Quando
il giorno
si colora
Sakura
le conta tutte.
Giorno
dopo giorno, la sua mente si ostina a tracciare una riga in
più
sull’immaginario foglio di carta su cui appunta le mattine in
cui si sveglia
senza Sasuke. Sono diventate tante, in tre anni. Dopo il suo piccolo
rituale,
si alza dal letto e guarda fuori dalla finestra: è il suo
unico conforto.
Ogni
tanto si diverte ancora a sognare di vederlo tornare, ma è
un desiderio così
disilluso che ormai la speranza è diventata abitudine.
L’unico momento in cui
si permette di essere un po’ ingenua è quando il
sole sorge e il mondo si
colora dei suoi raggi; solo allora il cuore rallenta, appena per un
attimo, e
la figura di Sasuke si staglia nei suoi occhi come se fosse davvero
lì davanti
a lei.
All’alba,
con l’oro liquido del cielo che gli cola sulle spalle.
Illuminato della luce
che ha perso, torna indietro solo per lei.
Sarebbe
bello, Sakura.
Poi
il cielo da dorato diventa azzurro e anche l’ultima illusione
si spezza.
˜
° ˜
La
guerra è finita; Obito e Madara sono stati sconfitti,
l’Alleanza degli Shinobi
ha vinto e persino le perdite sembrano meno dolorose, sotto la promessa
di un
futuro migliore.
A
Sasuke tutto questo non importa. A lui l’oro del mattino non
piace, nemmeno
quando illumina la via che deve percorrere. Riconosce distrattamente
suo
fratello che gli indica il cammino, in quella luminosità
troppo accecante. Non
vuole tornare e il suo odio non si è spento: si è
solo assopito e giace sotto
la cenere. È troppo stanco anche per una vendetta ormai
inutile.
Il
team Sette non esiste più. Il team Taka non esiste
più. Sasuke non esiste più.
Trascina i piedi, un passo alla volta, diretto verso il richiamo
primordiale
del posto in cui è nato. La ferita al costato sanguina
pigramente, senza
fretta; lo uccide piano, perché sa che non potrà
essere salvato.
Konoha
sta ancora dormendo quando arriva alle sue porte. La luna sta cedendo
il passo
al sole.
Sasuke
continua a camminare, stringendosi il kimono insanguinato, senza sapere
dove
stia andando: ormai la nebbia che gli annebbia la mente è
troppo densa. Avanza
tra gli edifici semidistrutti notando a malapena lo sfacelo in cui
versa il
villaggio.
Sakura
sta svolgendo il suo rituale mattutino quando lo vede arrivare; deve
aspettare
qualche secondo prima di capire che non sono i suoi occhi traditori a
mostrarle
il sogno che ha tormentato così a lungo le sue notti. Lo
intuisce nel momento
in cui il sole sorge e Sasuke si illumina sotto i suoi raggi. Il sangue
che
cola brilla di vita mai vissuta. L’oro del giorno sembra
rendere tutto
possibile, capace di ridare vigore anche alla più flebile
delle speranze.
Si
precipita verso le scale ed esce di casa appena in tempo
perché Sasuke riesca a
caderle tra le braccia. Il cielo dorato assiste alla sua rinascita,
mentre
cambia la pelle di traditore e torna ad essere solo un ragazzino.
Spazza via
l’orrore del passato a ritmo del cuore di Sakura che gli
batte contro la
guancia e riesce finalmente a chiudere gli occhi. È stanco.
Poi
il cielo da dorato diventa azzurro e il sole è solo una
stella.
Sasuke
muore sotto i suoi raggi.
☑Originalità
(fino alla
frase finale non ti avrei dato il punto... poi è cambiato
tutto e ho ancora gli
occhi sgranati e una lacrimuccia)
☑Grammatica
☑IC
Personaggio Base (“la
ferita al costato” fa tanto Gesù xD)
☑IC
Personaggio Aggiunto
☑Uso
del Prompt
(divino)
☑Gradimento
personale
-☑Bonus/Malus
(ultima nel turno precedente)
Totale: 5 punti
Con
questa flashfic ho ottenuto [5] punti per un totale di [34] punti nella
sfida