Cara
Usagi,
Solo
adesso mi rendo conto che io e te non saremo mai una
coppia.
Tu ami
il tuo “Mamo-chan” e io non posso fare altro che andarmene e cancellarti dalla
mia vita. Forse.
Ti
ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Ti ho chiamato Odango, proprio
come faceva il tuo Mamoru, ma non mi sono mai reso conto che ogni volta che
pronunciavo quel nome tu soffrivi. Potevi dirmelo.
Rammenti
quando ho lanciato una rosa rossa per salvarti? Solo ora capisco perché hai
reagito in quel modo; Milord lanciava quel tipo di fiori.
Dopo la mia partenza non ti ho dimenticata e perciò ho voluto
tornare sulla Terra per rivederti, e perché no, per farti mia. Ma sono arrivato
troppo tardi, ora sei sposata e hai una bellissima
bambina con Mamoru. Sono contento per te.
Vorrei
poter cambiare tutto, vorrei che mi fosse data l’opportunità di diventare il
tuo ragazzo, di creare una famiglia con te; ma ho sentito dai
racconti delle ragazze, che è una cosa impossibile: il vostro amore è
molto forte.
Mi hai
detto che saremmo rimasti amici per sempre, all’inizio non l’ho accettato, ma
solo ora capisco che preferirei rimanerti distante ma da amico piuttosto che
buttare tutto all’aria e perderti.
Tuttavia
non posso accettare l’invito di diventare il padrino di Chibiusa, ti ringrazio
per questa opportunità, ma preferirei che l’onore di essere padrino di vostra
figlia vada a qualcun’altro.
Ti amo ancora,
Ti
voglio bene,
Seya
Ecco la terza lettera che compone
“Corrispondenze”.
So che ho impiegato
molto tempo prima di aggiornare, ma è colpa delle troppe idee che ho e
della troppa ispirazione usata per altre storie.
Prima di passare alle altre
Sailor volevo concludere il discorso iniziato da Mamoru, e mi sembrava giusto
mettere anche la risposta di Seya, il quale incentra le sue attenzioni su
Usagi.
Alla prossima lettera,
Cassandra14 aka
Alessandra