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Autore: wallsofart    11/02/2013    5 recensioni
Freddo, un freddo che mi penetrò fino alle ossa.
La finestra che avevo aperto mezz'ora prima, si aprì tutta di scatto, facendo entrare una folata di vento che scostò violentemente le tende.
Guardai alla mia destra, dove stava prima Louis ma non c'era nessuno.
Scesi con lo sguardo fino alla mia mano, dove stava la fotografia di Louis. Quindi, non stavo stringendo la sua mano.
Freddo fin dentro le ossa.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1 

Entrai di fretta e furia dentro la stanza, lasciai la borsa nel piccolo divanetto e afferrai il camice.
«Jamie!» vidi la chioma bionda di Dana entrare «I bambini chiedono di te!» mi informò quasi sull'orlo della disperazione.
Finii di abbottonarmi il camice e passai a rimuovere le scarpe, per cambiarle con un paio più adatte «Lo so Dana, sono in ritardo! Scusami..» «..ma ti sei trattenuta più del dovuto, giusto?» finì la frase al mio posto, roteando gli occhi.
Ridacchiai e andai verso la scrivania per prendere la cartella. Uscii dall'ufficio affiancata dalla bionda e cominciai ad esaminare i risultati delle varie analisi dei miei pazienti.
Lavoravo in un ospedale londinese, in un reparto oncologico, cioè di varie malattie gravi, come la leucemia e il cancro. Avevo sempre sperato di poter allietare le giornate di quei bambini malati e c'ero riuscita. Non mi sembrava ancora vero di lavorare nell'ospedale più conosciuto di Londra.
Scorsi la lista dei pazienti e l'occhio mi cadde in un nome ben preciso: Safaa.
Non avevo una bambina di nome Safaa sotto le mie cure, sicuramente doveva essere nuova «Dana, quando è arrivata questa bambina?» chiesi puntando l'indice sul nome della nuova arrivata.
Vidi Dana rifletterci su un attimo e, mentre entravo nella stanza di Summer -una ragazza ammalata di cancro- la bionda mi informò «Safaa è arrivata ieri, verso le tre del pomeriggio» annuii e rimisi i vari fogli al loro posto, voltandomi poi, con un sorriso immancabile sul viso, verso Sum e la madre «Buon pomeriggio!» mi avvicinai alla ragazza e le lasciai un bacio sulla fronte, accarezzandole la guancia destra.
«Dottoressa, quando cominciamo il PET?» mi chiese la madre con tono preoccupato.
«Adesso signora» la informai con tono rassicurante, per farle capire che non c'era nulla di cui preoccuparsi
«Allora, signorina bellissima, come stiamo oggi?» chiesi con un tono dolce e sincero.
Fece un enorme sorriso stanco, guardandomi con i suoi occhioni ormai spenti «Meglio. Grazie Jamie» a quelle parole il mio cuore si riempì di gioia.
«Dana, vai a preparare la stanza P2 per la tomografia a emissione di positroni. Avvisa la dottoressa Adams e poi mi raggiungi nella camera A120» presi la penna dal taschino e firmai la cartella di Summer. Feci un cenno alla madre per farle capire di mettere la figlia sulla sedia a rotelle «Tra qualche istante verrà la dottoressa Adams a prelevare sua figlia per eseguire il PET. Non si preoccupi» sorrisi a Summer e poi mi dileguai, pronta per andare a conoscere la nuova arrivata. Mi diressi verso la stanza A120 e bussai piano, prima di affacciare la testa dalla porta «È permesso?» chiesi gentilmente, vedendo una bambina dai capelli scuri sul lettino.
Quest'ultima annuì, facendomi un cenno con la piccola mano.
Entrai lentamente e mi sedetti ai piedi del letto «Ciao Safaa. Io sono la dottoressa Jamie Kunis» allungai una mano verso di lei, che strinse prontamente fra le sue piccole e gracili dita biancastre.
«Ciao dottoressa Jamie» il suo tono allegro mi riempì le orecchie e non potei fare a meno di sorridere di più.
Quella bambina era piccola, ma sembrava molto forte dal tono con cui affrontava la situazione.
«Chiamami semplicemente Jamie» annuì e notai che faceva fatica a respirare, tipico segno di dispnea «Quanti anni hai, Safaa?» chiesi prendendo le analisi che le avevano fatto il giorno prima, per controllare.
