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Autore: CharlieCaboosey    12/02/2013    3 recensioni
"Le luci si abbassarono, e i ragazzi si misero ai loro posti. Per loro era come tornare indietro nel tempo, con la differenza che, finalmente, ogni tassello del puzzle era a posto.
[..]
La canzone andò avanti, fino ad arrivare al ritornello; tutti i ragazzi erano al centro del palco, stretti in un grande abbraccio. Alcuni volti erano rigati di lacrime, ma nello sguardo di tutti si poteva leggere una gioia che soltanto tutti insieme potevano sentire."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel, Puck/Quinn, Quinn/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Back to the start.




Il Lima Bean era decisamente frenetico, al solito. Molti dei ragazzi di Lima coprivano il bancone per prendere la loro ordinazione. Poco più in là, alcuni dei ragazzi del vecchio Glee Club si erano riuniti in onore di un'importante ricorrenza: le Nazionali.
Le Nuove Direzioni, infatti, in seguito ad un'iniziale sconfitta, erano finalmente riuscite ad arrivare al traguardo tanto ambito. Ed, in occasione dell'evento, Finn non poteva che meritarsi un brindisi per il duro lavoro, sperando portasse fortuna.
Il fatto che i bicchieri fossero di cartone, e che invece del vino fossero riempiti di buon caffè, era piuttosto relativo. A parte che per Santana, che guardava il contenitore con la sua classica espressione schifata.
'Non potevamo fare una cena come si deve?'
'E se poi le Nuove Direzioni perdono? No Santana, non se ne parla. Non dobbiamo portare sfortuna. Finn è molto agitato ed anche il Glee Club, dobbiamo tenere buone le idee per i festeggiamenti per quanto saremo sicuri della loro vittoria.'
I ragazzi si voltarono verso Rachel in contemporanea, con un'espressione scettica: non era solo Finn ad essere agitato.
'Non preoccuparti, le cose andranno benissimo.'
Dopotutto, anche a loro era successo di rovinare le cose quando erano ormai vicini alla vittoria. Per un bacio, avevano rovinato tutto.
'..sempre se i Finchel di turno non riusciranno a trattenere i loro bollenti spiriti.. E come mai voi due continuate a stare in silenzio? Non avete niente da dire?'
L'atmosfera fu subito rovinata dall'ispanica, che non riusciva proprio ad evitare di punzecchiare la sua coinquilina ed il fidanzato, anche se indirettamente. La sua attenzione però, fu subito attirata da Quinn e Puck, che si erano solamente limitati ad un saluto generale in tutto il pomeriggio. 
La bionda giocherellava con i suoi capelli svogliatamente, sospirando ad intervalli regolari, mentre il ragazzo con la cresta aveva praticamente distrutto la confezione del caffè. 
Nessun battibecco, nessuna frecciatina. Solo sguardi furtivi mentre credevano di non essere notati.
'Santana..'
Ma la mora lo bloccò, mettendogli una mano sul petto e guardando l'amica sorridente.
'Santana ha ragione, non trovate che il nuovo Glee Club ci somigli? Jake è ovviamente l'erede di Noah.'
'Speriamo che non metta incinta Marley.'
Il commento sarebbe stato fuori luogo, se non fosse provenuto dal diretto interessato. Lui e Quinn si scambiarono l'ennesimo sguardo complice, che nessuno parve notare.
Forse non avevano parlato molto, ma i loro sguardi dicevano più di mille parole.
Rachel però non ci fece caso, e continuò il suo discorso.
'Marley è uguale a me. Anche se io ero ovviamente più talentuosa.'
'E più irritante.'
Commentò Quinn tornando sulla terra.
Ma Rachel fece di nuovo finta di nulla, presa com'era dalla sua scoperta.
'L'erede di Finn è.. Ryder, è evidente. Il giocatore di football che nasconde la sua vocazione per il canto per vergogna. Sei anche andato a cercarlo, come Shuester ha fatto con te.'
Finn sorrise dopo aver dato un leggero bacio alla sua ragazza, ripensando ai momenti in cui non aveva ancora capito quali fossero le cose realmente importanti. Non avrebbe mai pensato che il Glee Club gli avrebbe cambiato la vita.
Anche gli altri approvarono annuendo. Cercarono di trovare similitudini con Mercedes o Mike, ma l'unica analogia evidente era quella che univa Quinn e Kitty. 
Nessuno però osava parlarne: nessuno, a parte Santana.
'Kitty è uguale a Quinn; è convinta, è la capo Cheerleader, la preferita della Sylvester.'
Finn e Rachel si guardarono: Santana aveva lanciato una bomba, senza nemmeno rendersene conto.
'Possibile che non capisce?'
Sussurrò la mora al fidanzato, che scosse la testa sospirando, sperando che la ragazza non continuasse. Forse gli unici a sentire la tensione nell'aria, erano stati loro.
Quinn sgranò gli occhi, posando lo sguardo su Noah prima di spostarlo altrove.
