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Autore: Yvaine0    13/02/2013    3 recensioni
"«Stavo uscendo. Come mai sei qui?»
Louis si strinse nelle spalle con noncuranza e sorrise apertamente: «Liam e Harry sono impegnati, Niall non si trova e io mi annoiavo. Così sono venuto a farti visita» rispose candidamente.
Lusinghiero, commentò Zayn mentalmente.
[...] «Ciao ragazzi» rispose lui, con un sospiro esasperato. L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era Louis Tomlinson in tutta la sua appariscente eccentricità ed inesistente discrezione. «Si può sapere dove ti eri cacciato?» domandò a Zayn, piccato."
C'è un'emergenza in corso: Niall si trova nel pub dietro casa di Zayn e ha bisogno del suo amico. Zayn è determinato a fare del suo meglio per aiutarlo, ma nell'ultimo periodo soffre a causa della rottura con la sua ragazza. Dall'altra parte, c'è Louis, che si annoia e, si sa, il suo passatempo preferito è dare fastidio agli amici.
Zouis (?) - bitchy!Louis
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge accepted!'
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Disclaimer! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, nè offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

Storia scritta in risposta alla sfida di MN125: Zouis alle prese con una Niall/OC.

 

Pronto intervento!

(Che ci fa lui qui? - Me lo chiedo anche io.)

 

 

“Che cazzo faccio ora? Vieni subito qui!”

Nialler, 17:36

 

“Subito! SUBITO, capisci? Ho bisogno di te!”

Nialler, 17:39

 

“Cammina veloce una volta nella tua vita!”

Nialler, 17:43

 

“Potresti anche rispondere.”

Nialler, 17:44

 

“E dai! Muovi il tuo bel culo!”

Nialler, 17:50

 

“So che non stai facendo nulla, amico: è venerdì! Per favore!”

Nialler, 17:54

 

“Vaffanculo, Zayn.”

Nialler, 18:00

 

“Oh, andiamo! Non è divertente! Ti prego! Se lei se ne va, giuro che non ti parlo più :(”

Nialler, 18:03

 

“Vieni o no? Ti offro da bere!”

Nialler, 18:07

 

“Per un mese! Ti offro da bere per un mese!”

Nialler, 18:12

 

“Zayn, per favore. È importante. Ti sto aspettando.”

Nialler, 18:15

 

“Ah. Ehm, sono al pub dietro casa tua. :/”

Nialler, 18:18

 

Zayn uscì dalla doccia giusto in tempo per vedere il suo cellulare illuminarsi, segnalando l'arrivo dell'ultimo messaggio. Per un istante il suo cuore aveva perso un battito, come ogni volta, sperando e temendo assieme che si trattasse della sua ragazza. Anzi, della sua ex ragazza. Si era detto che non l'avrebbe letto, ma alla fine aveva ceduto alla curiosità.

Aveva ricevuto ben tredici SMS nel giro di mezz'ora – o poco più – dallo stesso mittente, dei quali gli bastò leggere il primo per decidere che l'avrebbe raggiunto al più presto. Erano di Niall, il suo migliore amico.

Senza perdere troppo tempo in riflessioni, Zayn si vestì, ficcò il telefono nella tasca, prese il giubbotto, ignorò volutamente il portafogli che giaceva sulla scrivania – dopotutto Niall aveva promesso di offrirgli da bere –, poi avvisò sbrigativamente sua sorella maggiore e si fiondò fuori di casa.

Quando un amico chiamava, Zayn Malik rispondeva. Sempre.

E se proprio non faceva in tempo a rispondere, avrebbe sicuramente richiamato.

Caso volle che Zayn non potesse andare molto lontano, poiché, mentre era impegnato a comporre il numero di telefono del suo amico per avvisarlo del suo imminente arrivo, non aveva notato che qualcun altro si stava avvicinando all'ingresso di casa Malik. E chiaramente ci finì contro.

«Merda!»

«Ehi, Zayn! Dove vai così di fretta?»

Louis Tomlinson era in piedi proprio di fronte a lui con sorriso beffardo e i capelli un po' più spettinati del solito. Come se avesse percepito il suo pensiero, Louis si sistemò alla bell'e meglio il ciuffo castano.

