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Autore: GasPanic    12/02/2013    6 recensioni
Piccola raccolta di one shot riguardanti episodi della vita di Noel.
Dal testo:
"Riuscì a scorgere il nuovo arrivato dormire beatamente tra le lenzuola immacolate, il petto che si alzava e si abbassava regolarmente. Noel si chiese cosa stesse sognando."
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Panic is on the way.

 

Voglio giocare con voi” mugolò il bimbetto biondo incrociando le braccia sul petto. “Dai Liam, torna a giocare con i tuoi amichetti”.
Paul cominciava a perdere la pazienza. Quel nanerottolo paffuto cominciava a dargli sui nervi. “No”, ribadì testardo il piccolo.
Paul sbuffò, cercando aiuto nello sguardo di Noel, che però teneva la testa bassa, pensieroso, come se la cosa non lo toccasse. Quello era uno dei difetti (o pregi?) di Noel: aveva la capacità innata di estraniarsi dal resto mondo da un momento all'altro.
Mammaaaa!” piagnucolò il piccolo, con una luce maliziosa negli occhi. “Paul e Noel non mi fann..”
Ma prima che potesse finire la frase Noel aveva già provveduto a tappargli la bocca con la mano. “Ascoltami bene. Se tieni la bocca chiusa ti regalo due delle mie macchinine. Va bene?”. Mollò la presa, attendendo la reazione del piccolo con le sopracciglia inarcate. Questi osservò prima l'uno e poi l'altro per accertarsi che non lo stessero ingannando, poi annuì debolmente asciugandosi una lacrima col palmo della manina paffuta. “Ora fila in casa, o passerai dei guai” continuò Noel, autoritario, con un cenno del capo.

Come fai?” chiese poco dopo Paul, mentre, pallone sotto braccio, arrivavano in prossimità del parco. “Eh?” rispose Noel, cadendo ancora una volta dalle nuvole. Stava immaginando di essere un grande calciatore del City, la sua squadra preferita, e di giocare il derby contro lo United al Maine Road. Gallagher il capocannoniere del derby, pensò mentre un sorriso sognante gli si dipingeva in faccia.
A farti obbedire da Liam, dico. A me non da retta” continuò Paul seccato, sferrando un forte calcio al pallone, che con un tonfo vellutato finì sull'erbetta fresca poco più in là.
Noel scrollò le spalle, disinvolto. Che ne sapeva, quel marmocchio era intimorito da lui. E dopotutto la cosa non gli dispiaceva, perché a volte riusciva ad essere davvero fastidioso.
Gli occhi ridotti a due fessure, Noel scrutò in lontananza. Il resto della squadra stava arrivando.

Erano pochi ragazzini tra gli 8 e i 10 anni, sporchi di terra e di erba, un po' malconci. Qualcuno aveva uno squarcio nel pantaloni in corrispondenza delle ginocchia; altri ancora, come lo stesso Noel, indossavano indumenti di seconda mano di qualche taglia più grandi, probabilmente appartenuti a cugini o fratelli maggiori. A vedersi, comunque, non erano un bello spettacolo. Per delimitare i pali della porta avevano usato due giacconi, decisione presa, ovviamente, non senza un acceso dibattito. Idioti, pensò Noel scuotendo la testa, mentre con il solito broncio in viso andava a sistemarsi a centrocampo. Le risate e le grida concitate dei bambini colmarono presto quell'atmosfera tristemente silenziosa che regnava nel parco di mercoledì pomeriggio. “Noel!” gridò il suo amico Charlie, passandogli la palla. Il ragazzino non attese un attimo, immediatamente cominciò a correre verso la porta avversaria, scartando con agilità tutti i difensori che goffamente gli si paravano davanti. Individuò il suo bersaglio: Paul, tra i due giacconi, osservava le sue mosse come una pantera in agguato, pronto a scattare. Noel caricò il tiro, indirizzando mentalmente la palla verso l'angolo destro della porta, dove Paul non l'avrebbe potuta prendere. Chiuse gli occhi, assaporando quell'istante, immaginando ancora una volta di ritrovarsi a Maine Road durante il derby, e non in uno squallido parco di Burnage.
Ma che ca...LIAM!” l'urlo di suo fratello maggiore lo riportò bruscamente alla realtà, facendogli calciare un tiro troppo alto per la sorpresa. Noel imprecò, prendendo coscienza solo in quel momento del bimbo che con una risata divertita correva via, portandosi dietro uno dei due giacconi. I due ragazzini partirono all'inseguimento. Come di consueto Noel arrivò per primo, agguantando con rabbia il polso del fratellino. “Sei scemo? Potevi farti male!” lo rimproverò, ancora con il fiatone. Il bambino gli scoccò un'occhiata di fuoco, ma non disse niente. “Andiamo, ti riporto a casa” sbraitò ancora una volta Noel, prendendo Liam per il colletto.

