avrebbe sicuramente, una volta ricongiunta con la nonna, l’imperatrice Marie, rivendicato la sua famiglia e il potere imperiale sull’intera Russia. Loro avevano il dovere di fermarla al più presto per non permettere che la nuova situazione che era venuta a crearsi venisse ribaltata da una semplice ragazzina, che avrebbe riportato in ballo questioni del passato ed instaurato la monarchia come avevano fatto i suoi predecessori. Inutile dire che ciò fu abbastanza per poterla considerare una minaccia per il nuovo regime.
Dopo che lo avevano informato sul suo avvistamento alla stazione di Leningrado, Viktor aveva subito mandato alcuni uomini a controllare la situazione. Aveva ordinato ad un gruppo di salire sullo stesso treno che aveva preso la ragazza e ad un altro di piazzarsi in alcuni punti lungo i binari. Viktor, spia da troppi anni per essere un novellino inesperto, poteva mettere la mano sul fuoco che i due ladruncoli che viaggiavano insieme alla ragazza possedessero visti falsi, avendo ottenuto e analizzato attentamente i loro profili,  e non fossero venuti a conoscenza delle nuove modifiche apportate appena un mese prima dal governo a proposito dei documenti d’identità. In questo caso, appena si fossero accorti del cambiamento, si sarebbero sicuramente rifugiati in capo al treno per cercare di sviare i controlli. In quella circostanza i suoi uomini, dopo aver intimato il capotreno di saltare giù da questo, avrebbero staccato la carrozza nella quale viaggiavano, allontanandola dal resto del treno. La sala macchine, incustodita, avrebbe fatto prendere velocità al mezzo. Nel qual caso il treno non fosse deragliato spontaneamente, i suoi uomini sul posto avrebbero fatto saltare uno dei tanti ponti previsti lungo il tragitto. Doveva sembrare un incidente. Non un semplice omicidio. Viktor sapeva di aver ideato un piano infallibile, e di questo ne era fermamente orgoglioso. La sua felicità smorzava solamente nel fatto che a causa delle sue condizioni fisiche, ancora una volta non avrebbe potuto mettere fine ai Romanov. Dopo la perdita della gamba aveva dovuto spostarsi continuamente su una sedia a rotelle e dire addio alle spedizioni punitive in giro per il Paese e in nazioni estere. Aveva dovuto occuparsi di cose più noiose a parer suo. Amministrazione e analisi delle documentazioni. Ma lui amava il suo compito. Non l’avrebbe mai lasciato per nulla al mondo. Solo che lei lo aveva rovinato. E meritava la morte.
 

