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Autore: Ever Lights    11/02/2013    3 recensioni
In quel momento, Isabella e Jacob si scambiarono un'occhiata, e ognuno lesse sul viso dell'altro ciò che stava provando e pensando. Sul volto della ragazza, c'era una richiesta di perdono, ricca di malinconia; su quello del ragazzo, rabbia e frustrazione, con un cenno di sconfitta.
In simultanea, entrambi ripercorsero gli attimi che avevano passato insieme. Dai ricordi annebbiati della loro infanzia, quando facevano le torte di fango nel giardino di casa Swan, le corse intorno a casa Black, le risate a La Push, le feste di compleanno, la partenza di Bella, il loro nuovo incontro a Forks dopo anni di lontananza, i sorrisi, gli sguardi, le risate nella rimessa di lui, la scoperta della seconda identità di Jacob, il ritorno di Edward, l'insidiosa scelta, fuoco e ghiaccio... E ora quello.
Isabella non sapeva che fare, rimase con il groppo in gola a guardare Jake andare via, mentre la sua espressione sembrava dirgli solo una cosa che ormai da mesi pareva ripetere, e Bella capì, sospirò e lasciò che il flusso dei ricordi ricoprisse quel senso di colpa che la stava torturando da dentro.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Fino a che il tuo cuore batterà ancora

