Eccomi di nuovo!! Scusatemi se vi ho lasciato tutto questo tempo a bocca asciutta ma l'ispirazione non ne voleva sapere di venire.
Uhhhhhhhh me exciting perchè è in questo capitolo che Angela e Serena si incontreranno per la prima volta con i Panic.
Hope U Like!!!
Ps: Loly tvtttb e grazie per il commento!!!!!
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Brendon, Nel Nulla-Che-Adesso-Ha-Un-Nome ( Little Chapel,
Nevada)
Riuscii a svincolare tutti i miei impegni utilizzando una scusa più
improbabilie dopo l’altra.
( Io: “ Devo andare a
trovare mia nonna Muriel che l’hanno appena ricoverata in ospedale”
“ Ma non c’era stato il funerale due giorni fa?”
Io:“ Ah… Beh… Si…Si ecco
appunto, ma hanno scoperto che era ancora viva, sai appena si svegliava adora
cantare canzoni folkloristiche ma non è propriamente intonata e così ha
disturbato la quiete del cimitero. Per questo è in ospadale, cioè per il fatto
che era ancora viva non perché cantava … sai stava per morire di soffocamento,
vogliamo fare causa all’agenzia di pompe funebri e al medico che l’aveva
visitata ma anche il custode del cimitero la vuole fare a noi per disturbo della
pace dei morti e inquinamento acustico e beh insomma sai come funzionano le cose
no?”)
Dribblai rapido fotografi,
addetti stampa, mia madre,
gente-che-non-so-chi-sia-ma-che-mi-saluta-quindi-forse-la-conosco e il nostro
agente, per recarmi il più velocemente possibile al parcheggio. Sorrisi non
appena scorsi il minivan viola che i miei genitori mi avevano regalato per i
miei sedici anni: nonostante la fama, i soldi che ero riuscito a guadagnare e le
insistenze dei miei amici, devi di non cambiare per nulla al mondo quella
macchina per comprarne una più lussuosa, insomma ormai mi ero affezzionato a
Rose Sexy Car Panicosa Che Va Alla Disco VI. Si, si lo so cosa starete pesando:
è da sfigati psicopatici decerebrati dare un nome alla propria automobile ma la
mia Rose non mi aveva mai abbandonato: strade sterrate o asfaltate, pioggia o
sole, vuota o strabboccante di mille e più valigie mi aveva fatto arrivare a
destinazione sano e salvo. Mai una multa, mai un rumore sospetto, mai un
problema tecnico, insomma un po come una donna senza mestruazioni e sempre
disponibile. Mai una ruota bucata. Mai, ma tutti sanno che c’è sempre una prima
volta e a fare gli sboroni ci si ritrova sborrati.
Le note di “Lying Is The Most Fun A Girl Can Have Without Taking Her
Clothes Off” si stavano affievolendo lentamente accompagnate dalla mia sublime
voce ( decisi di mandare la modestia a vanculo almeno per quella sera) e la voce
del navigatore, che avevo ovviamente provveduto a personalizzare facendo sì che
fosse quella di Pamela Anderson a parlarmi, mi avvertì che stavamo per giungere
a destinazione. In lontananza potevo scorgere strizzando un po gli occhi un
concentramento di casupole mal illuminate e sfatte. Inoltrandomi in quella che
in mancanza di un termine più adatto potrei definire un “paesottolo”, Rose
sbuffò, si scosse e infine tacque. Mi aggrappai con maggior forza al volante
finchè le nocche delle mie mani si tinsero completamente di bianco, ripetendomi
che si trattava di uno scherzo, la mia alternativa Rose non poteva aver deciso
proprio ora e proprio in questo posto dimenticato da Dio dove neanche Satana in
persona si sarebbe comodato a raggiungere di “abbandonarmi”. Tentai inutilmente
di rimettere in moto il minivan ma nonostante i miei sforzii la situazione
rimaneva immutata. Mi fermai a riflettere ma pensare non era mai stato un
qualcosa di adatto a me e così, dopo pochi minuti, ci rinunciai. Appoggiai
stancamente la testa la volante e solo dopo svariati sospiri mi decisi a
scendere dalla vettura alla ricerca di un meccanico o anche solo di un telefono
visto che il mio cellulare aveva deciso di non collaborare diventando
irraggiungibile.
