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Autore: liamstouch    13/02/2013    4 recensioni
«I-io lo so perché tu non vuoi dirmi quello che provi. Sono cinque anni che mi sento dire cose come ‘piaci a Leigh’ e cinque anni che stento a crederci. L’ho sempre saputo che tu sei timida e forse non me lo avresti mai detto. Ero convinto che dopo quello che ti ho confessato quel giorno in biblioteca tu mi avresti detto che ricambiavi, che io ti piacevo. Ma le cose si sono mostrate diverse, le mie aspettative sono andate in fumo. Ho riflettuto molto ed ho capito fin da subito che non sono io la persona che vorresti accanto, non sono io la persona di cui sei innamorata» continuò, deglutendo ed abbassando gli occhi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A mia sorella,
che se anche non lo sa, la amo tantissimo. (E che mi ha detto che si sposa)

 
Chiusi con forza l’armadietto dopo aver strappato quella foto che era rimasta li per troppo tempo. Appallottolai quell’inutile pezzo di carta e una lacrima scese e si posò sul viso di Harry stampato, facendo colare tutto l’inchiostro. Mi mancava il mio migliore amico. Lui era la mia ancora di salvezza, l’unica persona che sapeva capirmi fino in fondo. Era passato un anno da quando se n’era andato, non l’avevo più sentito. Ogni tanto prendo ancora in mano un pezzo di carta e gli scrivo, ma io sento il bisogno di averlo accanto a me quando le cose non vanno bene. Ed ultimamente va tutto a rotoli.

Una mano mi si posò sulla spalla, facendomi sussultare e girare allo stesso tempo. L’abbraccio di Liam mi lasciò sorpresa.
«Va tutto bene Leigh?» chiese preoccupato. Liam era la mia cotta segreta già dal tempo della prima superiore, tutti ormai avevano capito che mi piaceva ma lui mi vedeva sempre e solo come una semplice amica. Il mio cuore perse un battito, e nella mia testa esistevano solo dei giganteschi punti di domanda sul perché di tutto quell’affetto che di certo non mi sarei mai aspettata. Ricambiai l’abbraccio ed in un modo poco femminile tirai su con il naso, facendo ridere Liam. Mi piace quando ride.
«Mh, si dai» dissi ironica, era ovvio che non stava andando bene niente.
«Non scherzare, dai. Ti va di raccontarmi un po’?» chiese dolcemente e staccandosi delicatamente, come se da un momento all’altro mi sarei rotta in mille pezzi.
«Certo ma non adesso, capiscimi» non ero di certo una che andava a raccontare i fatti suoi a mezzo mondo, anzi, preferivo tenerli per me o per Harry. Quando ancora mi parlava. Mi fidavo di Liam, mi dava un senso di sicurezza.
«Oh certo, tranquilla – sorrise- ti va se ci troviamo oggi nella biblioteca in centro?» chiese speranzoso. Altra cosa che avevamo in comune: i libri. Erano la mia seconda casa, da sempre.
«Certo, ci troviamo la per le tre e mezza» balbettai senza pensare, prima di voltarmi ed andare verso casa. Mancavano pochi metri ormai, e la foto era ancora stretta tra il mio pugno. Non volevo buttarla, Harry non se lo meritava. Chissà se gli mancavo. Chissà se ogni tanto gli venivo in mente. Chissà se anche lui aveva ancora la nostra foto appiccicata alle pareti della sua nuova stanza a New York.
Presi carta e penna e cominciai a scrivere di tutto e di più ad Harry, promettendo che prima o poi gli avrei mandato tutto quello che gli avevo scritto in questi dodici mesi sostanzialmente fatti di dolore. Scrissi tanto, gli raccontai di Liam, di mamma che non voleva mandarmi ad un concerto, di papà che mi aveva invitata a vedere una partita di calcio in Italia e di quanto mi mancasse tremendamente lui. Diedi una veloce occhiata all’orologio attaccato alla parete e decisi che sarebbe stata l’ora di prepararmi per la mia ‘uscita’ con Liam.
 
Arrivai in biblioteca correndo sotto la pioggia di Londra, e sorrisi quando vidi Liam che mi aspettava davanti all’entrata con due bicchieri fumanti di thè di Starbucks.
«Ti ho preso il thè, quello ai frutti di bosco, ho sentito che è il tuo preferito» disse aprendo la porta d’entrata per poi porgermi il bicchiere. Come faceva a saperlo?
«Già, è il mio preferito, grazie mille.» sorrisi decidendo di non indagare, non avevo per niente voglia.
Mi prese per mano e mi accompagnò ad un tavolo vicino ad un’enorme vetrata da dove si poteva vedere tutta la vista di Londra mentre il mio cuore batteva all’impazzata. Ci sedemmo e cominciai a raccontargli dell’accaduto. Non tralasciai nessun dettaglio.
«Se è un anno che non si f sentire allora dovresti farlo tu se ci tieni tanto» disse serio «io lo so che hai bisogno di qualcuno Leigh, te lo si legge negli occhi. Non puoi stare da sola, tenerti sempre tutto dentro, ti fai male.» boccheggiò cercando di trovare le parlo giuste per continuare il suo discorso. «Vedi, è da tanto che ti volevo parlare da sola, ma ti ho sempre vista sempre così immersa in te stessa che alla fine non ho mai avuto il coraggio, forse per paura di disturbarti. Dovresti dare voce ai toi pensieri perrchè se tu lo vuoi io ci sono. E sai il perché? Perché mi piaci tanto Leigh» concluse sospirando e lasciandomi senza parole. Non risposi. Avrei voluto gridargli che anche lui mi piaceva da morire.
Le parole mi morirono in gola e da codarda come sono sempre stata fino all’età di diciotto anni, mi alzai e me ne andai. Sentii i suoi passi dietro di me, ma cominciai a correre più velocemente per tornare a casa in fretta e scrivere tutta la mia stupidità su un foglio da mandare ovviamente ad Harry. Una stupida. Ecco cos’ero, solo una stupida. Io scappavo dai problemi. Chiusi la busta, cercai le altre mille mila lettere che avevo scritto ad Harry ed uscii,  decisa a mandarle.
Era ora di cambiare.
 
