Be human with me

Caroline si strinse alle coperte calde del suo letto.

Era distrutta, affamata, sconvolta ma soprattutto delusa.

Delusa di sé stessa.

Avrebbe dovuto aiutare Tyler contro Klaus e rinchiuderlo nella sua bara invece di mettersi in mezzo e lasciarlo fuggire.

Ma cosa le era preso?

Lei amava Tyler ma, l'impulso di salvare l'originario era stato troppo forte.

Non riusciva a capire, le domande la affliggevano.

Era stata una stupida, le si era parata davanti la possibilità di liberare tutti i suoi amici dalla continua minaccia rappresentata da Klaus e lei aveva preferito lasciarsi sopraffare dalle sue emozioni piuttosto di fare la cosa giusta.

Scosse la testa e le si affacciarono le lacrime agli occhi quando ripensò a Damon, che l'aveva salvata senza pensarci due volte.

Doveva ringraziarlo, a meno che.. Non fosse già morto dopo i morsi ricevuti dal giovane ibrido.

Ricordò le lacrime e le urla di Elena quando lo aveva preso tra le braccia, quella paura che aveva letto negli occhi della sua amica era la stessa che lei aveva provato quando aveva visto Tyler avventarsi contro l'originario.

Non riusciva ad ammetterlo, nemmeno con se stessa.

L'attanagliava il pensiero di Tyler, di come dovesse sentirsi solo e affranto per quel che aveva combinato. Non era stato lui, la sua parte di animale aveva preso il sopravvento, l'incantesimo delle streghe aveva amplificato la sua disumanità rendendolo un predatore senza anima.

Si alzò di scatto, non sarebbe servito a niente rimanere a letto tutto il giorno.

Dopo essersi vestita in fretta e furia, prese le chiavi dell'auto e prima di rendersene conto prese la strada verso casa Mikaelson.

Non sapeva di preciso perchè stesse andando proprio lì, forse era per vedere se Klaus stesse bene, se fosse arrabbiato o semplicemente per implorarlo di salvare Damon.

Suonò il campanello e Rebekah aprì la porta.

“Che ci fai tu qui!?” Chiese Caroline stupita con tono accusatorio.

“Ci vivo” Rispose con un sorrisetto la bionda.

“Dopo tutto quello che hai fatto a tutti noi e a Klaus non avresti dovuto farti vedere in giro per almeno un paio di secoli!” Sbottò in preda alla rabbia.

“Calme ragazze, entra pure Caroline è tutto apposto” L'originario sbucò da dietro la sorella e prese per mano Caroline portandola nella grande sala, e facendola sedere sul divano.

Era felice di rivederlo, le si contorse piacevolmente lo stomaco e le si allungò un sorriso dolce sul viso.

Non riusciva a riconoscersi.

Lei lo odiava, doveva odiarlo. Ma anche solo il suo sguardo riusciva a scioglierle il cuore in un modo che mai le era capitato.

Osservò i raggi di sole che entravano dalle grandi finestre imbarazzata, non si ricordava nemmeno perchè era lì.

“Io e Rebekah abbiamo chiarito. E' pur sempre mia sorella, gli piace tornare in scena in modo teatrale..”

“Non dovreste includere tutti noi nelle vostre scaramucce da bambini dell'asilo” lo accusò Caroline.

“Perchè sei qui dolcezza?” Chiese incuriosito l'originario.

“Devi curare Damon, mi ha salvata. Se non fosse stato per lui non sarei qui.” Si ripromise che non avrebbe mai più giudicato Elena per la sua relazione con lui, aveva dimostrato di essere un bravo ragazzo e lei ora doveva ricambiare.

“Ti stupirà sentirlo, ma ci sono già stato. Sono appena tornato da casa Salvatore.” Caroline non riusciva a credere alle proprie orecchie, era la prima volte che Klaus faceva una cosa carina senza che qualcuno glielo avesse chiesto o facesse qualcosa in cambio.

“Perchè?” Chiese la bionda, sentendo che le sudavano le mani dal nervosismo.

“Perchè ha fatto ciò che avrei dovuto fare io. Ti ha salvata.” Si sedé accanto a lei e le poggiò la mano sul ginocchio.

“Non farmi questo.” Sussurrò Caroline appena udibile.

“Farti cosa?” Il tono di voce di Klaus era seducente e intenso, si avvicinò pericolosamente, con lo sguardo fisso sulle labbra di lei.

“Non farmi innamorare di te” Rispose quasi incantata, le parole le scivolarono via dalla bocca contro la sua volontà.

Klaus si ritrasse, lasciando Caroline impietrita.