***

Anya era rimasta sola nella cabina. Stava leggendo un libro su Parigi. Voleva documentarsi per bene prima di arrivarci. Era immersa completamente nella lettura quando Dimitri entrò schiarendosi la voce e sedendosi di fronte a lei. La ragazza rimase con lo sguardo fisso sul volume.
-Senti..credo che siamo partiti col piede sbagliato- cominciò Dimitri incerto. Anya alzò lo sguardo
-Sì lo credo anch’io- e ritornò a nascondere il volto dietro al tomo.
-Bene-
-Ma gradirei le tue scuse- continuò Anya spostando nuovamente gli occhi dal libro.
-Le mie scuse?- Dimitri la guardò sbigottito -No! Chi ha parlato di scuse?- fece ondeggiando l’indice per tradurre letteralmente le sue parole. Lui scusarsi? Per cosa poi? Era lei che gli aveva risposto sgarbatamente quando lui aveva voluto semplicemente darle dei consigli. Quella ragazza poteva meritare delle scuse solo nei suoi sogni. Era lei piuttosto che doveva scusarsi per come si era comportata poco prima. Non riusciva a credere che trovasse ancora il coraggio di andare avanti con le sue scenate dopo che lui aveva proposto una tregua. –Stavo solo dicendo che noi..-
-Ti prego non dire altro Dimitri..finiresti soltanto per farmi arrabbiare- s’intromise la ragazza con espressione supplichevole. Sembrava proprio un bambino. Un bambino che voleva aver ragione a tutti i costi e non riusciva ad ammettere che aveva sbagliato.
-Ok..starò zitto. Se starai zitta anche tu!- le rimproverò lui.
-D’accordo..starò zitta- gli rispose assecondandolo sarcasticamente lei, incrociando le braccia al petto e poggiando i piedi sul sedile davanti, poco distante da lui.
-Bene-
-Bene-
-Bene!- controbattè Dimitri, il corpo in tensione, girato completamente verso di lei, fortemente irritato.
-Bene!- terminò Anya lanciandogli un’occhiataccia e voltandosi subito dopo verso il finestrino. Silenzio. Anche questa battaglia l’aveva vinta lei.
Poi ruppe la pausa silenziosa, colta dai ricordi, che avrebbe voluto condividere ardentemente con qualcuno. Non certamente però con quel ragazzo impertinente e odioso che si ritrovava davanti
-Ne sentirai la mancanza- azzardò rivolta ancora verso il finestrino.
-Di che cosa? Delle tue chiacchiere?- tuonò sarcastico. Ancora non gli andava giù che quella donna la riuscisse a scampare così facilmente.
-No!- ribattè Anya prontamente. Poi distolse lo sguardo
-Della Russia-. A lei mancava già. Dimitri sospirò, lo sguardo basso
 –No-. Ma sapeva di mentire. Almeno un po’.
-Ma era casa tua-. Anya si era rigirata verso di lui. La malinconia e i ricordi le si leggevano negli occhi.
-Era un posto in cui vivevo..fine della storia- tagliò corto facendole segno con le mani che era storia chiusa. Certo. Era il posto in cui viveva. Il luogo dov’era cresciuto, nel bene e nel male. Ma non aveva mai avuto una casa tutta sua. Non aveva potuto mai assaporare pienamente l’affetto di una vera famiglia. C’era lui. E basta. Certo doveva ammettere che l’avevano aiutato, ma nel suo animo restava comunque un vuoto incolmabile.
-Quindi ora dovrai fare di Parigi la tua nuova casa-. La ragazza lo riportò al presente.
-Ehi! Ma che cos’è questa mania delle case?- ribattè  nuovamente irritato, incrociando le braccia e allungando le gambe sul sedile davanti a sé.
-Tanto per cominciare è una cosa che desiderano tutte le persone normali..- Anya si era alzata, piuttosto infuriata per le sue risposte senza senso. Cercava di passare urtando le gambe del ragazzo, che la guardava noncurante, deciso a non farla avanzare.
-E secondo punto poi..-
Dimitri non desisteva. Continuava a guardarla beffardo senza muoversi di un centimetro. Anya decise allora di passare salendo sopra ai sedili
-..è una cosa in cui tu..- Anya gesticolava sempre più resa nervosa da quel suo atteggiamento indifferente -..ma lascia perdere- terminò, alzando le braccia al cielo come se non ci fossero speranze di cambiare quel tipo odioso.
-D’accordo- Dimitri si era alzato voltandole le spalle.
Se la testa di Anya avesse potuto emettere del fumo l’avrebbe soffocato. Un fumo nero, intenso. Un nero-odio. In quell’istante Vlad comparve sulla soglia. Il cagnolino in braccio.
-Ohh…grazie a Dio sei tu! Ti prego toglimelo da davanti agli occhi- tuonò Anya disperata, indicando Dimitri dietro di lei.
-Che cosa le hai fatto?- gli rimproverò Vlad. No. Non era affatto cambiato. Gli sembrava di rivedersi anni fa quando doveva rimproverarlo continuamente, sortendo effetti per pochi giorni o meno.
-Io?- fece Dimitri voltandosi di scatto con gli occhi spalancati. Possibile che Vlad non si fosse accorto di quanto la ragazza fosse presuntuosa e arrogante? –È lei!- tuonò di rimando puntandola col dito.
-Ahhh!- Anya sbuffò alzando le mani al cielo. Nera in volto. Non ce la faceva più a sopportare i piagnistei di quel ragazzino. Doveva uscire. Altrimenti gli sarebbe saltata addosso per la rabbia. Quando ebbe richiuso la porta a scomparsa dietro di lei, i due rimasero soli. A Vlad venne da ridere. Sembravano due bambini che litigavano, ma che dopotutto si volevano un gran bene. Non poteva trattenere il riso all’idea.
-Ohh..un’attrazione segreta!- disse rivolto verso il cane che aveva alzato in aria. Dimitri s’irrigidì e si voltò di scatto
-Attrazione?!- Si chiedeva se avesse sentito bene ciò che l’amico aveva appena pronunciato -Per quella mocciosa?..Ma hai perso la testa!- tuonò scansandosi e uscendo dalla cabina.
-Ho fatto solo una semplice constatazione- terminò rivolgendosi sorridente al cane. Ma Dimitri non lo stava più ascoltando
-Attrazione?!..Ridicolo!- sussurrò tra sé allontanandosi nel corridoio.

