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Autore: Lachelle Winchester    11/02/2013    1 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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9-Abbraccio di un angelo 


Il viaggio in aereo fu tranquillo e non durò molto. Dean si lasciò cullare dalla musica del lettore mp3 e si addormentò sereno come non era mai stato prima. A Lachelle bastò uno sguardo per chiarirsi con Sam; cominciarono a parlare, a raccontarsi tutto e a cercare un modo per far stare meglio l'altro, tornando al rapporto di sempre.
« Almeno siete stati bene, so cosa si prova quando si è innamorati. » disse Sam accennando ad un sorriso. « Io invece sono stato tutto il tempo ad ascoltare i discorsi di Castiel sugli "strumenti della perdizione". » continuò, imitando la voce dell'angelo.
« E' così dolce, sta cercando di diventare migliore, di costruire una famiglia con noi. » Lachelle gli confessò delle preoccupazioni nei suoi confronti.
Dopo aver parlato per più di mezz'ora, si rese conto che non gli aveva lasciato spazio per esprimersi anche se dalla sua espressione vuota non era tanto sicura che ne avesse avuto voglia.
« Come ti senti? Non mentirmi. » gli chiese improvvisamente.
Lui si strofinò gli occhi con la mano destra, poi la portò sulla fronte per buttarsi dietro i capelli che crescevano a vista d'occhio.
« Ah! » sospirò e rivolse gli occhi sui piedi. « Distrutto. » si limitò a rispondere.
Sembrava a stento avere la forza di arricciare il naso e trattenere le lacrime e la cacciatrice avrebbe voluto fare qualcosa per lui, che per lei c'era sempre stato nei momenti peggiori.
« Eri davvero innamorato innamorato? » gli chiese lei con tono lento.
In un primo momento Sam evitò lo sguardo, poi si convinse che parlarne gli avrebbe fatto bene e cominciò lentamente, prendendosi molte pause per pensare.
« Ero sulla buona strada. Ci credevo davvero, speravo che questa volta fosse stata quella buona ed invece mi sono innamorato di nuovo della persona sbagliata. » osservò amareggiato.
« Mi dispiace tantissimo, Sam. Non te lo meritavi proprio. »  lo rincuorò lei. « Ricordati che per qualsiasi cosa puoi contare su di me. Fa bene sentirselo dire quando ci sentiamo soli, me l'hai sempre detto tu. »  gli sorrise, facendogli l'occhiolino.
Sam sorrise a sua volta e spostò la conversazione sul fratello, che dormiva beatamente con la testa appoggiata al sediolino, rivolta verso l'alto.
« Fa strano vedere Dean così calmo su un aereo, vero? » le fece notare prima di mettersi a guardare fuori dal finestrino.
Continuarono a parlare fino all'atterraggio, poi una volta scesi Dean si fece uno dei suoi balletti vittoriosi e corse dalla sua amata Impala, come se non la vedesse da anni. Prima di salire però alzò di peso Lachelle e la fece sedere sul cofano per controllare la ferita sul ventre, ma lei lo rassicurò e si misero in viaggio senza meta, arrivando in Kansas dopo un giorno di viaggio.

Kansas

Verso il pomeriggio l'Impala sfrecciava su una strada quasi deserta, a parte qualche casa di tanto in tanto, qualche negozio e molte fabbriche. D'un tratto due uomini corpulenti e pelati dall'aria minacciosa sbarrarono loro la strada. I fratelli cercarono di capire come mai non si volessero muovere dal posto ma questi non rispondevano. Il primo uomo mostrò il nero degli occhi e poi rise.
« Ma che cavolo hanno da ridere? Maledetti demoni complessati e i loro stupidi giochetti! » sbottò la donna mentre Sam scendeva dall'auto.
Lei e Dean stavano per seguirlo ma Castiel comparì nell'auto, seduto al solito posto accanto a Lachelle.
« Stanno arrivando da ogni lato, » li avvisò allarmato. « sono demoni e riescono ad individuare la spada facilmente da quando sono sulle vostre tracce. » terminò di spiegare, ancora col fiatone.
