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Autore: S t o r m_    11/02/2013    4 recensioni
Eccomi qua con una nuova fic/fiaba. Chiamatela come volete.
Dal testo:
..i suoi occhi rosso fuoco, esprimevano benissimo la sua rabbia verso l’ingiustizia che doveva subire. Essere un assassino non è mica facile. Soprattutto se costretti.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: mai giudicare un libro dalla copertina.
Rating: Verde.
Genere: Semifiaba…cavolo non so scrivere!(?)
Avvertimenti: Forse OCC. Leggermente Shonen ma neanche si nota. Anzi. Cancellate ciò che ho detto prima..(?) AU.
Note: E’ presente l’oc di Fay. Marcus. Qui ha i capelli alle spalle(?).Spero sia uscita decentemente. Lo spero. La dedico a Lus, perché mi sostiene sempre insieme a tutti voi. Vi voglio bene ♥



In lontano paese chiamato Arcadia, governava il perfido re Afuro. La sua malvagità non appariva agli occhi dei poveri abitanti. Negli anni, infatti, era riuscito talmente bene a mascherare i suoi intenti malvagi, da essere amato. In quel villaggio abituava Marcus, che per poter sopravvivere, era stato costretto all’obbedienza assoluta agli ordini impartitegli da Terumi. Infatti, ogni qualvolta il malvagio re decideva che un suo nemico doveva morire, mandava Marcus ad ucciderlo.
La gente del paese vedeva il concittadino come un assassino e alla sua vista fuggivano urlando:“Aiuto! Aiuto! Stà passando l’assassino!”. Marcus, nulla poteva fare per far cambiare idea, perché assassino lo era veramente.  La sua vita solitaria, lo portava spesso nelle vallate circostanti a fare lunghe passeggiate. Un giorno un riflesso l’abbagliò: tra l’erba uno specchio rifletteva i raggi del sole. Allora, raccolto l’oggetto, si avviò verso casa contemplandolo.
Tornato alla sua dimora, mostrò l’oggetto al fratello Telemaco, il quale era l’unico a conoscenza della triste sorte del fratello. Marcus era completamente diverso da Telemaco. Era leggermente più basso ma, i suoi occhi rosso fuoco, esprimevano benissimo la sua rabbia verso l’ingiustizia che doveva subire. Essere un assassino non è mica facile. Soprattutto se costretti. I suoi capelli neri ricadevano sulla tunica del medesimo colore, ma sbiadita dal tempo, ormai piena di macchie rossastre. Non amava la compagnia altrui. Stava bene solo con Telemaco. Odiava ricevere ordini, soprattutto dal re. Afuro era giovane, bello e molto ambizioso. I lunghi capelli platino, ma soprattutto quegli occhi scarlatti lo rendevano ancora più odioso alla vista di Marcus. Tutte le ragazze amavano il re. Ovviamente non ne conoscevano la natura. Un giorno, mentre Marcus era fuori casa, il perfido re mandò due guardie a “rapire” Telemaco. Non sembravano due guardie. Erano giovani. Uno aveva i capelli rossi e gli occhi ambrati. L’altro aveva i capelli bianchi e gli occhi color del ghiaccio. Non oppose resistenza. Non sarebbe servito a nulla.
Tornato al villaggio, Marcus, notò uno strano silenzio. Venne attirato da uno strano brusio proveniente dalla piazza centrale: tutti erano riuniti per un evento molto speciale. Facendosi spazio tra la folla vide suo fratello Telemaco davanti ad una lucente ghigliottina.
Sopra un’impalcatura di legno sedeva il re sul suo imponente trono; anch’esso del medesimo materiale. Dopo uno squillo di tromba, il re annunciò: “Quest’uomo sà troppo! Devo morire!”. Terumi, per mezzo di abili spie, era venuto a conoscenza delle dichiarazioni del suo Assassino al fratello. Fù in quel momento che Marcus si accorse d’avere con se lo specchio.
Il discorso riprese:” Non sarà il solito Boia a tagliare la testa a quest’uomo, sarà il suo fedele fratello! Vieni Marcus!” terminò il re con una rumorosa risata. Tutto il popolo restò a bocca aperta.
Marcus fù costretto dalle guardie a raggiungere la ghigliottina. Fecero posizionare Telemaco sotto l’arma e il re esclamò:
” Sei pronto Marcus?”
con tono di scherno. Fu allora che l’Assassino parlò, raccontando tutte le “sue” malefatte e sottolineando chi le aveva commissionate: il re, che all’ascolto sghignazzava annuendo. Marcus estrasse lo specchio. Quell’oggetto aveva dei poteri magici. Ogni elemento che rifletteva contro di esso si tramutava in fuoco. Ovviamente, lui non poteva saperlo. Si meravigliò quando, con l’aiuto dei raggi del sole, incendiò l’impalcatura regale. Il re arse vivo sotto gli occhi di tutti. Ci fù un momento di silenzio. Un ragazzo dai capelli verdi esclamò:”Lunga vita a Marcus! Son finite le morti ingiuste”.
Da carnefice, Marcus, divenne l’eroe d'Arcadia.



Ricordate: Ma giudicare un libro dalla copertina.

 
   
 
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