***

Vlad stava girovagando per il treno. Ricontrollava continuamente i documenti per assicurarsi che non avesse tralasciato nulla nella compilazione e sembrasse tutto autentico.
-Il mese scorso i documenti di viaggio erano blu- spiegava un uomo ad una signora indicando le carte -adesso sono rossi-.
Vlad, che passava lì accanto, s’immobilizzò, sperando di aver compreso male. Si voltò verso la coppia. Oltre le loro spalle poteva vederne i documenti tra le mani. Erano stampati in inchiostro rosso. Tornò a riguardare il suo. Un brivido di terrore gli percorse la schiena. Come aveva potuto non accorgersene prima? Per una volta che era sicuro di avere tutto ciò che gli serviva con sé dovette ricredersi. Fece dietro-front  e  si precipitò verso la sua cabina, continuando ad urtare chiunque stesse venendo verso la sua direzione. Aveva su di sé gli sguardi torvi dei passeggeri, infastiditi da quella sua rude maniera. In lontananza poteva già sentire il controllore
-Biglietti prego-
Dovevano filarsela. E alla svelta. Arrivò trafelato facendo scorrere la porta. Anya stava dormendo tranquillamente avvolta dal suo giaccone. Dimitri si era seduto a distanza. Non poteva che ringraziare che stesse dormendo e non potesse usare quella sua maledetta linguaccia.
-Ecco quello che detesto di questo governo- fece Vlad cercando di restare calmo. Dimitri, assorto nei suoi pensieri, alzò subito lo sguardo.
-Anche il visto deve essere rosso!- Vlad gli aveva messo il documento davanti agli occhi.
-Rosso?!- Dimitri si alzò immediatamente sgranando gli occhi. Incredulo.
-Propongo di andare verso il vagone bagagli prima che arrivino le guardie-
Dimitri stava radunando le valigie. Ne porse una all’amico
-Altro che vagone bagagli..dovremo scendere!-
Vlad uscì mentre Dimitri cercava di ricordarsi di prendere tutto. Ci mancava solo questa! Non che non fossero mai stati sul punto di essere arrestati, ma ora che avevano in mente il grande colpo non avrebbero dovuto essere così sprovveduti. Avrebbero dovuto saperlo fin da principio che il nuovo governo avrebbe trovato da ridire anche su cose come quella. Sul colore dei documenti. Il rosso. Il simbolo del comunismo. Non aveva parole. Scosse la testa per scacciare quei pensieri e si voltò verso la ragazza. Ancora immersa nel sonno.
-Anya! Anya! Hey!- le sussurrava smuovendola dolcemente.
Di scatto si levò un bracciò e Dimitri urlò per il dolore
-Ahh!- si lasciò cadere sul sedile a fianco. Gli aveva accidentalmente colpito il naso con la mano. Si teneva il viso tra le mani mentre gemeva per la botta subita . Gliel’aveva colpito così forte che gli sembrava bruciasse. Anya, ancora assonnata, comprese
 -Ohhhh..scusa..credevo fossi un altro e invece sei tu..- recitò in tono mieloso, nient’affatto dispiaciuta di avergliela fatta pagare -..e invece sei tu..beh allora nessun problema- terminò sarcastica voltandosi per prendere il cappotto.
-Forza! Dobbiamo andare!- Dimitri la prese per una mano, le valige sotto braccio, dirigendosi verso l’uscita.
-E dove andiamo?-
Dimitri stava già percorrendo il corridoio
-Ma mi hai quasi rotto il naso!- continuò lamentandosi, portandosi una mano al volto.
Anya sospirò. Per l’ennesima volta non poteva che pensare che quel tipo sapesse solo piagnucolare
-Gli uomini.. sono così bambini!- sbuffò tra sé e sé aggiustandosi il cappotto prima di raggiungerlo.
 