Vagai senza una precisa meta per una decina di minuti girando, senza
accorgermene, in circolo. Inutile dire che durante il mio giro di
“perlustrazione” non avevo incontrato anima viva, tranne un ubriaco solitario
che, a quanto pareva, non era in grado neanche, di ricordarsi il nome del
suddetto paesino. Se anche avessi avvisato Ryan non saremmo potuti andare
lontano e poi, dopo tutto il casino
che avevo fatto per venirlo a prendere da questo buco non avrebbe più accettato
di rispettare il nostro “patto”. Altro che “salvatore”, avrei fatto la figura
del Coglione, con la “C” maiuscola.
Cominciai a prendere a calci la macchina urlando frasi sconnesse
costituite principalmente da “Fuck”, “Goddamned” e tutte le loro possibili
sfumature, fermandomi solo quando mi accorsi di averla
abbozzata.
“Damn!!!” Imprecai. Adesso
avrei dovuto spendere altri soldi per riparare l’ammaccatura. Mi fermai prima di
iniziare una lunga e duratura sezione di autocommiserazione quando sentii dei
passi dietro di me. Mi voltai credendo di vedere l’ubriacone già precedentemente
incontrato ma icrociando ugualmente le dita nella speranza di trovarmi davanti
un essere umano sobrio e mentalmente stabile capace di risolvere il mio “piccolo
problema”. Rimasi scioccato quando mi accorsi che l’essere umano in questione
non solo era una ragazza della mia età, ma mi era così vicina che, girandomi, la
urtai.
Ryan, dalla finestra del terzo piano del 120 Round Street, Little Chapel,
Nevada
Mi affacciai per la ventesima volta negli ultimi cinqui minuti con la
speranza di scorgere il minivan viola, la mia salvezza. Mi sedetti deluso ai
bordi del letto. La ragazza dormiva ancora.
“Strano” mi trovai a pensare. “ L’effetto del sonnifero secondo i miei
calcoli doveva essere abbondantemente finito.”
Sospirai e mi sporsi nuovamente alla finestra senza ormai, nessuna
speranza. Qualcosa invece colpì subito la mia attenzione: quello che sembrava un
minivan viola giaceva poco più avanti dell’entrata del palazzo. Scorsi una figura stesa sul sedile posteriore al
suo interno: Brendon doveva essersi addormentato. Lì per lì non mi posi neanche
il problema del “ Perché si sarebbe dovuto addormentare invece di venirmi a
prendere” troppo preso dalla felicità al pensiero di abbandonare quel
posto. Raccolsi rapidamente le mie
poche cose sparpagliate nella stanza, unico segno tangibile della mia presenza
in quel luogo e uscii di soppiatto dalla porta che avevo aperto nell’attesa, la
quale dava sul piccolo corridoietto che collegava la camera da letto al bagno,
la cucina non abitabile ed a un’angusta saletta probabilmente adibita a camera
da pranzo. Le chiavi della casa erano infilate nella serratura e cercando di
fare il meno rumore possibile la feci scattare e scesi le scale velocemente: la
vecchia abitazione non aveva un ascensore. Nel tragitto incrociai un’anziana
signora che mi sorrise sorniona non appena si accorse che non mi ero preso
neanche il disturbo di abbottonarmi la camicia o allacciarmi la cintura. Mi
affrettai saltando gli ultimi tre scalini mentre tentavo di ridarmi un po di
contegno e raggiunsi rapidamente la macchina. Bussai su vetri oscurati per
svegliare il mio amico quando una vocetta acuta mi penetrò un
orecchio.
“ Ryanuccioooooo, amoooooooreeeeeeee” Non ebbi bisogno di alzare la testa
per capire che la ragazza si era svegliata e si era affacciata alla finestra.
Panico. “ Dove vaaaaaaaai? Ora ti vengo a prendereeeeeeeeeee”.
Merda!
Cominciai a bussare sempre più forte sul finestrino, terrorizzato
all’idea che quell’essere potesse raggiungermi. Già mi figuravo con un collare
al collo e lei che mi mostrava alla sue amiche come un trofeo. Brendon non
accennava a svegliarsi e quando ormai stavo cominciando a rassegnarmi al mio
destino di uomo-giocattolo mi accorsi che la portiera davanti era aperta e le
chiavi erano infilate. Quel deficiente non si era neanche preso il disturbo di
utilizzare il freno a mano e dovetti ringraziare il fatto che la vettura era in piano se non era
ancora scivolata via.
Entrai nel veicolo e diedi di gas appena in tempo per scappare alle
grinfie di quell’assatanata spingendo a più non posso l’acceleratore: raggiunsi
e superai immediatamente il limite di velocità consentito lasciandomi alle
spalle il più velocemente possibile il paesino.
Tirai un sospiro di sollievo e cominciai a rallentare solo quando intorno
a me v’era solo deserto.
“
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”
una voce femminile urlò, una voce che proveniva dal sedile
posteriore.