Zayn sospirò: una visita da parte sua proprio non ci voleva.

Lui e Louis erano amici, sì, ma non erano mai andati particolarmente d'accordo. Frequentavano la stessa compagnia, spesso si facevano quattro risate insieme, scroccavano passaggi in auto l'uno all'altro, si passavano i compiti e, quando – raramente – si trovavano d'accordo su qualcosa, finivano persino per sostenere insieme le proprie ragioni. Questo però non faceva di loro una coppia di buoni amici. Per Zayn, Louis era semplicemente troppo volubile e infantile. E indisponente, tremendamente indisponente. Ciò che li rendeva incompatibile, forse, era l'estrema riservatezza di Zayn, in netto contrasto con la curiosità, l'impazienza, l'insistenza e la tendenza a farsi gli affari degli altri di Louis.

«Devo... - Zayn prese un secondo respiro profondo, non sapendo come rispondere. Dubitava che, se aveva bisogno del suo aiuto, Niall avrebbe apprezzato la presenza di Louis. Tuttavia non poteva nemmeno mandarlo via. - Stavo uscendo. Come mai sei qui?»

Louis si strinse nelle spalle con noncuranza e sorrise apertamente: «Liam e Harry sono impegnati, Niall non si trova e io mi annoiavo. Così sono venuto a farti visita» rispose candidamente.

Lusinghiero, commentò Zayn mentalmente. Scrollò il capo e diede un'occhiata al numero di Niall sullo schermo del telefono. «Okay. Solo che io stavo uscendo». Il fatto che Nialler non si fosse fatto trovare da Louis la diceva lunga su quanto avesse voglia di vederlo; non sarebbe stata una gran mossa portarlo con sé.

«Dove vai di bello?»

Zayn si guardò attorno, in attesa di una scappatoia. «C'è... c'è un amico che... - sbuffò. Non avrebbe mai trovato una scusa adatta così su due piedi, tanto valeva essere sinceri: - Senti, Tommo: mi hanno telefonato un amico e ha bisogno di me. È urgente, capisci? Devo proprio andare».

Louis annuì con aria grave, affondando le mani nelle tasche. «Sì, capisco – confermò. Rimase in silenzio qualche istante, osservando il cielo plumbeo sopra le loro teste, poi tornò a guardare Zayn negli occhi. - Ti accompagno. Due menti sono meglio di una!»

Come? No, no, no, no! «Non so se è il caso, Tommo, vedi è un'emergenza...»

«Appunto!»

«Sono di fretta» tentò nuovamente il mulatto, scompigliandosi i capelli ancora umidi.

Louis annuì comprensivo e si avviò verso il cancello: «Perfetto, allora. Diamoci una mossa. Ho la macchina parcheggiata qui davanti!»

Zayn Malik sospirò. Aveva o non aveva detto che Louis Tomlinson sapeva essere maledettamente insistente? Non era affatto stupido, sapeva benissimo di dare fastidio, ma lo trovava estremamente divertente.

Prima o poi lo avrebbe ucciso, pensò Zayn, mentre lo seguiva e cancellava, premendo il tasto rosso, tutte le cifre digitate – non aveva la minima intenzione di avvisare in anticipo Niall riguardo al piccolo problema che stava portando con sé. Meglio ucciderlo poi piuttosto che prima, comunque: in quel momento un passaggio in macchina faceva proprio al caso suo.

 

Quando fecero il loro ingresso nel piccolo pub dietro casa di Zayn, il ragazzo cominciò a guardarsi attorno alla ricerca del suo amico irlandese e del problema che lo aveva spinto a scrivergli tante volte e con tanta urgenza. Lo trovò a sedere, con il capo chino su una pinta di birra – rigorosamente irlandese – , ad un tavolo in angolo, mentre continuava a spiare di sottecchi delle ragazze poco distanti.

«Ehilà, Nialler! Ecco dov'eri finito!» esclamò allegramente Louis, facendolo trasalire.

