Un avvertimento
doveroso prima di lasciarvi alla lettura: questa storia è delirante! Non
aspettatevi una one-shot plausibile o sensata, perché non la troverete di
sicuro qui…Non so neanche come ho fatto a scriverla o da dove mi sia venuta
fuori quest'idea ^^'
Comunque è una
specie di storia comica su Harry, e sul fatto che a forza di avere tanti nemici
pronti a tutto per farlo fuori…Beh, non vi anticipo nulla. Dateci un'occhiata,
a vostro rischio e pericolo XD
_Flea_
PS. Ringrazio chi
mi ha fatto notare che si dice "sonnambulo" e non
"nottambulo"...L'ultima parte l'ho scritta di getto e non me ne sono
accorta, quindi grazie!
Un'altra cosa: non so perchè ma, anche se il codice HTML dovrebbe essere
giusto, non si vedono i paragrafi staccati...O almeno, io non li vedo. Qualcuno
sa perché? o.o
.Manie
di persecuzione.
Harry si svegliò,
sentendo una mano che gli sfiorava la guancia. Si costrinse a tenere gli occhi
chiusi, cercando di controllare il respiro e di non scattare a sedere.
Chi poteva essere in
piena notte? Di certo tutti i suoi compagni di stanza stavano dormendo, poteva
sentire chiaramente Neville e Seamus che russavano. Rimase immobile, pensando
che quelli avrebbero potuto essere i suoi ultimi istanti di vita. La mano si
mosse ancora, fredda contro la sua pelle.
Qualcuno che si stava
prendendo gioco di lui prima di sgozzarlo con una lama affilata come un rasoio?
O sarebbe stato ucciso con un Avada Kedavra, come i suoi genitori? E
soprattutto, chi si sarebbe macchiato con il suo sangue?
In effetti, a ben
pensarci, i candidati erano diversi.
Il primo a venirgli
in mente fu Draco Malfoy.
Quel pomeriggio
Neville aveva di nuovo perso il suo prezioso foglietto con le parole
d'ordine degli ultimi due anni. Neanche a dirlo, nonostante le ricerche
disperate e le minacce della McGonagall di trasformarlo nel nuovo quadro custode
della torre di Gryffindor, non era più riuscito a trovarlo. E se il pezzetto di
pergamena fosse finito proprio nelle mani del Furetto Rimbalzante?
Se avesse davvero
avuto accesso ai dormitori, ne avrebbe approfittato alla prima occasione. Chi
non l'avrebbe fatto, escludendo Hermione perché era troppo responsabile e
Dumbledore perché non ne avrebbe avuto bisogno?
Poteva immaginarselo
perfettamente, a pochi centimetri dal suo viso, pronto per ucciderlo per poi
correre a reclamare la sua dose giornaliera di biscottini da nonno Voldemort e
qualche migliaio di galeoni da suo padre.
O per provarci con
lui, come avrebbe suggerito la mano che continuava a muoversi e come avrebbero
sostenuto le ragazze che avevano fondato un fan club su di loro.
Perché a Hogwarts
esisteva un fan club dedicato alla coppia Potter-Malfoy, con tanto di tesserini
di riconoscimento e figurine stregate che li ritraevano avvinghiati l'uno
all'altro durante una delle innumerevoli risse post-Quidditch.
Rabbrividì a quel
pensiero, sperando che il Furetto non stesse progettando di violentarlo. O che
almeno fosse contrario al sesso senza precauzioni.
Il secondo a cui pensò
fu Wormtail.
Se si fosse
trasformato in topo per nascondersi nella stanza l'avrebbe riconosciuto, ma di
sicuro i libri di magia oscura traboccavano di incantesimi per tramutarsi in uno
dei calzini color muffa di Ron, uno dei poster di calcio di Dean o addirittura
una delle tende del suo baldacchino.
Certo, gli sembrava
improbabile che il Signore Oscuro avesse deciso di servirsi di nuovo dello
Zerbino per liberarsi di lui. Quell'ometto non era un campione d'astuzia, come
aveva dimostrato senza sforzo in varie occasioni (la sua unica abilità, in
effetti), ma Voldemort poteva aver progettato un assalto a sorpresa. Chi si
sarebbe aspettato che il Deatheater meno tenebroso e pericoloso d'Inghilterra
attaccasse ancora?
