Memy
grazie mille ^_^
m’impegnerò apposta per te!!!
Dunque,
facciamo un breve
riassuntivo almeno facciamo il punto della situazione.
Tom
e Clare sono partiti il
13 febbraio per festeggiare S. Valentino a Parigi.
So
che è un cliché trito e
ritrito però mi piaceva come idea, anche perché
mi ha fatto un po’ sognare,
visto che probabilmente io a Parigi per S. Valentino non ci
andrò mai!
Comunque, fatto sta che la sera di S. Valentino Tom
s’inginocchia e fa la
fatidica proposta a Clare, che ovviamente accetta!!!
Nel
capitolo successivo ho
fatto un bel salto temporale, ma semplicemente perché temevo
di risultare
ripetitiva. E quindi ci troviamo a tre settimane dalla data fissata per
il
matrimonio.
I
giornalisti sgomitano per
avere notizie, ma la cosa che preoccupa maggiormente Clare è
Simone, la mamma
di Tom, la temibile suocera.
Il
loro incontro è appena
iniziato. Per ora si sono solo presentate. Come finirà la
convivenza? Sarà rose
e fiori, oppure partiranno colpi di fucile?
Lo
scopriremo solo vivendo!
Let’s
go!
47.
I
am here with you, you’re always in my heart
L’aria
si distese quasi subito.
Mia
madre si avvicinò a Bill.
«Posso
conoscere anche il mio nipotino?» chiese, tendendo le mani
verso Michail.
Il
piccolo la osservò un attimo, rimanendo aggrappato alla
maglia di Bill,
dopodiché sorrise e si protese verso Simone.
«Ciao
piccino. Io sono la tua nonna» disse con voce mielosa.
Conoscevo
quell’intonazione. Era la stessa che usava quando eravamo
bambini.
Clare
corse via mentre tutti quanti la seguivamo con lo sguardo.
La
raggiunsi di corsa, preoccupato.
«Clare,
tutto bene?» domandai, teso.
Annuì,
mentre vomitava.
«Ancora
Thai? Ma sei sicura che non fosse avariato?» le chiesi.
«Mi sa
che a sto punto non è il Thai. In vita mia ho avuto nausee
del genere solo una
volta, più di un anno fa. Ed ero incinta di
Michail».
Mi
appoggiai alla porta. Incredulo.
«Come
scusa?» domandai al limite dello shock.
Si
alzò, si sciacquò la bocca e si lavò i
denti, poi mi guardò.
«Mi sa
che sono incinta. Vado a comprare un test» disse, seria.
La
presi per un braccio.
«Ma da
quanto?»
«Non
saprei, anche perché in questi mesi comunque un piccolo
ciclo l’ho avuto»
sospirò.
Sospirai
anche io.
«E
adesso? Chi glielo dice a tua mamma? Mi ha appena conosciuta e le dico
“Signora
Kaulitz sono anche incinta!” secondo me poi tira fuori il
fucile e mi spara»
disse, sedendosi sul letto.
«Cosa?!?»
strillò Lydia, che era fuori dalla porta.
Sobbalzammo
entrambi.
La
ragazza entrò come una furia in camera.
«Clare,
è vero?»
«Non
lo
so…è solo una sensazione. Magari mi
sbaglio» rispose lei sull’orlo di una crisi
di pianto.
«Ascolta
faccio una telefonata lampo in ospedale e vedo se
c’è il dottor Körtig. Era il
mio tutor durante lo stage ed è un bravissimo ginecologo.
Con lui andiamo sul
sicuro!» disse correndo fuori dalla stanza.
Ero
completamente inebetito.
Padre…
Non
sapevo cosa dire, finché non sentii il pianto sommesso di
Clare. Mi voltai
subito verso di lei e la vidi rannicchiata con il volto tra le mani.
«Amore,
che succede?» domandai.
«Io ho
paura» sussurrò.
La
strinsi a me, ricordando di quanto fosse stata traumatica la sua prima
gravidanza.