In un primo momento Niall si limitò a fissare sorpreso gli occhi blu dell'amico, poi il suo sguardo si fece incredulo, quando incontrò quelli castani di Zayn. La domanda che vi si leggeva implicita, palesata dagli archi formati dalle sopracciglia e dalle labbra strette in una smorfia contrariata, era: “Perché cavolo te lo sei portato dietro?”.

Zayn si strinse nelle spalle e abbozzò un sorriso di scuse. «Ehi, Nialler».

«Ciao ragazzi» rispose lui, con un sospiro esasperato. L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era Louis Tomlinson in tutta la sua appariscente eccentricità ed inesistente discrezione. «Si può sapere dove ti eri cacciato?» domandò a Zayn, piccato. Forse non poteva insultarlo apertamente per essersi portato dietro Mister Mifacciogliaffarialtrui, ma aveva comunque qualcosa da rimproverare al suo amico, a mo' di sfogo.

Zayn si strinse nelle spalle. «Ero in doccia» rispose soltanto.

A quel punto accadde qualcosa a cui Zayn non aveva pensato, prima di parlare. Vide Niall immobilizzarsi per qualche stante, poi assumere un'espressione palesemente divertita, mentre lanciava un'occhiata a Louis e poi tornava a guardare lui: «Oh, capisco!» esclamò, scoppiando poi a ridere fragorosamente.

Louis ci mise una frazione di secondo per capire l'allusione celata dietro quella semplice esclamazione. Guardò divertito Niall e poi sorrise sornione. «Che c'è, Nialler, sei geloso? Volevi forse unirti a noi?»

L'irlandese lanciò un'occhiata estremamente divertita a Zayn, che alzò gli occhi al cielo, scuotendo leggermente il capo rassegnato alle stupide battute dei due amici. «No, tranquillo Tommo! Io sono totalmente etero e certe esperienze non mi interessano proprio!», pronunciando quelle parole, però, gli tornò in mente la causa del suo grande sconforto, il motivo per cui aveva voluto che Zayn lo raggiungesse al pub. Chinò nuovamente il capo, l'ombra della sua risata ancora in volto, e lo voltò quanto bastava per vedere la ragazza riccia seduta qualche tavolo più in là con le sue amiche. «L'hai vista, Zayn?»

L'amico guardò nel modo più discreto possibile nella direzione a cui accennava Niall e annuì nel momento stesso in cui la vide: ora si spiegava tutta l'urgenza con cui lo aveva cercato. Le ragazze. Erano sempre un problema ultimamente. Non che lui avesse molta voglia di avere a che fare con persone dell'altro sesso, dopo ciò che era successo con la sua ultima ragazza, ma per il suo migliore amico si sarebbe sacrificato.

Louis, fortunatamente per Niall, non aveva bisogno di voltarsi per vederla, altrimenti non si sarebbe preoccupato di non farsi notare. «Tammie Winslow – la riconobbe. - Chi ha una cotta per Tammie Winslow?» domandò divertito.

Niall alzò appena il viso per guardare l'altro dritto negli occhi. «Io» rispose sconsolato.

«E cos'è quel muso lungo?»

Aggrottò le sopracciglia, irritato da quella domanda così tremendamente idiota. Tanto più che, come tutti sapevano, Louis Tomlinson era tutto fuorché stupido. Aveva una mente schifosamente brillante, era recettivo, acuto e maledettamente dispettoso. «Secondo te, Louis?» sbottò, contrariato.

«Non lo so, altrimenti non te lo avrei chiesto» rispose l'altro, incrociando le braccia con aria severa.

«Senti, non è giornata. Cerca di non infierire» lo avvisò allora Niall, tornando a chinarsi sulla sua birra.

«Be', Nialler, però Louis non ha tutti i torti» si intromise allora Zayn in tono pacato. In un attimo gli sguardi meravigliati – e uno anche un po' soddisfatto – dei suoi due amici furono su di lui. Lui stesso si era sorpreso di dover dare ragione a Louis Tomlinson, ma dopotutto quella volta ne aveva davvero.

«Cosa?»

«Perché ti stupisci tanto? Io ho sempre ragione!» sottolineò Louis, dando un colpetto sulla fronte dell'irlandese, che lo degnò a malapena di uno sguardo, impegnato com'era a fissare sconvolto il suo migliore amico.

