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Autore: ImAya    31/08/2007    4 recensioni
L’amore può lasciare ferite difficili da rimarginare ma a volte basta poco per trovare un nuovo percorso e credendo di solcare vie già segnate, finiamo in posti dove non avremmo mai creduto di poter arrivare.
La storia di due ragazza : Angela, che ha trovato l'amore, l'ha abbracciato ma le è scivolato tra le mani e l'ha perso per sempre; Serena che lo cerca ma sempre nei posti sbagliati. Ma quando la prima proporrà alla seconda di partire per Las Vegas, apparentemente senza motivo, riscopriranno la loro amicizia, se stesse ed impareranno a crescere.
Mia Fan Fiction sui Panic at the disco che putroppo per voi, appariranno solo dal 2-3 capitolo, nella quale ho voluto mischiare un po di tutto : amore, amicizia, alternando pezzi divertenti a emozioni raffiorate trasportate dei ricordi ed a volte anche un po di mistero.
Hope You Like!!
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo!! Scusatemi se vi ho lasciato tutto questo tempo a bocca asciutta ma l'ispirazione non ne voleva sapere di venire.

Uhhhhhhhh me exciting perchè è in questo capitolo che Angela e Serena si incontreranno per la prima volta con i Panic.

Hope U Like!!!

Ps: Loly tvtttb e grazie per il commento!!!!!

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Brendon, Nel Nulla-Che-Adesso-Ha-Un-Nome ( Little Chapel, Nevada)

Riuscii a svincolare tutti i miei impegni utilizzando una scusa più improbabilie dopo l’altra.

(  Io: “ Devo andare a trovare mia nonna Muriel che l’hanno appena ricoverata in ospedale”

“ Ma non c’era stato il funerale due giorni fa?”

Io:“ Ah… Beh… Si…Si  ecco appunto, ma hanno scoperto che era ancora viva, sai appena si svegliava adora cantare canzoni folkloristiche ma non è propriamente intonata e così ha disturbato la quiete del cimitero. Per questo è in ospadale, cioè per il fatto che era ancora viva non perché cantava … sai stava per morire di soffocamento, vogliamo fare causa all’agenzia di pompe funebri e al medico che l’aveva visitata ma anche il custode del cimitero la vuole fare a noi per disturbo della pace dei morti e inquinamento acustico e beh insomma sai come funzionano le cose no?”)

 Dribblai rapido fotografi, addetti stampa, mia madre, gente-che-non-so-chi-sia-ma-che-mi-saluta-quindi-forse-la-conosco e il nostro agente, per recarmi il più velocemente possibile al parcheggio. Sorrisi non appena scorsi il minivan viola che i miei genitori mi avevano regalato per i miei sedici anni: nonostante la fama, i soldi che ero riuscito a guadagnare e le insistenze dei miei amici, devi di non cambiare per nulla al mondo quella macchina per comprarne una più lussuosa, insomma ormai mi ero affezzionato a Rose Sexy Car Panicosa Che Va Alla Disco VI. Si, si lo so cosa starete pesando: è da sfigati psicopatici decerebrati dare un nome alla propria automobile ma la mia Rose non mi aveva mai abbandonato: strade sterrate o asfaltate, pioggia o sole, vuota o strabboccante di mille e più valigie mi aveva fatto arrivare a destinazione sano e salvo. Mai una multa, mai un rumore sospetto, mai un problema tecnico, insomma un po come una donna senza mestruazioni e sempre disponibile. Mai una ruota bucata. Mai, ma tutti sanno che c’è sempre una prima volta e a fare gli sboroni ci si ritrova sborrati.

Le note di “Lying Is The Most Fun A Girl Can Have Without Taking Her Clothes Off” si stavano affievolendo lentamente accompagnate dalla mia sublime voce ( decisi di mandare la modestia a vanculo almeno per quella sera) e la voce del navigatore, che avevo ovviamente provveduto a personalizzare facendo sì che fosse quella di Pamela Anderson a parlarmi, mi avvertì che stavamo per giungere a destinazione. In lontananza potevo scorgere strizzando un po gli occhi un concentramento di casupole mal illuminate e sfatte. Inoltrandomi in quella che in mancanza di un termine più adatto potrei definire un “paesottolo”, Rose sbuffò, si scosse e infine tacque. Mi aggrappai con maggior forza al volante finchè le nocche delle mie mani si tinsero completamente di bianco, ripetendomi che si trattava di uno scherzo, la mia alternativa Rose non poteva aver deciso proprio ora e proprio in questo posto dimenticato da Dio dove neanche Satana in persona si sarebbe comodato a raggiungere di “abbandonarmi”. Tentai inutilmente di rimettere in moto il minivan ma nonostante i miei sforzii la situazione rimaneva immutata. Mi fermai a riflettere ma pensare non era mai stato un qualcosa di adatto a me e così, dopo pochi minuti, ci rinunciai. Appoggiai stancamente la testa la volante e solo dopo svariati sospiri mi decisi a scendere dalla vettura alla ricerca di un meccanico o anche solo di un telefono visto che il mio cellulare aveva deciso di non collaborare diventando irraggiungibile.