Sbandai.
Brendon, Little Chepel, Nevada
Cademmo uno sopra l’altra.
“ Eh che cazzo” disse la
ragazza in una lingua a me sconosciuta ma non mi ci volle molto per capire che
si trattava di un’imprecazione. “ Non capisci l’italiano? Beh che mi aspettavo
da un deficiente come te.” aggiunse in inglese vedendo la mia espressione
contrariata.
“ Cosaa?”
“ Oddio ma mò neanche l’inglese capisci?? Cosa vuoi che ti faccia un
disegnino???” ribattè acida. Non riscii a trovare niente da dire e me ne
sbalordii: io quello dalla risposta pronta ero senza parole, probabilmente, mi
dissi,non avrei dovuto stupirmene troppo poichè il motivo era molto semplice. Da
quando eravamo diventati famosi non ero abituato alla scortesia, tutti erano
sempre lì a leccarmi il culo e ne
erano pure felici : giornalisti, fan e aspiranti cantanti erano sempre pronti a
scodinzolarci intorno collocandoci su un
piedistallo.
“ Come ti chiami?” le chiesi. Assunse un aria sbalordita e aprì la bocca
come per dirmi qualcosa ma poi la richiuse e riassunse l’aria distaccata ed
ironica che aveva portato finora, sollevando leggermente un sopraciglio.
“ Angela.” Feci per presentarmi a mia volta anche se non credevo ce ne
fosse veramente bisogno infondo chi non conosceva i Panic at the Disco? Mi
zittì portandomi un dito sulle
labbra. “ Eh no bello, non me ne frega un cazzo chi sia tu perché
…”
“ Non mi conosci?” domandai
ma lei continuò come se non avessi aperto bocca.
“ …Perché, ti potrà sembrare strano, ma sono riuscita a vivere 21 anni
della mia felice esistenza essendone all’oscuro.”
“ Ma io sono..”
“ Guarda potresti essere pure il presidente degli Stati Uniti in persona
o la principessa Diana reincarnata ma continuerei a volere te e il tuo amichetto
là sotto, che mi sembra anche piuttosto ehm.. diciamo ‘ arzillo’ , lontani dalla
mia persona oppure, se ti risulta troppo difficile perché per te questi sono
stati i 5 minuti più appaganti della tua vita, mi accontenterei anche di non averti sopra di me. Sai di
solito aspetto almeno il secondo appuntamento per questo genere di cose.”
concluse sarcastica.
Mi trovai ad arrossire quando, guardando in basso, mi accorsi che aveva
ragione: qualcosa in me si era risvegliato. Non mi ero neanche accorto di essere
ancora sopra di lei troppo rapito da quella ragazza così fuori dal
comune.
“ Ehm… ce la fai o hai bisogno di aiuto? ” mi chiese “ o magari
preferiresti una mano”. Continuò sghigniazzando.
“Ah ah molto divertente. Sei in gara per la Miglior Battuta Zozza
Dell’Anno?” parlai rialzandomi lentamente e le allungai una mano anche se sapevo
avrebbe potuto rimettersi in piedi da sola: volevo solo prolungare il contatto
tra di noi.
“ Ovviamente no … non sono così scontata….. so fare di molto meglio” mi
sussurrò all’orecchio avvicinandosi sempre di più a me assumendo un tono
malizioso. Profumava di buono, di vento, era come la brezza in un’estate afosa:
una manna dal cielo.
“ Che fai? Adesso cominci con le allusioni? Se continui così potrei anche
credere di piacerti e fidati, non so se potrei garantire la tua incolumità.”
aggiunsi sornione.
Rise, e fu una risata sincera, vera, un qualcosa a cui ormai non ero più
abiutato, un suono che mi accarezzò le orecchie e che con mio grande disappunto,
si esaurì troppo brevemente.
“ Che c’è vuoi farmi pensare che tu sia un cattivo ragazzo? Mmh” aggiunse
mordicchiandosi dolcemente il labbro inferiore “ attento potrei crederci. Non
sono così indifesa come appaio.”
Miss Non-Me-Ne-Frega-Un-Ca**o- Di- Te-Perciò-Togliti-Dai-Cog****i stava
forse flirtando con me?? Non feci neanche
in tempo a chiederglilo che era scoparsa e per un secondo credetti di
essermi sognato tutto ma la sua voce mi riportò alla realtà. Stava accovacciata
accanto alla macchina osservando attentamente l’ammaccatura sullo sportello
davanti ed era compltamente immersa nei suoi
pensieri.
“ Ti intendi di automobili?”