«Cosa?» ripeté.

Zayn diede una rapida alzata di spalle. «Perché te ne stai qui a piangerti addosso? Se lei ti piace, vai e prendila».

«Ben detto, compare!»

«Cosacosacosa?» Niall non poteva credere alle proprie orecchie. Che diavolo prendeva a Zayn quel giorno? Prima non rispondeva ai suoi messaggi, poi compariva lì assieme a Louis, dicendo di essere stato in doccia fino a quel momento, e infine dava ragione a quel piantagrane del loro amico.

«Insomma, non dirmi che credi di non avere speranze con lei, Niall, perché significa che hai gli occhi foderati di ali di pollo» continuò Zayn.

Louis ridacchiò. «Forse dovresti smettere di accompagnarlo da Nando's» suggerì, divertito da quell'affermazione.

Zayn non si degnò di guardarlo, mentre, senza nemmeno cambiare tono di voce, lo liquidava con un lapidario «Tu stai zitto, Louis», per poi continuare con il suo discorso: «Dovrei smettere di essere così insicuro una volta tanto. Se anche ti rifiutasse, potresti dire di averci provato. Così, invece? Potresti dire di averle provate tutte?» Che poi, si disse, era esattamente ciò che aveva fatto lui con la sua ex. Peccato che non fosse finita nei migliori dei modi. Almeno, però, lui non aveva rimpianti.

Niall osservò divertito l'espressione offesa di Louis, poi tornò a guardare Zayn. Il suo amico in due frasi aveva accumulato un sacco di punti, più di quanti ne avesse precedentemente persi con le stramberie di quel giorno. «Mi piace questo ragionamento!»

«Sì, anche a me. - replicò Zayn, soddisfatto del suo discorso, ma anche di essere riuscito a zittire Louis così facilmente. Non era semplice chiudere la bocca a quel tipo; forse lui era una delle pochissime persone in grado di farlo. - Allora, sei ancora qui? Vai a parlarle!»

«E cosa dovrei dirle?»

Zayn ci pensò su qualche istante. «Chiedi se lei e le sue amiche vogliono unirsi a noi: quella biondina non è niente male!» scherzò.

 

A Louis Tomlinson non piaceva essere zittito, non gli piaceva per niente.

Chi glielo aveva fatto fare? Trascorrere del tempo con Niall Insopportabilmente-Rumoroso Horan e Zayn Fanno-Tutti-Schifo-Tranne-Me Malik era stata l'idea più sciocca che gli fosse mai venuta. Probabilmente sarebbe stato meglio rimanere in casa a litigare con Lottie per il telecomando e poi annoiarsi davanti al televisore.

«Smettila di fare quel muso lungo, Louis – lo incoraggiò Niall, mentre si alzava per andare davvero a parlare con Tammie Winslow, – Ora ti porto un paio di ragazze con cui puoi fare il logorroico!»

Louis in quel preciso istante decise che avrebbe fatto il broncio tutto il pomeriggio, giusto per dare fastidio a Niall Rido-sempre-come-un-cretino Horan e Zayn Stai-zitto-o-non-riesco-a-sentire-la-mia-bellissima-voce Malik.

Che poi lui non era affatto logorroico, sapeva controllare senza alcuno sforzo il flusso delle parole che uscivano dalla sua bocca. Per dimostrarglielo sarebbe anche rimasto in silenzio finché qualcuno non gli avesse risposto la parola per primo. E anche in quel caso, decretò, sarebbe stato criptico e lapidario. Insomma, sarebbe stato una sorta di Zayn Malik numero due, con la piccola differenza che lui, al contrario di un certo pakistano, non era asociale e sapeva vestirsi.

Oltre tutto, come si era permesso di zittirlo in quel modo? Nemmeno fosse stato un bambino fastidioso o una mosca da scacciare con un cenno brusco della mano. Louis era una persona intelligente, non uno stupido che parlava a vanvera. Al contrario di Horan, che sembrava lanciare una monetina ogni volta che stava per decidere cosa dire – puntualmente la monetina decideva la risposta sbagliata, a cui Niall puntualmente dava voce senza pensarci due volte.

