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Autore: Dalhia_Gwen    09/02/2013    4 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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L’unico luogo in cui poteva rifugiarsi era certamente casa sua, per cui corse velocissima verso la sua abitazione, sotto gli occhi increduli dei passanti che non resistevano a non girarsi ed osservare quella strana ragazza, pensando a quale guaio avesse mai potuto passare.
Arrivò davanti alla porta, pregando con tutta se stessa che la mamma non fosse rimasta a casa, quel giorno.
Non se la sentiva di darle altro dolore, no. Soffriva già troppo per l’interminabile incubo che stava vivendo la figlia. Era da tempo che non la vedeva sorridere, e tutte quelle risate fatte il giorno precedente la riempirono il cuore di gioia. La madre era assolutamente bellissima quando rideva: Gwen diceva sempre che quella fu, e lo è ancora, la sua arma vincente, riuscendo a stregare tutti, nessun escluso. Lei però era molto rigorosa, manteneva le giuste distanze, e malgrado molti giovanotti, anche carini e ricchi,le chiedevano la mano, senza neanche conoscerla, Margaret rifiutava sempre. Ma purtroppo, un giorno, conobbe Albert, il padre di Gwen e Mark, è lì fece il suo più grosso sbaglio, innamorandosene perdutamente.
 
Aprì la porta lentamente, come se avesse paura di quello che avrebbe potuto incontrare, ma fortunatamente le sue preghiere vennero ascoltate.
“Meno male, è andata a fare la spesa.” Disse Gwen dopo essersi resa conto che la casa era vuota. Notò l’ordine con cui la mamma lasciò l’abitazione, assolutamente impeccabile, il tutto avvolto da un gradevole profumo di limone. Chiuse gli occhi per un momento ed avanzò lentamente verso la sua camera, lasciandosi cullare dal quell’odore così rilassante.
Raggiunse la sua stanza, raccolse i primi vestiti che le capitarono davanti, e si fiondò in bagno, per lasciarsi andare nella vasca.
Nel frattempo prese una decisione: non avrebbe detto nulla alla madre di quello che le era accaduto. Avrebbe raccontato che un’insegnante non si presentò alle lezioni, così la scuola autorizzò la classe ad uscire prima. Sì, era la cosa giusta per tutti.
Perché stavolta non sarebbe riuscita a tenersi tutto dentro, no. Era arrivata all’orlo della sua pazienza.
Ci avrebbe pensato lei personalmente alla vendetta che avrebbe architettato per farla pagare a quei corvacci.
Non sapeva ancora come avrebbe fatto, ma non appena se ne sarebbe presentata l’occasione, le avrebbe conciate per le feste, ne era fin troppo certa.
 

 
Quel pomeriggio Gwen si preparò il più velocemente possibile per poi scappare in palestra. Non ne poteva più, doveva allontanarsi subito, altrimenti sarebbe esplosa. E la palestra era il suo rifugio segreto, l’unico che potesse farla sentire meglio. Arrivò al luogo, e dopo aver salutato la reception con un sorriso appena accennato, avvertendo che era una nuova iscritta, si chiuse nello spogliatoio per cambiarsi. In meno di cinque minuti la ragazza era pronta per scendere in palestra: scese a due a due le scale, per poi arrivare in una sala enorme, piena di attrezzi di tutti i tipi. Vi erano tapis roulant, cyclettes, tappeti con pesi, spalliere, insomma di tutto e di più. La ragazza rimase sorpresa dall’abbondanza di attrezzi che la palestra possedeva, e rimase affascinata all’idea che molto presto sarebbe salita su tutte quelle macchine. In quel momento la palestra era già popolata da altre persone, che però non si resero conto dell’arrivo della nuova ragazza, in quanto intenti a fare i loro esercizi. Gli unici a notarlo furono i due istruttori di quella stanza, Luigi e David, e fu proprio il primo che, molto amichevolmente, si presentò alla ragazza con i suoi due metri e dieci centimetri,dandole il benvenuto “Ciao cara! Benvenuta alla Body Fitness*! Hai un viso nuovo, mai stata in questa palestra, eh?” chiese sorridente Luigi. “Oh..beh..no.” rispose Gwen timidamente e accennando ad un lieve sorriso. In tutta risposta Luigi allungò la mano in segno di saluto. “Oh bene! Io sono Luigi, e sarò il tuo nuovo istruttore!” affermò con entusiasmo. “Piacere, Gwen.” Disse la ragazza facendosi scappare una leggera risata. “Ma non crederti che sarò clemente solo perché sei una ragazza. Sappi che coloro che sono sotto la mia tutela lavorano tantissimo! Per cui preparati!” disse Luigi facendole l’occhiolino. Gwen alzò un sopracciglio, per poi rispondergli fermamente: “E’ proprio quello l’obbiettivo che voglio raggiungere..voglio sfogarmi.” E ridusse gli occhi ad una fessura, sotto lo sguardo confuso dell’istruttore.“Tra poco mi sentirò meglio” continuò lei; Luigi la guardò un po’ strano, ma non chiedette spiegazioni “Oh..ok! Bene,per iniziare, voglio che tu prova per prima un po’ i pesetti, ovviamente ti farò usare i più leggeri, sei pur sempre mingherlina” sorrise l’istruttore. “Mingherlina ma forte” aggiunse Gwen con una stilettata ridendo, contagiando anche lui, ma prima che Luigi potesse dire altro continuò a parlare “Senti Luigi, posso fare prima un po’ di riscaldamento sul tapis roulant? Mi sento fredda e ho bisogno di far svegliare questi muscoli che hanno dormito per troppo tempo.” gli chiese supplicandolo con lo sguardo. Lui sospirò. “Eh va bene cara, vai prima a fare un po’ di corsa, 10 min ti bastano? Chiese. “ Posso farne 15? Please?” nel chiederglielo incrociò le dita portandosi le mani davanti alla faccia. “Ok furbacchiona, ma dopo i pesi!” le disse in tono severo. “Sì signore!” affermò Gwen per poi raggiungere una macchina libera, salirci sopra, impostare la velocità, ed incominciare finalmente a correre veloce.
Sorrise felice, per la prima volta. Sì, trovava simpatico il suo istruttore, tutti lì erano simpatici, a partire dal proprietario che si trovava al bancone.
Si respirava un’aria diversa, che non aveva mai avvertito prima, ma che aveva un effetto benefico su di lei: la rendeva sorridente.
Sì,sentiva che si sarebbe trovata molto bene lì. Avrebbe scaricato tutte le tensioni che aveva accumulato quel giorno, sarebbe stata in compagnia di un istruttore estremamente solare e sicuramente avrebbe fatto nuove amicizie.
Ne era sicura, lì avrebbe conosciuto persone diverse, in tutti i sensi.
 