L'angelo indossava il solito trench ma non era impeccabile come sempre; il volto era spento e cupo e gli occhi non emanavano la solita luminosità, aveva le occhiaie.
« Ma cos'è successo? Cass, ora ti droghi? »  gli chiese Lachelle, sempre più convinta che l'angelo stesse nascondendo qualcosa.
« No che non mi drogo. » rispose lui, guardandola accigliato e col capo lievemente inclinato. « Dovete nascondervi. » riprese lui.
« E come? Dovremmo stare tutto il tempo in viaggio senza fermarci? » chiese Dean, che ogni tanto si voltava avanti per controllare Sam che stava discutendo animatamente con due demoni belli grossi perfino per suo fratello.
« Non ho un piano, non so cosa fare. » cercò di aprirsi lui ma l'espressione di Dean probabilmente lo scoraggiò. « Ma non mi drogo. » ripeté, rivolto a Lachelle, che venne in suo aiuto.
« Dobbiamo nascondere la spada, fare in modo che loro non sappiano dove si trova. Non puoi inciderci quei simboli enochiani come avevi fatto alle nostre costole? » chiese alzando le spalle.
« No, è un'arma troppo potente. » rispose scuotendo il capo ma la cacciatrice non si perse d'animo e Dean sorrise; la sua ostinazione e il modo in cui cercava sempre di trovare un'alternativa gli erano sempre piaciuti.
« E puoi inciderli su una casa? »  propose indicando col dito quella sulla loro destra.
Sentiva che quella doveva essere una cosa importante per Castiel e voleva fare il possibile per aiutarlo.
« Si, ma non ci deve vedere nessuno. »  rispose quello col trench, pochi istanti prima di sparire e ricomparire a pochi millimetri dal muro di quella villa, intento a dipingere simboli incomprensibili.
« Non ne posso più della chiave, della spada, dei demoni e di quello stupido angelo! » la voce di Sam rimbombò improvvisamente in quella piccola strada e Castiel si arrestò di colpo quando udì quelle parole; non se le aspettava da parte di Sam, ma cercò di mostrarsi indifferente, di far finta di non aver sentito e riprese a dipingere nervosamente.
Quando gli altri due cacciatori scesero dall'auto, furono colpiti dal gelido vento e dal profumo dei pini che si alzavano in tutta la loro altezza lungo il sentiero. Uno dei due demoni colpì con un pugno Lachelle, cogliendola di sorpresa ma quella fu l'ultima azione che compì perché Dean un attimo dopo gli piantò il coltello dritto nello stomaco.
« Stupido angelo impiccione, sei solo un fallimento. » gridò l'altro demone, anch'egli in fin di vita, col sangue che gli colava ormai da ogni parte del corpo. Non finì di parlare che Lachelle lo sistemò definitivamente; questa storia di tutti che trattavano male Castiel la faceva stare male e giurò che sarebbe stata lei stessa a porle fine.

La casa grigia e bianca che Castiel aveva nascosto agli occhi dei demoni era molto grande, arredata da mobili classici, con la corrente funzionante, così come l'acqua ed ogni cosa: era chiaramente abitata. Dopo l'ingresso, a cui si accedeva dopo una scalinata di legno, c'erano subito la cucina, separata dal salone con un arco di legno, il bagno e la scala che portava al piano di sopra con le camere da letto e altri bagni. Enormi occhi di gufi li accoglievano ad ogni porta e foto di una donna dai capelli rossi con diverse persone decoravano le pareti di ogni stanza.
« Io vado di sopra a cercare un posto per nascondere la spada. » disse Sam imbarazzato, col volto rosso coperto dai capelli.
Voleva assolutamente evitare lo sguardo angosciato di Castiel, non ce l'aveva con lui, era solo molto arrabbiato col mondo intero e se la prendeva con tutti, ma non era dell'umore giusto per scusarsi.
« E per quanto dovremmo restare qui? » chiese Dean, massaggiandosi le labbra con la mano destra e osservando i particolari un po' angusti della casa.