Quando l'irlandese tornò al tavolo, aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Louis, a braccia incrociate e abbandonato contro lo schienale della sedia, pensò che sembrava un vero idiota con quell'espressione, ma ricordò il suo proposito di rimanere imbronciato e taciturno, per cui non disse nulla. Anche se farglielo notare gli sarebbe piaciuto. Molto. Molto molto.

Nonostante la sua determinazione, tutti sapevano quando Louis Tomlinson fosse volubile e lunatico: era matematico che avrebbe cambiato idea da un momento all'altro. O che semplicemente se ne sarebbe dimenticato, troppo impegnato a pensare a qualcosa di nuovo.

«Allora?» si informò Zayn, divertito, quando Niall fu abbastanza vicino.

Quello sorrise divertito. «La biondina dice di andare a farti fottere, ma io e Tommo possiamo andare a sederci con loro!»

A quella notizia, il volto di Zayn si trasformò in una maschera di sconvolgimento, mentre Louis scoppiò a ridere di cuore, completamente dimentico dei suoi propositi.

Una ragazza aveva appena rifiutato Zayn Malik senza nemmeno parlargli, incredibile! Anzi: incredibilmente comico. Mentre se la rideva della grossa, gli rivolse un sorrisetto di scherno, a cui l'altro rispose con un'occhiataccia. «Ma che le hai detto?» domandò, incredulo.

«Quello che hai detto tu, – rispose Niall: - ho chiesto se potevamo unirci a loro perché al mio amico piaceva la ragazza bionda».

«Sei un coglione!»

«E cosa avrei dovuto dirle? “Ehi, scusa, ho una cotta per te; posso provarci?”»

Zayn era forse arrossito? Aveva visto bene? Louis si stava divertendo come un matto. Si alzò in piedi di slancio e accostò la sedia al tavolino. «Be', allora, ciao Zayn! Io e Niall abbiamo da fare!» si congedò, spingendo poi avanti il biondino, che lo precedette al tavolo di Tammie Winslow e delle sue amiche.

 

Niall stava assistendo ad una scena un po' assurda, che rischiava di distrarlo dalla sua accurata opera di seduzione: Louis continuava a riempire Zayn di frecciatine denigratorie poco velate e lui, tutto intento a rimescolare la sua birra dentro la bottiglia di vetro, lo ascoltava a testa bassa senza dare segno di vita.

Una situazione come quella era quanto di più usuale per loro; quando si riunivano Louis Tomlinson e Zayn Malik nella stessa stanza, senza niente di particolare da fare, il primo non poteva che dedicarsi ad uno dei suoi hobby preferiti: infastidire la gente. E quando Niall era impegnato a fare altro, Zayn era sicuramente uno dei suoi bersagli preferiti. Questo perché Zayn, proprio come stava facendo in quel momento, non reagiva. O almeno non subito: si sforzava a lungo di ignorarlo, di non dargli la soddisfazione di arrabbiarsi. Alle volte capitava che, però, anche lui perdesse la pazienza, e allora le cose si complicavano. Uno Zayn Malik incazzato era uno Zayn Malik con cui nessuno avrebbe mai voluto aver a che fare – Niall stesso a volte si preoccupava per i suoi eccessi di rabbia, benché fossero davvero rari.

Ciò che l'irlandese temeva proprio in quel momento era che il suo migliore amico fosse vicino a perdere le staffe. Lui da solo, con la storia della biondina, lo aveva contrariato non poco e avevano dovuto insistere perché si sedesse assieme a loro al tavolo delle ragazze. Bisognava anche tenere conto del suo umore, ai minimi storici da quando aveva avuto quella brutta esperienza con la sua ultima ragazza, e la facilità con cui si isolava nell'ultimo periodo. La delusione amorosa anche bruciava sulla sua pelle e Niall si era accorto un secondo troppo tardi di essere stato indelicato con quello scherzetto della biondina.