Fino a che il tuo cuore batterà ancora

Non sentiva neanche più il vocio confuso attorno a lei, la musica si era fatta leggera oltre le sue orecchie, percepiva solo più il calore delle braccia di suo marito attorno alla sua vita, sebbene fosse poco consueto per un vampiro, ma forse non era qualcosa di corporeo... forse era dell'anima, dell'amore che provava per lei.
«A cosa pensi?»
Isabella alzò lo sguardo, puntando gli occhi verso quelli di Edward, di un oro così lucido da sembrare liquido.
Lei scosse il capo, sorridendo. «A niente, mi sento... bene.»
«Sicura, signora Cullen?»
Il cuore di Bella perse un battito a quella frase. Le faceva un certo effetto sentire quelle parole, lei ormai era davvero la signora Cullen, faceva finalmente parte della famiglia come sempre aveva desiderato.
«Oh, perfettamente, signor Cullen. Mai stata meglio di così. Grazie, per avermi reso così felice.», mormorò sulle labbra dell'uomo, che impercettibilmente sorrise, ricambiando il gesto.
«Be', mi spiace deluderti, ma sei stata tu, oggi, ad avermi fatto sentire come mai prima. Mi sembra di essere tornato... Vivo, quasi come se il mio cuore immobile avesse ripreso a battere pieno di vita.»
Le guance di Isabella si arrossarono e le dita di Edward le sfiorarono. Adorava quel suo particolare, che lei categorizzava come un difetto. Ma Edward no, per lui non lo era: il fuoco che ardeva dentro le gote della nuova moglie per lui era speciale, qualcosa che, dopo quella trasformazione che lei tanto agognava, sarebbe venuto a mancare.
«Sono tutti stati molto gentili...», disse Bella, dopo qualche minuto di silenzio. Il marito annuì, fissando qualcuno più in là. «Sì... Forse solo Irina avrebbe potuto fare uno sforzo, ma in parte posso capirla.»
Isabella lo guardò stupefatta e confusa, scambiandogli un'occhiata interrogativa. «Intendo dire che... Be', non so cosa avrei fatto se tu... se tu...»
Prese un respiro profondo, provando a immaginare minimamente quello che sarebbe potuto succedere sei mesi prima, quando era stato tanto incosciente nel lasciarla da sola a crogiolarsi in quel dolore troppo grande per lei. «Prima quel male dopo che ti ho abbandonata, poi Laurent, infine tu che ti buttavi dalla scogliera... E se davvero Jacob non fosse arrivato? E se ora tu non fossi qui?»
«Ehi, sh... Però sono qui, giusto?»
Lui annuì, acconciandole una ciocca di capelli che era sfuggita da quell'intricata acconciatura dietro all'orecchio. «Ma prendiamo il presupposto che non fosse così. Io riuscirei a vivere senza di te? Probabilmente... No, ma che dico, sicuramente avrei fatto di tutto per riunirmi a te, e questo lo sai già.»
Gli occhi di Isabella si oscurarono all'improvviso, capendo bene cosa intendesse l'uomo. «Oh...»
«Ora però smettiamola con questi discorsi, è un giorno importante, nessuno vorrebbe vedere gli sposi tristi.», sussurrò, posando un dolce bacio sulla fronte di lei.
Rimasero stretti l'uno all'altro per qualche minuto ancora: Edward teneva Bella stretta al petto, con le labbra posate sulla fronte di lei. La ragazza aveva gli occhi chiusi, beandosi totalmente di quella sicurezza a lei così familiare.
Ad un certo punto, Edward distolse lo sguardo dalla sua amata, fissando il sentiero che portava oltre  i festeggiamenti.
«C'è una sorpresa fuori orario.»
Le prese la mano, portandola oltre la pista da ballo. Nessuno si accorse della loro mancanza; continuarono a volteggiare al ritmo della musica che ormai stava sparendo in sottofondo.
«Dove mi porti?» Isabella non vedeva altro che il viso chiaro del marito, illuminato dal pallido chiarore della luna ormai alta in cielo.
«Be', qualcuno ha riservato qualcosa per te.», mormorò lui, voltandosi verso la boscaglia intricata davanti a loro.
Nel buio, comparve un ragazzo dalla pelle scura e il sorriso smagliante che spiccava sul viso spigoloso ma altrettanto flessuoso e armonioso.
«Jacob?» La voce della donna nacque fievole, fortemente stupita.
«Il testimone non è riuscito a trovare uno smoking, spero non sia un problema.», scherzò il ragazzo, riservandole un altro sorriso.
Bella guardò sorpresa Edward, ripetendo il nome del suo migliore amico; suo marito le sorrise amaramente, ma non per la felicità della sua amata, ma per la presenza quasi invadente e scomoda del “cane” in un giorno così importante.