Rachel la fissò seria: nonostante i fatti dicessero il contrario, sapeva benissimo che non era Santana quella che le interessava, non era nessuna ragazza per l'esattezza. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, forse per orgoglio, perchè il padre di sua figlia non si era mai impegnato con lei seriamente, ma lo stava facendo con la sua brutta copia.
Pochi secondi dopo, Quinn tornò seria, come se la questione non le interessasse. Portare una maschera per anni, al liceo, aveva portato finalmente i suoi frutti.
Noah si strinse nelle spalle fingendo a sua volta non curanza.
'Kitty mi imita e basta.'
'Sarà per quello che esce con Puckerman. Magari si farà anche mettere incinta, le usate le precauzioni? Peccato che non sei più nel Glee Club, potresti cantarle una canzone per decidere il nome di vostro figlio.'
Lo sguardo di Rachel si fece ancora più sconvolto. Finn deglutì pesantemente.
Noah strinse la mano in un pugno, mentre Quinn abbassò lo sguardo.
Santana si accorse troppo tardi di aver esagerato: spesso non riusciva a tenere a freno la sua indole da stronza, non riusciva a non dire quello che pensava, non riusciva a percepire la sottile linea che divideva lo scherzo dalla cattiveria. Nemmeno con i suoi amici.
Nemmeno con la sua ragazza. Mi voltò a guardare i due ragazzi, boccheggiando e rimanendo, per la prima volta in vita sua, senza parole. Quella volta aveva davvero esagerato.
'E tu potresti cucirti la bocca ed ingoiare la lingua. Ora capisco perchè Brittany ha scelto Sam, lui perlomeno capisce quando bisogna fermarsi. Adesso scusatemi ma devo andare dalla mia ragazza, magari prima mi fermo a comprare dei preservativi, perlomeno evito di spargere altri Puckerman nel mondo.'
Nessuno fiatò. Noah si mise la sua giacca uscendo dal locale, senza salutare.
Tutti sapevano che si sarebbero incontrati quella sera all'auditorium che avrebbe ospitato le Regionali, in onore dei vecchi vincitori. Nessuno però era sicuro che la tensione sarebbe scesa.
'A che ora inizia, Finn?'
Il ragazzo deglutii pesantemente. Gli si leggeva negli occhi l'imbarazzo che stava provando.
'Alle.. Alle 7..'
'Ci vediamo lì.'
Senza dire altro, la ragazza si alzò, andandosene.
'Vado.. Vado a pagare..'
Ad alzarsi, stavolta, fu Finn, con una scusa poco credibile, contando che i ragazzi avevano pagato all'arrivo delle ordinazioni. Ma Santana e Rachel non se ne curarono.
'Perchè sei così crudele, Santana? Non hai mai avuto così tanta cattiveria, dentro..'
L'ispanica teneva lo sguardo basso, non riusciva a reggere quello confuso e preoccupato di Rachel. Lei, in fondo, sapeva che voleva bene a Quinn, e non le avrebbe mai fatto del male.
Il problema era un altro, Santana teneva dentro un dolore immenso che aveva messo le radici proprio lì a Lima.
'Io voglio bene a Quinn, non volevo..'
Rachel le sorrise affettuosamente, spostando la ciocca di capelli che le copriva il viso. Da quando convivevano, il loro rapporto si era fatto sempre più stretto, ma non avevano mai parlato di quello.
'Però, non la ami.'
La ragazza scosse la testa, tirando su con il naso. Le lacrime lottavano per uscire.
'Io non volevo usare Quinn.. E' lei che mi ha cercata e io.. Le cose si sono fatte più serie e.. Avevo bisogno di sentirmi amata e..'
L'altra le accarezzò la nuca; tempo prima, forse, sarebbe stata contenta di vedere Santana Lopez piangere, di scoprire che anche lei era in grado di soffrire. 
In quel momento, invece, voleva soltanto vedere due delle sue più care amiche felici, ed insieme non lo erano.
Aveva capito, da tempo ormai, e sapeva che il problema non avrebbe tardato ad emergere. E poi era evidente, lei e Quinn non si erano mai comportate come due fidanzate, semplicemente perchè lo erano ufficialmente, ma non emotivamente.
'Ti manca Brittany, vero?'
Quelle poche parole furono sufficienti per far sfogare Santana Lopez in un pianto liberatorio. Non importava che fossero in un luogo pubblico, che si stesse sfogando con Rachel Berry, che stesse ammettendo di aver usato la sua amica più cara per non sentirsi sola, che prima l'avesse ferita come nessuno aveva mai fatto. Voleva soltanto piangere e sfogarsi, per fare uscire tutto il dolore che teneva dentro da ormai troppo tempo.
Rachel la abbracciò, e Santana si attaccò alla sua ancora di salvezza, non volendosene più staccare.
Da lontano, una ragazza bionda aveva osservato tutta la scena.
 
 

L'agitazione nell'auditorium era tale da potersi tagliare con un grissino. Le varie squadre avevano occupato i loro posti riservati e gli spettatori stavano prendendo posto nella sala a poco a poco. 
Alle 7, vennero presentati i giudici di gara, e subito dopo la prima squadra iniziò ad esibirsi.