Louis, inoltre, ci stava andando giù pesante. Era una buona mezz'ora che, mentre Niall cercava di fare conversazione con Tammie, l'altro intratteneva le altre ragazze con aneddoti divertenti intervallati da continue allusioni a quanto Zayn fosse silenzioso, burbero, egocentrico, irascibile, asociale, riservato, poco di compagnia. Niall al posto suo avrebbe dato di matto già da un po'.

Ma Zayn no, lui se ne stava in silenzio come sempre, fissando la sua birra, accennando qualche sorrisetto ogni tanto, guardandosi attorno di sottecchi. E anche così facendo, riusciva comunque ad attirare l'attenzione delle ragazze, cosa che sembrava far innervosire Louis ancora di più.

Sembrava assurdo anche a Niall, ma quando le ragazze se ne andarono, erano successe almeno due cose sconvolgenti: lui aveva ottenuto il numero di Tammie Wilson – e un bacio sulla guancia al momento del saluto – e Zayn non aveva sbottato. Se non fosse stato troppo impegnato a chiedersi come fosse possibile che sulla rubrica del suo cellulare ci fosse davvero un nome in più, Niall si sarebbe congratulato con il suo migliore amico per i nervi d'acciaio.

«Non ci credo, non ci credo, cazzo!» cantilenò allegramente, sorridendo come un ebete allo schermo dell'iPhone. Spostò lo sguardo su Zayn, che gli sorrise incoraggiante, poi lanciò un'occhiata anche a Louis.

«Bravo Nialler! Che ti avevamo detto?» trillò quest'ultimo, con aria orgogliosa. A volte gli sbalzi di umore di Louis lo lasciavano interdetto, ma in quel momento Niall era troppo felice per pensarci.

«Mi ha lasciato il numero! E ora che faccio?»

«Chiamala» propose Zayn, lapidario come sempre.

Louis lo guardò come se avesse appena bestemmiato. «Chiamarla? Adesso?»

«Perché no?»

«Perché dovrebbe? L'ha appena salutata. Non deve passare per il ragazzo appiccicoso o lo manderà al diavolo entro un paio di giorni».

«Ma che ne sai tu di donne?»

Louis incrociò le braccia. «Senti, Mr. Socievolezza, non fare l'esperto! Hai a malapena diciott'anni e... quante ragazze hai avuto? Tre?»

«Già. Allora?»

«Non che tu abbia tutta questa esperienza».

«Giusto. - Zayn spostò lo sguardo su Niall. - Fai come dice quello che ha avuto una sola ragazza, che per di più lo ha piantato per esasperazione, Nialler» replicò in tono duro.

Louis sbatté il pugno sul tavolo. «Meglio mollato che cornuto» commentò, pungente.

Fu quello uno dei pochi momenti della vita di Niall in cui avrebbe voluto essere molto più grande e grosso, per evitare che succedesse il peggio.

Zayn, punto sul vivo da quell'affermazione, scattò in piedi come una molla e, furioso, prese Louis per la collottola, obbligandolo ad alzarsi. «Fatti i cazzi tuoi Louis, fatti i cazzi tuoi!» sibilò con un tono di voce duro e minaccioso che fece venire la pelle d'oca persino a Niall, nonostante sapesse di essere al sicuro dalla furia del suo migliore amico. «Ehi, ragazzi, non...» cercò di riportare la calma.

«No, stai zitto – lo interruppe il moro, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Tutta la sua attenzione era concentrata su Louis. - Hai rotto il cazzo, lo sai? Sei così maledettamente egocentrico e ottuso che non capisci quando stai superando i limiti. Lo trovi divertente?»

«Abbastanza» lo sfidò Louis, con un sorriso irriverente in volto. Sembrava che non gli importasse di essere preso a pugni, tutto ciò che voleva era averla vinta, continuare ad essere sfrontato finché non ne avesse più avuto voglia. Perché era così che funzionavano le cose nel mondo di Louis: era tutto un gioco, di cui lui faceva le regole. Zayn era sempre stato un giocatore pigro e poco attivo che gli stava anche piuttosto antipatico. Non aveva mai sopportato il suo modo di infischiarsi delle regole decise da Louis e di fare sempre di testa sua, ignorando le sue provocazioni e riuscendo a chiudergli la bocca con qualche breve frase lapidaria. Come si permetteva di farlo? Non erano così che andavano le cose nel gioco di cui teneva le redini.

