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Autore: thenightsonfire    12/02/2013    19 recensioni
Lily Potter è in sala parto col marito Scorpius Malfoy. Come staranno vivendo l'esasperante attesa due adulti grandi e vaccinati quali sono Draco Malfoy e Harry Potter? Battibeccando, ovviamente. Sul colore dei capelli del nascituro, tra l'altro.
Dico io, ve lo immaginate un Malfoy coi capelli rossi?
Già. Neanche Draco.
Draco inarcò un sopracciglio. “Invece ve lo dico io che succederà: avrà i tratti regali tipici dei Malfoy, un'intelligenza superiore alla media, studierà dai migliori precettori privati e una volta ad Hogwarts verrà smistato a Serpeverde, da dove uscirà col massimo dei M.A.G.O.”
“Suona peggio di quanto immaginassi,” mormorò Ron. “Buona fortuna, Harry, compagno mio.”
“Se mi avessero detto che sarei scampato a Voldemort per diventare tuo consuocero, Malfoy, forse mi sarei fatto ammazzare,” disse Harry, tetro.
“Già,” commentò Malfoy. “Quanti sogni infranti, eh?”
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 BLONDE

 

 

“Biondo. Vi dico che sarà un bel maschietto biondo.”

“Oh, per favore. Lo sanno tutti che il rosso è il gene dominante.”

“Ascolta bene, Sfregiato. Non esiste che mio nipote, un Malfoy, abbia i capelli rossi. Mia madre potrebbe morire di crepacuore.”

Ron Weasley, a braccia conserte dietro i due, emise un respiro strozzato, alzando gli occhi al cielo. “Non darci troppe speranze.”

Ragazzi...” sbottò con fare esasperato Hermione Granger – in Weasley – qualche metro più in là, seduta accanto ad una Ginny che singhiozzava incontrollabilmente, lo sguardo fisso sulla porta del reparto pre-natale del San Mungo. “A nessuno importa che sia sano?”

“Avrà il sangue Potter nelle sue vene,” commentò Draco Malfoy, storcendo il naso. “Da questo punto di vista ogni speranza è perduta per principio.”

“Po–potrebbe pu–pure avere i capelli neri,” intervenne Ginny tra un singhiozzo e l'altro, asciugandosi il naso. “Sì, i–insomma, sia Harry che Asteria hanno i capelli scu–scuri.”

Draco Malfoy strinse le labbra in una linea sottile, ma dentro di sé riconobbe che pur di non vedere il proprio nipote spuntare con un ciuffetto di capelli color carota in testa (e, Salazar gliene scampasse, con le lentiggini) avrebbe accettato di buon grado un anonimo color castano.

“E se fosse una femmina?” chiese Asteria, anche lei accanto a Ginny, mentre sfogliava con fare quasi disinteressato Il Settimanale delle Streghe. La sua calma, contrapposta all'isteria della signora Potter, sembrava quasi irreale.

“È un maschio,” dissero contemporaneamente Harry e Draco, per poi guardarsi in cagnesco.

“Biondo,” aggiunse Draco, incrociando le braccia.

“Ti piacerebbe!”

Hermione, Asteria e Ginny (quest'ultima in un singhiozzo) alzarono gli occhi al cielo e scossero la testa in sincrono.

I tre, Harry e Ron da una parte, Draco dall'altra, si stavano fronteggiando a suon di battute taglienti e occhiatacce di puro odio reciproco da circa due ore, cioè da quando Scorpius e Lily erano entrati in sala parto. Da allora non avevano saputo niente di niente sulle condizioni di Lily o sul bambino, se non che la ragazza era ancora in travaglio, così come aveva riferito loro di tutta fretta una Medimaga che era uscita dalla sala all'incirca una mezzora prima. Inutile dire che, sebbene cercassero di nasconderlo, sia Harry che Draco erano tesi come corde di violino e pallidi come fantasmi. Asteria, in particolare, era arrivata alla conclusione che bisticciare e battibeccare come ragazzini del primo anno era il loro modo particolare per non pensare che stavano per diventare nonni. Non che funzionasse, certo. Era abbastanza certa che entrambi sarebbero potuti svenire come ragazzine da un momento all'altro per l'ansia.