Le Nuove Direzioni sarebbero stati gli ultimi ad esibirsi, per compensare il fatto che, quell'anno, avrebbero giocato in casa.
Per l'evento, erano accorsi proprio tutti: Mike era riuscito atranquillizzare Tina, quell'anno avrebbe avuto finalmente il suo momento. Un duetto con Blaine, accompagnato da Brittany e Sam sarebbe stata l'esibizione perfetta per chiudere in bellezza il suo ultimo anno al McKinley, con la seconda vittoria del Glee Club alle Nazionali.
Mercedes era accorsa per fare i complimenti a Wade, persino Rory era tornato per assistere.
Rachel cercava di tranquillizzare Marley, che sembrava essere quasi in preda ad un attacco di panico, dicendole che lei era la sua erede e non poteva che essere perfetta. La vicinanza di Jake, però, le metteva la tranquillità che, alle provinciali, non aveva avuto.
Kurt era tornato solo per Blaine, a suo dire, ma in realtà gli mancavano le emozioni che solo il Glee Club riusciva a dargli. Il premio che le Nuove Direzioni originarie avevano pensato per i nuovi, sarebbe stato comunque come tornare indietro nel tempo.
Sam si confidava con Finn e Noah, mentre Kitty ascoltava i discorsi dell'Unholy Trinity, non perdendo occasione per associare le sue esperienze alle loro.
Sugar ed Artie non spiccicarono una parola, presi com'erano dalla loro nuova relazione.
Tutto sembrava avere preso la giusta piega, ma perchè negli occhi di qualcuno continuava a leggersi una profonda tristezza?
Il richiamo alle Nuove Direzioni, non tardò ad arrivare. Ancora un esibizione, e sarebbe stato il loro momento. Un'agitazione generale si sparse per la stanza, e l'ennesimo urlo con i diplomandi non fece che rendere i ragazzi più ansiosi per il confronto con loro.
Santana scappò in bagno; nonostante volesse sempre passare per la dura della situazione, la commozione era troppa e i ricordi con i loro amici risalenti all'anno precedente continuavano a farsi vivi nella sua mente.
Si lavò il viso per rinfrescarsi, e scacciare via quel senso di inutilità che non riusciva ad abbandonarla, e quando riflettè la sua immagine nello specco, notò accantò a se il riflesso di un'altra figura.
'Santana perchè sei così triste? Sembri un panda con gli occhi all'ingiù.'
'Mi manca questo posto, Brittany. Ora più che mai.'
La ragazza bionda accennò un sorriso, a lei mancavano loro, i suoi vecchi compagni di classe. Quell'anno non era stato bello come il precedente.
Ma continuava comunque a sorridere senza sosta, come se avesse un segreto che non vedeva l'ora di raccontare.
'Quest'anno mi diplomerò anche io e verrò a New York. Kurt mi ha detto che c'è ancora posto nella sua casa, sono sicura che a Lord Tubbington piacerà molto. Spero solo che non si immischi più nella Mafia-Gatta, altrimenti rischia di nuovo di-'
'Non credo che sia il caso.'
Santana si voltò verso di lei appoggiandosi al lavandino ed incrociando le braccia al petto. Riuscì a reggere il suo sguardo per qualche secondo, poi si voltò. Glielo si leggeva negli occhi che era ferita, non solo per la nostalgia.
'Perchè no? Non posso lasciarlo qui a Lima, spaccerebbe di nuovo droga. Non so cosa sia peggio.'
'Sai anche tu che non è per quello.'
Dove ci fosse stata Brittany, ci sarebbe stato anche Sam. Santana ne era sicura, e non sarebbe riuscita a sopportare di vederli insieme 24ore al giorno. 
La bionda decise di girarci intorno: in un modo o nell'altro, gliel'avrebbe detto. Prima dell'esibizione.
'L'anno scorso le Nazionali sembravano la porta per il Paradiso, sai? Sembravamo tutti degli unicorni pronti a spiccare il volo. Perchè lo sai, gli unicorni hanno le ali. Adesso mi sembra che qualcuno le mie ali se le sia portate via, per non ridarmele più. Lord Tubbington me lo dice sempre, e nei suoi disegni, non sono più un unicorno..'
Lo sguardo di Brittany si fece più triste, e tirò fuori dalla tasca un foglio che diede in mano a Santana. Lei lo aprì, trovando un disegno che ritraeva Brittany tremendamente triste, mentre Lord Tubbington rideva mentre svolazzava con le sue ali. A lato, una sagoma vuota colorata di nero.
'Brittany non capisco..'
Santana era confusa, non riusciva a capire, perchè Brittany le faceva vedere quel disegno? Dopotutto stava con Sam, aveva detto che Sam la rendeva felice.
Aveva detto che sarebbe stata la sua migliore amica, ma forse si era sbagliata: non riusciva a sopportarlo, come non riusciva a sopportare il suo sguardo triste.
'Solo tu mi facevi sentire un vero unicorno.. Ma sono sicura che venendo a New York noi-'
'No. Brittany.. Io sto con Quinn. Ci vediamo ogni weekend, e ci sentiamo ogni giorno.'
