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Autore: Kaori_97    12/02/2013    3 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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I will save you*


CHAPTER TWO.


La pioggia cadeva  lentamente sull'asfalto ormai bagnato.
Era in piedi vicino alla finestra intento ad osservare quelle piccole goccioline prendere forma sul vetro bagnato.
Erano due ore ormai che Cal Lightman era chiuso a chiave dentro il suo studio.
Lo stress per il caso che stavano seguendo e la terribile gelosia per Gillian lo stavano opprimendo sempre di più. In questa situazione di solito si sarebbe gettato nell’ alcool ma era stanco persino di quest’ultimo, ormai nemmeno quello riusciva a farlo sentire meglio.  I più non riusciva a capacitarsi dell’idea che Gillian lo aveva tenuto all’ oscuro di tutto, e lui non si era accorto di niente. E’ vero che nell' ultimo mese le appariva più allegra del solito, ma non immaginava che fosse a causa di quel  Derek.
Si allontanò dalla finestra e si andò a sedere sulla sua sedia accavallando i piedi alla scrivania davanti a lui.
forse avrebbe dovuto tornare in ospedale  dalla signora Scarlett ma la confusione che aveva in testa gli avrebbe impedito di lavorare bene.
Bussarono alla porta.
“Cal… Sono io.” Disse Gillian dall’ 
altra parte.
“Cosa vuoi Foster?”
“Dobbiamo tornare in ospedale?” Chiese lei.
“No… Andremo domani mattina.” Rispose freddamente lui, una freddezza che non sfuggì alla donna che era fuori dal suo ufficio.
“Stai… Stai  bene Cal?” Chiese insicura.
Qualche istante di silenzio.
“Si.”
No…”
“Allora… E’ un problema per te se torno a casa prima oggi? Vorrei farmi una doccia prima di andare a cena con De…”
“Nessun problema. Vai a casa.”
Non le lasciò finire di pronunciare quel nome, avrebbe fatto troppo male.



Si era ripromesso di restare fuori dalla vita sentimentale della sua amica, ma non ci era riuscito. Anche questa volta la gelosia aveva preso il controllo della sua mente.
Era seduto qualche tavolo più in là, nascosto tra la folla, ma non aveva ordinato niente.
Li vedeva. Stavano chiacchierando e poi lui posò la mano sopra quella di Gillian.
Derek le si avvicinò sempre di più fino a che non la baciò.
Quello che Lightman vide lo ferì brutalmente. Non poteva sopportare quella visione.
Vedere la sua Gillian, con accanto un altro uomo, che le stringeva le mani che la baciava lo faceva soffrire terribilmente.
Poco dopo arrivò da lui un giovane cameriere:
“Mi scusi signore, ma sono costretto a chiederle di lasciare libero il tavolo, ci sono dei clienti  a cui servirebbe e questo è l’ultimo rimasto… Visto che lei non ha ordinato niente, le…”
“Va bene va bene, ho capito…”
Cal guardò il ragazzo poi per qualche istante tornò a osservare il tavolo dove era seduta la sua collega.
Decise di andarsene, tanto rimanere lì non sarebbe servito a niente, così si alzò dalla sedia e più velocemente che poté si diresse verso l’uscita.
Proprio quando stava per varcare la soglia si senti chiamare:
“Cal?”
Si voltò
“Accidenti. E’ lei…”
“Cal cosa ci fai qui?”
Gillian era insieme ad un uomo alto e robusto, con i capelli neri e gli occhi chiari, che le cingeva la vita.
“Ehi Foster… Ero da queste parti… Ma non hanno tavoli disponibili.” Disse Cal osservando l’uomo con lei. “Cal Lightman.” Disse poi tendendo la mano all’ accompagnatore della donna.
“Oh Cal! Gillian mi ha parlato molto di te! Piacere il mio nome è Derek Pierce.” Rispose stringendogli la mano. “Beh Cal, sei fortunato, noi ce ne stavamo giusto andando, il nostro tavolo è libero.”
“Mmm, no, credo che farò a meno di mangiare qui… E… Dove andate di bello?” Chiese Lightman.
“Pensavamo di fare una passeggiata e poi di…”
“Derek puoi scusarci un minuto?”  Lo interruppe lei.
“Oh certo, io intanto vado a prendere la macchina”