Isabella corse verso il ragazzo dalla pelle ambrata, buttandosi fra le sue braccia; Jacob la afferrò, sentendosi finalmente felice.
«Vado a vedere se Rosalie ha voglia di ballare.», sussurrò il vampiro, infilando le mani nelle tasche del vestito elegante. Aveva aggiunto una punta di acidità in quella frase, ma per via del solo pensiero di lasciarla da sola con... lui.
«Be', ti va di ballare?» La voce di Jacob si intensificò e divenne baritona e porse una mano verso la ragazza, che la strinse senza timore.
«Sono così contenta di averti qui...» Isabella posò il mento sulla spalla del lupo, inspirando a fondo quel profumo acre ma allo stesso tempo soave: quel corpo odorava di libero, selvaggio, di una persona che non aveva pensieri per la testa... Sapeva semplicemente di Jacob, di quell'amico così speciale per lei.
«Dove sei stato?»
Jacob all'improvviso ripensò a tutte le vicissitudini accadute fino a qualche ora prima. «In Canada. Sai, il freddo aiuta a riflettere.» Preferì non dire altro, onde evitare preoccupazioni inutili: aveva visto e vissuto fatti impressionanti, Bella non avrebbe potuto capire fino in fondo.
Era stato solo per ore e giorni, a pensare a ciò che aveva deciso Isabella. Perché aveva dovuto sposarlo? Cosa ci avrebbe guadagnato? Quello stupido succhiasangue avrebbe finalmente ottenuto quello che aveva sempre desiderato... Ma lei? Cosa avrebbe fatto?
«Sono tornato solo per salutare, quindi non pensare che mi avrai qui per molto tempo.», scherzò sarcastico, facendola ridere. Da quanto tempo voleva sentire di nuovo quel meraviglioso suono? In quei giorni di esilio aveva sperato di vederla spuntare dalla neve, con quella sua goffaggine tremenda ma per lui essenziale: fino a che lei sarebbe stata così impacciata, sarebbe stata la Bella di sempre.
«Ormai dovrei essere abituato a dirti addio...»
«Non ne sei capace, lo sappiamo bene entrambi, Jake.» Lo fece tornare alla realtà, distogliere dai propri pensieri. Gli occhi della donna si riempirono di lacrime, e lui se ne accorse, sorridendo appena.
«Non dovresti essere tu a piangere.»
Lei sospirò, nascondendo il viso nella sua spalla. «Tutti piangono ai matrimoni.»
«È esattamente così che ti ricorderò: le guance rosa, pronta a inciampare ovunque...» La sollevò e la fece volteggiare nell'aria fresca di quella sera di metà agosto. «Il cuore che batte.»
Tutta la rabbia rinchiusa dentro di sé in quei giorni di solitudine stava uscendo, e il cuore di Jacob prese a battere più forte, quasi come se fosse stato un tamburo; il sangue scorreva veloce, senza freni.
«Perché presto io sarò morta per te?»
Jake ancora una volta si morse la lingua, dandosi mentalmente dello stupido. «No.» La guardò intensamente, con la faccia di uno che stava sbagliando tutto. «Scusami, cerco di apprezzare la tua ultima sera da umana.»
Bella lo fissò stranita, scostandosi un poco. «Ma non è la mia ultima sera.»
Jacob rimase stupito, sbattendo più volte le palpebre, incredulo. «Io... Credevo che tu...»
«Non passerò la mia luna di miele a contorcermi dal dolore.», disse lei, con un sorrisino sulle labbra, come se fosse stata la cosa più semplice del mondo.
Dopotutto, avevano deciso, lei e Edward, di non fare le cose di fretta: sarebbero andati chissà dove, a godersi tutta la pace possibile. Poi, solo quando lei si sarebbe sentita forte e preparata, avrebbe acconsentito alla trasformazione. In fondo, era per quello che si erano sposati...
Bella si sentì terribilmente egoista a quel pensiero. Aveva sposato Edward, rendendosi sua forse per l'eternità, solo per diventare come lui? Ovviamente no: lo amava, lo aveva fatto fin dal primo istante in cui l'aveva visto. Il suo cuore batteva ancora perché il sentimento era troppo grande per pensare certe cose.
«Non riesco a capire. Non è che con lui avrai una vera luna di miele...» Jacob aveva iniziato a sudare, sentiva le mani scivolose sopra il vestito di Bella.
«Sarà vera come quella di chiunque altro...», sussurrò lei, visibilmente imbarazzata. Le sue guance avevano preso fuoco, imporporandosi in poco tempo.
«Lo scherzo non mi diverte.»
Jacob, in quel momento, capì. Capì cosa lei stava cercando di dirgli, era sempre riuscito a leggerle in viso le parole che non aveva il coraggio di pronunciare.
«Stai scherzando, vero?» Le sue mani, di impulso, si irrigidirono sui fianchi di Isabella, sapeva che presto avrebbe cominciato a farle davvero male.