“Ok Jake, grazie vecchio mio!” “Di nulla figlioli, buon allenamento!” Due ragazzi, che la precedente sera saltarono il turno in palestra, chiesero al proprietario Jake, se li poteva far recuperare la giornata persa quella sera. Dato che erano clienti da tanto tempo ed ormai il caro e vecchio proprietario si era molto affezionato a due, per il loro modo di essere, per la loro vivacità e per la loro allegria, concese loro di poter frequentare quella sera la palestra, recuperando così l’appuntamento perso il giorno precedente. Uno di loro si chiamava Duncan Evans, era alto, muscoloso e con dei bellissimi occhi acqua-marina. Amava in punk-style, per cui portava sui suoi capelli nero-corvini una cresta verde fosforescente, della quale era molto geloso: guai chi la toccava, faceva una brutta fine. Inoltre era pieno di piercing: uno al sopraciglio, uno sul naso e due orecchini su un unico orecchio. Era un ragazzo molto duro, esteriormente, era scontroso verso tutti, e se qualcuno non gli portava rispetto non gliela faceva passare liscia. E’ molto popolare proprio per i suoi atti “criminali” e tutti per questo lo temevano. Nessuno si avvicinava, e se proprio accadeva era perché aveva intenzione di far nascere una rissa, che sarebbe stata sempre vinta dal punk. E’ molto chiuso per via di un passato molto crudele e dittatoriale dettato dai suoi genitori, che lo volevano vedere perfetto e praticare il loro stesso lavoro: il poliziotto. Duncan non era portato per questo, ma quando provò a parlarne con i suoi, quest’ultimi non volettero sentire ragioni e cominciarono a punirlo. Lui si ribellò e da quel momento cominciò a seguire le orme di “piccolo bulletto”, anche se in cuor suo non lo era. L’unico ragazzo con cui aveva un rapporto era proprio quello che in quel momento gli stava accanto, Geoff Mctodd: era il miglior amico di Duncan ed erano praticamente inseparabili. Qualsiasi cosa faceva uno, l’altro lo doveva seguire. Si volevano davvero bene come se fossero fratelli di sangue. Geoff era alto, anche lui abbastanza muscoloso, occhi azzurri e un gran giocherellone. Il suo hobby preferito in assoluto era organizzare feste, tanto che gli altri gli avevano dato il soprannome di “festaiolo” .Aveva una fidanzata, Bridgette, una ragazza dal cuore grande e dolce, e sembra proprio che la loro storia sia una cosa seria. I due raggiunsero lo spogliatoio e, una volta pronti, scesero giù. Mentre scendevano, chiacchierarono tranquillamente. “Maddai Duncan! Non vinco nemmeno una di schedina, tu invece quasi tutte! Ma come fai!?” chiese Geoff davvero interessato. Duncan fece spallucce e con un sorriso beffardo gli rispose “Sai amico mio, devi sapere che..” ma non concluse la frase. Rimase con gli occhi sgranati e con la bocca aperta: non poteva crederci. Si fermò improvvisamente, facendo preoccupare l’amico. “Ehi Duncan, ma che..Oh, wow!!!!!!” Geoff si girò verso la direzione in cui l’amico si era appena incantato, rimanendo senza parole anche lui. Davanti a loro apparve come d’incanto una visione magnifica: su uno dei tanti tapis roulant, vi era Gwen che stava correndo, molto decisa e concentrata a raggiungere il suo scopo. Si muoveva molto sensualmente, e a causa del movimento il suo corpo cominciava a ballare una dolce danza che incantava qualsiasi ragazzo l’avesse notata. La tuta poi, era molto aderente, per permetterle di stare comoda, ma questo rendeva lo spettacolo ancora più bello agli occhi dell’altro sesso. Duncan ormai non respirava più, era come se il suo cuore avesse smesso di battere, e non si era ancora ripreso da quello stato di trans. L’amico invece, che tornò in sé e notando che Duncan non riusciva proprio a staccare gli occhi di dosso a quella ragazza, cominciò a scuoterlo. “Ehi Duncan! Dai torna in te! La stai letteralmente mangiando con lo sguardo!!”