Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Harrysvojce    09/02/2013    1 recensioni
-Tu sei mia, Acacia, solo mia, e lo sarai sempre.-
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una di quelle grigie mattinate di settembre, forse il venti, chissà. Era una di quelle giornate che si prospettano delle vere e propie giornate no. Ma del resto, come poteva essere un bel giorno il primo giorno di scuola in una città nuova? 
Ero arrivata da due settimane. Io, una valigia che era appartenuta a mia madre e mille dollari nel portafoglio.
Springfield era una città nel Tennessee, abbastanza tranquilla per una ragazza di diciannove anni.
Arrivai davanti all'Highland Crest College Campus, che sarebbe stato il mio nuovo istituto dove avrei continuato i miei studi.
Una ragazza mora fumava una sigaretta, che finì presto a terra dopo un ultimo tiro.
Mi fece un cenno con la testa e mi avvicinai.
-Acacia Cl..Clarke?- le sue labbra si piegarono in una smorfia di disgusto -Sei tu?-
-Si, sono io.
Mi squadrò.
-Bene, mi chiamo Frances Henderson, ti devo far vedere la scuola, e non ho tempo.
Annuii e presi a seguirla mentre lei indicava qualche bel ragazzo o ragazza facendomi un breve riassunto del loro carattere.
-Quella è April Roussel, il padre è francese, è una brava ragazza, potrebbe essere la tua nuova
migliore amica. Questo invece è Peter Allen, il figo della scuola. E' capitano della squadra di football ed ha tutte le ragazze dietro. Ecco che arriva Candace Rodriguez, deve essersi imbottita il reggiseno di cotone di nuovo, con lei ci son stati tutti...-
Passammo davanti ad un ragazzo di spalle, ma Frances non accennò a lui.
-Chi era quello?- chiesi.
-Quello chi?
-Il riccio.
-Ah...si chiama Harry Styles, non è male come aspetto, ma non ti consiglio di mettergli gli occhi 
addosso. Sai, non è tipo che guarda le ragazze. Pensa solo ai compiti e ai soldi, e dei secondi
ne ha parecchi. La sera non esce con la compagnia della scuola, penso che esca con un gruppo di
ricchi sfigati come lui.
-Oh capisco..
Arrivammo davanti ad un'aula.
-Bene, questa è la tua classe, le lezioni cominciano tra mezz'ora e...buona fortuna.
Mi sorrise come se avesse portato a termine chissà quale missione, poi girò i tacchi e si incamminò versò la zona est dell'istituto.
Entrai nell'aula e mi sedetti in un posto qualsiasi, poi appoggiai la testa al banco e cercai di riposarmi.
Non dormivo più da un anno, da quando mi ero ritrovata sola, senza famiglia, senza amici, senza nessuno.
I miei erano morti in un disastro aereo insieme ai miei nonni e gli amici li persi quando cominciai
ad andare per strada.
Già, ero una puttana.
Avevo cominciato ad avere problemi di alcool, di droga, non avevo soldi e "dare amore" a
pagamento rimaneva la mia unica soluzione.
Di giorno brava ragazza, di notte tutt'altro.
Qualcuno mi aveva soprannominato malignamente "the mask", la maschera.
E la mia vita andava avanti così, di città in città, da più di un anno.
Qualcuno mi toccò la spalla.
-Ehi..tutto okay?
Era Harry.
-Si, tutto okay.
-Sei..erm...seduta sul mio posto.
-Oh Dio, scusa.
-Tranquilla, posso sedermi qui accanto.
Mi rivolse un sorriso innocente, mentre la classe si riempiva di adolescenti agitati che cercavano
un posto migliore del giorno prima.
Non ricordo quale materia c'era quel giorno, ma ricordo perfettamente quegli occhi verdi fissi sul  mio profilo e quella sensazione strana che sentivo nel petto, la stessa che aveva annunciato
catastrofi nella mia vita, anni e anni prima.
Dopo la scuola tornai a "casa". Era un piccolo lusso che mi concedevo, il fatto di chiamarla casa.
La mia abitazione non era altro che un letto in affitto e un piccolo armadio con un'anta chiusa a chiave, l'anta che conteneva la mia vita segreta.
Mi sedetti sul letto e cominciai a fissare il muro bianco scrostato. La vita mi faceva schifo, la gente mi faceva schifo, IO mi facevo schifo.
Avevo anche uno specchio in camera, lo specchio che rifletteva ogni giorno l'immagine frettolosa di una ragazza opaca quanto i suoi capelli neri.
Ogni giorno verso mezzanotte aprivo l'anta segreta e tiravo fuori il borsone che conteneva il mio
secondo lato. Avevo quantità industriali di biancheria sexy, magliette corte, minigonne. Prendevo il rossetto rosso, mi vestivo di fretta e correvo fuori, verso la zona più frequentata.
Era il mio primo giorno di scuola, era il mio primo giorno di lavoro in quella città.
Mi appoggiai ad un palo freddo, aspettando il mio primo cliente della giornata.
Le altre puttane mi guardavano male, era la loro zona, ma avrebbero dovuto farci l'abitudine.
Una Lamborghini nera accostò davanti a me e abbassò lentamente il finestrino, dandomi il tempo di pensare alla grossa somma che avrei guadagnato, con cui avrei pagato l'affitto del letto alla
vecchia Becky.
-Quanto prendi?
La voce mi sembrava familiare.
-Molto.
-Sali.
Aprii lo sportello e mi sedetti sul sedile in pelle, tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
-Non credevo che fossi una puttana, Acacia.
Cercai di deglutire, ma mi accorsi che la mia bocca era completamente asciutta.
-Non credevo che fossi un puttaniere, Harry.
Sorrise rumorosamente.
-Non siamo mai quello che sembriamo.
-Non mi piace mescolare la mia vita diurna con quella notturna, fammi scendere.
-Sbaglio o hai un affitto da pagare? Sei una novellina, la gente va da quelle più esperte.
Tentai di deglutire di nuovo.
-Vieni spesso qui?
-Ogni settimana. Tiro un po di coca con qualche troia, ci faccio del sesso e poi la
pago.
-Non sembravi così.
-Non siamo mai quello che sembriamo.
Accostò di nuovo.
-Benvenuta a casa mia.
Scesi dalla macchina rimanendo a bocca aperta.
-Non male la tua casa.
-Lo so.
Aprì la porta, facendomi scoprire un salone enorme.
-Che fai di solito a questo punto?- chiesi guardandomi intorno.
-Questo.
Mi prese il viso tra le sue mani e prese a baciarmi con foga, impaziente. Indietreggiai fino a cadere
sopra il divano. Si sdraiò sopra di me, staccando le sue labbra dalle mie e poggiandole sul mio collo.
Mordeva, succhiava, baciava, leccava come un cucciolo affamato. Mi tolse la maglietta e la gonna
gettandoli in un angolo della stanza, poi fù il mio turno e lo privai della maglia e dei pantaloni.
Le sue mani percorrevano le mie cosce, i miei fianchi, la schiena. Slacciò il reggiseno e lo aiutai 
a levarlo.
Non durò molto, ma se devo essere sincera fù uno dei momenti migliori della mia vita.
Qualcosa dentro di me si era risvegliata, e forse era solo l'inizio di un'altra disastrosa fase
della mia altrettanto disastrosa vita.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Harrysvojce