I giorni successivi passarono fin troppo lentamente, Liam aveva continuato a chiamarmi ed io avevo continuato a non rispondere. L’avevo sognato per cinque interminabili anni, ed ora che io piacevo a lui avevo mandato tuttto a rotoli. Perché? Non so nemmeno io il perché. Ho paura che lui sia qualcosa di troppo grande per me. Harry non mi ha risposto, forse è vero, lui mi ha dimenticata. Nonostante tutto, io penso che si meriti delle scuse, per cui uno di questi giorni gli andrò a parlare, forse riuscirò a dirgli quello che provo per lui.
 
Ecco, era giunto il momento di bussare a quella porta e di chiedere scusa. Suonai velocemente al campanello e quando ero sul punto di voler scappare dalla porta apparì un Liam con il volto stanco e con le occhiaie. Davvero si era ridotto così per colpa mia? Lo abbracciai d’istinto, e gli appoggiai la testa sul cuore che batteva forte, forse più del mio. Si staccò e non disse niente, ma dallo sguardo capii che aveva bisogno di spiegazioni, che gli dovevo dare assolutamente. Aprii bocca e lui mi precedette.
«Non parlare Leigh, non ce n’è bisogno. Lascia che sia io a parlare.» non mi opposi. «I-io lo so perché tu non vuoi dirmi quello che provi. Sono cinque anni che mi sento dire cose come ‘piaci a Leigh’ e cinque anni che stento a crederci. L’ho sempre saputo che tu sei timida e forse non me lo avresti mai detto. Ero convinto che dopo quello che ti ho confessato quel giorno in biblioteca tu mi avresti detto che ricambiavi, che io ti piacevo. Ma le cose si sono mostrate diverse, le mie aspettative sono andate in fumo. Ho riflettuto molto ed ho capito fin da subito che non sono io la persona che vorresti accanto, non sono io la persona di cui sei innamorata» continuò, deglutendo ed abbassando gli occhi. «E fa male, più di quanto tu pensi. Ma la realtà è che io ero solo uno stupido pretesto perché tu non potessi ammettere che ami Harry. Non ti sto incolpando, anzi, da tuo amico come credo di essere ora, ti sto solo dicendo che c’è un’altra persona ad aspettarti. Voltati» mi voltai e vidi Harry, gli corsi in contro. Lo trovai bene. In questo anno aveva sicurmente smesso di vestirsi da barbone dato che era vestito di tutto punto, aveva accorciato i suoi ricci di qualche centimetro ed era dimagrito parecchio. Era perfetto, non che prima non lo fosse. Mi corse incontro anche lui e mi abbracciò forte, togliendomi quasi il respiro.

Sentii una porta sbattere. Liam. Gli avevo fatto male. La verità è che sono stata così immatura da non capire che ero innamorata di Harry e non di lui.

«Sai, ieri stavo leggendo le tue lettere mentre alla tv davano il film di Peter Pan. Ed ho capito una cosa, che al distanza è brutta perché non sai se ad una persona manchi o ti ha dimenticato. In questo anno ho solo voluto che tu mi dimenticassi per il semplice fatto che io non sarei potuto tornare e ti avrei sicuramente fatto del male. Ma il punto è che ti ho fatto male lo stesso e non me lo perdono. Sono stato uno stupido e se non mi perdono io, come potrai farlo tu un giorno? Mi manchi tanto, Leigh.» disse con gli occhi lucidi. Mi fece una tenerezza assurda, e lo abbracciai ancora e ancora.
«Ti ho già perdonato, Harry. E dovresti farlo anche tu con te stesso. Non so se tu hai ascoltato le parole di Liam, ma nel caso contrario ti dico io tutto. Sono sempre stata innamorata di te, Liam era solo una scusa. E sono stata così stupida a non capirlo prima, mi dispiace tantissimo.» dissi singhiozzando.
«Tranquilla piccola, anche io lo sono sempre stato. Questa è la verità.»
«Ti-ti amo Harold.»
«Anche io Leighton, anche io»
Mi baciò. Sentii miriadi di farfalle nello stomaco che svolazzavano di qua e di la. È lui il mio futro, è lui la persona che fa per me. È lui, è Harry, il mio Harry.
«Sei tornato finalmente» dissi guardandolo negli occhi. Quel verdazzurro che mi era mancato come l’aria.
«Si, amore, sono tornato per restare.» si aprì in un sorriso, facendo risaltare quelle fossette che mi avevano sempre fatto impazzire.


Corsi verso la porta di casa Payne, bussai e vidi un Liam con le lacrime agli occhi. Mi sorrise.
«Se tu stai bene, io sto bene» disse prima di abbracciarmi.
«Grazie Liam»
 
 
 

***
 
 
lels’ corner
yooh, i’m back. si, sono tornata con una stronzata, mi vergogno di me stessa.
vabbè, non ho niente da dire lol spero vi piaccia, recensiteee. Poi ho scritto di Peter Pan perché ieri l’ho guardato emi ha ispirata lool
love,
lels x


  
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