Vattene, Bells, vattene prima che le cose ci sfuggano.

Gli occhi di Bella catturarono quelli del ragazzo, chiedendosi il perché di tutto quello. Avrebbe voluto intendere in un solo secondo quello che Jacob voleva riferirle con quel gesto. Era follia, gelosia, rimpianto... o solamente non voleva che accadesse?
Forse era un modo per farle capire che non voleva che il succhiasangue si impadronisse ancora più di lei?
Jacob già immaginava la scena. Il mostro che infilava gli artigli ancora più in basso, più a fondo, che avrebbero lasciato un segno indelebile su di lei... In lei. Lo sentiva gemere sul collo della sua migliore amica, che gli stringeva spasmodicamente le spalle e legava le gambe intorno al suo bacino.
Non poteva credere sul serio che presto Bella sarebbe stata totalmente sua, senza più nessun timore. Jake non avrebbe più potuto riprendersela, dopo. Era rinnegata, sarebbe stata solo più del vampiro.
«Ma... Non puoi!», esclamò, arpionando le dita nelle pieghe del vestito bianco e candido di lei. «Non finché sei ancora umana!»
Isabella assottigliò lo sguardo, provando a spostarsi. Era il suo migliore amico, prima di allora non aveva mai avuto certi interessi, perché farlo ora? Cosa stava cambiando nel loro rapporto?
«Jake, non sono affari tuoi...», borbottò, distaccandosi sempre di più. Le mani del licantropo però si strinsero ancora di più intorno alle braccia magre della ragazza, Jacob non poteva crederci.
«Ti ucciderà!», aggiunse lui, perché sapeva che qualunque cosa avrebbe fatto il mostro, l'avrebbe sgretolata. Non sarebbe stato delicato, le avrebbe fatto del male.
«Non sono affari tuoi.», ripeté Bella, lanciandogli un'occhiata sfuggente. Ora le braccia cominciavano davvero a farle male, sotto la presa del ragazzo. Percepiva tutta la rabbia di lui scaricarsi sulla propria pelle, ma non poteva fare niente, neanche scappare: liberarsi dalla morsa di un licantropo era complicato come scalare il monte Everest, per lei, perché dopo neanche pochi metri sarebbe caduta, sfracellandosi al suolo, per colpa della sua maledetta goffaggine.
«Non ci posso credere! Dimmi che non sei così stupida! Non puoi fare questo! Ascoltami bene...» Senza accorgersene, Jake aveva aumentato la forza e il viso di Bella si contorse in una smorfia di fastidio.
Lei si dimenò, facendo svolazzare la gonna dell'abito nuziale. «Lasciami andare!»
In un decimo di secondo, Edward era accanto a sua moglie, trafiggendo il licantropo con uno sguardo che avrebbe potuto incenerirlo. «Jacob, calmati, capito?»
Ma il ragazzo con la pelle scura non ce la faceva, non poteva capacitarsi dell'idea che veramente nel giro di un paio ore quello che immaginava sarebbe diventato realtà. «Che c'è, sei impazzito?! Così la ucciderai!»
Dentro di sé riconobbe quell'istinto, quel moto che lo portava a diventare l'altra metà di se stesso. Seth Clearwater arrivò da dietro, fermandolo dalle braccia; ma Jacob era furioso, vedeva tutto appannato, e riuscì a buttare a terra il ragazzino. Tutto ciò che voleva era saltare al collo del succhiasangue e staccargli la testa, perché avrebbe ucciso la sua migliore amica, l'avrebbe fatta sparire.
Isabella, nel mentre, si era nascosta dietro al marito. Era la prima volta che si sentiva spaventata da qualcuno che conosceva sin dalla nascita; non riconosceva più quel ragazzo così solare che era Jake.  Aveva paura, l'unica cosa che la rendeva sicura che la situazione non sarebbe peggiorata era Edward, che le stava accanto stringendole la mano.
Altri membri del branco, così simili fra loro, accorsero in aiuto, tutti in forma di licantropi. Bella riuscì a riconoscere Sam, il lupo più grosso degli altri, con il pelo nero e folto, che spingeva il muso verso il petto di Jake, nel tentativo di farlo indietreggiare.
In quel momento, Isabella e Jacob si scambiarono un'occhiata, e ognuno lesse sul viso dell'altro ciò che stava provando e pensando. Sul volto della ragazza, c'era una richiesta di perdono, ricca di malinconia; su quello del ragazzo, rabbia e frustrazione, con un cenno di sconfitta.
In simultanea, entrambi ripercorsero gli attimi che avevano passato insieme. Dai ricordi annebbiati della loro infanzia, quando facevano le torte di fango nel giardino di casa Swan, le corse intorno a casa Black, le risate a La Push, le feste di compleanno, la partenza di Bella, il loro nuovo incontro a Forks dopo anni di lontananza, i sorrisi, gli sguardi, le risate nella rimessa di lui, la scoperta della seconda identità di Jacob, il ritorno di Edward, l'insidiosa scelta, fuoco e ghiaccio... E ora quello.
Isabella non sapeva che fare, rimase con il groppo in gola a guardare Jake andare via, mentre la sua espressione sembrava dirgli solo una cosa che ormai da mesi pareva ripetere, e Bella capì, sospirò e lasciò che il flusso dei ricordi ricoprisse quel senso di colpa che la stava torturando da dentro.

Ti aspetterò, fino a che il tuo cuore batterà ancora... E forse anche dopo.

Angolino tutto mio, mio, mio!
Ma salve! Ebbene, rieccomi qui e, per favore, giù i pomodori!
Okay, forse sembra strano vedere una Edward/Bella convinta come me scrivere una Jacob/Bella, ma...
C'è un ma, e una spiegazione u.u Diciamo che ero veramente troppo ispirata, e come sapete mi è difficile mantenerla calma e buona per un lasso di tempo che non sia di 10 minuti o un quarto d'ora, perciò figuriamoci per ancora più di una settimana!
Anyway, eccomi qui, a postare la mia prima OS su loro due :) In parte è dedicata a una persona molto importante per me, che mi manca da morire... Vorrei solo che tutto tornasse come prima, lo sappiamo tutti e due.
Comunque, non ho molto da dire xD Okay, forse vi aspettavate qualcosa come qualche scena un po' così e non qualcosa tratto da BD... Secondo me, Steph ha lasciato un po' decadere i momenti di amicizia fra Jake e Bella, o almeno io la penso così. Dopo New Moon, questi due si sono quasi persi di vista, e TRALASCIANDO il bacio in Eclipse, di momenti coccolosi fra amici non ne ho letti né visti, so ecco il perché di questa OS :)
Spero vi sia piaciuta! È la prima volta che uso il narratore esterno e oltretutto onniscente... Insomma, un suicidio premeditato ahahaha
Bom, la smetto, o divento logorroica u.u
Aspetto le vostre recensioni, soprattutto delle amanti di JakexBella!
Un bacio,
Giulia
   
 
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