Vagai senza una precisa meta per una decina di minuti girando, senza accorgermene, in circolo. Inutile dire che durante il mio giro di “perlustrazione” non avevo incontrato anima viva, tranne un ubriaco solitario che, a quanto pareva, non era in grado neanche, di ricordarsi il nome del suddetto paesino. Se anche avessi avvisato Ryan non saremmo potuti andare lontano  e poi, dopo tutto il casino che avevo fatto per venirlo a prendere da questo buco non avrebbe più accettato di rispettare il nostro “patto”. Altro che “salvatore”, avrei fatto la figura del Coglione, con la “C” maiuscola.

Cominciai a prendere a calci la macchina urlando frasi sconnesse costituite principalmente da “Fuck”, “Goddamned” e tutte le loro possibili sfumature, fermandomi solo quando mi accorsi di averla abbozzata.

“Damn!!!”  Imprecai. Adesso avrei dovuto spendere altri soldi per riparare l’ammaccatura. Mi fermai prima di iniziare una lunga e duratura sezione di autocommiserazione quando sentii dei passi dietro di me. Mi voltai credendo di vedere l’ubriacone già precedentemente incontrato ma icrociando ugualmente le dita nella speranza di trovarmi davanti un essere umano sobrio e mentalmente stabile capace di risolvere il mio “piccolo problema”. Rimasi scioccato quando mi accorsi che l’essere umano in questione non solo era una ragazza della mia età, ma mi era così vicina che, girandomi, la urtai.

 

Ryan, dalla finestra del terzo piano del 120 Round Street, Little Chapel, Nevada

Mi affacciai per la ventesima volta negli ultimi cinqui minuti con la speranza di scorgere il minivan viola, la mia salvezza. Mi sedetti deluso ai bordi del letto. La ragazza dormiva ancora.

“Strano” mi trovai a pensare. “ L’effetto del sonnifero secondo i miei calcoli doveva essere abbondantemente finito.”

Sospirai e mi sporsi nuovamente alla finestra senza ormai, nessuna speranza. Qualcosa invece colpì subito la mia attenzione: quello che sembrava un minivan viola giaceva poco più avanti dell’entrata del palazzo. Scorsi una  figura stesa sul sedile posteriore al suo interno: Brendon doveva essersi addormentato. Lì per lì non mi posi neanche il problema del “ Perché si sarebbe dovuto addormentare invece di venirmi a prendere” troppo preso dalla felicità al pensiero di abbandonare quel posto.  Raccolsi rapidamente le mie poche cose sparpagliate nella stanza, unico segno tangibile della mia presenza in quel luogo e uscii di soppiatto dalla porta che avevo aperto nell’attesa, la quale dava sul piccolo corridoietto che collegava la camera da letto al bagno, la cucina non abitabile ed a un’angusta saletta probabilmente adibita a camera da pranzo. Le chiavi della casa erano infilate nella serratura e cercando di fare il meno rumore possibile la feci scattare e scesi le scale velocemente: la vecchia abitazione non aveva un ascensore. Nel tragitto incrociai un’anziana signora che mi sorrise sorniona non appena si accorse che non mi ero preso neanche il disturbo di abbottonarmi la camicia o allacciarmi la cintura. Mi affrettai saltando gli ultimi tre scalini mentre tentavo di ridarmi un po di contegno e raggiunsi rapidamente la macchina. Bussai su vetri oscurati per svegliare il mio amico quando una vocetta acuta mi penetrò un orecchio.

“ Ryanuccioooooo, amoooooooreeeeeeee” Non ebbi bisogno di alzare la testa per capire che la ragazza si era svegliata e si era affacciata alla finestra. Panico. “ Dove vaaaaaaaai? Ora ti vengo a prendereeeeeeeeeee”.

Merda!

Cominciai a bussare sempre più forte sul finestrino, terrorizzato all’idea che quell’essere potesse raggiungermi. Già mi figuravo con un collare al collo e lei che mi mostrava alla sue amiche come un trofeo. Brendon non accennava a svegliarsi e quando ormai stavo cominciando a rassegnarmi al mio destino di uomo-giocattolo mi accorsi che la portiera davanti era aperta e le chiavi erano infilate. Quel deficiente non si era neanche preso il disturbo di utilizzare il freno a mano e dovetti ringraziare il fatto che  la vettura era in piano se non era ancora scivolata via.