“ Mmh Mmh” Immaginai si trattasse di un sì e mi avvicinani a lei
accovacciandomi a mia volta.
“ Certo che sei popo un demente non sapevi proprio come spendere i tuoi
soldi in qualcosa di futile come dover riparare una macchina che non avrebbe
avuto nessun problema se quel deficiente del suo proprietario non avesse deciso
di prenderla a calci?”.
Per la prima volta odiai il suo sarcasmo perché, almeno da suo punto di
vista, mi faceva sembrare un’idiota.
“ Forse, intelligentona, il suo proprietario stava solo cercando di
sfogare la sua frustrazione su qualcosa visto che la sua auto aveva deciso di
fermarsi nel bel mezzo del nulla. Lo sai , con i tuoi modi da principessina
intoccabile so tutto io potrei anche scambiarti per Hermione e …” mi accorsi
troppo tardi di aver detto troppo. Brendon Urie lo strafigo ( modestamente) dei
Panic! At The Disco che legge Harry Potter??? Impossibile. La guardai proccupato
ma poi mi ricordai che lei non sapeva ancora nemmeno il mio
nome.
“ Ohhh e tu povero piccolo chi saresti? Il Ron della situazione? Che c’è
vuoi un bacino ?” Siiii che lo vorrei!!! Cioè No ho una dignità da difendere …
ancora. Brendon torna in te!!! “ Oppure vuoi che ti ridia la tua maglietta dei
Cannoni??? E Lavanda Mi-Piace-
Darla-A-Tutto-Il-Mondo l’hai lasciata a casa?”
concluse
“ Lavanda non la da a …” ehy aspetta un attimo Brendon : non sarà che ti stai
lasciando coinvolgere un po troppo ??
“ … e poi lei almeno sarà sicuramente più brava di te a
fare TUTTO, Hermione-Non-Vorrei-Che
–Questa-Gonna-Ascellare-Sia-Troppo-Corta!!!” Ricobbi che mi stavo comportando
come un bambino ma una parte di me
fino a poco sconosciuta mi disse che mi stavo anche
divertendo.
“ Oh non ne sarei così
convinto se fossi in te …chiedilo a Draco, Ronnie Ronnie” Sorrise maliziosa sfiorando con l’indice
sinistro tutta la vettura fino ad arrivare alla portiera
destra.
“ Dracoooo!! Ma… ma…”
“ Sono sempre stata convinta che Hermione avesse una doppia vita”. Disse
aprendo lo sportello, infilandosi dal lato del guidatore. “ Come tutti del resto
no?” aggiunse guardando dritto negli occhi con un’intensità
unica.
“Ma… ma è impossibile cioè lei è… la Rowling non ha… una tresca con Draco
sarebbe una cosa…”
“ Impensabile? Fuori dall’ordinario o dal pensiero
comune?”
“ No… forse… anche…si! Ma… così non seguiresti la
storia!”
“ Seguirei la mia.” disse convinta come se quella semplice frase e
quell’espressione così seria nascondessero un qualcosa di più ma non riuscii a
coglierlo.
“ Niente avrebbe un senso.”
“ Sbagliato, ce lo avrebbe eccome, solo più difficile da trovare perché,
in questo caso, dovresti rimettere in gioco tutto te stesso ed ogni tua
convinzione: rischieresti di perderti.” Avvievolì così tanto la sua voce che
divenne solo un leggero sussurro. I suoi occhi si velarono di una tristezza tale
che sembrava essersi spenta completamente.
Stavamo ancora parlando di Harry Potter, un semplice libro o stavo, senza
accorgermene, sfogliando pagine di quello della sua vita?
“ Non va proprio eh?” mi chiese
all’improvviso.
“ Cosa?”
“ La macchina no?” Aveva cambiato velocemente argomento e, nonostante la
mia fama di indelicato rompiscatole, capii che questa volta non era il caso di
rigirare il dito nella piaga, ancora un po scosso dalla sua precedente
reazione.
“Ho controllato tutto: le ruote, il cambio, il tubo di scappamento e
..”
“.. e scommentto che non hai pensato neanche per un secondo che questa lucetta
lampeggiante poteva essere la causa di tutto ciò?”
La guardai sbigottito: in effetti ero stato troppo preso a controllare
tutto il resto da non vedere ciò che mi si trovava davanti. Cercai di assumere
un’aria intelligente, per quanto fosse difficile, ma rimaneva il fatto che non
capivo per quale cazzo di motivo continuava a lampeggiare.
Decise di illuminarmi facendomi notare che “ sai com'è a volte capita di
.. dover fare la benzina se non si vuole rimanere a secco”.
Merda!
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