O forse Peter aveva
distribuito tangenti agli altri Deatheaters, notoriamente in bolletta da quando
il Ministero aveva sequestrato i loro beni, per lasciargli campo libero. Oppure
ancora si era alleato con Rodolphus Lestrange, altra nota ruota di scorta del
gruppo, e con un magistrale colpo di stato si era impadronito del potere
mandando l'Oscuro a lavargli le tuniche sporche…
No, questo era
decisamente troppo per il cervellino limitato di Wormtail.
Il terzo aspirante
era Snape.
Poche ore prima aveva
ascoltato una conversazione fra lui e Vitious, in cui l'Unto si lamentava perché
aveva finito lo shampoo. A quel punto Harry era stato costretto a tappare la
bocca a Ron con un incantesimo, per evitare che l'amico si facesse scoprire
urlando che era impossibile che Snape avesse finito lo shampoo. Perché
non lo usava mai, era ovvio, e non perché doveva di certo aver stregato la
boccetta con un incantesimo auto-rigenerante come sosteneva Hermione.
Era possibile che il
Viscido avesse davvero bisogno di shampoo, e che si fosse introdotto in un
dormitorio (forse sperava di finire in quello femminile?) per rubarne uno. Forse
non aveva studiato bene la mappa del castello, o fuori era troppo buio per
distinguere la torre di Gryffindor da quella di Ravenclaw, oppure il professore
soffriva di vertigini e non sopportava di volare troppo a lungo.
Una volta entrato
dalla finestra, doveva aver capito che la stanza che aveva raggiunto con così
tanta fatica era quello in cui lo Sfregiato era immerso in un sonno ristoratore.
E, a quel punto, perché non fare un favore ai suoi amici di vecchia data e
toglierlo definitivamente di torno?
Magari Voldemort gli
avrebbe regalato una vacanza alle Hawaii come ricompensa, per abbronzarsi un
po'.
Il quarto concorrente
era la famiglia Malfoy-Black-Lestrange.
Draco avrebbe potuto
trovare il promemoria di Neville, ma non avere il coraggio di agire in prima
persona. Era vero che avrebbe guadagnato la gloria eterna o quasi, e sarebbe
entrato nelle grazie di Voldemort. Era vero che avrebbe avuto in pugno i
genitori e avrebbe potuto convincerli ad esaudire ogni suo desiderio. Come farsi
costruire una statua a grandezza naturale da sistemare all'entrata del Malfoy
Manor, per esempio, o farsi installare in camera una piscina colma d'oro fuso.
Ed era anche vero che ogni singolo Slytherin presente a Hogwarts, insieme ad una
nutrita rappresentanza di studenti di altre Case, l'avrebbe osannato ed avrebbe
baciato il terreno su cui posava i piedi. Ma era altrettanto vero che avrebbe
corso molti rischi, e di certo sarebbe stato espulso ed imprigionato se qualcuno
l'avesse scoperto.
Alla luce di queste
considerazioni, perché non spedire un gufo a casa e chiedere rinforzi? Paparino,
mamma e parentame sarebbero stati perfetti per liberarsi del Pacco Indesiderato.
Troppo cresciuti (dal punto di vista anagrafico, se non altro) per rischiare
l'espulsione, più consumati in materia di omicidi e di certo più preparati ad
un'eventuale incarcerazione ad Azkaban. Gli zii poi erano veri e propri esperti
del campo!
Se aveva rabbrividito
al pensiero di Draco chino sul suo letto, si sentì inorridito quando lo
colse l'immagine di Lucius-capelli perfetti-Malfoy che lo accarezzava dolcemente
cullando i suoi ultimi secondi di sonno. Non che credesse che Lucius-sono il
Deatheater più bello che ci sia-Malfoy avesse in progetto di tradire la
moglie…Almeno non con lui. Al massimo avrebbe potuto distrarsi con Snape, come
avrebbe subito precisato il fan club dedicato alla coppia Snape-Malfoy senior.
Sì, perché a
Hogwarts esisteva anche il fan club dedicato alla coppia Snape-Malfoy
senior.
Credere che
l'assassino fosse Rodolphus Lestrange era in qualche modo più rassicurante,
probabilmente perché quell'uomo gli aveva sempre fatto un po' pena. Succube di
una moglie che aveva dei seri problemi mentali, schiavo di Lord Voldemort e
delle sue manie di grandezza, e demolito dai continui paragoni con il suo
compagno di scorribande Malfoy, più affascinante e con una chioma ben più
lucente e curata della sua. Forse avrebbe perfino potuto parlare con lui,
convincerlo a desistere…Spalancargli le porte di un mondo nuovo, in cui c'era
qualcosa di meglio delle sigarette che Bellatrix gli allungava come premio
quando si comportava bene.