« Per quanto basta. » intervenne bruscamente lei, in difesa dell'angelo, che fissava un punto della stanza a caso; le dispiaceva rispondergli male ma in quel momento Castiel non aveva bisogno di altri sensi di colpa.
Il cacciatore la guardò accigliato e salì sopra per andare in bagno perché aveva bisogno di una doccia.
Scese il silenzio tra Castiel e Lachelle; lui si guardava intorno ma lei era determinata ad aiutarlo, così lo fissò dritto negli occhi.
« Io vado a fare delle ricerche. » si affrettò a dire ma lei lo prese per il trench prima che sparisse.
« Aspetta Cass. Non vai da nessuna parte se non mi dici cosa ti succede. » lo avvertì in tono quasi minaccioso. « So che non vai a fare delle ricerche, per quello c'è il pc e poi non scopri mai niente. » si affrettò ad aggiungere.
Non voleva spaventarlo o intimargli qualcosa e si impose di assumere un tono più dolce possibile.
« E' uno strumento della perdizione. » ribatté lui sempre senza guardarla negli occhi.
Uno dei fratelli aveva acceso l'impianto di riscaldamento perché cominciò a fare caldo.
« Non c'è bisogno che ti tieni tutto questo dentro. » continuò lei come se non l'avesse interrotta. « E dai, ho visto la tua espressione quando quel demone si è rivolto a te lì fuori. » aggiunse, cercando di non perdere la pazienza.
Era abituata a far parlare con Dean, quanto poteva essere difficile far parlare anche lui?
« Dovresti mostrarmi più rispetto! » la avvertì lui ma indietreggiò quando la vide arrabbiarsi sul serio.
La donna si tolse la giacca blu e la scaraventò sul divano.
« Questo non è non portare rispetto, Cass. Secondo te non ti rispetto? » gli chiese.
Lui non rispose ma lei non si perse d'animo e perseverò.
« Ci preoccupiamo per te perché siamo tuoi amici: a questo mi riferivo quando parlavo dell'amicizia, non devi tenerti tutto dentro, devi parlarne con noi. Magari Dean non è l'ideale per una chiacchierata di questo genere e Sam sta passando un brutto periodo ma io sono qui, puoi parlare con me. ».
La sua voce sembrava aggressiva perché da tempo pensava quelle cose e una volta avuta l'occasione doveva assolutamente sfruttarla. L'angelo cominciava a sembrare ancora più confuso, si sentiva ribollire, si sentiva solo e alzò gli occhi al cielo.
« Anche Sam crede che sono un disastro, e »  iniziò lui a bassa voce. « tutti i demoni e gli altri angeli lo pensano. » continuò lui senza distogliere lo sguardo dal soffitto bianco e pieno di ragnatele.
« Sam era arrabbiato, i demoni e gli angeli, lo sai meglio di me, con tutto il rispetto ma la maggior parte sono dei gran figli di puttana. » disse sedendosi su un divano giallo poco distante dalla porta.
Il gusto della persona a cui apparteneva la casa era particolare; i cuscini sul divano erano rossi come il tappeto e le tende.
« Non dire parolacce anche tu, » la riprese lui. « le sto imparando anche io. » confessò accennando ad un sorriso.
Lachelle gli sorrise a sua volta e gli fece cenno di sedersi accanto a lei.
« Facciamo una cosa: io non le dico più e tu lavorerai sulla tua autostima. » propose mostrandogli un sorriso radioso. « Conta quello che pensano le persone che ti vogliono bene, Cass, non gli altri. ».
Non sapeva come comportarsi con lui, così gli diede una pacca sulla spalla.
« E cosa pensate voi di me? » chiese lui, guardando la mano della donna sulla sua spalla.
« Che come tutte le persone del mondo hai fatto i tuoi sbagli. Tutti ci pentiamo di qualcosa prima o poi, ma sbagliare non è sbagliato, a volte è necessario per capire quali sono gli errori che non dobbiamo più commettere. » gli rispose tirandosi goffamente il braccio.