Dimitri stava varcando la soglia, subito dopo Vlad
 -Ahh..sì..sì- fece gettando una prima occhiata al vagone -Qui andrà benissimo-
Anya richiuse la porta dietro di sé  facendola cigolare.
-Congelerà qui dentro- sussurrò Vlad all’amico tenendosi le braccia per scaldarsi.
-Si scongelerà a Parigi- controbattè il ragazzo alzando lo sguardo sorridendo, mentre stava armeggiando con i bagagli.
Anya si era voltata e solo allora si era accorta di dove i due l’avessero condotta
-La carrozza bagagli?!- affermò stupita.
Sui loro visi si dipinsero dei falsi sorrisi di giustificazione. Non avevano attenuanti.
-Non è che per caso i tuoi documenti avessero qualche problema..genio?!- continuò la ragazza in tono beffardo. Quel ragazzo era il più stupido che avesse conosciuto.
-Ma certo che no vostra grazia- le rispose Dimitri trattenendo un finto largo sorriso -solo che io- fece strappandogli la valigia dalle mani -io detesto vedervi mescolata a tutta quella comune plebaglia- continuò sarcastico indicando la porta.
 

Un tonfo li fece sobbalzare. La parete del vagone era stata squarciata di colpo. I due furono sbalzati a terra.
-Che cosa è successo?- urlò Dimitri, sommerso dai bagagli che gli erano caduti addosso.
Vladimir era riuscito a tenersi in piedi. Ciò che aveva davanti agli occhi gli sembrava impossibile
-Non lo so! So solo che il vagone ristorante si sta allontanando!-
-Che aspetti ad alzarti?!- inveiva la ragazza, non riuscendo a rialzarsi se lui fosse rimasto sopra di lei.
-Ci sto provando! -tuonò Dimitri cercando di spostare la pesante valigia che lo costringeva a terra.
Anya scalciava continuamente. Se fosse stata nella sua posizione lei sarebbe già stata in piedi a quell’ora. Ma era un maschio ottuso. Doveva avere pazienza. Vlad guardò fuori dall’oblò che dava verso i vagoni che trainavano quel che era rimasto del treno. Sgranò gli occhi
-Ehh..Dimitri?-
-Che cosa?!- si era appena rialzato da terra e si stava aggiustando i pantaloni.
-Credo che la locomotiva stia dando in escandescenza!- lo sguardo ancora rivolto verso l’esterno. Dalla locomotiva piovevano tutt’intorno getti incandescenti. Aprì la porta che dava su di essa. Dimitri lo raggiunse e salì sulle giunture che collegavano i due vagoni.
-Qualcosa non va!- disse lanciando il giaccone alla ragazza, che lo prese al volo.
Dimitri saltò sul vagone davanti a loro, facendo presa su alcune maniglie che gli permisero di arrampicarsi sulla sommità
-Aspettatemi lì..vado a vedere!- urlò per farsi sentire. Riuscì a rimanere in equilibrio sopra il tetto del treno imbizzarrito. Più si avvicinava alla sala macchine più il calore si faceva quasi insopportabile. Vi saltò dentro e dovette subito coprirsi gli occhi con un braccio per evitare di essere colpito dalle schegge incandescenti che zampillavano dappertutto
-Non c’è nessuno!- tuonò sorpreso. La lancetta del termostato stava salendo inesorabilmente e improvvisamente esplose. Dalla caldaia un getto di fuoco e fumo si riversò nella cabina.
-Ahhh!- Dimitri urlò proteggendosi con entrambe le braccia, ricadendo all’indietro.
 

