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Autore: Molecola    11/02/2013    6 recensioni
Avete mai notato come la sezione di psichiatria in un ospedale sia sconfinata in un angolo lontano da tutti gli altri reparti ma a un passo da quello di cardiochirurgia? I “malati di mente” accanto ai “malati di cuore”. Come se ci fosse davvero una differenza.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mio marito mi dorme accanto, mi sono sposata molto giovane, avevo a mala pena sedici anni e adesso, adesso che mi guardo indietro mi rendo conto di quanto impulsiva io sia stata, lo osservo dormire, dovrei sentirmi bene no? Dovrei sentirmi realizzata, amarlo come la prima volta che l’ho visto, che concetto sbagliato, la prima volta che vedi qualcuno non lo ami già,perciò non puoi amarlo come la prima volta che lo hai visto, fatto sta che quest’uomo per quanto dolce e premuroso io non credo di averlo mai amato. Mi alzo svogliatamente dal letto, c’è un pensiero fisso da qualche giorno che mi corrode la coscienza: Alessia! c’è qualcosa che mi spinge a pensare quella ragazzina costantemente, doveva essere una persona molto allegra prima del disastro, i suoi occhi portano i residui di una qualche gioia sconvolgente, ho trenta anni e sembra che una ragazzina di diciotto abbia conosciuto più gioia e dolore di me, dovrei vederla come un paziente come un altro eppure non riesco a non pensare durante la giornata a quelle mani affusolate e screpolate, a quelle labbra serrate e inumidite, a quei capelli di quel colore cosi strano, Dio, se avessi avuto il coraggio di tingerli in quel modo in adolescenza mia madre avrebbe chiamato un esorcista, mi viene da ridere se penso a quando mi presentai a casa con una gonna più corta del solito, quante botte presi. Mi lavo i denti, perché non riesco a smettere di pensare Alessia, è una mia paziente accidenti e ha diciotto anni, è una bambina rispetto a me, ed io sono sposata e lei..lei ha la persona che ama in coma,certo fisicamente mi rendo conto di piacerle, me lo ha anche detto ma..magari scherzava! No! No basta, questa situazione mi rende poco imparziale e incapace di occuparmi di lei come dovrei fare. Ora uscirò di casa, andrò a lavoro, e quando Alessia entrerà in quella stanza io farò finta di nulla e mi toglierò dalla testa questi stupidi pensieri, sei una psichiatra accidenti, comportati responsabilmente come hai sempre fatto!
Guardo l’orologio, mancano cinque minuti alle quattro, qualche attimo e lei sarà qui, respira Silvia, respira, è solo una paziente, ti stai facendo influenzare da tutta quella maturità che dimostra, respira


-          Giorno- la ragazza entra senza preavviso scocciata
-          Buon giorno anche a te, prego siediti- le indico la sedia deglutendo
-          Tutto bene dottoressa?- mi chiede dubbiosa
-          Questo sono io che devo chiedertelo-
-          Va beh non è che ora perché fa la strizza cervelli allora non può avere problemi anche lei- incrocia le dita mettendo in risalto le forme del seno, ma che vado a guardare?? Ma che cazzo mi prende
-          Ehm..no..si..-
-          Se vuole ripasso dopo..- si guarda intorno preoccupata, i suoi occhi sono cosi luminosi..la fisso..
-          No!- urlo per smettere di pensare senza rendermene conto
-          Ok..mica era necessario urlare, mi scusi ma cosa è un  nuovo metodo? Finge di essere schizzata per vedere come reagisco??-
-          No scusami, allora come va? L’ultima volta sei andata via sconvolta e innervosita-
-          Sono fiduciosa dottoressa-
-          Ah si? Come mai?-
-          Credo che Marlene si risveglierà. Me lo sento, lei si riprenderà e tutto tornerà come prima- la guardo e uno strano moto di delusione mi assale
-          Bene, è bello vederti positiva.. e le voci le senti ancora?-
-          A volte, prima di prendere sonno generalmente, però è ok, sto imparando a non mettermi a parlarci in mezzo alla gente-
-          Alessia..sei sicura che illuderti cosi sia una buona idea? Cosa succederà se lei non si..insomma se le cose dovessero andare diversamente-
-          Ne morirei dottoressa, salirei sul palazzo più alto e mi butterei giù-
-          Non scherzare Alessia-
-          Non scherzo, in un modo o in un altro io starò per sempre con Marlene e se lei non può rimanere qui beh..andrò io da lei-
-          Non puoi dirmi queste cose, non è un pensiero sano!-
-          Lo so, so che il suicidio non è una cosa da prendere in considerazione ma ho preso la mia scelta-
-          Non è una scelta-
-          È la mia vita-
-          Si ma io sono al tua psichiatra e se vieni a dirmi una cosa del genere io sarò costretta a prendere provvedimenti-
-          Ma cosa le importa di quello che faccio?-
-          Mi pagano per prendermi cura di te e apparte questo io mi preoccupo per te-
-          La smetta con questa ipocrisia, lei si diverte solo a sparare sentenze,a dire cosa è giusto e cosa no, lei non è mia amica,è un estranea pagata per fingere di aiutarmi-
-          Alessia io voglio sul serio aiutarti-
-          Beh non può farlo! Nessuno può farlo! Marlene molto probabilmente morirà e io posso solo aspettare e illudermi e niente e nessuno potrà aiutarmi a alleviare questo dolore nessuno- in un momento di rabbia e furia mi spingo verso di lei, le afferro il viso, mi guarda sconvolta e confusa, le lacrime le rigano il volto finendo sulle labbra bagnate, la lucidità mi abbandona rintanandosi chissà dove, l’istinto bello pronto, mai utilizzato si fa strada tra le remore del buon senso e in un gesto repentino bacio Alessia, la sente serrare le labbra, passa poco più di un secondo e le sue mani mi spingono via facendomi ricadere sulla sedia
-          Ma che cazzo fa?????-
-          Scusami..io..-
-          Io cosa??? Lei è la mia psichiatra! Dovrebbe..dovrebbe ascoltarmi non baciarmi! Io le parlo della donna che amo, le dico che potrebbe morire e lei..lei..vaffanculo!- Alessia afferra la sua borsa ed esce sbattendo la porta. Che razza di medico sono?
 
  
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