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Autore: Alice7    12/02/2013    1 recensioni
Il viaggio di un gruppo di amici, conosciuti per caso o come dicono loro "per magia". La loro avventura tra distanza e lacrime, sorrisi e allegria.
Perchè quando certe persone entrano nella tua vita non puoi farle uscire.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiusa una porta si apre un portone.
Morto un Papa se ne fa un altro.

 

Quante volte sono state dette queste due frasi? Troppe.
Ed ormai in quanti riuscivano a crederci veramente? Di sicuro non Olimpia, o almeno non così fortemente come tutte le amiche le volevano far credere. Era un giorno come tanti, uno stupido 7 Dicembre come tutti gli altri.
Eppure quell'aula sembrava tropo stretta, troppo soffocante quel giorno, era circondata da persone che non sopportava ed il cielo grigio rispecchiava il suo umore.
“Olly?”
Cosa diamine vogliono da me tutti oggi? Se non parlo sarà per qualcosa, o no? Se non vi guardo in faccia sarà perchè non mi va. Fatevele due domande ogni tanto.

Eppure lei non era quel tipo di persona, doveva sorridere. Sorridere per vivere meglio. Così si girò verso la ragazza che la aveva chiamata, la sua compagna di banco da ormai lunghi cinque anni; la sua spalla, la sua confidente.

Dimmi Bea”

Ti dispiace se vado davanti a seguire filosofia?”
E come può dispiacermi? Io odio questa materia, odio il professore.
A lei piace così tanto ed io oggi non sono di compagnia.

“Ma certo! Vai e prendi appunti anche per me”.


Ed eccola lì, sola in quel banco. Eppure era proprio così che voleva stare, nessuno le parlava perchè tutti sapevano che giorno era. Ma perchè allora ogni tanto qualcuno si girava a fissarla?
Sempre perchè sapevano che giorno era. E ne erano preoccupati, troppo per i gusti della ragazza. Doveva solo quel servizio e poi tornare a casa, preparare la valigia e partire con Sofia quella notte.
Sofia.

Una delle poche persone che sopporto ancora qui in mezzo, una delle poche che ha saputo come prendermi o che almeno non mi ha ancora chiesto di lui.

Olly, siamo a mare e io non lo sapevo? Perchè mi sembra sia ancora Dicembre”.
Olly si girò verso il professore facendo solo un piccolo movimento con la testa verso destra, e lo guardò. Quanto poteva odiarlo da uno a dieci?
No, l'odio verso quell'uomo non si poteva nemmeno numerare su una scala.
Seguì lo sguardo di tutta la classe, tutti la guardavano.
Ottimo. Esattamente ciò che volevo evitare.
E poi notò che aveva i piedi appoggiati sulla sedia vuota, quella al suo fianco. Di certo con la schiena contro il muro sembrava stesse prendendo il Sole ma comunque non stava facendo niente di male.
Questa volta nemmeno si prese la briga di rispondere- e chissene frega se tutti lo troveranno strano. Io oggi sono strana- e girò il busto rimanendo a fissare il foglio bianco del quaderno mentre le dita si richiusero sulla penna.
Ma quando finisce questa giornata? Quando potrò essere libera?


E i suoi desideri si avverarono prima di quanto pensasse, quando quella campanella segnò la fine delle lezioni, della sua giornata scolastica. Ma l'inizio di altro: “l'inizio della fine”, così lo aveva chiamato tempo addietro.
Salutò gli amici con arie sbrigativa, sorrise ai più e poi si trovò sola... con la sua migliore amica, Camilla.

 

