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Autore: Skiba Winchester    12/02/2013    2 recensioni
Una spessa coltre di neve ricopre ogni centimetro della città. Fisso quel manto bianco candido, dal nostro appartamento.
La neve mi ricorda esattamente la pelle del mio ragazzo.
Sono tornata con una nuova Aoiha (sai che novità -_-)
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Yuki
* Y * u * k * i *




Una spessa coltre di neve ricopre ogni centimetro della città. Fisso quel manto bianco candido, dal nostro appartamento.

La neve mi ricorda esattamente la pelle del mio ragazzo. Morbida, soffice, diafana e pura. Non c'è creatura più candida d'animo di Kouyou. Sospiro, pensando che il nostro litigio poteva essere benissimo evitato. Ora lui sicuramente è in lacrime da Akira.
Sbuffo al solo pensiero di quanto mi manchi, ed è andato via da solo due ore.
La neve continua a scendere incessante in tutta Tokyo; i fiocchi sono leggeri e soffici.
Sono incantato a guardare questo spettacolo da circa un'ora.
So che ho sbagliato, che non avrei dovuto aggredirlo; non c'era motivo di rispondergli male. Ovviamente lui ha risposto offeso ed irritato.
L'ho minacciato, gli ho detto che l'avrei lasciato ma... come potrei farlo? Implicherebbe la mia fine e la sua: non posso permetterlo.

"Se non la smetti ti lascio Kouyou, hai capito?! Ti lascio!!".

