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Autore: fleacartasi    01/09/2007    11 recensioni
"Qualcuno che si stava prendendo gioco di lui prima di sgozzarlo con una lama affilata come un rasoio? O sarebbe stato ucciso con un Avada Kedavra, come i suoi genitori? E soprattutto, chi si sarebbe macchiato con il suo sangue?
In effetti, a ben pensarci, i candidati erano diversi"
Quando si vive in costante pericolo, la situazione può sfuggire di mano...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un avvertimento doveroso prima di lasciarvi alla lettura: questa storia è delirante! Non aspettatevi una one-shot plausibile o sensata, perché non la troverete di sicuro qui…Non so neanche come ho fatto a scriverla o da dove mi sia venuta fuori quest'idea ^^'

Comunque è una specie di storia comica su Harry, e sul fatto che a forza di avere tanti nemici pronti a tutto per farlo fuori…Beh, non vi anticipo nulla. Dateci un'occhiata, a vostro rischio e pericolo XD

_Flea_

PS. Ringrazio chi mi ha fatto notare che si dice "sonnambulo" e non "nottambulo"...L'ultima parte l'ho scritta di getto e non me ne sono accorta, quindi grazie!
Un'altra cosa: non so perchè ma, anche se il codice HTML dovrebbe essere giusto, non si vedono i paragrafi staccati...O almeno, io non li vedo. Qualcuno sa perché? o.o

.Manie di persecuzione.

Harry si svegliò, sentendo una mano che gli sfiorava la guancia. Si costrinse a tenere gli occhi chiusi, cercando di controllare il respiro e di non scattare a sedere.

Chi poteva essere in piena notte? Di certo tutti i suoi compagni di stanza stavano dormendo, poteva sentire chiaramente Neville e Seamus che russavano. Rimase immobile, pensando che quelli avrebbero potuto essere i suoi ultimi istanti di vita. La mano si mosse ancora, fredda contro la sua pelle.

Qualcuno che si stava prendendo gioco di lui prima di sgozzarlo con una lama affilata come un rasoio? O sarebbe stato ucciso con un Avada Kedavra, come i suoi genitori? E soprattutto, chi si sarebbe macchiato con il suo sangue?

In effetti, a ben pensarci, i candidati erano diversi.

Il primo a venirgli in mente fu Draco Malfoy.

Quel pomeriggio Neville aveva di nuovo perso il suo prezioso foglietto con le parole d'ordine degli ultimi due anni. Neanche a dirlo, nonostante le ricerche disperate e le minacce della McGonagall di trasformarlo nel nuovo quadro custode della torre di Gryffindor, non era più riuscito a trovarlo. E se il pezzetto di pergamena fosse finito proprio nelle mani del Furetto Rimbalzante?

Se avesse davvero avuto accesso ai dormitori, ne avrebbe approfittato alla prima occasione. Chi non l'avrebbe fatto, escludendo Hermione perché era troppo responsabile e Dumbledore perché non ne avrebbe avuto bisogno?

Poteva immaginarselo perfettamente, a pochi centimetri dal suo viso, pronto per ucciderlo per poi correre a reclamare la sua dose giornaliera di biscottini da nonno Voldemort e qualche migliaio di galeoni da suo padre.

O per provarci con lui, come avrebbe suggerito la mano che continuava a muoversi e come avrebbero sostenuto le ragazze che avevano fondato un fan club su di loro.

Perché a Hogwarts esisteva un fan club dedicato alla coppia Potter-Malfoy, con tanto di tesserini di riconoscimento e figurine stregate che li ritraevano avvinghiati l'uno all'altro durante una delle innumerevoli risse post-Quidditch.

Rabbrividì a quel pensiero, sperando che il Furetto non stesse progettando di violentarlo. O che almeno fosse contrario al sesso senza precauzioni.

Il secondo a cui pensò fu Wormtail.

Se si fosse trasformato in topo per nascondersi nella stanza l'avrebbe riconosciuto, ma di sicuro i libri di magia oscura traboccavano di incantesimi per tramutarsi in uno dei calzini color muffa di Ron, uno dei poster di calcio di Dean o addirittura una delle tende del suo baldacchino.

Certo, gli sembrava improbabile che il Signore Oscuro avesse deciso di servirsi di nuovo dello Zerbino per liberarsi di lui. Quell'ometto non era un campione d'astuzia, come aveva dimostrato senza sforzo in varie occasioni (la sua unica abilità, in effetti), ma Voldemort poteva aver progettato un assalto a sorpresa. Chi si sarebbe aspettato che il Deatheater meno tenebroso e pericoloso d'Inghilterra attaccasse ancora?