Entrai nel veicolo e diedi di gas appena in tempo per scappare alle grinfie di quell’assatanata spingendo a più non posso l’acceleratore: raggiunsi e superai immediatamente il limite di velocità consentito lasciandomi alle spalle il più velocemente possibile il paesino.

Tirai un sospiro di sollievo e cominciai a rallentare solo quando intorno a me v’era solo deserto.

“ Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” una voce femminile urlò, una voce che proveniva dal sedile posteriore.

Sbandai.

 

Brendon, Little Chepel, Nevada

Cademmo uno sopra l’altra.

“ Eh che cazzo”  disse la ragazza in una lingua a me sconosciuta ma non mi ci volle molto per capire che si trattava di un’imprecazione. “ Non capisci l’italiano? Beh che mi aspettavo da un deficiente come te.” aggiunse in inglese vedendo la mia espressione contrariata.

“ Cosaa?”

“ Oddio ma mò neanche l’inglese capisci?? Cosa vuoi che ti faccia un disegnino???” ribattè acida. Non riscii a trovare niente da dire e me ne sbalordii: io quello dalla risposta pronta ero senza parole, probabilmente, mi dissi,non avrei dovuto stupirmene troppo poichè il motivo era molto semplice. Da quando eravamo diventati famosi non ero abituato alla scortesia, tutti erano sempre lì  a leccarmi il culo e ne erano pure felici : giornalisti, fan e aspiranti cantanti erano sempre pronti a scodinzolarci intorno collocandoci su un piedistallo.

“ Come ti chiami?” le chiesi. Assunse un aria sbalordita e aprì la bocca come per dirmi qualcosa ma poi la richiuse e riassunse l’aria distaccata ed ironica che aveva portato finora, sollevando leggermente un sopraciglio.

“ Angela.” Feci per presentarmi a mia volta anche se non credevo ce ne fosse veramente bisogno infondo chi non conosceva i Panic at the Disco? Mi zittì  portandomi un dito sulle labbra. “ Eh no bello, non me ne frega un cazzo chi sia tu perché …”

“ Non mi conosci?”  domandai ma lei continuò come se non avessi aperto bocca.

“ …Perché, ti potrà sembrare strano, ma sono riuscita a vivere 21 anni della mia felice esistenza essendone all’oscuro.”

“ Ma io sono..”

“ Guarda potresti essere pure il presidente degli Stati Uniti in persona o la principessa Diana reincarnata ma continuerei a volere te e il tuo amichetto là sotto, che mi sembra anche piuttosto ehm.. diciamo ‘ arzillo’ , lontani dalla mia persona oppure, se ti risulta troppo difficile perché per te questi sono stati i 5 minuti più appaganti della tua vita,  mi accontenterei  anche di non averti sopra di me. Sai di solito aspetto almeno il secondo appuntamento per questo genere di cose.” concluse sarcastica.

Mi trovai ad arrossire quando, guardando in basso, mi accorsi che aveva ragione: qualcosa in me si era risvegliato. Non mi ero neanche accorto di essere ancora sopra di lei troppo rapito da quella ragazza così fuori dal comune.

“ Ehm… ce la fai o hai bisogno di aiuto? ” mi chiese “ o magari preferiresti una mano”. Continuò sghigniazzando.

“Ah ah molto divertente. Sei in gara per la Miglior Battuta Zozza Dell’Anno?” parlai rialzandomi lentamente e le allungai una mano anche se sapevo avrebbe potuto rimettersi in piedi da sola: volevo solo prolungare il contatto tra di noi.

“ Ovviamente no … non sono così scontata….. so fare di molto meglio” mi sussurrò all’orecchio avvicinandosi sempre di più a me assumendo un tono malizioso. Profumava di buono, di vento, era come la brezza in un’estate afosa: una manna dal cielo.

“ Che fai? Adesso cominci con le allusioni? Se continui così potrei anche credere di piacerti e fidati, non so se potrei garantire la tua incolumità.” aggiunsi sornione. 

Rise, e fu una risata sincera, vera, un qualcosa a cui ormai non ero più abiutato, un suono che mi accarezzò le orecchie e che con mio grande disappunto, si esaurì troppo brevemente.

“ Che c’è vuoi farmi pensare che tu sia un cattivo ragazzo? Mmh” aggiunse mordicchiandosi dolcemente il labbro inferiore “ attento potrei crederci. Non sono così indifesa come appaio.”

Miss Non-Me-Ne-Frega-Un-Ca**o- Di- Te-Perciò-Togliti-Dai-Cog****i stava forse flirtando con me?? Non feci neanche  in tempo a chiederglilo che era scoparsa e per un secondo credetti di essermi sognato tutto ma la sua voce mi riportò alla realtà. Stava accovacciata accanto alla macchina osservando attentamente l’ammaccatura sullo sportello davanti ed era compltamente immersa nei suoi pensieri.

