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Autore: Julia of Elaja    12/02/2013    7 recensioni
"Ma alla fine perdeste quella partita!"
"Già... però il tuo gesto non è passato inosservato... a dire il vero, tu non sei passata inosservata...”
Seconda classificata al contest: "Pairing, Pairing e ancora Pairing! Chi più ne ha, più ne metta!" indetto da Ashely Moody
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Oliver Wood/Baston
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era un tranquillo pomeriggio primaverile: il sole iniziava a tramontare e l’aria si faceva frizzante.
Hermione Granger, come suo solito, era in biblioteca, china su un volume di Rune Antiche.
Il terzo anno a Hogwarts era quasi concluso, ormai: ancora due mesi e lei sarebbe tornata a casa.
Ma c’erano gli esami: e quelli avevano la priorità su qualsiasi altra cosa.
Leggeva febbrilmente il corposo volume che aveva tra le mani, pensando e ripensando agli esami che inesorabilmente si avvicinavano.
“Signorina Granger? Devo chiederle di andare via! La biblioteca chiude!” esordì Madama Pince.
“Come?” Hermione si riscosse “Oh, certo! Vado subito!”.
Restituì il volume alla custode, poi recuperò i suoi appunti e uscì a passo spedito dalla biblioteca.
Sospirò: il suo stomaco le faceva male, in fondo aveva passato tutto il pomeriggio sui libri e ora la fame si faceva sentire.
“Passerò prima in Sala Comune a lasciare questi appunti nel baule, poi andrò a cena!” si disse, salendo le scale tra un saltello e un altro.
Arrivata al settimo piano, dopo aver detto la parola d’ordine alla Signora Grassa (“Spettegolone!”) entrò spedita nella Sala.
Non c’era nessuno: per un attimo fu tentata di lasciare tutto su un tavolino affianco al caminetto, ma il suo buonsenso le suggerì di salire nel dormitorio e riporre nel baule i suoi preziosi appunti.
Aprì la porta  e, spalancato il baule, vi ripose ordinatamente dentro le sue pergamene.
“Ecco fatto!” disse con tono soddisfatto mentre richiudeva il baule e usciva dal dormitorio.
“E ora… si mangia! Non ce la faccio più!” commentò ad alta voce, scendendo le scale e giungendo nella Sala Comune.
“Oh, bene! A quanto pare non sono l’unico affamato qui dentro!”
Hermione si bloccò: evidentemente, non era la sola Grifondoro a trovarsi lì in quel momento.
“Ciao!” il viso di Oliver Baston spuntò alla sua destra; il ragazzo pareva divertito.
“C-ciao!” balbettò lei, imbarazzata “Scusa, credevo di essere sola e…”
Oliver rise: “Sta’ tranquilla, anche a me a volte capita di parlare ad alta voce!”
Anche Hermione ridacchiò, le gote rosse: “Eh già… devo essere proprio affamata! A quanto pare non ci sto capendo nulla dalla fame!”
“Allora, andiamo insieme in Sala Grande?” propose lui.
“Volentieri!” rispose la ragazza, passandosi una mano tra i capelli cespugliosi e cercando in tutti i modi di appiattirli per quanto possibile.
Scesero a passo sostenuto le sette rampe di scale, e una volta giunti nella Sala Grande si diressero al tavolo dei Grifondoro.
“Oh no!” Hermione fece una smorfia “Harry e Ron non ci sono!” disse, indicando a Baston i posti vuoti che di solito occupavano i suoi due amici.
“Be’ allora siediti affianco a me!” fece quello con semplicità.
Hermione avvampò nuovamente: “Oh… d’accordo!”
Presero posto sulla panca e, dopo essersi sorrisi vicendevolmente, iniziarono a servirsi di purè e rognone.
“Ti vedo spesso in giro” esordì lui d’un tratto “E sempre in compagnia di Harry e Ronald, il fratello più piccolo di Fred e George!”
“Già…” rispose Hermione, addentando una patata al forno.
“Sai” fece Oliver, facendo una pausa per ingoiare un boccone “Harry parla spesso di te. Dice che sei la strega più brillante per la tua età!”
“Oh, lo dice solo perché è mio amico!” ribatté lei, le guancie in fiamme e lo sguardo fisso sul rognone nel piatto.
“Invece io dico che ha ragione!” fece lui, dopo aver bevuto un sorso di succo di zucca.
Hermione strabuzzò gli occhi: “C-Come?”
“Sì, mi hai sentito! Io dico che ha ragione!” Oliver le sorrise “Avanti, non potrò mai dimenticare quello che hai fatto durante la partita contro i Tassorosso… certo, alla fine non è andata come previsto, però…” fece una smorfia.
“Oh… parli dell’incantesimo per gli occhiali di Harry?” ridacchiò lei.
“Precisamente!” esclamò lui, entusiasta “Sai, in quel momento ti avrei davvero baciata, è stato…”
Ma Oliver non riuscì a completare la frase: Hermione aveva sbattuto violentemente il suo calice di succo di zucca sul tavolo e ora tossiva convulsamente e non riusciva a respirare.
“Hermione! Va tutto bene? Cos’hai?!” Oliver, allarmato, le puntò la bacchetta contro il petto ed esclamò: “Desobstruo!”.