La Winchester pensò che, anche se di solito evitava gli abbracci, avrebbe voluto sapere come era abbracciare Castiel, ma si propose di fare un passo alla volta.
« Non devi cercare di giustificarmi, io ho fatto del male a tante persone, » ribatté. « ma tu non puoi capire. » aggiunse scuotendo la testa.
« No, ma Dean capirebbe. Ti posso solo dire una cosa: Dean ha sofferto tantissimo per quello che ha fatto all'inferno e soffre ancora ma io non l'ho mai visto mollare, nonostante quello che aveva e che ha ancora dentro. Fa finta di niente ormai e supera questa angoscia e questo dolore giorno per giorno perché le persone che lo amano gli stanno vicino. E anche tu hai delle persone che ti stanno vicino e possiamo aiutarti a rimediare, a farti sentire meglio, ma devi lasciarcelo fare. ».
La voce della donna era dolce e confortante e l'angelo cominciò a perdere l'imbarazzo e a confidarsi con lei.
« Ma io non dovrei sbagliare, sono un angelo del Signore. » ribatté e lei sorrise ancora.
« Vuol dire che non siete poi tanto diversi da noi umani. » concluse. « Supereremo tutto, resta con la tua famiglia. ».
La voglia di abbracciarlo cresceva, e voleva dimostrargli una volta tanto quanto gli volesse bene.
« Sai una cosa, Castiel? Quando le persone vogliono dimostrare il loro affetto si abbracciano. » gli spiegò.
Lui le fece capire che già lo sapeva ma non sembrava aver capito le sue intenzioni. Lachelle rimase inutilmente lì con le braccia spalancate ad aspettare che lui si avvicinasse.
« Lo vuoi un abbraccio? »  gli chiese e finalmente si avvicinò; lo strinse forte, era un suo amico, era parte di quella piccola psicopatica famiglia e non voleva perderlo.
Lui le era riconoscente come non era mai stato con nessuno prima; dopo tanti anni che si conoscevano, finalmente Lachelle seppe come fosse un abbraccio di Castiel.

Dopo circa cinque minuti, un rumore di passi dalle scale annunciò l'arrivo di Dean; dopo aver fatto la doccia si era cambiato e aveva indossato un abito formale, la giacca, i pantaloni e la cravatta neri su una camicia bianca. Aveva intenzione di portare la sua donna fuori a cena e scese le scale freneticamente ma quando arrivò vide la scena più bizzarra che gli fosse mai capitata: Castiel aveva il volto rigato dalle lacrime e abbracciava Lachelle. Quando arrivò sull'ultimo scalino li guardò ancora un po', poi si raschiò la gola rumorosamente.
« Questa casa è fantastica, il bagno è spazioso, abbiamo due camere da letto. » disse distrattamente. « Ci sono anche le birre in frigo. » urlò dalla cucina."Avete intenzione di abbracciarvi ancora per molto?» sbottò all'improvviso.
Lachelle ci impiegò un po' a far capire a Castiel che l'abbraccio era finito, forse non aveva mai abbracciato nessuno o forse stava bene così ma comunque non potevano trascorrere in quel modo l'intero pomeriggio, e poi la Winchester non si sentiva a suo agio a mostrare apertamente tutto quell'affetto. 
La donna aveva bisogno di prendere un po' d'aria; gli avvenimenti degli ultimi giorni erano stati devastanti e aveva bisogno di rilassarsi un po'. Aprì l'altra porta d'entrata che si trovava alla fine del corridoio, dietro le scale, e si affacciò sulla strada. Non era deserta come l'altra, era un quartiere tranquillo e ben curato, con case dalle finestre illuminate, negozi che emanavano un forte odore di cioccolato, bambini che giocavano in bici e col pallone. Dean consigliò all'angelo di farsi un bagno, poi raggiunse la cacciatrice a passi brevi. Senza fare alcun rumore la sorprese abbracciandole la vita da dietro e dandole un bacio sul collo. Lei sentì il calore delle sue mani sul corpo e sorrise.
