Viveva nel terrore. Scappava in continuazione, rifugiandosi in un luogo diverso ogni settimana.
Horace Lumacorno. L'uomo che anche in quel momento si stava preparando per cambiare ulteriormente residenza.
«Mi serviranno abiti più pesanti» disse fra se e se, correndo goffamente da una stanza all'altra per radunare i suoi effetti. «Ma dove avrò messo il mio Spioscopio?» disse qualche istante dopo, mettendosi a rovistare fra gli oggetti.
Alla fine portò anche l'ultima valigia in salotto. «Bene la Passaporta dovrebbe attivarsi fra pochi minuti. Ho dimenticato niente?» disse guardando si intorno. «Oh, già già... Francis!» esclamò ricordandosi di non aver preso con se il suo caro pesciolino rosso.
«Mi stavo quasi dimenticando di te, amico mio... oh...» si bloccò nel vedere che galleggiava sulla superficie dell'acqua, proprio come il petalo di giglio, la prima volta che il pesciolino apparse. «Francis... no...»

Non voleva crederci. «Lily...» disse con un filo di voce e gli occhi pieni di lacrime, ripensando a lei. Alla ragazzina che aveva prediletto, la sua pupilla. Un elemento così raro e prezioso, come non se ne incontravano più, a cui era tremendamente affezionato. Ripensò a ciò che era diventata: una fantastica, dolce, donna, che ora si era spenta per sempre.

E lui, che in quegli ultimi anni aveva sempre trovato in lei la gioia di vivere, la forza di andare avanti, ora non seppe fare altro che versare lacrime, che una dopo l'altra caddero e andarono a riempire il vuoto che si era formato nella boccia di Francis.