“Merlino ce ne scampi,” borbottò Ron. “Mio nipote farà già Malfoy di cognome, il minimo che possiamo sperare è che non erediti quel biondo slavato tipico della tua famiglia, o il tuo colorito. Per la tiara della prozia Muriel,” aggiunse, con fare agghiacciato. “Potrebbero darlo per morto, se nascesse col tuo colorito.”

Harry mise una mano dietro la schiena e fece il segno delle corna.

Draco inarcò un sopracciglio. “Invece ve lo dico io che succederà: avrà i tratti regali tipici dei Malfoy, un'intelligenza superiore alla media, studierà dai migliori precettori privati e una volta ad Hogwarts verrà smistato a Serpeverde, da dove uscirà col massimo dei M.A.G.O.”

“Suona peggio di quanto immaginassi,” mormorò Ron. “Buona fortuna, Harry, compagno mio.”

“Se mi avessero detto che sarei scampato a Voldemort per diventare tuo consuocero, Malfoy, forse mi sarei fatto ammazzare,” disse Harry, tetro.

“Già,” commentò Malfoy. “Quanti sogni infranti, eh?”

Asteria voltò pagina con più forza del necessario, Hermione si portò una mano alla faccia e Ginny singhiozzò più forte. Quest'ultima, poi, tirò su col naso e intervenne: “In realtà Li–Lily aveva pensato di mandare il bambino – o la ba–bambina – in una scuola elementare Bab–Babbana”.

A quest'ultima battuta la faccia di Malfoy, notò Harry con una punta di sadico divertimento, si distorse in un'espressione impagabile: sbarrò gli occhi e aprì la bocca, perse un altro po' di colorito e alla fine il suo incarnato raggiunse una tonalità preoccupante di verde.

Babbana?!”

“Perché, Malfoy, hai qualcosa contro le scuole Babbane?” domandò Hermione inarcando le sopracciglia.

“Certo che no,” rispose Asteria, anche lei più pallida. “Anzi, sono – siamo sicuri che offrano un'istruzione piena ed enciclopedica. Vero, Draco?”

E intuendo che in quelle due parole, in quell'apparentemente innocuo “vero, Draco”, risiedeva l'invito a ricordarsi della clemenza grazie alla quale, anni prima, non era finito dietro le sbarre dopo la Guerra, Malfoy inghiottì il rospo e tossì uno strozzato: “Ovviamente”. Per poi aggiungere, in tono un po' più pomposo: “Però avrà il nome di una costellazione. Come Draco e Scorpius”.

“Col caz–!”

“RONALD WEASLEY!”

“–volo!” esclamò il suddetto, schifato. “Mi rifiuto che il mio pronipote abbia un nome ridicolo come i vostri! Giusto, Harry?”

“Sacrosanto,” gli diede man forte l'ex Ragazzo Sopravvissuto, annuendo.

“Sono nomi regali, non ridicoli,” ringhiò Draco. Si schiarì la voce: “E poi ho già pensato ad un nome per un bel maschietto: Grafias”.

Rawr,” ridacchiò Ron. La risata però si spense dopo l'occhiata omicida della moglie. “Be', ovviamente – ehm – sarà compito dei vostri figli decidere il nome del nascituro.”

“Faranno la scelta giusta,” risposero in coro – di nuovo – Harry e Draco, ovviamente intendendo ognuno una cosa diversa: il primo che la figlia e il genero risparmiassero al nascituro un nome che avrebbe spinto al suicidio chiunque, il secondo che i due ragazzi decidessero saggiamente di dare al bambino il nome regale che gli spettava di diritto.

Si lanciarono l'ennesima occhiataccia e poi, per la felicità degli apparati uditivi delle loro mogli, rimasero a maledirsi a vicenda in silenzio.

Dopo qualche minuto – che i due consuoceri avevano speso ognuno pensando alla sfortuna che li aveva legati tramite il matrimonio dei loro figli – finalmente una Medimaga spalancò la porta della sala parto, rossa in volto.