«Cinque anni» disse mostrandomi la manina destra aperta.
Ebbi un tuffo al cuore, come ogni volta che mi capitavano nuovi pazienti, ma con lei era stato un tuffo più profondo. Era così piccola e già soffriva.
La vidi togliersi un ciuffo di capelli dal viso.
Sorrisi teneramente e mi soffermai sugli ultimi esami che le avevano fatto.
«Adesso ti visiterò e, nel frattempo, parleremo okay?» dissi alzandomi per poggiare la cartella su un mobiletto lì vicino.
«Sì, a me piace tanto parlare!» esclamò entusiasta, fermandosi tra una parola e l'altra per riprendere fiato.
Mi scrutò con occhi curiosi «Sai, Jamie, mi sembra di averti già vista...» disse mettendomi al corrente dei suoi pensieri, sempre interrompendosi di tanto in tanto.
«Probabilmente è successo in una vita precedente» alzai lo sguardo verso lei e le sorrisi. Ricambiò il sorriso e, nella mia mente, un altro sorriso identico al suo fece largo tra i miei ricordi.
Scossi la testa: non poteva essere. Eppure, quella bambina gli somigliava tantissimo.
«Jamie, eccomi» Dana mi riscosse dai miei pensieri.
«Dana, esattamente di cosa si tratta?» chiesi ancora un po' scossa, andando verso la bambina, cominciando a visitarla.
«Leucemia linfatica acuta» a quelle parole dovetti fermarmi, per respirare profondamente.
Non era sicuro che sarebbe sopravvissuta, avremmo dovuto fare un trapianto di midollo osseo e poi cominciare la chemioterapia, ma lei era troppo piccola e non sapevo per quanto tempo avrebbe resistito il suo gracile corpicino.
Immediatamente, andai a toccare i linfonodi accanto alla clavicola e quelli sotto l'ascella, per vedere se erano gonfi e con mio orrore era così.
«Safaa, riesci a dire almeno cinque parole senza prendere fiato?» chiesi alla bambina.
La vidi guardarmi con sguardo interrogativo «Non credo..» disse tristemente.
«Dana, sottraile della morfina, prima che il dolore ai linfonodi ritorni» le ordinai, sedendomi accanto a Safaa, pronta per una lunga chiacchierata.
«Potresti provare a dire, almeno cinque parole, senza interromperti fra queste, per riprendere fiato?»
«Non ci riesce» sentii dire da una voce maschile alle mie spalle.
Vidi lo sguardo di Safaa saltare sulla persona che aveva parlato e notai che le si erano illuminati gli occhi.
«Da quanto te...» mi voltai per rivolgere la mia domanda a quello che presumevo fosse il padre, ma le parole mi morirono in bocca appena lo vidi.
«Jamie?» fece quello incredulo.
Deglutii a vuoto e sentii il fiato rimanere impigliato in gola.
«Ecco dove ti avevo vista!» Disse Safaa, facendo un enorme respiro
«Nelle foto di mio fratello insieme ad Harry, Niall, Lo..» «Safaa!» la richiamò Zayn, prima che potesse completare quel nome che era capace di aprire una voragine nel mio stomaco.
Sentii l'aria mancare e andai a guardare di nuovo la cartella, vedendo che il cognome di Safaa era, appunto, Malik.
Alzai lo sguardo e incontrai quegli occhi di un freddo dorato.
Quegli occhi, che una volta, erano frizzantini, liquidi. Quegli occhi in cui chiunque si perdeva.
Quegli occhi che, insieme ai miei, avevano conosciuto la morte come i nostri cuori.

 

 

 

 

Aloha!
Bene, avevo in mente questa FF da un po' ed eccomi qui :)

Comunque, vorrei sapere che ne pensate.

Se volete che continuassi.

Se devo sotterrarmi o spararmi.

Insomma, fatemi sapere che ne pensate :)

Come primo capitolo -prologo- è parecchio sminchio

ma vi giuro che il secondo capitolo sarà più lungo e soddisfacente.

Adesso devo scappare. <3

 

Ps. Lei è la protagonista, Jamie Kunis, interpretata da Mila Kunis :) il nome l'ho preso dal film amici di letto, interpretato da lei e Justin Timberlake (porco della madonna) AHAHA e il cognome ho voluto lasciare quello originale.

 







 

 

 

   
 
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