« Pensi che rimarremo per molto qui? » gli chiese ma lui le rispose usando le sue stesse parole.
« Uhm, non lo so. Per quanto basta, immagino. » usò un tono sarcastico.
« Non fare il cretino, quello non era il momento di parlarne. Castiel ha già abbastanza problemi di sensi di colpa, non volevo fargli pesare anche questo. Sta attraversando un periodo davvero difficile. Lo è anche per noi e per Sam anche. » concluse lei, prima di sbuffare e girarsi per mettergli le braccia intorno al collo; era meraviglioso averlo tra le braccia, guardarlo negli occhi e baciarlo, sentirsi le sue mani sul corpo.
« Da quando la vita di un cacciatore è facile? »  le fece notare l'uomo ma lei protestò.
« Appunto, se sei un cacciatore cacci, ma noi ci limitiamo solo alla caccia? No, e per di più siamo anche in vacanza adesso. E' difficile abituarsi ad uno stile di vita nuovo, con abitudini nuove, evitare di essere quello che siamo e abituarci ad altre cose. » cominciò a ragionare ad alta voce.
« Forse, ma io ho te, una fidanzata psicologa che si occupa della nostra piccola famiglia. » disse lui facendole tornare il sorriso su quel volto cupo.
« La nostra piccola famiglia? » ripeté guardandolo curiosa.
« Si, non è perfetta » cominciò, poi si arrestò di colpo. « In effetti non c'è quasi niente di una famiglia, ma siamo noi e siamo comunque una famiglia. ».
« Forse potrebbe farci bene riposare un po', almeno fino a che questa maledetta spada non verrà distrutta. » concluse abbracciandolo di nuovo, lui le mostrò il solito sorriso provocatorio e beffardo.
« Mi abbracci senza chiedermi il permesso? » la prese in giro per farla ridere.
« Che te ne pare di una bella serata con un dolce e un film? » propose lei ma lui le mostrò il vestito. « Si, sei molto elegante ma perché ti sei vestito così? ». « Perché volevo invitare la mia ragazza a cena fuori. » disse calcando le parole "mia" e "ragazza" e lei lo baciò.
« Va bene, ma ho visto un fast food qui vicino. » propose, incrociando le dita nelle sue e guardandolo negli occhi, così lo convinse e alla fine scelsero di andare a mangiare un panino con l'hamburger.

La luna era alta nel cielo, piena e lucente, e risplendeva sui giardini del parco dove i Winchester avevano parcheggiato per mangiare i panini. L'idea della nuova vita diventava sempre più familiare e meno spaventosa e mangiarono tranquilli nell'Impala, poco distanti da una fontana, come quando si erano baciati la seconda volta.
« Ma non hai paura che faccia cadere un po' di senape sul sediolino? » lo provocò lei, facendo penzolare la bustina di senape e lui la guardò con gli occhi sgranati.
« Non lo faresti mai, ami l'Impala. » rispose, sperando di convincere entrambi. « Il mio hamburger è bruciato. » mentì.
« Il mio è perfetto. Fammi vedere. » disse Lachelle a Dean, che prima le avvicinò il panino poi la baciò.
Si sentivano così felici che non potevano credere di aver sofferto tanto fino a poco prima; in quei momenti tutto si fermava intorno a loro e dimenticavano il resto. Finiti i panini, Lachelle rimase con un po' di maionese sulle labbra e cercò ovunque un paio di fazzoletti, senza riuscire a trovarli.
« Ci penso io. » la rassicurò Dean, avvicinandosi malizioso, spingendosi oltre il proprio sediolino e baciandola.