O forse Peter aveva distribuito tangenti agli altri Deatheaters, notoriamente in bolletta da quando il Ministero aveva sequestrato i loro beni, per lasciargli campo libero. Oppure ancora si era alleato con Rodolphus Lestrange, altra nota ruota di scorta del gruppo, e con un magistrale colpo di stato si era impadronito del potere mandando l'Oscuro a lavargli le tuniche sporche…

No, questo era decisamente troppo per il cervellino limitato di Wormtail.

Il terzo aspirante era Snape.

Poche ore prima aveva ascoltato una conversazione fra lui e Vitious, in cui l'Unto si lamentava perché aveva finito lo shampoo. A quel punto Harry era stato costretto a tappare la bocca a Ron con un incantesimo, per evitare che l'amico si facesse scoprire urlando che era impossibile che Snape avesse finito lo shampoo. Perché non lo usava mai, era ovvio, e non perché doveva di certo aver stregato la boccetta con un incantesimo auto-rigenerante come sosteneva Hermione.

Era possibile che il Viscido avesse davvero bisogno di shampoo, e che si fosse introdotto in un dormitorio (forse sperava di finire in quello femminile?) per rubarne uno. Forse non aveva studiato bene la mappa del castello, o fuori era troppo buio per distinguere la torre di Gryffindor da quella di Ravenclaw, oppure il professore soffriva di vertigini e non sopportava di volare troppo a lungo.

Una volta entrato dalla finestra, doveva aver capito che la stanza che aveva raggiunto con così tanta fatica era quello in cui lo Sfregiato era immerso in un sonno ristoratore. E, a quel punto, perché non fare un favore ai suoi amici di vecchia data e toglierlo definitivamente di torno?

Magari Voldemort gli avrebbe regalato una vacanza alle Hawaii come ricompensa, per abbronzarsi un po'.

Il quarto concorrente era la famiglia Malfoy-Black-Lestrange.

Draco avrebbe potuto trovare il promemoria di Neville, ma non avere il coraggio di agire in prima persona. Era vero che avrebbe guadagnato la gloria eterna o quasi, e sarebbe entrato nelle grazie di Voldemort. Era vero che avrebbe avuto in pugno i genitori e avrebbe potuto convincerli ad esaudire ogni suo desiderio. Come farsi costruire una statua a grandezza naturale da sistemare all'entrata del Malfoy Manor, per esempio, o farsi installare in camera una piscina colma d'oro fuso. Ed era anche vero che ogni singolo Slytherin presente a Hogwarts, insieme ad una nutrita rappresentanza di studenti di altre Case, l'avrebbe osannato ed avrebbe baciato il terreno su cui posava i piedi. Ma era altrettanto vero che avrebbe corso molti rischi, e di certo sarebbe stato espulso ed imprigionato se qualcuno l'avesse scoperto.

Alla luce di queste considerazioni, perché non spedire un gufo a casa e chiedere rinforzi? Paparino, mamma e parentame sarebbero stati perfetti per liberarsi del Pacco Indesiderato. Troppo cresciuti (dal punto di vista anagrafico, se non altro) per rischiare l'espulsione, più consumati in materia di omicidi e di certo più preparati ad un'eventuale incarcerazione ad Azkaban. Gli zii poi erano veri e propri esperti del campo!

Se aveva rabbrividito al pensiero di Draco chino sul suo letto, si sentì inorridito quando lo colse l'immagine di Lucius-capelli perfetti-Malfoy che lo accarezzava dolcemente cullando i suoi ultimi secondi di sonno. Non che credesse che Lucius-sono il Deatheater più bello che ci sia-Malfoy avesse in progetto di tradire la moglie…Almeno non con lui. Al massimo avrebbe potuto distrarsi con Snape, come avrebbe subito precisato il fan club dedicato alla coppia Snape-Malfoy senior.

Sì, perché a Hogwarts esisteva anche il fan club dedicato alla coppia Snape-Malfoy senior.

Credere che l'assassino fosse Rodolphus Lestrange era in qualche modo più rassicurante, probabilmente perché quell'uomo gli aveva sempre fatto un po' pena. Succube di una moglie che aveva dei seri problemi mentali, schiavo di Lord Voldemort e delle sue manie di grandezza, e demolito dai continui paragoni con il suo compagno di scorribande Malfoy, più affascinante e con una chioma ben più lucente e curata della sua. Forse avrebbe perfino potuto parlare con lui, convincerlo a desistere…Spalancargli le porte di un mondo nuovo, in cui c'era qualcosa di meglio delle sigarette che Bellatrix gli allungava come premio quando si comportava bene.