. Gli diede così una scappellata, vedendo che l’amico non dava segni di vita. “Ahia!! Geoff, mi hai fatto male!” finalmente Duncan tornò in sé, e lanciò uno sguardo minaccioso all’amico. Geoff non fece in tempo a risponderlo che venne incontro a loro Luigi: “Ehi ragazzi! Che ci fate qui?” chiese l’istruttore sorridendogli e dando il cinque ai due. “Ciao Gigi! Siamo qui oggi per recuperare l’appuntamento perso ieri..sai, abbiamo chiesto questo piccolo favore al buon vecchio e ce l’ha concesso.” Disse Geoff tutto soddisfatto. Duncan nel frattempo era ancora intontito per lo stato di trans in cui era appena caduto, e si escluse mentalmente dal trio. Non aveva mai visto una ragazza così..bella, ma non per le sue curve,indubbiamente da far girare la testa. Geoff prontamente lo fece tornare con i piedi per terra, di nuovo. “Oh ciao Luigi!” disse Duncan accennando ad un sorriso forzato. Intanto Gwen, ormai esausta per i suoi 15 minuti di corsa senza sosta, fermò la macchina e lentamente scese, per poi asciugarsi la fronte ed incamminarsi verso il lettino sul quale erano pronti per lei i pesetti. Duncan la vide avvicinarsi sempre di più, così cominciò a contemplarla nei minimi particolari, aggiustandosi frettolosamente e sperando che la ragazza si accorgesse di lui. Ma sfortunatamente Gwen avanzò con l’asciugamano sul viso, non facendo caso alle persone che la circondavano. Duncan continuava però a fissarla e a sorridere come un ebete. “Duncan andiamo ad allenarci?” lo incitò l’amico dopo che anche Luigi notò lo strano comportamento del ragazzo. “Oh sì..eccomi” rispose per poi avviarsi al centro della palestra. I tre ragazzi continuarono a fare ognuno il proprio allenamento, ma il punk cercava anche con lo sguardo la sua nuova preda, per tenerla sempre sott’occhio. Doveva proprio ammetterlo: aveva una voglia matta di conoscere quella ragazza, non si spiegava nemmeno lui il perché, ma lo attraeva troppo, non conoscendola neanche. Era..diverso dalle altre volte. “Ehi amico, vuoi concentrarti per almeno 10 min?” chiese ad un tratto Geoff notando l’amico che aveva lo sguardo perso nel vuoto. “Eh? Sì, lo sto facendo.” Rispose Duncan riprendendosi. “A me non pare, hai la testa da un’altra parte, o meglio, da quell’altra parte della sala, e come punto fisso sempre lei..” indicò l’amico. “Geoff non è colpa mia se mi piace, anche molto! Mi ha stregato!” affermò Duncan senza rimorsi. “Oh andiamo Dunc!  Ormai è sempre la stessa cantilena: dici sempre la medesima frase, dopodiché ti metterai con lei e ci starai massimo due settimane, la lascerai e affermerai che era solo una storiella che non aveva un futuro. So già come andrà a finire…non è mai una cosa seria come vuoi far capire..” lo rimproverò l’amico riducendo gli occhi ad un’unica fessura. “Invece ti sbagli Geoff, non è la stessa cosa stavolta. Sento che..è diverso. Sì lo so, non conosco per niente questa ragazza  ma ti dico che è scattato in me qualcosa di differente dalle semplici e comuni cottarelle che mi sono preso fino ad ora. E..” non fece nemmeno in tempo a finire che nel momento in cui si girò a guardare la ragazza, la vide che si stava avvicinando a loro accompagnata da Luigi. Ad un tratto il cuore del punk cominciò ad accelerare improvvisamente, ma non per la stanchezza del riscaldamento che stava facendo, bensì per il pensiero che avrebbe visto più da vicino quella ragazza talmente incantevole. “Ehi amico, la tua bella sta venendo da questa parte..cerca di non svenire..” gli raccomandò il biondo vedendo lo sguardo sbarrato di Duncan che fissava la ragazza accompagnata da Luigi. “Ragazzi, vi presento Gwen, è nuova di questa palestra ma è davvero brava nella corsa, per cui avevo pensato di farla allenare insieme a voi oggi dato che il vostro programma è uguale al suo.”  