Con la mano sinistra le scostò i capelli, accarezzandoli lentamente per spostarli dal volto radioso e con la destra le accarezzava la schiena, spingendo il suo corpo contro il sediolino. Tra un bacio ed uno sguardo vide gli occhi scuri felici come non li aveva mai visti. Quando l'aveva conosciuta erano tristissimi, sembravano sempre sul punto di lacrimare da un momento all'altro e sapeva che spesso lo facevano, ma non se ne faceva accorgere. Più la baciava con passione più lei cedeva sotto il suo peso, poi urtò il finestrino con la testa. Lachelle si rialzò e gli si sedette in braccio, gli accarezzò le labbra prima di baciarle ancora una volta. Le sue braccia gli cingevano il collo e pian piano gli alzarono il colletto della camicia. La donna amava quando aveva le pieghe della camicia o della giacca di pelle alzate. Gli sfilò la giacca, lasciandola cadere sul sediolino accanto, dove di solito si sedeva Sam, poi guardò di nuovo i suoi occhi assenti e gli posò la propria fronte contro la sua.
« Hei, c'è qualcosa che non va? » gli chiese fissandolo negli occhi, che sembravano più luminosi del solito, e con sua grande sorpresa, Dean non aspettò le sue parole di conforto per cominciare a parlare.
« Io non ho mai fatto l'amore. » sussurrò e lei sorrise.
« Dean, se è un modo per chiedermi di non contare tutte le ragazze con cui sei stato, sappi che non ce n'è bisogno. Mi importa solo il nostro presente. » lo incoraggiò dolcemente; davvero non le importava, ora era suo e non se lo sarebbe più fatto scappare.
« Intendo fare l'amore davvero, con una persona importante come tu lo sei per me. Mi sono divertito con tante ragazze ma questa volta è diverso. » le confessò lui col cuore che batteva forte, prendendo le sue guance tra le mani calde e forti; era spaventato come un ragazzino e aveva paura di sbagliare qualcosa e deluderla.
Lachelle sapeva che quelle parole avevano più significato di quello che sembrava; le stava dicendo che l'amava a modo suo e sentì la pelle accapponarsi.
« Ti amo, Dean. Ti amo per il tuo carattere, i tuoi difetti, le tue paure, i tuoi modi di fare, di organizzare le cose... » cominciò ancora una volta a fare un elenco delle cose che amava di lui, sentendo un brivido attraversarle ogni parte del corpo ad ogni parola.
« Organizzare le cose? » chiese curioso, accarezzandola lentamente.
« Sei autoritario, protettivo, mi fai sentire sicura quando ci sei tu. » spiegò lei mentre un cagnolino bianco e grigio dal pelo arruffato passò molto vicino a loro; questo ricordò loro che si trovavano troppo in bella vista.
Dean portò l'auto in un luogo più appartato, nascosto tra gli alberi, dove gli unici suoni che si udivano erano il canto di piccoli uccelli notturni sui rami degli alberi. Lachelle gli accarezzava la schiena liscia, le braccia muscolose, arrivando a dargli un bacio sulla guancia e poi tornando indietro mentre respirava il suo profumo. A quel punto Dean l'aiutò a sedersi di nuovo sulle proprie gambe e le baciò il collo. Una sensazione molto piacevole la pervase ma le fece il solletico, così urtò con la testa di nuovo contro il finestrino. L'uomo allora la prese in braccio, scese dall'auto e passò sui sediolini posteriori, aiutandola a posarsi sui quei sediolini decisamente più comodi e spaziosi. Pelle contro pelle, sguardi, baci lunghi, sguardi, uniti fino a diventare una cosa sola, sguardi, respiri e ancora sguardi. Quando furono entrambi stanchi, si sdraiarono muovendo ancora i piedi per riscaldarsi. Il cuore di entrambi era incontrollabile, batteva ad un ritmo troppo forte, mentre dei sorrisi di gioia si stagliavano sui loro visi.
« Hai freddo? » le chiese lui, spostandole una ciocca di quei capelli sempre disordinati.
« No se mi abbracci più forte. » rispose lei, che voleva sentirsi le braccia ancora più strette intorno al proprio corpo.
« Mi stai chiedendo il permesso di abbracciarmi? » ironizzò il cacciatore e lei rise.
La strinse più forte che poté in un abbraccio angelico, il più bello che avesse mai ricevuto e a quel punto disse una cosa che Lachelle non avrebbe mai sognato Dean potesse dire in vita sua, soprattutto a lei: « Ti amo anche io. ». 
   
 
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