Più piacevole era pensare che a tastargli la guancia fosse Narcissa Black, o meglio ancora sua sorella. Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, per ovvi motivi, ma quella donna aveva sempre esercitato su di lui un certo fascino morboso. Non faticava a capire perché, mentre parlava della cugina denigrandola in tutti i modi possibili, Sirius si leccava le labbra assumendo la tipica espressione del maniaco sessuale…

Forse, se avesse cercato di tenersi buona la ragazza quando ancora erano giovani e con gli ormoni in subbuglio, si sarebbe risparmiato la morte più assurda degli ultimi cinquant'anni di storia del mondo magico.

C'erano vari altri personaggi che avrebbero di sicuro gioito della sua dipartita precoce.

Ginevra Weasley, ad esempio, che il giorno prima l'aveva quasi strangolato quando aveva rifiutato il suo ennesimo invito ad uscire…Possibile che quella ragazza non avesse ancora capito che non gli interessava? Troppo aggressiva per i suoi gusti, e decisamente troppo simile a Molly Weasley. Insomma, che effetto gli avrebbe fatto baciare un clone rimpicciolito e dimagrito di Mamma Chioccia?

Per non parlare di Gazza, che aspettava solo l'occasione adatta per rinchiuderlo in uno sgabuzzino isolato e non fargli mai più vedere la luce del giorno.

Tiger e Goyle l'avrebbero avvolto in un grosso taglio di carta da regalo decorata con boccini e manici di scopa, e l'avrebbero consegnato all'amore segreto della loro adolescenza (Malfoy, ovviamente) per il suo compleanno.

E una manica assortita di Deatheaters che l'avrebbero cucinato allo spiedo, e la cara Zia Elladora che avrebbe appeso la sua testa in mezzo a quelle degli elfi domestici, e anche Justin Finch-Fletchley, a cui aveva dimenticato di restituire la piuma dopo la lezione di Incantesimi…

La mano smise di muoversi, interrompendo il flusso vorticoso dei suoi pensieri. Gli si ghiacciò il sangue nelle vene, mentre un sospiro del suo carnefice spezzava il silenzio opprimente del dormitorio.

"Ti amo…"

Harry rimase in ascolto, perplesso. Ti amo? Non erano esattamente le parole che si aspettava di sentire. Una frase ad effetto come "Preparati a morire, Harry Potter, e a pagare per il peccato mortale della tua stessa nascita" sarebbe stata di certo più indicata per quel momento colmo di pathos.

"Ti amo, Hermione!"

Bene, questo non era affatto quello che si aspettava di sentire.

Aprì gli occhi, sconcertato, trovando il viso del suo migliore amico a pochi centimetri dal suo.

"Ron!" Esclamò, infuriato, spingendolo e facendolo cadere sul pavimento.

"Harry!" Gridò l'altro a sua volta. "Che cosa è successo?" Chiese, il viso deformato dal terrore, mentre mugugni di protesta si levavano dai letti dei loro compagni.

"Pensavo che ci fosse qualcuno che stava cercando di uccidermi, e…"

"Qualcuno che stava cercando di ucciderti? Qui?" Lo interruppe Ron, iniziando a cercare spasmodicamente la sua bacchetta. "E chi? Un Deatheater? Malfoy? Tu Sai Chi? Dobbiamo avvertire subito Dumbledore!"

"…E invece eri tu, che ti stavi dichiarando ad Hermione accarezzandomi la guancia" Proseguì il Ragazzo-ancora una volta-Sopravvissuto, lanciandogli uno sguardo torvo.

Il viso di Ron divenne subito paonazzo, come previsto. "Io…Io…Lo sai che sono sonnambulo, non l'ho fatto apposta!" Esclamò, imbarazzato, cercando di cambiare argomento.

"Sei sonnambulo?" Ripeté Harry, perplesso.

L'amico annuì. "Non ti ricordi? La scorsa settimana sono rotolato dalle scale fino alla Sala Comune, e due giorni fa sono quasi salito sulla faccia di Neville"

"Sei sonnambulo" Ripeté per la seconda volta, lasciandosi cadere sul materasso con un'espressione pietrificata in viso.

Da quando aveva scoperto di essere il Ragazzo-Cacciato-da-zio-Voldie aveva sempre sofferto di manie di persecuzione, ma doveva riconoscere che ora stava davvero esagerando.

  
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