Più piacevole era
pensare che a tastargli la guancia fosse Narcissa Black, o meglio ancora sua
sorella. Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, per ovvi motivi, ma quella
donna aveva sempre esercitato su di lui un certo fascino morboso. Non faticava a
capire perché, mentre parlava della cugina denigrandola in tutti i modi
possibili, Sirius si leccava le labbra assumendo la tipica espressione del
maniaco sessuale…
Forse, se avesse
cercato di tenersi buona la ragazza quando ancora erano giovani e con gli ormoni
in subbuglio, si sarebbe risparmiato la morte più assurda degli ultimi
cinquant'anni di storia del mondo magico.
C'erano vari altri
personaggi che avrebbero di sicuro gioito della sua dipartita precoce.
Ginevra Weasley, ad
esempio, che il giorno prima l'aveva quasi strangolato quando aveva rifiutato il
suo ennesimo invito ad uscire…Possibile che quella ragazza non avesse ancora
capito che non gli interessava? Troppo aggressiva per i suoi gusti, e
decisamente troppo simile a Molly Weasley. Insomma, che effetto gli avrebbe
fatto baciare un clone rimpicciolito e dimagrito di Mamma Chioccia?
Per non parlare di
Gazza, che aspettava solo l'occasione adatta per rinchiuderlo in uno sgabuzzino
isolato e non fargli mai più vedere la luce del giorno.
Tiger e Goyle
l'avrebbero avvolto in un grosso taglio di carta da regalo decorata con boccini
e manici di scopa, e l'avrebbero consegnato all'amore segreto della loro
adolescenza (Malfoy, ovviamente) per il suo compleanno.
E una manica
assortita di Deatheaters che l'avrebbero cucinato allo spiedo, e la cara Zia
Elladora che avrebbe appeso la sua testa in mezzo a quelle degli elfi domestici,
e anche Justin Finch-Fletchley, a
cui aveva dimenticato di restituire la piuma dopo la lezione di Incantesimi…
La mano smise di
muoversi, interrompendo il flusso vorticoso dei suoi pensieri. Gli si ghiacciò
il sangue nelle vene, mentre un sospiro del suo carnefice spezzava il silenzio
opprimente del dormitorio.
"Ti amo…"
Harry rimase in
ascolto, perplesso. Ti amo? Non erano esattamente le parole che si
aspettava di sentire. Una frase ad effetto come "Preparati a morire, Harry
Potter, e a pagare per il peccato mortale della tua stessa nascita" sarebbe
stata di certo più indicata per quel momento colmo di pathos.
"Ti amo,
Hermione!"
Bene, questo non era affatto
quello che si aspettava di sentire.
Aprì gli occhi,
sconcertato, trovando il viso del suo migliore amico a pochi centimetri dal suo.
"Ron!"
Esclamò, infuriato, spingendolo e facendolo cadere sul pavimento.
"Harry!"
Gridò l'altro a sua volta. "Che cosa è successo?" Chiese, il viso
deformato dal terrore, mentre mugugni di protesta si levavano dai letti dei loro
compagni.
"Pensavo che ci
fosse qualcuno che stava cercando di uccidermi, e…"
"Qualcuno che
stava cercando di ucciderti? Qui?" Lo interruppe Ron, iniziando a cercare
spasmodicamente la sua bacchetta. "E chi? Un Deatheater? Malfoy? Tu Sai
Chi? Dobbiamo avvertire subito Dumbledore!"
"…E invece eri
tu, che ti stavi dichiarando ad Hermione accarezzandomi la guancia"
Proseguì il Ragazzo-ancora una volta-Sopravvissuto, lanciandogli uno sguardo
torvo.
Il viso di Ron
divenne subito paonazzo, come previsto. "Io…Io…Lo sai che sono
sonnambulo, non l'ho fatto apposta!" Esclamò, imbarazzato, cercando di
cambiare argomento.
"Sei sonnambulo?"
Ripeté Harry, perplesso.
L'amico annuì.
"Non ti ricordi? La scorsa settimana sono rotolato dalle scale fino alla
Sala Comune, e due giorni fa sono quasi salito sulla faccia di Neville"
"Sei
sonnambulo" Ripeté per la seconda volta, lasciandosi cadere sul
materasso con un'espressione pietrificata in viso.
Da quando aveva
scoperto di essere il Ragazzo-Cacciato-da-zio-Voldie aveva sempre sofferto di
manie di persecuzione, ma doveva riconoscere che ora stava davvero esagerando.