Sempre a rovinare tutto, pensò furente, mentre avanzava con incedere militaresco verso casa sua, con Liam che trotterellava come se niente fosse alle sue spalle. “Noel” biascicò il bimbo a mezza voce. Il maggiore roteò gli occhi al cielo, prima di voltarsi a guardarlo con la fronte aggrottata. Gli si avvicinò intimorito, afferrandogli un lembo dell'abbondante maglietta. “Le macchinine me le dai lo stesso, vero?”. 
Noel rise, e anche il timore sul viso paffuto del bimbo più piccolo sembrò diminuire. “Solo se la pianti di disobbedire. Intesi?” fece, avvicinandosi alla maniglia del portoncino di casa. Il bimbo annuì, tutto felice. Un botto, forte abbastanza da essere udito dall'esterno, seguito da un urlo. No, non di nuovo... pensò rabbrividendo. Si voltò di scatto, quasi per accertarsi che Liam stesse bene. Con sua somma sorpresa il piccolo se ne stava lì, a sgranocchiare il suo biscotto e a guardarsi intorno con aria innocente. Gli si avvicinò, chinandosi alla sua altezza per guardarlo bene negli occhi. Le iridi limpide del bambino lo guardarono piene di curiosità. “Voglio che torni al parco da Paul, ok? La strada la conosci, tanto. Sta' attento”, concluse in tono grave arruffando il caschetto biondo del piccolo. Questi non se lo fece ripetere due volte. Aveva capito che qualcosa non andava, aveva capito cosa stesse succedendo. Noel lo osservò dirigersi trotterellando al parco, poco lontano da casa loro.
Trasse un respiro profondo, girando il pomello del portoncino malconcio. L'istante successivo, si ritrovò in piedi nell'atrio della modesta casa, le orecchie tese per captare il minimo rumore. Che non tardò ad arrivare. “Vattene da questa casa!” la voce di Peggy, rotta dal pianto, sferzò il silenzio come una lama. Immobile nell'atrio, il ragazzino serrò i pugni, in ascolto.
Si udì una risata maschile. Una risata perfida, proprio quella che Noel sperava di non udire. Proprio quella che ogni giorno pregava di non risentire mai più. E invece eccolo lì, ancora in quella casa, a maltrattare sua madre. Perché quello non era suo padre. Un essere del genere non poteva esserlo. Avanzò deciso in direzione della cucina.
Peggy giaceva rannicchiata in un angolo, vicino a quello che a stento poteva definirsi 'piano cottura', in lacrime. Noel si precipitò subito in suo soccorso, senza proferire parola. Senza notare lo sguardo folle che si fece strada sul volto di suo padre non appena lo vide. Peggy guardò il figlio terrorizzata; aveva un occhio nero e il naso grondante di sangue. “Cosa ci fai qui? Sparisci, ragazzino, ne ho anche per te” tuonò Thomas, avvicinandosi minacciosamente. Noel sentì la rabbia ribollirgli in corpo. Sapeva benissimo che suo padre lo odiava, non ne aveva mai fatto mistero. “Lascia in pace mia madre”. Fu un attimo, un dolore forte allo zigomo, e poi il buio. Non fece in tempo a vedere sua madre che si precipitava in lacrime sul suo corpo senza sensi, temendo il peggio. Né riuscì a vedere quell'orco abbandonare la stanza con raccapricciante disinvoltura. Ripiombò nel suo mondo di sogni, fatto di sciarpe celesti, cori da stadio e luci abbaglianti. E finalmente riuscì a segnare quel gol. 


















Eccomi, non ho resistito alla tentazione di scrivere un altro capitolo. Speravo fosse più carino, ma fa niente, mi accontento. E spero facciate altrettanto! In teoria questo avrebbe dovuto essere tipo più drammatico, non credo di esserci riuscita.. Dettagli. Beh, non potevo non rappresentare una tappa fondamentale della sua vita, ovvero la violenza del padre. Anche se come episodio lascia un po' a desiderare, dato che in parte me lo sono inventato, lascio a voi i commenti. Ringrazio in anticipo tutti coloro che mi recensiranno e chi segue/seguirà la mia storia. Siete grandi! Cheers x

  
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