Hermione riprese a respirare regolarmente, tenendosi una mano sul petto.
“Oliver… mi hai salvata… grazie!”
“Ma cosa è successo?”
“Io… mi è andato un sorso di succo di traverso!” si giustificò lei, avvampando.
La verità era che Oliver l’aveva fatta quasi soffocare: lui l’avrebbe baciata quel giorno? L’avrebbe baciata? Aveva davvero detto così?
“Be’ stai più attenta la prossima volta!” lui le sorrise “Mi hai fatto prendere un colpo!”
Hermione lo guardò negli occhi, un po’ timorosa: “Sto bene ora, ti ringrazio” sussurrò.
Il ragazzo la osservò stranito per qualche secondo: “Figurati… dovere” le disse.
La ragazza si riscosse improvvisamente: “Oddio, devo andare! Devo finire una traduzione di Antiche Rune e…”
“Sì, devo andare anche io in Sala Comune” fece Oliver, stiracchiandosi e alzandosi in piedi.
Si guardarono nuovamente: “Allora… saliamo assieme?” chiese lui.
Hermione annuì, esitante: ora sì che era imbarazzata.
Perché lo aveva fissato negli occhi? Ora lui probabilmente aveva capito che lei lo trovava carino…
… ma da quando trovava carino Baston?!
“Hermione, calmati. Stai diventando paranoica!” si rimproverò nella sua mente.
“Mi mancherà Hogwarts…” esordì Oliver, osservando tutt’attorno con sguardo malinconico “Mi dispiace andare via… sono già passati sette anni, incredibile…”
Stavano salendo le scale e ormai mancavano appena due rampe al quadro della Signora Grassa.
“Cosa hai intenzione di fare, una volta uscito da qui?” chiese Hermione.
“Ho già fatto il provino per il Puddlemere United: sono stato selezionato come portiere della squadra!” esclamò lui, gli occhi che gli brillavano.
“Oh… congratulazioni!” cinguettò Hermione.
“Ti ringrazio. Non vedo l’ora di iniziare!” Baston gonfiò il petto, inorgoglito.
“Spettegolone!” fece Hermione, rivolta al quadro d’ingresso per la Sala Comune dei Grifondoro.
“Non c’è ancora nessuno qui…” commentò Baston una volta dentro.
Hermione si voltò a guardarlo: “Bene, io vado su nel mio dormitorio a prendere gli appunti che mi servono e poi torno qui a studiare…”
“Ah, non ti conviene stare qui… da quanto ho visto prima giù in Sala Grande, parecchi Grifondoro stavano finendo di mangiare e tra pochi minuti questa Sala Comune brulicherà di persone… penso che ti convenga stare su nel dormitorio a studiare!” suggerì lui.
“Be’ se è come dici tu… allora sì, starò in camera!” Hermione fece spallucce.
“Bene… allora… buonanotte!” le disse Baston sorridendole.
“B-buonanotte Oliver” la ragazza ricambiò il sorriso e si voltò, dirigendosi alle scale per il suo dormitorio.
“Hermione! Aspetta!”
Si girò: Oliver la stava guardando, una mano dietro alla nuca e lo sguardo fisso su di lei.
“Io…” si avvicinò alla ragazza “Io mi chiedevo se… potessi sdebitarmi. Sai… per quella partita di Quidditch…”
“Ma alla fine perdeste quella partita!” puntualizzò Hermione, il tono di voce soffuso mentre lui si faceva sempre più vicino.
“Già… però il tuo gesto non è passato inosservato… a dire il vero, tu non sei passata inosservata…”
I loro occhi si incontrarono: Hermione non sapeva più cosa fare o cosa dire, sentiva solo di essersi completamente paralizzata.
“Credo sia arrivato il momento di ringraziarti come si deve…” sussurrò lui, il volto a un palmo dal naso di lei e le labbra pericolosamente vicine…
Un bacio.
Un bellissimo, perfetto bacio.
I loro occhi si persero per quei pochi attimi: le loro labbra si incontrarono in un tripudio di gioia, timidezza, passione, dolcezza…
Le loro lingue lottarono e i due non riuscirono a battere quella cedevolezza che li abbracciava, che li lambiva…
Hermione si avvinghiò al collo di lui, puntellandosi sui piedi.
Oliver la strinse a sé, mentre le passava una mano nei capelli cespugliosi.
Quando le loro labbra si discostarono, i due rimasero a guardarsi per qualche secondo, il sorriso sul volto e i nasi che si sfioravano.
“Te lo dovevo questo bacio” sussurrò lui, allontanandosi da lei.
Hermione lo guardò salire le scale per il dormitorio dei ragazzi: poi sentì uno scalpiccio e si ritrovò di fronte una marea di Grifondoro che rientravano dalla cena.
“Hermione! Ti abbiamo cercata dovunque! Ma dov’eri?!” Harry e Ron si fecero avanti.
“Ehi… va tutto bene? Cos’è, hai incontrato un Dissennatore?” chiese Ron, vedendola frastornata.
“No, Ron… va tutto bene” Hermione sorrise, rivolgendo un ultimo sguardo alla porta ormai chiusa del dormitorio maschile “Va tutto fin troppo bene”.
   
 
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