Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Salice_    12/02/2013    8 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Zakuro era sdraiata sul suo immenso divano. La televisione stava trasmettendo un qualche film dalla trama scadente che la ragazza non stava minimamente seguendo: quei suoni servivano solo a fare da sottofondo a tutti i suoi pensieri.
“Perché Ichigo si ostina ad essere così prevenuta nei confronti di Kisshu?” pensò Zakuro con un misto di rabbia e amarezza. Stava ancora riflettendo sulla discussione avuta con la sua leader poche ore prima. “Certo, lei avrà le sue ragioni per non sopportarlo, ammetto che sia una persona difficile da comprendere e con un carattere del tutto particolare…” La ragazza sorrise al pensiero di aver definito Kisshu come una ‘persona’. “Si, alieni o terrestri che siano si tratta sempre di persone con dei sentimenti e dei differenti modi di fare. Bisogna soltanto fare lo sforzo di cercare di comprendere chi si ha di fronte, cosa che poche persone hanno voglia di fare. È troppo semplice catalogare Kisshu come un pazzo ossessionato da Ichigo: pensandoci, lui è un ragazzo come noi, che ha perso la testa per lei e che non vede i suoi sentimenti ricambiati. Le sue reazioni di rabbia e gelosia non sono accettabili, certo, ma si possono comprendere facilmente.”
“Che io sia stata troppo dura con Ichigo? Forse si, ma è l’unico modo per smuovere qualcosa in lei: se veramente dovremo trovarci a collaborare con l’alieno, è bene che lei inizi a vedere oltre le apparenze, altrimenti sarà impossibile raggiungere il nostro obiettivo.”
Con questa ultima riflessione, Zakuro si alzò e spense la televisione, per poi dirigersi verso la sua camera da letto.
 
Era passata ormai una settimana da quando si era deciso di accettare la tregua con Kisshu e Zakuro era stata incaricata da Ryan di trovarlo e riferirglielo, per parlargli poi di un’eventuale collaborazione. L’unico problema, era che la modella non aveva la più pallida idea di come cercarlo: Kisshu non si era più fatto vedere e lei non sapeva dove lui fosse solito recarsi.
Quel pomeriggio decise che era il momento di parlare con l’alieno, così cominciò a spremersi le meningi per farsi venire in mente dove andare a cercarlo.
“Pensa Zakuro… Ora che è stato abbandonato dai suoi compagni e dal suo capo non sarà sicuramente nella dimensione aliena, quindi deve essere in giro per la città.”
Passarono così alcuni minuti, poi le venne un’illuminazione. “E se lui mi stesse aspettando? Kisshu sa benissimo dove trovarmi senza fare irruzione in casa mia come l’ultima volta.”
Detto questo, Zakuro afferrò il cappotto e uscì di casa, dirigendosi verso la chiesa dove era solita recarsi per rendere omaggio al padre defunto.
 