Mentì Santana spudoratamente. Loro due non si sentivano quasi mai, per non parlare del vedersi. Non erano nemmeno andate troppo oltre: qualche bacio quando si sentivano sole, niente di più.
Le piangeva il cuore nel dire delle bugie a Brittany. Era così dolce ed ingenua, la persona migliore del mondo.  Ma lei stava con Sam, tra loro le cose erano finite. Doveva diglielo per riuscire ad andare avanti.
'Ma Santana..'
'Le cose tra noi vanno bene, benissimo. Pensavamo anche di.. Andare a convivere, poco lontano da Yale. Io potrei cercare un lavoro al campus mentre lei finisce l'università. Stiamo bene insieme sai? E poi..'
Santana era confusa e agitata, non sapeva più cosa inventarsi per convincere la bionda, così aveva iniziato a dire le prime cose che le passavano per la testa. Una bugia più grande dell'altra.
'Ho lasciato Sam.'
L'ispanica sgranò gli occhi, alzando finalmente lo sguardo e trovando quello limpido e sincero di Brittany. Non poteva credere alle sue orecchie, stava parlando sul serio?
Intanto, una lacrima le rigò il viso. Forse Santana aveva esagerato, per la seconda volta quel giorno, forse aveva detto troppe bugie ed aveva ferito il suo piccolo unicorno.
'C-cosa?'
'L'ho lasciato, Santana. Mi mancavi troppo. Lui mi faceva sentire felice, ma solo tu mi facevi sentire speciale. Mi manca tenerti per mano nei corridoi senza pensare a cosa potrebbero pensare gli altri, mi manca vedere il tuo sguardo confuso quando non capisci cosa dico, mi manca quando fai finta di niente per non ferirmi.'
Fiumi di lacrime iniziarono a rigarle il viso.
'Non pensavo che mi avessi dimenticato, ho fatto male a mettermi con Sam. Ma pensavo di essere ancora in tempo, ma tu stai con Quinn.. Aveva ragione Lord Tubbington a dire che-'
Ma non riuscì a terminare la frase.
Santana era stufa di tutta quella sofferenza, di sentirsi morire ad ogni suo singhiozzo.
La verità era che mancava anche a lei, tremendamente, e sentirle dire che aveva lasciato Sam solo per lei l'aveva resa la ragazza più felice del pianeta.
Si avvicinò a lei senza indugio, prendendole il viso con entrambe le mani e unendo finalmente le labbra alle sue.
Le loro lingue iniziarono a giocare, inizialmente impaurite ma poi con passione, formando delle forme astratte perfettamente sincronizzate. Probabilmente avrebbero continuato così tutta la sera, ma Brittany aveva un'esibizione da vincere.
Avrebbero avuto tutto il tempo per continuare, a New York.
'E Quinn?'
'Capirà.'
Santana sorrise, sicura che la sua migliore amica non si sarebbe offesa. O, perlomeno, l'avrebbe perdonata. In ogni caso, era convinta che anche lei avesse una questione in sospeso, lì a Lima.
Tornarono nell'aula mano nella mano, suscitando una gioia generale e facendo innalzare un grande applauso. Sugar corse loro incontro commossa, non riusciva a credere che fossero finalmente tornate insieme. E lo stesso gli altri.
Tutti sapevano che la storia tra lei e Quinn era soltanto un capriccio, che avevano continuato ad amarsi anche mentre Brittany stava con Sam. Persino lui, alla fine, l'aveva accettato.
Subito dopo, le Nuove Direzioni furono chiamate, e si diressero verso il palco continuando a gioire per le Brittana.
Forse anche Quinn sarebbe stata contenta per loro, se solo fosse stata presente.
 
 

'Credi davvero in me?'
Jake sorrise, cingendole la vita per stringerla in un abbraccio.
'Perchè non dovrei? Sei la luce del Glee Club. Non saremmo qui se non fosse per te.'
Marley sorrise, arrossendo appena. I complimenti la lusingavano ed imbarazzavano allo stesso tempo. Ma nonostante questo, non riusciva a sentirsi tranquilla: da quando stava con Jake, era riuscita a tirarsi su, acquistando più fiducia in se stessa e riuscendo ad uscire dalla bulimia.
Ma aveva paura, paura di svenire lo stesso per l'agitazione, e rovinare la sfida più importante.
'Ehi..'
Jake le alzò il viso con un dito, incontrando i suoi occhi da cerbiatto.
'Sei bellissima. Sei perfetta. E stasera vinceremo.'
La ragazza sorrise: era la grinta di cui aveva bisogno. Incrociò le braccia dietro alla sua nuca, ricambiando l'abbraccio e schioccandogli un bacio liberatorio.
Quando arrivarono Brittany e Santana, capirono che era il momento, il loro momento. 
Il peso costante che portavano sulle spalle dovendosi sempre confrontare con le vecchie Nuove Direzioni era pesante, parecchio: ma erano sicuri che, quella sera, avrebbero finalmente mostrato quanto valevano.
Marley e Jake, mano nella mano, seguirono il gruppo verso il palco, mentre una ragazza rimase indietro a guardarsi intorno.
