"..e mi raccomando non bere troppo o te ne pentirai domattina." 

 

I consigli della mamma sono sempre i migliori ed Harry lo sapeva, lo sapeva bene ma la notte del suo compleanno, soli dieci minuti dopo l'inizio del party organizzato in suo onore, era già troppo ubriaco per ricordarsi le parole di Anne. Probabilmente invece avrebbe dovuto ricordarsele perchè adesso si ritrovava nel suo letto, incapace anche di sognare perchè immerso in un sonno così profondo da non permettergli di sentire niente. E' per questo che Harry non sentì il portone dell'appartamento che un tempo divideva con quello che un tempo era il suo migliore amico aprirsi, ed è per questo che non sentì neanche quei passi che conosceva fin troppo bene salire le scale, ed è per questo che il neo-diciannovenne non sentì completamente tutto il casino che qualcuno stava combinando nella stanza del suo ex-coinquilino. Harry aveva bevuto troppo e non riusciva veramente a sentire niente. Non sentì neanche la porta della sua stanza aprirsi, non sentì la flebile luce del corridoio invadere la sua stanza, l'unica cosa che riuscì a sentire fu quel profumo, il suo profumo. Harry aveva veramente bevuto troppo ma persino immerso nel sonno più profondo non avrebbe potuto ignorare quell'odore di primavera invadergli le narici. Si, perchè è di primavera che Louis profumava. E non era una qualche fraganza super costosa, era semplicemente l'odore della sua pelle, l'odore che aveva avuto addosso probabilmente dal giorno della sua nascita, e Harry conosceva troppo bene quell'odore, e non gliel'aveva mai detto ma Harry amava quell'odore. Così, nonostante il mal di testa troppo forte per essere vero, nonostante il dolore ad ogni minimo muscolo del corpo, nonostante il bisogno di tornare al suo sonno così profondo Harry riuscì a schiudere gli occhi, appena in tempo per vedere quella figura che avrebbe riconosciuto in mezzo a mille voltarsi chiudendo la porta. E così, nonostante il mal di testa, nonostante il dolore che invadeva tutto il suo corpo, nonostante la pesantezza di ogni minimo movimento Harry si alzò e ignorò ogni dolore rincorrendo quello che non sapeva più se chiamare migliore amico. 

<< Lou.. >> 

Ma lui continuava a camminare..

<< Lou che ci fai qui? >>

E si voltò.  E l'azzurro dei suoi occhi era sempre lo stesso. 

<< Sono venuto a prendere alcune delle mie cose. Non pensavo dormissi ancora, scusa tanto se ti ho svegliato. >> 

Ed era arrabbiato. Ed Harry veramente non capiva.

<< Ieri ho fatto tardi al party, è stato.. >>

<< Oh non c'è bisogno di raccontare, ho visto le foto dal tuo amico Nick. Veramente un bel party. >>

<< Suppongo lo sia stato anche quello di Andy. >>

<< Si. >> 

E Louis si voltò e continuò la sua strada scendendo le scale con quello scatolone troppo pesante per lui tra le braccia. Ed Harry lo raggiunse e si fermò sui primi gradini. E la testa gli pesava tanto che involontariamente si posò una mano sulla fronte, come a reggere quella palla che si ritrovava sulle spalle e che gli faceva veramente troppo male. 

<< Louis che c'è? Perchè ce l'hai con me? >>

<< Non ce l'ho con te, non c'è proprio niente Harry. Torna a letto, ti dovrai pur riprendere da tutto il divertimento di ieri. >>

Ed Harry era incredulo e non capiva, come poteva anche solo pensare di lamentarsi per non essere stato al party? 

<< Avete scelto voi di non venire, non capisco con quale faccia tosta fai anche l'offeso. >> 

<< La testa faccia tosta con la quale tu hai festeggiato tranquillamente il  compleanno senza il tuo migliore amico. >>

E Louis continuava a dare le spalle al più piccolo. Era ai piedi delle scale, Harry poteva solo vedere le sue spalle ma riusciva comunque ad immaginare l'espressione arrabbiata con la quale pronunciava quelle parole. E non riusciva comunque a capire. Scese le scale raggiungendo il maggiore e si sedette sull'ultimo gradino. Il più grande lo imitò poggiando lo scatolo con tutte le cose che aveva raggruppato accanto ai suoi piedi. 

<< Io non capisco veramente Lou, siete stati voi a scegliere di andare alla festa di Andy, io ho solo detto che non era un problema. Io non capisc.. >>

<< Forse volevo che insistessi, forse volevo che mi pregassi. >>

<< Scusa se non l'ho fatto, non avevo capito. >>

E ci fu un lungo minuto di silenzio. 

<< Avrei voluto che ci fossi. >>

Ed Harry si voltò verso Louis. 

 << Avrei voluto esserci. >>  

Ammise Louis in un soffio. 

E si guardarono negli occhi. E il verde incontrò per l'ennesima volta l'azzurro. E si sorrisero, sorrisi flebili, impercettibili, sorrisi che però significavano tutto. 

<< Sei ancora il mio migliore amico Boo? >> 

<< Sempre, Haz. >> 




Angolo autrice: 
OOK, partiamo con il dire che lo so che fa un pò schifo e mi dispiace. Questa storia mi è venuta in mente il giorno in cui uscirono le foto del party di Harry, ero a letto e stavo veramente male, avevo la febbre ed ero in una specie di dormiveglia ma la mia testa ha elaborato una cosa simile a questa non so come. Perchè ci ho messo quasi due settimane per metterla nero su bianco? Semplice, il mio portatile mi odia e non carica. Ci ho fatto una guerra per scrivere tutto senza farlo spegnere e beh, MISSIONE COMPIUTA! *-* 
Quindi niente, in realtà avevo stavo per farla diventare una slash ma ho optato per un accenno leggero e quasi impercettibile ai Larry come romance.. anche se si, sono una Larry shipper. Ma mi andava di scrivere di loro come amici perciò ecco qui questa schifezzuolaaaaa! Spero che non faccia troppo schifo e spero che recensiate per farmi sapere cosa ne pensate. Quindiii beh, alla prossimaa :)