Poche cose mi potevano essere invidiate dalle mie perfette sorelle. Diciamo una va.
Loro hanno il fisico giusto, il carattere perfetto, buoni voti a scuola fin da sempre e anche ormai all'università, fanno sport fantastici ed aiutano a casa.
Io? Io ho sempre solo avuto una cosa in più a loro: l'amicizia.
Sono stata fin da piccola quella con le amicizie migliori, le più salde e le più numerose.
Ed ora, ora non mi sta rimanendo nemmeno più quello, delle persone che contavo davvero amiche ne ho perse tre in due anni, con altre siamo ormai solo “conoscenti”.
A scuola, forse mi rimane qualcuno, ma quante: due? Tre?
Però ho ancora loro, loro due. I miei angeli custodi, le mie sorelle acquisite, le mie migliori amiche in assoluto: Camilla e Francesca.
E poi... poi? Poi c'è
lui.
Avete presente quando trovi una persona che solo con uno sguardo ti fa sentire perfetta? Che ti rimane accanto nei momenti peggiori?
Il tuo lui, il tuo migliore amico, la tua spalla su cui piangere. Il suo abbraccio che ti riscalda il cuore.
Il tuo tutto.
Ed ora, ora sto perdendo anche lui. Sto decidendo di perderlo perchè mi sono stancata di correre dietro le persone. Ora ho bisogno che le persone mi inseguano un po', che mi dimostrano che per loro valgo qualcosa, se mai è stato così.

 

Un motorino bianco passò davanti le due ragazze, e sorpassò il muretto dove erano appoggiate.
Camilla si girò disgustata verso Olly, aspettava qualcosa ma la ragazza non reagiva. Non poteva, non ce la faceva.
“Olly andiamo! È solo un bastardo, andiamo a riprenderci quei soldi e a dargli questa stupida bomboniera”.

 

Già, la stupida bomboniera di quella festa assurda. Quella festa dove doveva esserci anche lui, quella festa a cui però non si presentò.
La chiamò quel giorno, per malattia.
“Hey Pol puoi anticiparmi tu i sodi del regalo? Tanto sicuro ti vedo presto”
Ironia della sorte, non si erano mai visti presto. Erano passati quasi due mesi e mezzo, un'infinità nel cuore di Olly.
La festa andò alla grande, si era divertita un mondo e poi alla fine il festeggiato le aveva dato quella bomboniera che ora stringeva nella mano destra.
“La dai tu a Vanni? Tanto sicuramente lo vedi prima di noi”

Ironia della sorte, eh?

Eppure doveva chiuderla lì, se la sentiva. Quindi si mosse, avanzò verso quello stupido ragazzo biondo appoggiato al suo stupido motorino bianco nuovo di zecca. Era stata una delle prima a farglielo vedere.
Ma questa è un'altra storia.

 

Cretino siamo qui”, Camilla e la sua estrema gentilezza presero parola prima che potesse fare qualcosa.
“Camilla ciao. Hey Pol”- stupido,stupido sorriso sghembo. E stupidi occhi verdi.
“Non chiamarmi così. Dammi i soldi”
“Possiamo parlare?”
“No, no che non possiamo parlare. Non possiamo farlo e sai perchè? Perchè ne abbiamo avute tante di occasioni per parlare ma tu non hai mai voluto. Tu mi hai detto che non avevi niente da raccontare ed il giorno dopo scopro che sei fidanzato.
Non possiamo parlare perchè se fossi stato davvero il mio migliore amico tu avresti parlato prima, o di parlare non ce ne sarebbe stato bisogno. Mai.
Ma ho sbagliato, ho fatto di testa mia ed ho sbagliato. Ora dammi i soldi”.

E lui non rispose, non poteva rispondere. Era troppo vigliacco per affrontarla faccia a faccia, così le porse i soldi e prese la bomboniera.
“Fammi un favore, sparisci dalla mia vita. Tanto è quello che ti è sempre riuscito meglio, no? Evapora”.
E con quelle ultime parole girò i tacchi, Camilla al seguito, e scese a grandi passi verso la discesa per poi sentirsi urlare dietro.
“Io sono sempre stato al tuo fianco, sei tu che non l'hai mai capito!”.
Il sangue gelò nelle vene, i piedi si fermarono e Olly si voltò verso quel biondo che aveva fatto appena due passi.
“E questo che diamine significa?”.
Ma il suono della campanella non permise di avere la risposta, una brunetta corse verso di lui per poi stampargli un bacio sulle labbra.
Era davvero il momento di andarsene, di sparire. Perchè quella ragazza non voleva nemmeno vederla bene in faccia, glielo aveva portato via e Olly non poteva perdonare una cosa così. Le aveva portato via il suo migliore amico, via dalle sue braccia e aveva vinto.
Ma è così che la vita, si chiude una porta e si apre un portone?
E allora quando si aprirà il mio?