'Che fai? Non vieni?'
Forse per Kitty, Marley non era un'amica. Forse la considerava ancora una rivale, nonostante ormai Jake avesse fatto la sua scelta, nonostante lei ormai stesse con Noah.
Ma Marley no, lei era buona con tutti. Proprio con tutti. Anche con lei, che aveva tentato di sabotare ogni sua vittoria, che aveva sempre cercato di buttarla giù emotivamente, che l'aveva resa bulimica.
Kitty si voltò, sul suo volto era dipinta una smorfia.
'Stavo cercando Noah.. Pensavo mi avrebbe augurato Buona Fortuna.'
Jake intervenne subito, prendendola sottobraccio insieme a Marley ed andando verso il palco.
'Sicuramente è già in platea.'
La ragazza si tranquillizzò, e Jake tirò un sospiro di sollievo: coprire il proprio fratello era il minimo che si potesse fare.
 

 
Durante il classico urlo porta fortuna, tutti si sentivano elettrizzati, chi per l'agitazione, chi perchè era curioso di sapere se le Nuove Direzioni avrebbero vinto anche quell'anno.
Lei no, lei si sentiva tremendamente a pezzi, come se l'avessero privata di una parte di sè. 
Nessuno era sembrato accorgersene, tutti pensavano che lei fosse felice. Avevano trovato strano, inizialmente, il suo netto cambiamento, ma poi con il tempo, tutti erano sembrati abituarsene.
Tutti, tranne lei. Lei che era sembrata tanto sicura della sua scelta, lei che era stata la prima a buttarcisi a capofitto. La sua ferita non si era mai richiusa, e il suo chiodo, invece che scacciare il precedente, non aveva fatto altro che spingerlo più in profondita, creando una voragine che non era riuscita più a colmare.
Stava comunque cercando di vivere quella situazione al meglio e divertirsi nel ricordare che, un anno prima, erano stati loro ad esibirsi alle Nazionali.
Mentre tutti però erano chinati, si sentì tirare per un braccio e prima che se ne potesse accorgere, si ritrovò chiusa in una delle tante aule vuote della scuola.
'Ti è dato di volta il cervello? E se ci scoprono?'
Il ragazzo accennò una risata.
'Che te frega, Quinn. Mica siamo obbligati a guardarli.'
Quinn si tirò indietro una ciocca di capelli e si appoggiò alla cattedra: sapendo con chi aveva a che fare, le cose sarebbero andate avanti per le lunghe.
'E se ci becca la tua fidanzata?'
Sul suo volto si dipinse un'espressione soddisfatta. Il ragazzo fece qualche passo verso di lei, ricambiando il sorriso strafottente.
'E se ci becca la tua?'
La ragazza sbuffò, incrociando le braccia al petto.
'Che cosa vuoi, Noah. Perchè mi hai fatta venire qui?'
Noah si mise le mani in tasca, stringendosi nelle spalle.
'Mi dispiace per quello che ha detto Santana oggi.'
Quinn sbattè le palpebre, facendo una smorfia. Anche se doveva ammettere che il suo interessamento la lusingava. La lusingava e la faceva sentire uno schifo, probabilmente le faceva soltanto pena.
'Mi hai portata qui per dirmi questo?'
'Piantala di fare l'orgogliosa e ascoltami. Non devi fingere con me, lo so benissimo che ci stai ancora male. Santana ha solamente riaperto la ferita.'
La ragazza scosse la testa tirando un lungo sospiro, fingendosi annoiata.
'E' successo tempo fa, sono andata avanti.'
'Diventando lesbica?! Andiamo non si supera una cosa del genere. Avere una figlia in seconda superiore è una cosa che ti segna, lo sai meglio di me. E sicuramente tornare qui stasera non ti ha aiutato.'
Dopo una delle loro numerose esibizioni in quell'auditorium, Quinn aveva partorito, se lo ricordava benissimo. Ci pensava ogni volta quando percorreva quei corridoi.
Il ricordo dei primi anni lì dentro era più vivo degli ultimi, nonostante fosse più lontano.
'E' per questo che sei stato con Shelby? Ottima tecnica, non c'è che dire.'
Noah si passò una mano sulla cresta, arrivare al punto sarebbe stato più difficile del previsto. Non sapeva nemmeno perchè stavano parlando di quello, dopo così tanto tempo.
Quinn iniziò a sentire gli occhi pungere. Il ricordo era decisamente troppo vivo, e la situazione generale dell'ultimo periodo non migliorava di certo la situazione.
'Quinn non.. Ho sbagliato, lo sai. Non ti capita mai di farlo? Perchè devi sempre complicare le cose?'
'Io?!'
La ragazza lo guardò con un'espressione schifata, indicandosi il petto con un dito. Non era stata lei ad andare con quella che aveva adottato Beth, non era stata lei a consolarsi con la sua brutta copia. Forse avrebbe dovuto provarci con suo fratello, perlomeno sarebbero stati pari, più o meno.