“ Ti intendi di automobili?”

“ Mmh Mmh” Immaginai si trattasse di un sì e mi avvicinani a lei accovacciandomi a mia volta.

“ Certo che sei popo un demente non sapevi proprio come spendere i tuoi soldi in qualcosa di futile come dover riparare una macchina che non avrebbe avuto nessun problema se quel deficiente del suo proprietario non avesse deciso di prenderla a calci?”.

Per la prima volta odiai il suo sarcasmo perché, almeno da suo punto di vista, mi faceva sembrare un’idiota.

“ Forse, intelligentona, il suo proprietario stava solo cercando di sfogare la sua frustrazione su qualcosa visto che la sua auto aveva deciso di fermarsi nel bel mezzo del nulla. Lo sai , con i tuoi modi da principessina intoccabile so tutto io potrei anche scambiarti per Hermione e …” mi accorsi troppo tardi di aver detto troppo. Brendon Urie lo strafigo ( modestamente) dei Panic! At The Disco che legge Harry Potter??? Impossibile. La guardai proccupato ma poi mi ricordai che lei non sapeva ancora nemmeno il mio nome.

“ Ohhh e tu povero piccolo chi saresti? Il Ron della situazione? Che c’è vuoi un bacino ?” Siiii che lo vorrei!!! Cioè No ho una dignità da difendere … ancora. Brendon torna in te!!! “ Oppure vuoi che ti ridia la tua maglietta dei Cannoni???  E Lavanda Mi-Piace- Darla-A-Tutto-Il-Mondo l’hai lasciata a casa?” concluse

“ Lavanda non la da a …” ehy aspetta  un attimo Brendon : non sarà che ti stai lasciando coinvolgere un po troppo ??  “ … e poi lei almeno sarà sicuramente più brava di te a fare TUTTO, Hermione-Non-Vorrei-Che –Questa-Gonna-Ascellare-Sia-Troppo-Corta!!!” Ricobbi che mi stavo comportando come un bambino ma una  parte di me fino a poco sconosciuta mi disse che mi stavo anche divertendo.

 “ Oh non ne sarei così convinto se fossi in te …chiedilo a Draco, Ronnie Ronnie  Sorrise maliziosa sfiorando con l’indice sinistro tutta la vettura fino ad arrivare alla portiera destra.

“ Dracoooo!! Ma… ma…”

“ Sono sempre stata convinta che Hermione avesse una doppia vita”. Disse aprendo lo sportello, infilandosi dal lato del guidatore. “ Come tutti del resto no?” aggiunse guardando dritto negli occhi con un’intensità unica.

“Ma… ma è impossibile cioè lei è… la Rowling non ha… una tresca con Draco sarebbe una cosa…”

“ Impensabile? Fuori dall’ordinario o dal pensiero comune?”

“ No… forse… anche…si! Ma… così non seguiresti la storia!”

“ Seguirei la mia.” disse convinta come se quella semplice frase e quell’espressione così seria nascondessero un qualcosa di più ma non riuscii a coglierlo.

“ Niente avrebbe un senso.”

“ Sbagliato, ce lo avrebbe eccome, solo più difficile da trovare perché, in questo caso, dovresti rimettere in gioco tutto te stesso ed ogni tua convinzione: rischieresti di perderti.” Avvievolì così tanto la sua voce che divenne solo un leggero sussurro. I suoi occhi si velarono di una tristezza tale che sembrava essersi spenta completamente.

Stavamo ancora parlando di Harry Potter, un semplice libro o stavo, senza accorgermene, sfogliando pagine di quello della sua vita?

“ Non va proprio eh?” mi chiese all’improvviso.

“ Cosa?”

“ La macchina no?” Aveva cambiato velocemente argomento e, nonostante la mia fama di indelicato rompiscatole, capii che questa volta non era il caso di rigirare il dito nella piaga, ancora un po scosso dalla sua precedente reazione.

“Ho controllato tutto: le ruote, il cambio, il tubo di scappamento e ..”

“.. e scommentto che non hai pensato neanche  per un secondo che questa lucetta lampeggiante poteva essere la causa di tutto ciò?”

La guardai sbigottito: in effetti ero stato troppo preso a controllare tutto il resto da non vedere ciò che mi si trovava davanti. Cercai di assumere un’aria intelligente, per quanto fosse difficile, ma rimaneva il fatto che non capivo per quale cazzo di motivo continuava a lampeggiare.

Decise di illuminarmi facendomi notare che “ sai com'è a volte capita di .. dover fare la benzina se non si vuole rimanere a secco”.

Merda!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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