«Sai cosa è divertente, Louis? Che ora ti spacco la faccia» lo minacciò Zayn.

Niall riuscì a riscuotersi dallo shock iniziale solo in quel momento, convincendo con parole sconnesse l'amico a lasciare andare Louis. «Avanti, Zayn, stava solo scherzando, stava solo...»

«Facendo lo stronzo come al solito».

«Sì, anche...»

«Senti chi parla di stronzi!» sbottò Louis a mezza voce, sistemandosi la maglietta. «Com'è fuggire sempre dalla vita reale, Zayn? Rassicurante?»

«Vaffanculo» fu la breve risposta dell'altro, mentre si buttava di nuovo sedere e prendeva un sorso di birra. Avrebbe voluto versargliela in testa, visto che Niall non sembrava apprezzare la sua idea di prenderlo a pugni. Ma sarebbe stato uno spreco di soldi, esattamente come comprare una bottiglia di birra e poi versarla in un tombino.

«Agli ordini. Tanto è così che funziona: Zayn Malik apre bocca e...»

 

Quando Louis Tomlinson quella sera tornò a casa, dovette spiegare diverse cose a sua mamma.

Prima di tutto perché fosse uscito senza avvisare nessuno e senza aver prima finito i compiti; in secondo luogo perché sul pavimento della sua camera fossero sparsi cartoni di pizza e cartacce di merendine, nonostante lui le avesse assicurato ben tre giorni prima di aver fatto pulizia. Per ultimo, ma non meno importante, dovette inventarsi una scusa plausibile per giustificare il suo occhio pesto.

La vecchia scusa del “ho sbattuto contro un mobile” non sembrò convincere molto Johannah, ma la donna finse che quella risposta fosse abbastanza. Dopo avergli medicato la lesione, lo aveva spedito a ripulire la stanza e a finire i compiti – senza ulteriori punizioni perché, poverino, si era fatto male.

Come avrebbe spiegato a Harry e Liam l'accaduto senza passare per l'idiota della situazione? Be', si sarebbe sicuramente inventato qualcosa. Magari avrebbe improvvisato, dopotutto le idee migliori gli venivano sempre in quel modo.

Mentre obbediva pigramente agli ordini materni, Louis non riusciva a togliersi dalla testa il fatto che Zayn avesse vinto di nuovo. E in modo totalmente contrario alle sue regole.

Certo, lui aveva continuato ad essere irriverente finché ne aveva avuto voglia, ma alla fine si era guadagnato solamente un pugno in faccia e un occhio che l'indomani sarebbe sicuramente stato nero.

Come se questo non bastasse, la botta doveva avergli scombussolato il cervello. Perché se tutta l'antipatia che aveva sempre provato nei confronti di Zayn, che eludeva e metteva sottosopra i fili del suo eterno teatrino, dopo la scazzottata – che propriamente non si poteva definire tale, visto che Louis le aveva solamente prese – di poco prima si era trasformata in odio, il ragazzo non poteva fare a meno di pensare che, comunque, Zayn Malik era estremamente sexy quando perdeva le staffe. E forse questo era un motivo sufficiente a volerlo vedere così incazzato un po' più spesso. Magari evitando di essere preso a pugni, però.




Miamiamia! *___* La Zouis DOVEVA essere mia! 
La storia fa parte della nostra - ormai usuale - serie di sfide (mia e di Maria :3). Ho lottato per avere l'ultima ship/bromance rimasta tutta per me, anche se poi non l'ho affrontata in modo romantico, ecco. Non ne vado particolarmente orgogliosa, ma questo è il mio lavoro. E la Zouis è stata mmmmmia! *___* Dovete capirmi: sono la sosia di Louis Tomlinson (nei suoi tempi bui, quando non era figo nemmeno per scherzo) e ho una paurosa cotta per Zayn (okay, l'ho detto. L'ho ammesso. Non è così doloroso come pensavo, sapete?). Ehhh, niente.
Spero che qualcuno sia piaciuta. :3
  
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