'Si tu. Io ti avevo portata qui per ricordarti che sono pur sempre il padre di tua figlia, sai? Ti conosco troppo bene Quinn, so benissimo che quello che ha detto Santana ti ha ferita e volevo farti sapere che io per te ci sono sempre. Ma evidentemente per te è più importante fingere di essere la ragazza perfetta con la vita perfetta. Sai che ti dico? Se stai con una stronza non te la devi prendere con me.'
Noah era furioso, non riusciva a sopportare l'indifferenza di Quinn nei suoi confronti. Nonostante fosse partito con le più buone intenzioni, era riuscita a fargli perdere la pazienza. Non che fosse così difficile.. Ma perchè ci teneva così tanto a tagliarlo fuori dalla propria vita? O meglio, l'aveva tagliato fuori tempo prima. Più lui si avvicinava, più lei se ne andava.
Stava per andarsene, lasciando perdere il discorso che non aveva nemmeno più voglia di finire. Si aspettava che Quinn dicesse qualcosa, anche solo un insulto.
Ma non disse nulla.
La tensione era troppa, davvero troppa: il dover fingere di amare una persona che non amava, il dover fingere di essere qualcosa che non era. La sua capacità innata di indossare sempre maschere che le stavano strette.
E poi lui che l'aveva rimpiazzata, non con una ragazza qualsiasi, ma con quella che la imitava, che la riteneva una Dea. C'era qualcosa di peggiore? Ah si, pochi giorni dopo sarebbe dovuta tornare a Yale e sarebbe stata di nuovo senza i suoi amici, sola come un cane.
Una lacrima le rigò il viso, e fu soltanto la prima di una miriade di lacrime che Quinn non riusciva più a fermare. Si coprì subito il volto; odiava che qualcuno la vedesse piangere, soprattutto se quel qualcuno era proprio Noah.
Era quasi sicura che se ne sarebbe andato e che sarebbe rimasta in quell'aula a piangere per chissà quanto tempo, mentre quei ragazzi si stavano godendo quella gloria che un tempo le apparteneva.
Ma lui non se ne andò, come non aveva mai fatto. Si avvicinò a lei cingendola con entrambe le braccia e accarezzandole i capelli affettuosamente.
Quinn, inizialmente, provò a liberarsi da quella presa, ma per una volta il suo orgoglio non ebbe la meglio: si lasciò andare a quel contatto che tanto le era mancato, ricambiando l'abbraccio e lasciandosi andare in un pianto liberatorio. Qualcuno avrebbe mai detto che le due ragazze più venerate del McKinley, insieme sarebbero diventate così fragili?
Noah e Quinn rimasero lì per qualche minuto; lei dopo non molto riuscì a calmarsi, ma lui non abbandonò l'abbraccio. Tutt'altro, iniziò a darle dei leggeri baci sulla nuca, stringendola ancora di più per quanto fosse possibile.
La voce all'altoparlante risuonò per tutta la scuola, richiamando le Nuove Direzioni sul palco. La bionda si scostò appena, e dopo essersi asciugata le lacrime, alzò lo sguardo verso il ragazzo. Si sentiva orribile, con gli occhi tremendamente gonfi ed il trucco sbavato.
'Non vai a supportare la tua ragazza?'
Noah scosse la testa, spostandole dal viso la ciocca che Quinn si aveva fatto appositamente ricadere per coprirsi. L'ennesima maschera.
'Perchè?'
Per tutta risposta sorrise, come faceva ad essere così ingenua? Non l'aveva ancora capito? E pensare che era lei la prima ad essere convinta di sapere tutto, ma le cose più ovvie le sfuggivano.
Quinn continuava a guardarlo confusa, non riusciva a capire che cosa avesse da sorridere. Poi le sue mani si posarono sul suo viso, e lì, forse, capì che cosa stava per succedere.
Le loro labbra si avvicinarono, annullando finalmente quella distanza che sembrava volerli separare per sempre. Invece erano lì, l'uno accanto all'altra, abbandonati a quel bacio desiderato e sofferto.
Le Nuove Direzioni iniziarono a cantare la prima canzone, ma a nessuno dei due sembrò importare: il mondo intero può aspettare quando sei con la persona che ami.
Quando si staccarono, nessuno dei due sapeva esattamente cosa dire.
'Comunque.. E' vero che Kitty ti imita. Ha passato pomeriggi interi a chiedermi quanto ti somigliasse.'
Noah scoppiò a ridere, la cosa lo divertiva parecchio. Ma Quinn non era della stessa idea.
'Stai scherzando.'
Il ragazzo scosse la testa.
'Giuro. Le ho detto che per rispondere si sarebbe dovuta fidanzare e avrei dovuto portarmela a letto. Per la prima non c'era granchè da fare, ma per la seconda oggi..'
Lo sguardo della bionda fu abbastanza eloquente. Il ragazzo sorrise di nuovo in maniera più accentuata e le scoccò un altro bacio.
'Non ci ho fatto proprio niente oggi. Sono stato tutto il tempo chiuso in camera a giocare a Super Mario per non rischiare di andare a prendere a pugni Santana.'
Quinn sorrise, abbassando appena lo sguardo.
'In effetti è stata un po' cattiva..'