-Stiamo andando troppo veloci!- urlava Anya notando che il treno sfrecciava ad una velocità pericolosa.
Dimitri saltò giù improvvisamente dal vagone antistante
-Non c’è nessuno alla guida del treno!- entrò precipitosamente voltandosi verso i due -Dovremo saltare!- urlò. Corse verso un lato del treno e spinse con forza la lamiera di metallo.
-Hai detto saltare?- gli domando Anya preoccupata. Vlad era alquanto turbato. Ma Dimitri non le rispose. Intento ad aprire completamente il passaggio. Sotto di loro una distesa d’acqua. Stavano attraversando un ponte.
-Dopo di te!-
Dimitri non aveva bisogno del suo sarcasmo proprio in quel momento
-Bene! Allora staccheremo la carrozza!- fece rivolto verso di lei.
Vlad si stava tenendo aggrappato alla parete, il viso nascosto dall’altra mano. Il suo pessimismo e la sua paura lo stavano divorando.
-Presto! Dammi un martello..un’ascia..qualsiasi cosa!- comandò Dimitri all’amico mentre era piegato sui raccordi.  Vlad stava armeggiando in tutta fretta con una cassetta degli attrezzi che aveva trovato lì vicino
-Tieni!- fece passandogli un martello.
Purtroppo gli attacchi erano stati precedentemente saldati con cura.
Dimitri stava battendo contro il ferro senza risultati. Era tutto inutile. Pooka continuava ad abbaiare, attirando l’attenzione della sua padroncina. Anya spalancò gli occhi. Bella soluzione! Il cane stava proprio sopra ad una cassa che avrebbe fatto al caso loro. Esplosivi.
La testa del martello si staccò dal manico, che restò nelle mani del ragazzo
 -Avanti! Ci sarà qualcosa meglio di questo!- obiettò. Anya gli tese una mano. Il ragazzo si voltò immediatamente. In mano aveva un candelotto di dinamite
-Ottima scelta!- fece sorpreso prima di posizionarlo tra le fessure dei collegamenti.
-Via..via..via..via!-
Tutti e tre si precipitarono in fondo al vagone dietro ad una piramide di bagagli.
-Che cosa ti hanno insegnato in quell’orfanatrofio?- le fece sarcasticamente Dimitri facendole scudo con le braccia. Poi avvenne l’esplosione. Tutt’intorno prese fuoco. Dimitri si precipitò a spegnerlo usando la sua giacca. Vlad era corso ad afferrare il freno
-Il freno è bloccato- gridò preso dalla disperazione.
-Com’è possibile?-
Vlad, un’espressione angosciata in viso, teneva tra le mani ciò che rimaneva dei comandi del vagone.

***

In lontananza le fiamme erano ben visibili. Dovevano adottare il piano B. E non dovevano fallire. Il capo sarebbe andato su tutte le furie. Avevano piazzato degli ordigni per l’intero ponte. Tutto era stato calcolato minuziosamente. Ancora pochi secondi, avrebbero aspettato che i vagoni si avvicinassero ulteriormente e poi l’avrebbero fatto saltare.
-Siete pronti?- domandò uno di loro. Gli altri risposero di sì in coro. Alcuni li vide annuire entusiasti. Tra le mani i detonatori.
-Bene..ancora un attimo- disse tra sé e sé l’uomo che aveva parlato poco prima -Ora!-urlò a pieni polmoni.
 