«Amore,
ci sono qui io con te. Non sei da sola. Non sarai mai più
sola» le sussurrai.
Si
strinse a me, piangendo.
Gli
altri arrivarono in camera nostra.
Michail
stava piangendo e reclamava la mamma.
Clare
si alzò dal letto, si asciugò il viso con le mani
poi prese il piccolo in
braccio.
«Ssst
amore, la mamma è qui. Non piangere» disse,
stringendoselo al petto e
cullandolo.
Mi
guardò, poi uscì dalla stanza, lasciando a me
l’incombenza di spiegare tutto.
Mia
madre ancora non sapeva di come fosse nato Michail.
---
«Clare
è incinta. O quantomeno, crediamo sia
così» dissi, alzandomi in piedi.
Bill
cominciò a saltellare e mi abbracciò.
Mia
madre si avvicinò e mi accarezzò il viso.
«Sono
contenta per voi, ma non trovo spiegazione per le sue lacrime.
Cos’è successo?»
mi domandò.
Mi
alzai.
«Andiamo
in balcone mamma, te ne parlo davanti ad una sigaretta».
Una
volta sistemati fummo raggiunti anche da Gordon e Georg, fumatori
entrambi.
«Cosa
devi dirmi Tom?»
Presi
un lungo respiro, poi le raccontai tutto.
Del
lavoro di Clare, di come l’avevo incontrata, di come era nato
il suo bambino.
Dell’udienza
in tribunale, dell’arresto del padre di Michail.
Le
raccontai ogni cosa e lei mi ascoltò senza mai interrompermi.
Sentivo
lo sguardo di Clare su di me, sapevo che mi stava osservando dalla
finestra
della cucina.
Mia
madre levò il capo e vide Clare. Con un cenno della mano le
chiese di
raggiungerci.
Non
appena uscì in terrazzo mia madre le andò
incontro e l’abbracciò.
«Non
hai nulla da temere adesso. Ci siamo qui noi» disse.
Rimasero
abbracciate a lungo e in quel momento capii che le preoccupazioni di
Clare
riguardo mia madre erano completamente inutili.
«Scusatemi,
ma a questo punto direi di ridere un po’, o sbaglio? Che
Clare sia incinta o
meno, siamo venuti qui per festeggiare, e festeggeremo! Che si tratti
solo del
matrimonio o anche di un bimbo in arrivo!» esclamò
Gordon.
---
La
giornata passò più serenamente e Lydia mi
comunicò che il dottor Körtig voleva
visitarmi il giorno dopo, alle 9.00.
Non ero
psicologicamente pronta ad affrontare un’altra gravidanza, ma
sia Tom, sia sua
madre avevano ragione. Questa volta non sarei stata sola.
Capitolo
miserevole e corto,
però non volevo dilungarmi tanto sull’argomento,
anche perché sinceramente non
ero nel pieno delle idee. Memy avevi proprio ragione.
All’inizio
non ero del tutto
sicura se inserire la gravidanza adesso o più avanti, poi
però mi sono lasciata
guidare dagli eventi come faccio sempre quando scrivo.
Per
quanto riguarda un sequel…beh
sono un po’ scettica a riguardo perché ho paura
che risulterebbe ridondante e
barboso…e poi non me la sento di cominciare
un’altra fic sui Tokio Hotel. Non
per altro, ma perché mi sembra di averli un po’
traditi. Non so più nulla di
loro, non mi sono più informata. Non sono più
curiosa di vedere come proseguono
le loro vite. E forse non è il caso che li
“sfrutti” per scrivere storie e
ricevere apprezzamenti.
Comunque
ci penserò.
Duuuuunque
per quanto
riguarda la canzone, riciclo un vecchio titolo. Stralcio preso dalla
canzone “You
are not alone” di Michael Jackson.
L’originale è
così “You are not alone/I am here with you/Though
we’re
far apart/You’re always in my heart/You are not
alone”.
Bene,
spero che anche questo capitolo
vi sia piaciuto. Vi abbraccio con affetto. Alla prossima :D