Una delle poche cose che mi riescono bene sono le entrate in grande stile.
Il vento che mi scompiglia dolcemente i capelli, il giubbotto di pelle forse un po' troppo stretto, lo scintillio della mia nuova moto.
Non so guidarla, ma per arrivare fino a scuola la mia esperienza in Super Mario Kart dovrebbe bastare.
«Eh sì, sono proprio favoloso» concludo, rimirandomi nello specchietto

Probabilmente attratta dalla mia irreale bellezza, una ragazza mora mi domanda «Scusa, sapresti indicarmi dove si trova l'aula di... ecco, Letteratura e Filosofia?»
«Ti sei persa? Pensavo che una come te avesse il gps incorporato»
La frase non doveva essere proprio così, ma è lunedì mattina, sono stanco e ho trovato traffico, quindi le mie parole assomigliano più ad uno spot della Nissan che ad uno dei Baci Perugina.
Lei mi guarda un attimo stupita, poi mi domanda se vada tutto bene.
Sembra quasi preoccupata per la mia salute mentale.
Cerco di rimediare «Intendevo...Sono io ad essermi perso nei tuoi occhi, tu non dovresti avere problemi di orientamento»
La ragazza mi rivolge un sorriso radioso ed io penso sia bellissima.
Attraversiamo il cortile continuando a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre, mi domanda qualcosa che non riesco a sentire perchè sono più occupato ad osservare le sue labbra, appena colorate di rosso, che a sentire le sue parole e lei sembra non curarsene.
Scoppiamo a ridere entrambi quando scopriamo di frequentare le stesse lezioni: lei perchè non si aspettava che un ragazzo bello come me seguisse un corso noioso come Filosofia antica, io perchè immagino di essermi iscritto a quel seminario sotto stato di ebbrezza, cosa neanche tanto improbabile.
«Angry Birds sto arrivando» le sussurro all'orecchio non appena scorgo le pile di libri appoggiate sulla cattedra «figuriamoci se starò a sentire questa lezione»
Lei non dice niente, ma mi lascia la mano e va a sedersi sulla sedia della relatrice.
Ranicchia le gambe sopra al sedile, si da una spinta e compie un paio di giravolte.
«Cosa fai, la professoressa arriverà da un momento all'altro!»
La sedia compie un'ultima rotazione «Veramente è già qui»


Quella lezione,  una rapida introduzione alla Filosofia dei Presocratici, è tra le più interessanti che abbia mai seguito.
Rachel - sì, questo dice la brochure del campus - spiega con passione, tracciando grosse frecce sulla lavagna dietro di lei per collegare Talete ad Anassimandro (erano amanti, a quanto ho capito), la Φυσις ad una parola scritta così male che mi passa la voglia di leggerla, per disegnare un sole e un cuore, o almeno questo ci vedo io, perchè sono già innamorato di lei.
Trascorro la maggior parte dell''ora a riempire i margini del libro con le nostre iniziali: stanno molto bene insieme, non può che essere un segno.

E' un segno.
Le nostre iniziali ora campeggiano anche sulla collana che le ho regalato per il complanno, e sulla mia spalla sinistra.
D'accordo, è stato avventato tatuare un simbolo del nostro amore dopo così poco tempo, ma non riesco a pentirmene. Se ci lasciassimo potrei trasformare quella J+R in un JAR of Hearts in onore di Christina Perri, o in uno JOR-el in onore di Kripton.  Ma non accadrà. La amo troppo per lasciarla andare.

«E' stato davvero meschino da parte tua farci fare un test a sorpresa subito dopo le vacanze natalizie» commento un po' deluso mentre mescolo il mio gin tonic
«Volevo vedere se avevate seguito le mie spiegazioni o infranto l'ultimo record di Angry Birds»
«...o fissato la vostra sexy relatrice senza prendere appunti che non fossero "HOT!"»
«Hai scritto HOT a qualche tuo compagno?! Jesse è pericoloso, se scoprissero la nostra storia clandestina potrebbero licenziarmi» esclama lei, sbattendo il bicchiere sul bancone
«Non ti preoccupare, quelle annotazioni erano solo per me»
Lei sembra tirare un sospiro di sollievo e sussurrare un "grazie", ma io sto fissando la cartelletta rosa che sbuca leggerente dalla sua borsa
«Se fossi uno studente ribbelle strapparei i compiti a sorpresa»
«Qui di "ribbelle" c'è solo il tuo ciuffo. Guardati, sembri appena uscito da quel frullatore!» esclama indicando quello sul bancone del pub
«Sono un ribbelle, Rachel...» protesto debolmente
«Ecco, così va molto meglio»  dice mentre mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio
«...non mi importa dell'acconciatura, solo di te»