“Cosa ci fai qui?” Domandò di nuovo lei
“Te l’ho detto, ero da queste parti.” Ripose cercando di essere credibile più che potè.
“Sono le dieci e mezza Cal. Tu non mangi a quest’ ora. Perché sei qui?” ripete cercando di mantenere la calma.
Nessuna risposta.
“Ti ho visto Cal, ti ho visto. Sei entrato poco dopo di noi… E sei stato a controllarci per tutto il tempo.”
“No. Non è vero…”
“Cal! Come… Come puoi mentire anche su questo?! Ti ho visto! Tu sei sempre stato qui!” Esclamò stringendo i pugni.
Lui non rispose, dopo tutto cosa poteva dirle? “Si tesoro, vi ho spiato perché sono geloso, e non voglio che tu esca con lui."
“Rispondi Cal.”
“Tesoro, io…”
“No, niente tesoro… Dammi una spiegazione.”
“Dammi una spiegazione credibile, ti prego.”
“Non c’è…”
“Ti amo.”
“Mi avevi chiesto scusa… Avevi detto che non ti saresti più immischiato…” disse lei trattenendo le lacrime.
“Perdonami…”
“Ti avevo già perdonato… Ma evidentemente ho commesso un errore, di nuovo… Io voglio solo una spiegazione, te lo leggo in faccia, una spiegazione c’è…”
“Beh visto che sei così brava perché non mi dici tu il motivo eh Foster?!” Disse con forse troppa aggressività.
Gillian non rispose, intimidita dal suo tono.
“Come immaginavo…” L’uomo fece per andarsene.
Una lacrima cominciò a solcare il volto della donna. E subito dopo un singhiozzo, che cercò inutilmente di trattenere.
Cal si bloccò.
“No ti prego… Non piangere”
Il suono del suo pianto era doloroso quanto uno sparo al cuore.
“Gill…” Si avvicinò a lei per carezzarle la guancia, ma  questa indietreggiò.
“Non toccarmi. Questa volta hai davvero toccato il fondo… Mi avevi fatto una promessa.  E non…”
Un clacson suonò. Era la macchina di Derek.
Foster si asciugò le lacrime.
“E non l’hai mantenuta…”
“Derek mi sta aspettando… Ciao.”
“Gillian, aspetta…” Cercò di fermarla.
“Devo andare.” Senza aggiungere altro se ne andò, e prima di salire dentro l’auto di Pierce si voltò un’ultima volta.
Cominciò a piovere, prima solo qualche goccia, poi più intensamente.
Cal rimase  lì, fermo e immobile nel bel mezzo del marciapiede, sotto la pioggia. Le mani in tasca e la testa chinata. Non riusciva nemmeno a pensare, perché nella sua testa si ripeteva solo l’immagine del volto di Foster in lacrime.
Passarono alcuni minuti, ormai fradicio decise di  tornare a casa, perché restare lì a rimuginare non sarebbe servito a niente. A casa avrebbe avuto qualcuno con cui parlare. A casa ci sarebbe stata Emily, a casa avrebbe potuto ricevere conforto.


“Derek… Potresti riaccompagnarmi a casa? Scusami… ma non sono in vena di uscire per la città.”
“Va bene Gillian, se è quello che vuoi, ti riporto subito, anche se è un peccato…”
“lo so, mi dispiace…”
“Non preoccuparti cara.”
Pierce fece retromarcia e imbocco la strada per il ritorno.


Lightman rientrò a casa, ormai erano le undici. Emily al rumore della porta che si apriva scese di corsa le scale.
“Papà! Ma si può sapere dove sei stato? Sei tutto bagnato!”
Nessuna risposta.
“Va… Va tutto bene papà?”
“No, niente va bene Em. Niente…”
La ragazza vide la tristezza negli occhi del padre, si avvicinò per abbracciarlo.
Cal ricambiò l’abbraccio stringendo a se l’ unica creatura che in quel momento riusciva a tirarlo su di morale.
Qualche secondo dopo Emily si scostò da lui e lo guardò negli occhi.
“Cosa è successo?”
Beh lei ormai sapeva quello che provava per Foster, tanto valeva raccontarle tutto…
“Gillian… Temo di aver rovinato tutto …”



“Scusa ancora… Se vuoi… Ci vediamo domani?” Chiese Gillian portandosi una mano sulla fronte appena arrivata sulla soglia della porta di casa sua.
“Non mi inviti ad entrare?” Domandò Derek avvicinandosi alla donna.
La stava per baciare ma lei lo fermò quando ormai era vicinissimo, posandogli delicatamente una mano sul petto.
“Qualcosa non va Gill?” Chiese lui.
“No, non ti preoccupare, nulla di grave… Sono solo stanca… E’ stata una giornata pesante oggi, voglio solo andare a dormire.” Rispose.
“Va bene…” Disse Derek amareggiato.
 Gillian fece un piccolo sorriso.
“ A domani.”
Appena l’uomo ebbe voltato l’angolo, con un ultimo sospiro aprì la porta d’ ingresso ed entrò.
Poggiò la borsa e il cappotto sul divano e si diresse in cucina, dove mise a bollire dell’acqua per preparare del tè. Poi andò in salotto si levò i tacchi, gli orecchini e la collana che portava al collo.
Si accasciò sulla poltrona con la testa chinata indietro indietro, poi chiuse gli occhi.
Perché aveva lasciato che Cal rovinasse la sua serata con Derek? Perché dopo aver litigato con lui, non aveva più voglia di rimanere con Pierce ancora un po’  quella sera? Teneva molto a Derek, ma perché Lightman riusciva sempre a farla entrare in confusione con se stessa?
Qualche minuto dopo sentì il fischio assordante della teiera, e stancamente si alzò per andare a spegnere i fornelli.
Si versò un po’ di tè in una tazza con due cucchiaini di zucchero, poi tornò nel soggiorno.
Stava camminando verso il divano ma all’improvviso sentì un forte colpo alla testa, la tazza gli cadde dalle mani e il tè finì per terrà. Le gambe si fecero sempre più deboli, fino a quando non furono più in grado di sorreggere il corpo, era tutto confuso, l’ultima cosa che vide prima di cadere a terra fu una sagoma dai contorni  non ben definiti. Poi più niente.








Kaori_97
Ook, non fucilatemi per questo, ma adoro i colpi di scena :3
Spero vi vada di lasciare una recensione! Grazie per aver letto ^^
Ah dimenticavo, non l'ho riletta quindi potrebbero esserci errori e roba varia xD Scusatemi in anticipo!
 
   
 
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