Annunciò l’allenatore con tutta naturalezza. “ U-uguale al nostro?!” ripeterono all’unisono i due ragazzi, guardandosi increduli negli occhi. “ Allenamento?!” chiese invece Gwen, con gli occhi sgranati. “Beh..sì ragazzi. Dovete sapere che Gwen, ha delle potenzialità davvero sorprendenti, e rare da trovare comunemente nelle palestre. Vedete, anche se la signorina non ha mai praticato alcun tipo di sport fino ad ora, ha una resistenza davvero sorprendente, ed io avevo pensato di aggiungerla alla gara..Gwen..” disse per poi rivolgersi serio alla ragazza “So che è ancora la prima volta che ti vedo correre, ma nel tuo riscaldamento ti ho osservata bene: non hai ansimato per niente, e questo è davvero impressionante da parte di una persona che non ha mai fatto palestra, e tenendo conto anche del tempo che hai scelto. Dunque, credo che abbia delle ottime potenzialità, dato che non ho mai visto nulla del genere.Tra non meno di due mesi ci sarà una gara di resistenza che organizzano tutte le palestre della regione, ovviamente non esiste solo quel tipo di gara, ma a voi interessa questa. I due vincitori poi gareggeranno a livello regionale, nazionale e, perché no, anche mondiale. Per adesso i due potenziali ragazzi che scelsi tra i frequentanti della palestra sono loro, Duncan e Geoff, che a parer mio sono i più capaci, ma ci mancava il terzo concorrente, dato che il regolamento prevedeva che per ogni palestra dovevano esserci al massimo tre iscritti. Fino a questo momento ci eravamo rassegnati a trovare il terzo, ma dal momento che sei arrivata tu, mi sono ricreduto, e ti ho inserita. Ecco vedi, loro due si stanno allenando da circa tre mesi, ma tu, secondo me, sei al loro stesso livello, per cui puoi tranquillamente seguire ciò che stanno facendo loro ora.” Spiegò Luigi a Gwen, la quale ascoltava attentamente, e fu estremamente sorpresa dalle ultime parole dell’allenatore. Ad un certo punto intervenne Geoff, alquanto stranito dalla scelta dell’istruttore: “Luigi, non pensi di correre un po’ troppo? Voglio dire..per carità, non ho nulla contro Gwen, ma secondo me non ce la può fare; nel senso che ha bisogno di tempo, il nostro livello è troppo alto per poter essere seguito da una ragazza che tra l’altro non ha mai fatto ginnastica..la stremeresti solamente..” disse con tono preoccupato. “Ti sbagli Geoff, può sembrarti inconcepibile ma so quello che faccio: lei è molto in gamba e sento che può farcela.” Insistette Luigi. “Beh..provare per credere.” Affermò Duncan ad un tratto facendo spallucce e facendo l’occhiolino a Gwen, mentre quest’ultima lo fulminò con lo sguardo ma lo accompagnò con un leggero sorriso, che sottolineava la sua conferma della sfida appena lanciata dal punk.




*nome puramente inventato dall'autrice






--Angolino dell'autrice :3 --
Buonaseraaa a tutti!!! :D
Finalmente la scuola mi ha concesso un po' di tempo libero per postare il nuovo capitolo! :'D
Bene bene..se siete arrivati fin qui significa che avete letto il capitolo, per cui vi siete accorti che Gwen ha conosciuto i nostri cari Duncan e Geoff!!  Yeeeeeeh!! xD
Contenti? ;)
Io li adoro..sono troppo simpatici insieme! :D
Che succederà in seguito? Chi vincerà la sfida? Eheheheheh ci sarà da divertirsi adesso! ;D
Mi auguro che questo nuovo capitolo sia stato di vostro gradimento, come i precedenti. ^^
Rigrazio tutti coloro che recensiranno e i lettori silenziosi :3
A presto,

Dalhia_Gwen
<3

  
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