'E' Santana, cosa ti aspettavi. A proposito.. Ci conviene scappare, in meno di un'ora dovremmo raggiungere l'aereoporto. Non voglio che mi scagli contro Lima Heights.'
La ragazza scoppiò a ridere di gusto, per poi abbassare di nuovo lo sguardo ed incupirsi. Aveva una domanda da porgli, ma aveva paura della risposta.
'So a cosa stai pensando.'
Quinn alzò lo sguardo e fece un cenno con il capo, come per intimarlo a continuare.
'Non metterò incinta Kitty, nè le dedicherò una canzone. Ho iniziato ad uscire con lei per toglierla dai piedi a Jake, niente di più.'
La bionda lo fissò per qualche secondo, cercando di cogliere nella sua espressione qualcosa che le desse un motivo per non credergli. Ma Noah era serio, l'ultima volta che lo era stato così tanto, Beth era appena nata.
'Di Cheerleader bionda e convinta me ne basta una. Possibilmente l'originale.'
Quelle parole furono abbastanza, il sorriso di Quinn si aprì come non faceva da tanto, rivelando una gioia che solo lui era in grado di darle.
'Ti amo.'
Noah sorrise soddisfatto, dandole un leggero bacio sulla fronte.
'Ce ne hai messo di tempo, Fabray.'
'Non mi sembra che tu ti sia annoiato nell'attesa.'
'Il traguardo è decisamente meglio.'
Un altro sorriso, l'ennesimo. Quinn lo prese per mano pronta ad uscire dalla stanza. Ma davanti alla porta si bloccò.
'Non mi hai risposto.'
Noah roteò gli occhi e le diede un altro bacio. Il secondo di una lunga serie. Era come se non riuscissero a staccarsi, come se volessero recuperare immediatamente il tempo perso. 
Ma avevano tutta la sera per farlo, ed i giorni seguenti: si erano ritrovati e non si sarebbero più persi.
'Io non ho mai smesso di amarti.'
Dopodichè, si diressero in auditorium. 
A Quinn non importava la reazione di Santana, a Puck non importava quella di Kitty. Erano solo loro due, come era sempre stato. Forse se si fossero sbrigati, sarebbero riusciti a vedere l'ultima esibizione.
 

 
Finn e Rachel erano al centro della sala, mano nella mano. Dall'altra parte, la ragazza stringeva la mano anche al suo migliore amico, che si era tramutato in una fontana da ormai una decina di minuti. Santana aveva la faccia totalmente coperta da capelli, il suo orgoglio non le avrebbe mai permesso di farsi vedere in lacrime.
Quando però si sentì stringere la mano, non potè fare a meno che levare quella maschera e scoprirsi, trovando lo sguardo altrettanto commosso dei suoi coinquilini.
'Facciamo il bagno nella stessa doccia.'
'Ti ho vista nuda l'altro giorno.'
Commentò Kurt schifato, interrompendo il suo pianto per qualche secondo.
Sia Rachel che Santana, lo guardarono scettiche.
'Sono anni che ci conosciamo Santana, possiamo gioire insieme.'
La ragazza scoppiò a ridere, abbracciandosi a distanza con Rachel. Persino Kurt, tornando a piangere, si lasciò andare a quella dichiarazione d'affetto con quella che non avrebbe mai pensato diventasse sua amica.
'Da ora in poi posso ricattare Santana Lopez.'
Esordii Mercedes soddisfatta, suscitando l'irritazione dell'ispanica.
'Posso ancora scagliarti contro tutta Lima Heights, non dimenticarlo.'
Mercedes le fece il verso, sotto gli occhi divertiti di Mike e Finn. Tutto e rimasto uguale, nonostante tutto.
'Sei stato grande amico. Se vinceranno è soprattutto grazie a te.'
Finn sorrise, non era più sicuro di riuscire a non commuoversi. Aveva visto quei ragazzi crescere in pochissimo tempo diventare amici dopo essersi odiati, condividere segreti e paure.
In quel momento, capì cosa aveva provato Will Shuester accompagnando loro fino lì. 
'E dal liceo McKinley di Lima, Ohio, le Nuove Direzioni!'

Le canzoni si susseguirono velocemente, forse troppo. Gli applausi furono parecchi, per non parlare delle lacrime di commozione dei diplomati che non riuscirono a fare a meno di cantare a squarciagola a loro volta.
Ed in un attimo il loro momento finì, lasciando il posto ad un'agitazione ancora più grande.
I giudici di gara salirono sul palco, con le buste che contenevano l'intera classifica. L'attesa sarebbe stata ancora più lunga, l'ansia continuava a salire minuto dopo minuto.
Le squadre erano tantissime, forse troppe, probabilmente per questo i giudici si sbrigarono a leggere gli ultimi classificati senza troppi convenevoli, e rimasero sul palco solamente due squadre. 
Le Nuove Direzioni, e i Vocal Adrenaline. Una storia già vista.
I due eterni rivali, Finn e Jesse, si strinsero la mano per scaramanzia. Chiunque fosse stato il vincitore, sarebbe stato il migliore.