“Forse dovresti tornare a casa.” Disse accompagnandola verso la porta, incapace di metabolizzare quelle parole.

***

Elena prese per mano Damon mentre procedevano a piedi verso la casa sul lago, da Jeremy.

Amava stringerlo a sé, sentire che era vivo. Si era resa conto di quanto il suo amore verso di lui fosse infinito, proprio nel momento in cui stava per perderlo.

Si sentì morire solo al ripensarci e sorrise, felice di essere lì con lui.

“Che c'è da ridere?” Chiese incuriosito inchiodandola con uno sguardo.

“Se te lo dico rischio di essere ripetitiva” Gli piaceva tenerlo un po' sulle spine.

“Voglio saperlo” Implorò lui.

Senza dire una parola lo sbatté contro un albero strappandogli la camicia di dosso.

Lui si sintonizzò subito sulla sua lunghezza d'onda e iniziò a baciarle ogni centimetro di pelle scoperta sul collo, le spostò la spallina della canottiera azzurro cielo e gliela tolse.

Gli mordicchiò il lobo dell'orecchio e sussurrò “Voglio saperlo” con voce roca e colma di desiderio.

Elena sapeva che appena lo avesse detto sarebbero andati oltre.

Voleva che il suo desiderio aumentasse fino a diventare insopportabile, strinse i suoi capelli corvini fra le dita e intrecciò le gambe attorno ai suoi fianchi.

Damon non riusciva a resisterle, la voleva. Sentiva di appartenerle nel profondo, era completamente sopraffatto dai suoi sentimenti.

“Ti amo, ti voglio ora” Sussurrò lei, raggiunse la sua bocca e si immerse in quelle sensazioni che solo Damon sarebbe riuscito a darle.

Si sdraiarono sull'erba fresca, Elena appoggiò la testa sul suo petto. L'unico luogo in cui si sentiva davvero al sicuro.

Si stava abituando alla sua condizione di vampiro, anche se i suoi sogni di tornare umana e farsi una famiglia non erano svaniti.

Ora che la battaglia era passata potevano concentrarsi di nuovo sulla cura.

“Hai mai pensato all'idea di tornare umano?” Chiese dolcemente la vampira.

“Si, ma non mi interessa. La condizione di vampiro ha molti più vantaggi” Sapeva benissimo dove Elena voleva andare a parare.

“Perchè non cerchiamo la cura? Dobbiamo solo completare il tatuaggio di Jeremy. Torna umano con me, potremmo avere una famiglia, invecchiare insieme, sederci sulla veranda e guardare in nostri nipotini che giocano..”

“Io non sono Stefan!” La interruppe bruscamente alzandosi.

Si rivestì in fretta e si incamminò da solo allontanandosi da lei. La sua proposta era allettante, ma lui credeva di non meritarsi una felicità del genere.

Era un dannato, aveva ucciso molte, troppe persone.

Non poteva sognare di tornare umano e passare sopra a tutte le azioni terribili che aveva commesso.

Elena non poteva capire cosa volesse dire seppellire dentro di sé infiniti segreti, emozioni, sensazioni e atrocità. Era sicuro che se avesse preso la cura sarebbe impazzito.

Un cuore umano non sarebbe stato in grado di sopportare quel peso.

Avrebbe distrutto anche lei, questo non poteva permetterlo.

L'avrebbe lasciata, guardandola nell'ombra e aspettando che lei si innamorasse di qualcun' altro, si sposasse e invecchiasse, fino al giorno della sua morte.

A quel punto, quando anche la sua esistenza non avrebbe avuto più senso, si sarebbe ucciso.

Era una scelta dolorosa, ma sapeva che era meglio per lei, se ami qualcuno devi lasciarlo libero.

Hello Vempairs..

Devo chiedervi scusa per alcune brutte cose.

1. Mi ci sono volute quasi due settimane per aggiornare.

2. Ho inserito una parte della 4x13 ma non sapevo come collegarmi con la cura (fantasia portami via)

3. Ho fatto lasciare Damon ed Elena

4. Non so come proseguire

Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche perchè mi ci sono impegnata molto..

Passiamo ai ringraziamenti.

Un grazie speciale va a: beppin79 , missimissisipi , Fefy94, Butterfly96 e Delena85

Grazie infinite a MissElenaGilbert per i suoi consigli e le recensioni approfondite che mi regala ad ogni capitolo, please help me, non so come continuareee

(ho il blocco dello scrittore)

Grazie anche a tutti i lettori silenziosi, please lasciatemi qualche recensione, anche breve, per farmi sapere che ne pensate.

With love

-Lisa