Una volta giunta davanti all’immenso portone di quercia della cattedrale, Zakuro prese un profondo respiro, mentre il solito brivido che provava quando si avvicinava a quel posto le faceva venire la pelle d’oca. Poi, con sicurezza, entrò nella chiesa e non fu stupita di trovare Kisshu che se ne stava a mezz’aria a gambe incrociate, intento ad ammirare il gioco di luci provocato dal grande rosone.
L’alieno si voltò lentamente verso Zakuro e le sorrise. – Ciao! Allora non ho sopravvalutato la tua arguzia; speravo venissi a cercarmi. –
La modella si avvicinò a passo lento ma sicuro a lui, sorridendogli. – E io speravo di trovarti qui. –
Kisshu scese fino a toccare il pavimento della chiesa con i piedi, mettendosi poi di fronte alla ragazza: era un po’ più alto di lei. L’alieno rimase per una manciata di secondi spiazzato dallo sguardo rigido ma infinitamente ammaliatore della modella, dal modo in cui i capelli scuri le ricadevano sul viso perfetto.
Zakuro interruppe quel silenzio e i pensieri di Kisshu con una semplice frase: - Abbiamo accettato. All’unanimità. –
Il ragazzo la guardò con tanto d’occhi: non poteva crederci, ciò stava a significare che non avrebbe più dovuto combattere contro le Mew Mew, contro Mew Ichigo. Avrebbe avuto voglia di abbracciare la ragazza che stava in piedi di fronte a lui per ringraziarla, ma era come se lei ponesse un muro infrangibile di fronte a tutte le persone che le stavano attorno; quindi, si limitò a sfiorarle il braccio con una mano, mormorando un: - Grazie. –
Zakuro incrociò le braccia al petto e riprese a guardare seriamente negli occhi il suo, ormai, ex nemico, prima di dire: - C’è un’altra cosa. Noi vogliamo proporti una collaborazione. Dal momento che sia tu che noi abbiamo come scopo quello di trovare l’Acqua Mew per impedire il risveglio di Deep Blue, perché non provare a farlo insieme? –
Kisshu rimase molto sorpreso e valutò la cosa con grande attenzione. Certo, sarebbe passato dalla parte dell’infame nei confronti del suo popolo a schierarsi dalla loro parte, ma lui lo faceva sempre e comunque per salvare la sua gente: la sua missione era quella fin dall’inizio. E poi, sarebbe potuto stare vicino alla sua Ichigo…
- Va bene, accetto. -
I due si guardarono in volto e si strinsero la mano, in segno di complicità. Lei aggiunse: - Vorremmo parlarti tutti insieme per elaborare un piano e decidersi sul da farsi. Sei disposto a incontrarci? –
- Certo, non ci sono problemi. Verrò domani mattina per le 7:00 al Caffè, prima dell’apertura. –
Zakuro si limitò a rispondere con un pacato “Perfetto” prima di avviarsi verso una delle lunghe panche di legno della chiesa e sedersi lì, isolandosi definitivamente da tutto.
Kisshu la osservò incuriosito: sapeva che quello in cui si trovavano era una sorta di tempio in cui gli umani si recavano per onorare le anime dei  defunti e rivolgere un pensiero alla loro divinità. Si chiese silenziosamente che cosa fosse ad aver sporcato il bel viso della giovane con una tristezza che non aveva mai accennato ad andarsene. Attese che la ragazza alzasse di nuovo lo sguardo e riemergesse dai suoi pensieri, prima di porle la sua domanda.
- Come mai ti rechi spesso qui? C’è un motivo particolare? -
Zakuro lo guardò con espressione profondamente distaccata e Kisshu per un momento pensò che non gli avrebbe mai risposto; però, la ragazza si alzò dalla panca e si diresse verso una lunga vetrata che creava giochi di luci e colori sul pavimento e iniziò a guardare attraverso quei vetri, anche se in realtà non li vedeva minimamente.
- Ci vengo per ricordare una persona cara che è morta. Questo posto mi fa sentire più vicina a lei, ed è per questo che spesso vengo in questa chiesa. Oltre tutto non la frequenta nessuno e posso godere di una certa pace. -
Disse tutto questo in tono pacato, come se stesse parlando di che cosa aveva mangiato a cena la sera prima, ma Kisshu provò l’orribile sensazione di essere di troppo. Allora, le parole uscirono spontaneamente dalle sue labbra sottili: - Vuoi che me ne vada? –
Zakuro si voltò per scrutarlo in volto, e Kisshu giurò di aver visto l’ombra di un sorriso sfiorarle il viso. – Non è necessario, tranquillo. La tua presenza non mi infastidisce. –
L’alieno non seppe per quale motivo, ma si sentì improvvisamente vicino a lei, a quella ragazza che aveva sempre indossato una maschera di freddezza e distacco, capendo che lo faceva solo ed esclusivamente per autodifesa. “Forse è tanto più matura delle altre sue compagne perché le è toccato crescere troppo in fretta. Il dolore che non ti uccide ti rende solo più forte.”
La modella aveva ripreso a guardare fuori dalla vetrata e Kisshu, senza sapere bene perché, si era portato lentamente alle sue spalle. Non si osò a sfiorarla nemmeno con un dito, ma si limitò a sussurrarle poche parole.
- Mi dispiace per la persona che hai perduto. -
Zakuro si voltò e lo inchiodò con i suoi bellissimi occhi blu, mormorando: - Era mio padre. – Non sapeva minimamente perché stesse parlando a quell’alieno di una cosa del genere, ma decise di non soffermarsi troppo a pensare e di continuare. – E’ morto quando ero piccola, e faccio molta fatica a ricordare i lineamenti del suo viso. La sua voce l’ho già dimenticata. –
Kisshu abbassò le orecchie, sinceramente dispiaciuto, e altre parole gli uscirono in modo spontaneo, senza che lui avesse programmato quella frase. – Anche io ho perso mio padre. –
Zakuro lo fissò con un vago stupore, prima di posare una mano sulla spalla dell’alieno e mormorare: - Dispiace anche a me. Purtroppo la vita è imprevedibile, e noi non possiamo fare nulla per contrastare il nostro destino. Ma tu sei forte, lo vedo. –
Dopo aver proferito queste parole, la ragazza si voltò e iniziò ad incamminarsi verso il portone della chiesa. Kisshu, dopo aver assimilato il significato della sua frase, la richiamò. – Dove stai andando? –
- A casa. – rispose Zakuro. – Ci vediamo domani mattina. Ciao Kisshu. -
Dopodiché il pesante portone di quercia si richiuse dietro alla modella che era appena uscita.
- Ciao Zakuro. – bisbigliò Kisshu alla chiesa ormai vuota.

Rimase ancora parecchi minuti lì da solo, ripensando alla conversazione che aveva avuto con la Mew Lupo, senza riuscire a pentirsi di averle rivelato una parte di se stesso e di essersi sentito così vicino a lei.


Ecco a voi un nuovo capitolo! Recensite in tanti, per me è importante sapere che cosa ne pensate! Un abbraccio,
Salice_

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Salice_