La busta che conteneva il nome dei secondi classificati fu aperta, ed il nome della squadra venne letto ad alta voce. Ci furono pochi secondi di silenzio, che vennero subito sostituiti dal caos più totale. 
Un applauso si levò in un tutto l'auditorium, e le vecchie e nuove Nuove Direzioni si riunirono sul palco liberandosi in un urlo liberatorio. Stavolta, c'erano anche Puck e Quinn.
La commozione fu tanta da parte di chi aveva potuto vivere quelle emozioni per la seconda volta. Ma la gioia maggiore fu quella di Finn, che non riusciva a credere di aver fatto rivivere il suo sogno anche a quei ragazzi.
 
Quella sera, la situazione si rovesciò.
Alcuni esponenti delle Nuove Direzioni erano seduti nelle prime file del teatro ormai vuoto, mentre i membri originari del Glee Club erano in piedi sul palco, ognuno con una maglia rossa. 
'Siete stati grandissimi oggi, e ci sembrava giusto premiarvi a modo nostro, come solo un Glee Club può fare, proprio qui dove noi festeggiavamo ogni nostra vittoria.'
Marley, Jake, Ryder, Kitty, Wade, Sugar, Sam, Joe e Blaine già fremevano sulle loro poltrone in seguito alle parole di Finn, non avevano mai sentito l'intero vecchio Glee all'opera.
Le luci si abbassarono, e i ragazzi si misero ai loro posti. Per loro era come tornare indietro nel tempo, con la differenza che, finalmente, ogni tassello del puzzle era a posto.
Finn e Rachel erano tornati insieme, la distanza non li avrebbe più divisi. Tina e Mike erano riusciti a risolvere i loro problemi, e lo stesso Brittany e Santana. Persino tra Puck e Quinn le cose si erano ormai risolte per il meglio.
Kurt e Mercedes si sarebbero di nuovo battuti con Rachel, ma stavolta nella competizione era compresa anche Tina. L'Unholy Trinity avrebbe improvvisato uno dei suoi balletti, mentre Mike avrebbe ballato intorno ad Artie per non farlo sentire escluso.
Un assolo di chitarra invase la grande stanza, mentre le vecchie Nuove Direzioni iniziavano ad intornare un coro. Sembravano secoli che non cantavano tutti insieme, soprattutto quella canzone, la loro canzone che gli aveva dato la forza di arrivare fino alla fine.
Finn e Rachel fecero qualche passo verso il centro del palco, suscitando la commozione di tutti quanti.
'Just a small town girl'
Non appena gli spettatori capirono che stavano per sentire la canzone che aveva caratterizzato i loro predecessori, non poterono fare a meno che commuoversi a loro volta. 
La canzone andò avanti, fino ad arrivare al ritornello; tutti i ragazzi erano al centro del palco, stretti in un grande abbraccio. Alcuni volti erano rigati di lacrime, ma nello sguardo di tutti si poteva leggere una gioia che soltanto tutti insieme potevano sentire.
Un'allegria che si raddoppiò, non appena i restanti si unirono al coro, sentendosi finalmente parte integrante di quel gruppo tanto unito.
Tutte le Nuove Direzioni insieme, a cantare la loro canzone più importante, mentre dal fondo della sala faceva capolino Shuester, che orgoglioso di quello che aveva creato, levò l'ultimo applauso.




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Ebbene, ecco la mia prima one shot!
Inizialmente doveva essera una storia unicamente Quick, solo che poi la storia si è creata da sola nella mia mente, e senza nemmeno accorgermene ho scritto quella che vorrei che fosse l'ultima puntata.
Nemmeno la scelta della canzone finale è stata volontaria. Mi sono immaginata ogni scena sin dall'inizio, scrivendo la parte di Santana e Brittany, senza nemmeno farlo apposta, ho sentito come colonna sonora l'inizio di Don't stop Believin'. Lo stesso nella scena Jarley ed in quella Quick. 
Ho avuto tipo le lacrime agli occhi tutto il tempo ma vabbè, avrei voluto rileggermela sentendo la canzone ma meglio evitare, altrimenti davvero divento una fontana.
Comunque, mi dispiace non aver analizzato anche la Klaine, ma ho pensato che sarà la coppia che sistemerà le cose prima delle altre, insieme alla Finchel. Avrei anche potuto parlare dei Tike, della reazione di Sam o di quella di Kitty, ma sarebbe diventata una Long e ne ho già una in corso, quindi sono rimasta allo schema che avevo in mente all'inizio e ho tagliato qualcosa.
Ho volutamente escluso Sam, Sugar e Blaine dalla performance semplicemente perchè non facevano ancora parte del Glee Club, e mi piace pensare che il tutto finisca con Shuester che assiste alla performance, proprio come si è conclusa la prima puntata.
Bè, credo di aver detto tutto, anche perchè se continuo mi metto seriamente a piangere perchè il Glee Club al completo mi manca troppo. Spero che anche voi che avrete voglia di leggere vi ritroviate nella mia ultima puntata.
La dedico principalmente a Frieda, mia fedele compagna di sofferenze. :P
xoxo
Charlie
  
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