Non ho mai visto nel suo volto, un'espressione così tirata e ferita. Senza dire una parola, ha preso la sua giacca ed è uscito.
Sospiro, chiudendo di poco gli occhi. Sto fumando la diciottesima sigaretta. Contando che ho comprato il pacchetto prima che Kouyou tornasse a casa, ma a causa del nostro litigio, non l'ho toccato.
Sono un'idiota. Mi sento così fragile e sporco che Kou alcune volte, penso sia troppo per me.
Se lui è il bianco della neve, io sono la cenere dei caminetti accesi a Natale.
Forse ho esagerato con la metafora, ma è per rendere l'idea.
Mi spalmo sul divano, sbuffando l'ultima nuvoletta di fumo. Il sapore acre della sigaretta, misto a quello pungente della mente, mi rilassa di pochissimo i nervi. Solitamente mi rilassa del tutto invece ora, sono costretto ad assaporarmi quel poco di pace.
Chiudo gli occhi, sperando in un riposo, ma ogni tentativo è vano.
Decido di andare a cercarlo. Semino vestiti per tutta la casa, finché arrivo dentro la doccia completamente nudo. M'insapono il corpo e poi passo al lavaggio dei capelli.
Dopo una decina di minuti sono perfettamente pulito e profumato. Sistemo questo cespuglio informe che ho in testa, come meglio riesco e poi mi vesto, indossando i primi indumenti che capitano sotto al mio sguardo.
Un paio di pantaloni neri, una maglietta ed il giubbotto del medesimo colore. Prendo le chiavi della macchina e chiudo la casa, inserendo l'allarme.
Salgo sulla mia Jaguar e sfreccio via dal garage. La prima idea è di andare da Akira. Brucio cinque o sei semafori rossi, rischiando di essere inseguito dai guidatori che imprecano contro di me. In teoria dovrei stare attento anche al ghiaccio ed alla nave depositata sull'asfalto, ma ovviamente non mi curo di tutto ciò.
Non faccio passare alcun pedone, evitando, miracolosamente, i più coraggiosi che si sono cimentati in un attraversamento lampo.
A me ora, non interessa di nessuno. Io voglio Kouyou. Voglio tornare ad abbracciarlo e baciarlo. Voglio perdermi nel calore delle sue braccia e nella morbidezza di quelle labbra che, la prima volta che le sfiorai, mi fecero sognare e toccare il paradiso con un solo dito.
In lontananza vedo la casa di Akira e, con una manovra da vero e proprio stuntman, parcheggio sotto la sua casa.
Citofono una volta. Nessuno risponde, ma sono sicuro che lui c'è, e c'è anche Kouyou.
Una, due, tre, alla quarta vengo risposto - "sali in silenzio" - obbedisco senza fiatare.
Mentre apro il portone e mi cimento a salire le scale, dirette verso l'appartamento di Akira, sento delle lacrime spingere per uscire. Lo impedirò a tutti i costi, posso solo dare la possibilità a queste gocce salate di inumidirmi gli occhi.
Arrivo di fronte all'appartamento del mio amico e noto, che la porta è semichiusa. Busso ed entro direttamente. Mi tolgo le scarpe e dico - "sono... io" - devo resistere a tutti i costi.
"Vieni pure in salotto" - la voce di Akira è indecifrabile. Non l'ho mai sentita così. Non potrei classificarla con nessuna delle emozioni conosciute dagli esseri umani.
Appena varco la soglia della stanza, il mio cuore prende un accelerata pazzesca, per poi diminuire i battiti. Kouyou non mi degna di uno sguardo. Lo vedo che il suo viso è tirato. Ha gli occhi gonfi e rossi. Anche con il trucco sbavato, non perde il suo innato fascino.
"Siediti" - mi dice Aki. Non ho bisogno che me lo dica, posso farlo benissimo da solo. Prendo una sedia posta a ridosso del tavolo da pranzo, e mi ci siedo in silenzio.
"Cosa gli hai fatto?" - mi dice Akira. Stavolta il tono della sua voce è severo ed ha un pizzico di rimprovero.
"Sai benissimo cosa è successo" - dico senza alzare il volto.
"Voglio sentirlo anche da te".
"Abbiamo... litigato e... l'ho minacciato" - una lacrima tradisce il mio volere. Piano, i miei occhi iniziano a perdere fiumi di piccole gocce salate. L'unica cosa che ringrazio è il fatto di riuscire a non singhiozzare. Riesco a piangere con compostezza.
"Per quale motivo?"
"Ho sbagliato, ero solo incazzato" - improvvisamente vedo Kou alzarsi e prendere la sua giacca. Un riflesso incondizionato mi spinge ad afferrarlo per il polso e trattenerlo con me.
"Lasciami andare" - la sua voce cerca di essere seria, ma il tremore che cela dietro, lo tradisce.
"No, ascoltami Kouyou".
"Hai già parlato abbastanza" - non fa forza nel liberarsi dalla mia presa. Nemmeno lui vuole veramente che lo lasci andare.
"No, ho solo sparlato. Devi ascoltarmi Kou. Come puoi pensare che io possa vivere senza di te?" - Akira in tutto questo, è rimasto in silenzio. Non ha aperto bocca e non credo si metterà in mezzo.
"Non sono io che ti ho minacciato".
"Per favore Kouyou. Non posso vivere senza di te" - le lacrime ormai sono ben visibili sul mio viso. Il mio ragazzo mi guarda - "non lo so".
"Kouyou... lasciarci vuol dire... mettere fine alla mia vita. Ti amo più di me stesso, mi dispiace averti detto quella cosa orribile ma per favore perdonami".
Non m'interessa se non mi sono mai fatto vedere in queste condizioni. Anche perché, sinceramente, nessuno mi aveva mai fatto parlare e reagire in questo modo prima d'ora.
Io senza Kou... non sono nulla.
"Il vostro litigio è stato stupido, io e Taka non discutiamo mai per simili cazzate" - Akira cerca di spezzare l'atmosfera irrespirabile che si è creata.
"Proprio perché è stupido, non era necessario ferirmi con una frase simile".
"Kouyou per favore" - abbasso il viso. Ormai gli occhi pizzicano e la vista è appannata. Non voglio perderlo, giuro che la farò finita se deciderà di lasciarmi.
Mollo volutamente la presa dal suo polso, lasciandomi andare alle ultime lacrime rimaste.
Due braccia mi stringono e capisco che Kou, mi ha perdonato.
"Ti amo Yuu" - mi dice stritolandomi. Senza esitare, lo stringo forte a me, cercando di infondergli quanto più amore possibile.
"Anche io ti amo Kouyou" - lo bacio senza aspettare che mi risponda. Le nostre labbra s'incontrano ed il loro sapore, va' a mischiarsi con quello delle nostre lacrime. Subito approfondiamo il contatto mentre sento una mano posarmisi su una spalla - "bene ho capito. Appena avete finito chiudete la porta, io vado da Takanori" - così dicendo Akira ci lascia soli, nel suo appartamento.
Io ed io mio ragazzo sorridiamo felici - "mi dispiace Kouyou, prometto che non mi rivolgerò mai più in maniera brusca ed acida".
"Va bene, stai tranquillo" - il suo viso assume un'espressione da cucciolo indifeso. In questo momento lo sbatterei al muro e lo farei mio, senza aspettare un suo consenso.
"Hai intenzione di fare sesso a casa di Akira?" - mi dice sorridendo malizioso.
"Perché no...".
Anche questa casa, sarà una delle tante vittime della nostra passione.