“HA PARTORITO!” strillò in direzione dei presenti. “Forza, i neo-genitori vi aspettano!”

E Malfoy svenne.

 

Al terzo tentativo, Hermione, ormai spazientita, riuscì a far rinvenire Draco con un Innerva. Erano rimasti solo loro due nel corridoio, visto che Harry e Ron, troppo scossi dalle risate per poter anche solo pensare di pronunciare un incantesimo “senza la probabilità che potesse andare storto”, così come avevano detto (in realtà la donna pensava che volessero lasciare Malfoy lì per pura cattiveria), erano entrati nella sala parto in compagnia di Ginny – che davvero non sarebbe riuscita a pronunciare un solo incantesimo, considerando che ormai si era trasformata nella versione in carne ed ossa e lacrime di Mirtilla Malcontenta – e Asteria, che aveva invece bellamente ignorato il marito sul pavimento borbottando uno scocciato “gli sta bene”.

Draco, arrossendo vagamente di vergogna, si incamminò verso la sala dove si trovavano Lily e Scorpius a passo svelto, accompagnato da un altrettanto impaziente Hermione. Una volta davanti alla stanza si bloccò per un secondo, prese un respiro profondo e finalmente entrò.

Lily Potter in Malfoy, ancora pallida e sudata, era sdraiata su un lettino e cullava tra le braccia un fagottino avvolto in una copertina color panna che purtroppo non faceva che nascondere il bambino ai suoi occhi. Accanto a lei, Scorpius guardava la moglie e il bambino come se non esistesse altro nella stanza. Ginny aveva smesso di piangere, e ora osservava i genitori e il neonato con una mano alle labbra, sorridendo commossa. A Draco parve che anche lo Sfregiato e Lenticchia avessero le lacrime agli occhi.

Sua moglie, accanto al figlio Scorpius, gli rivolse un sorriso quasi trionfante.

“Avevo ragione io,” gongolò. “È una femmina.”

Sarebbe un eufemismo dire che Draco balzò accanto al letto col cuore in gola. Lily lo guardò e gli sorrise, un po' affaticata, nascondendo il bambino – no, la bambina – tra le braccia.

“Posso vederla?” mormorò Draco, deglutendo.

Lily ridacchiò e gli allungò il fagottino, che il biondo prese con braccia quasi tremanti.

“Attento a non svenire, papà,” ghignò Scorpius.

“Un'altra parola e ti diseredo,” borbottò Mafoy, sentendosi arrossire. Con la bambina tra le braccia, le scostò la copertina dal volto, scoprendo un ovale roseo, due occhi chiusi, un naso piccolo, due labbra a forma di cuore.

Tutta la sua bisnonna Narcissa, pensò commosso.

“Abbiamo deciso di chiamarla Alya,” disse Lily. “Come la stella della costellazione del Serpente.”

Alya Malfoy.

Certo, non era Grafias, ma poteva abituarsi, no? Forse avrebbe pure potuto abituarsi all'idea di essere ormai imparentato con i Potter e con i Weasley.

 

“Ehy, Malfoy,” disse Harry sogghignando.

“Mh?” rispose quello, ancora perso nella contemplazione della bambina.

“Alla fine avevi ragione,” continuò Potter con lo stesso tono di prima. “Ha i tuoi capelli.”

Draco scostò un po' la copertina dal capo della neonata, estasiato. “Biondi?”

“No,” rispose Ron. “Non ne ha.”

 

Il suo sorriso si spense di colpo.

No, pensò storcendo il naso. Non si sarebbe mai abituato all'idea di essere imparentato con loro.

 

 

One-shot senza pretese.

E sì, potete immaginarla come ambientata in un ipotetico futuro di Famous Last Words, la mia long. Niente ve – ce – lo impedisce, giusto?

Un bacio e una Cioccorana a chiunque decida di lasciare una recensione, che fanno sempre piacere e mi rallegrano la giornata.

Carme.

   
 
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