***

-Niente paura..non abbiamo ostacoli davanti..Finiremo col fermarci- Dimitri stava rassicurando i due sorridendo. Era il primo a voler crederci.
Di colpo un boato risuonò per l’intera valle. I tre furono nuovamente sbalzati a terra. Quando si risollevarono i loro occhi fissavano avanti, terribilmente angosciati. Ciò che vedevano, anzi, che non vedevano, era il ponte. Era stato completamente distrutto.
-Stavi dicendo?- fece Anya al ragazzo, senza staccare gli occhi da quell’orrore.
-Ho un’idea Vlad!- Dimitri, dopo lo shock iniziale, si precipitò dall’altro lato del vagone, prendendo tra le mani una catena che aveva notato poco prima a terra -Dammi una mano con questa- terminò trascinandosela dietro.
Purtroppo Vladimir era caduto accidentalmente, proprio in quell’istante, dentro ad un’enorme cassa lì vicino. Anya non poteva starsene lì con le mani in mano. Si diresse verso il ragazzo.
-Passami la catena!- Dimitri cercava di restare appeso dietro la carrozza, allungando una mano a fatica verso l’alto. I binari sotto di lui e il vagone che continuava a stridere producendo scintille.
-Non tu!- urlò quando vide che a passargli la catena non era Vlad, ma la ragazza.
-Vlad al momento è occupato!- ribattè. Possibile che anche in quella situazione in cui rischiavano di morire pensasse alle loro controversie? Dimitri rassegnato prese la catena e la fissò a dei ganci sotto la carrozza. Il treno procedeva senza arrestarsi. Cominciavano a staccarsi pezzi da sotto. Dimitri stava per perdere l’equilibrio, avendosi dovuto spostare per schivare i pezzi di metallo.
Fortunatamente una mano lo sollevò. I due si ritrovarono faccia a faccia. Occhi negli occhi. Dimitri era sicuro che se lei avesse avuto l’occasione di fargliela pagare sarebbe stata proprio quella. Ma l’aveva salvato. Aveva seriamente creduto di non farcela. Il fiato corto. Un tonfo sordo li fece voltare. Dimitri ancora trattenuto dalla mano di lei. Rami si erano schiantati sulle rotaie dove erano passati qualche secondo prima.
-E pensare che potevi essere tu!-
Dimitri si riprese e saltò dentro al vagone. Si sistemò i vestiti, ancora incredulo
-Se ce la caveremo..ricordami di ringraziarti-
 

-La nostra unica..possibilità!- Dimitri fece cadere pesantemente l’altro capo della catena. Anya lo aiutava a trascinarla. La specie di ancora attaccata ad essa doveva impigliarsi alle rotaie. A questo punto avrebbe rallentato, se non fermato, la folle corsa del vagone. Ma le rotaie non ressero alla trazione e si ruppero, alzandosi in aria e facendo deragliare quel che era rimasto del treno. Il carro si scosse terribilmente e si portò in posizione orizzontale rispetto al binario. I tre furono scaraventati violentemente a terra. Fortunatamente riuscirono subito a ristabilirsi e a portarsi immediatamente davanti allo squarcio enorme della carrozza. Anya, in mezzo ai due, li prese sotto braccio, Pooka tra le mani di Vlad.
-Beh...questa è la nostra fermata!- I tre si scambiarono un veloce sguardo prima di saltare giù. La neve fresca attutì il colpo.
La locomotiva e la carrozza rimasta procedevano a folle velocità verso il burrone che era venuto a crearsi. Un forte stridio rimbombava nelle loro orecchie. Silenzio.
Poi un  enorme boato seguito da fuoco e nuvole di fumo che si sollevavano nell’aria, gettando scintille incandescenti. Ancora seduti a terra, non riuscivano a capacitarsi di essere sopravvissuti a quello che per loro poteva essere l’ultimo viaggio. Poi, lentamente, si risollevarono.
-Odio i treni!- ruppe il silenzio Dimitri -Ricordatevi di non salire mai più su un treno!- ammoniva indicandoli. Che ricordasse non aveva mai rischiato così tanto.  Aveva avuto una tale paura! Ma cercò di mantenersi lucido e calmo. Non poteva farsi vedere debole davanti a loro. E poi, dopotutto, chi li aveva salvati da quella situazione se non lui con le sue brillanti idee?
   
 
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