"Ti amo Kouyou" - lo bacio lascivamente, mentre sento che la sua bocca si piega in un sorriso spensierato.
"Anche io Yuu... comunque se ogni volta che litighiamo, mi prendi in questo modo... penso sarò più propenso, da oggi in poi, a litigare con te ogni giorno".
"Non sarà necessario Kou, so amarti così anche senza discussioni inutili" - lo stringo forte, quasi con paura di poterlo perdere all'improvviso.
Ho ragione che Kouyou è come la neve. Il suo animo è candido e puro. Facilmente lo si può sporcare, ma si può benissimo purificare. Basta saperlo prendere, rimarginando quella parte divenuta marcia.
Non credo che avrò mai più una storia come questa. Non voglio averne altre e farò in modo che rimanga la sola ed unica.
Ho combattuto tanto per averlo, non lo perderò a causa del mio stupido modo di fare. Non permetterò al mio carattere insopportabile, di avere la meglio.
Mi ricordo la prima volta che lo vidi per la prima volta; la bocca piegata in un sorriso mozzafiato, lo sguardo penetrante e sexy.
Non sono svenuto perché non potevo fare la figura del cretino affamato, ma ricordo chiaramente il tuffo al cuore che percepii.
Dal giorno provai immensa invidia per lui: era bello, e lo è ancora, bravo, diligente, educato. Mi accorsi subito di provare qualcosa per lui, un qualcosa che cercavo di sopprimere, affondando nel corpo dei miei amanti.
Era inutile esorcizzare quell'amore che provavo. Era viscerale, qualcosa che non avevo mai provato prima.
Ricordo bene il momento in cui mi dichiarai.

"Kouyou devo parlarti con l'urgenza più assoluta" - entro nei camerini sconvolto ed ancora sudato, per il concerto appena svoltosi.
"Dimmi Yuu, ti ascolto" - ultimamente il nostro rapporto si è fatto più freddo e distaccato. E' colpa mia, perché se avessi dovuto continuare normalmente, non avrei retto oltre.
"E' una cosa delicatissima, che può sconvolgere l'equilibrio della band e non solo".
"Ti sei innamorato di me?" - questa domanda mi spiazza. Non rispondo, limitandomi a spalancare gli occhi.
"Allora? Hai ingoiato la lingua?".
"Si, mi sono innamorato di te".
"Mi chiedevo quando me l'avresti confessato Yuu... anche io mi sono innamorato".

Una dichiarazione che non si sente certo tutti i giorni. L'uomo che ami, si rende conto prima di te stesso che ti sei innamorato di lui e ti dice con molta semplicità, che prova lo stesso. Quel giorno credo di aver perso tutti gli anni che avevo.
"Fuori nevica" - dice improvvisamente Kou.
"Si, non ha smesso un attimo".
"Mi piace molto la neve sai, Yuu? Mi fa sentire leggero".
"La neve è tua sorella. Siete bellissimi, desiderabili, leggeri, soffici, candidi... puri".
Kou alza il viso e mi guarda - "io non sono puro, e tu lo sai".
Lo zittisco con un bacio, che sigilla questo attimo così magico.
"La neve è fredda" - sghignazza sulle mie labbra.
"Lasciati sciogliere" - rispondo ammutolendolo del tutto.
Se c'è una cosa che adoro di più in Kouyou, è la sua sensibilità. Si mette sempre in gioco, cerca sempre di capire cosa gli stia accadendo attorno. So bene che i suoi difetti, sono solo la facciata. Kou è molto di più. Ha un animo fragile e nobile e nessuno... dico nessuno, nemmeno il sottoscritto, dovrà farlo soffrire.
Scatenerò l'ira degli Inferi se qualcuno dovesse ferirlo.
La sua purezza è intaccabile e tale, rimarrà per sempre.



* F * i * n * e *






NdA:

Mh... non ho molto da dire se non che non scrivo a scopo di lucro, i personaggi non mi appartengono (meno male per loro), e che è tutto frutto della mia mente poco sana e molto instabile.
Ho scritto questa cosa perché dove abito io, ha nevicato. E non nevica mai. Quando succede è un evento da legarsi al dito.
Ho pensato a Kouyou come neve pura e candida, e spero di aver dato il giusto senso a questa oneshot.
Grazie a tutte care.
A te amore, mi manchi.


* Ja ne *
   
 
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