Camilla la salutò, le augurò buon viaggio e si avviò verso casa, sembrava felice o almeno sollevata. Lo erano tutti forse, perchè non erano più amici. Si era felice per questo, perchè lui era solo un lurido bastardo. Eppure perchè allora si sentiva così?

Aveva voglia di buttarsi sul letto, stare sotto il piumone tutto il giorno e piangere, sfogare tutto quel dolore interiore che la logorava.

Ma non poteva, no. Lei non piangeva e poi ora non aveva tempo, doveva fare ancora tutta la valigia e sentire Sofia e gli altri. Doveva partire ed allontanarsi da quella città, doveva andare dove nessuno sapeva chi fosse in realtà per stare bene, per essere se stessa anche solo nel tempo minimo di tre giorni.
Dove stava andando?
Ad intraprendere il viaggio più assurdo della sua vita, lei e Sofia partivano per un raduno di fan Harry Potter. Aveva scoperto quell'assurda cosa, avevano convinto i genitori e quella notte avrebbero preso il pullman per partire.
Olimpia accese il computer, voleva vedere sei ragazzi del raduno erano pronti o se, come immaginava, si trovavano nel panico più assoluto.
Diamantè stava scrivendo da secoli che era in preda all'euforia- e come darle torto? Stiamo aspettando questo momento da mesi. Finalmente ci conosceremo di persona.

Cassandra, invece, era nel pallone perchè la valigia non si chiudeva e ancora doveva mettere i miliardi di paia di scarpe che aveva portato.
Luca? Bhè lui era tranquillo, con la borsa pronta e l'adrenalina a mille.
L'altra nel panico era Dalia, abitava vicino a Cassandra e solo per quello aveva convinto la madre a lasciarla andare, ed ora non aveva iniziato a preparare ancora niente... Perchè si riduceva all'ultimo?

Tu non è che sei messa meglio, eh.

Olimpia si riscosse dai pensieri e salutò gli “amici” per concentrarsi sulla valigia, tutto quello che stava succedendo era assurdo e lei ci stava trascinando dentro anche Sofia. E se fosse stato tutto un fallimento? Se alla fine questa amicizia nata per computer non si sarebbe sviluppata?

Forse anche quella con Sofia avrebbe potuto perdersi ed Olly non voleva., perchè lei era un punto fondamentale per lei. Doveva averla al suo fianco o sicuramente non sarebbe sopravvissuta fino alla fine dell'anno.

 

 

 

E quel pomeriggio anche passò senza che il tempo permettesse di realizzare ciò che stava succedendo, la partenza sempre più vicina e i genitori sempre più arrabbiati.
Non volevano questo viaggio ma Olly se ne infischiava, aveva smesso di fare le cose per piacere degli altri e soprattutto del padre. Voleva fare qualcosa per se stessa e sentiva che questo era il momento migliore.

Le lancette dell'orologio ora giravano troppo lente, la casa era immersa nel buio e l'unica fonte di luce era quella del televisore del salone acceso per tenere compagnia alla ragazza nell'incessante attesa che l'orario giusto arrivasse per andare a svegliare i genitori e partire.

 

 

 

. Olly scese dalla macchina, davanti al pulmino grigio che le aspettava, accanto alla macchina di Sofia.

Auguriiii”, le due si abbracciarono esaltate, euforiche e preoccupate.
Stavano partendo insieme, per un'avventura assurda... insieme. Solo loro due. Situazione a dir poco strana per tutti quelli che le conoscevano da più di un anno, strana ma perfetta per loro.

Sentirono delle voci, ragazze sicuramente che si avvicinavano. Le altre compagne di avventura? Possibile... Da qualche parte doveva pur iniziare!
Le sei sconosciute salirono tutte insieme sul pulmino tra saluti e abbracci da parte dei familiari e si ritrovarono per strada.

 

 

È la notte dell'8 dicembre e la nostra storia inizia da qui, da un viaggio inaspettato con degli sconosciuti.

È la notte dell'immacolata e quel pulmino sta portando delle ragazze verso il loro destino, un destino oscuro ancora a tutti ma che cambierà tante persone nel profondo.

  
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