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Autore: UnEternoGiocoProibito    13/02/2013    1 recensioni
Alessandro e Efestione, un amore eterno, forse anche oltre l'amore, ma come si può pretender che tutto questo sia facile, da vivere, da sopportare.
Dal Testo: Alessandro si scurì in volto e in un soffio disse: –Anche io sono tuo e tuo soltanto- lo disse istintivamente, senza nemmeno rifletterci un attimo, lo aveva sempre ritenuto naturale.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Premesse: era una vita che non scrivevo e dopo anni che mi tenevo lontana dalla penna, rinchiusa nella mia mancanza di ispirazione, mi sono trovata alle prese con Alessandro e Efestione guardando il Film Alexander, è stato subito amore! Comunque grazie infinite a chi leggera! a poi <3                              

                                Immobile.

Immobile, al centro di una grande tenda ch fungeva da centro riunioni per l’accampamento, Efestione fissava con un sorriso amaro un mezzo busto* di  Alessandro, era particolarmente rassomigliante. Certo gli occhi peccavano di intensità, i capelli non brillavano e probabilmente le labbra non sapevano di mandorle, ma nonostante tutto era piuttosto.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Era fermo a osservare quella statua da un bel po’, aveva ormai perso la cognizione del tempo, ma era certo di essere lì da un oretta buona, e ad ogni minuto il suo sorriso si faceva più triste e il suo cuore più amaro, non  si sarebbe mosso da lì per nulla al mondo tanto era immerso nei suoi pensieri, non si sarebbe mosso nemmeno se la guerra fosse scoppiata intorno a lui, ma, ahimè, sentire quei passi ben conosciuti alle spalle era molto peggio della guerra.                                                                                                                                                                                                       Non si voltò, non si voltò nemmeno quando la voce di Alessandro chiamò il suo nome, non si mosse, come non si mosse il suo re, ora fermo immobile a pochi passi da lui.                                                                                                                                                                                                   –Ti piace questa statua? – Domandò Alessandro con un sorriso paziente sulle labbra, conosceva abbastanza bene il suo amante per sapere che la sua calma annunciava tempesta.                                                                                                                                                                          –Moltissimo- rispose Efestione dopo svariati secondi – mi piace così tanto che ho una mezza idea di farne fare una copia e portarla nella mia tenda.                                                                                                                                                                                                                                              Il suo tono era strano, non stava scherzando, anche se la sua voce era camuffata con l’ironia; non scherzava affatto e questo Alessandro lo sapeva, rimase ad attendere che l’altro continuasse.                                                                                                                                                            –Si dovrei proprio portarla nella mia tenda, ti assomiglia così tanto! Certo è che non brilla come te, ma almeno sarebbe mia e mia soltanto.                                                                                                                                                                                                                                 Alessandro si scurì in volto e in un soffio disse  –Anche io sono tuo e tuo soltanto- lo disse istintivamente, senza nemmeno rifletterci un attimo, lo aveva sempre ritenuto naturale.                                                                                                                                                                                              –Tu menti- disse allora il Generale, adesso sembrava quasi arrabbiato, ma poco dopo riprese dominio di se –menti e nemmeno lo sai, troppo a lungo ho creduto alle tue bugie, troppo a lungo ci stai credendo anche tu, Oh Alessandro, tu mi ferisci e nemmeno lo sai, mi uccidi ogni giorno di più- le sue parole erano così amare, così arrabbiate, che non riuscirò mai a spiegarmi come avesse fatto a dirle con tanta dolcezza.                                                                                                                                                                                                                      Alessandro, offeso, ferito, arrabbiato, idignato forse, scattò –Cosa vai blaterando Efestione, quali parole malvagie e bugiarde parole escono dalle tue candide labbra?-                                                                                                                                                                                                    Allora e soltanto allora il Generale si voltò, si avvicinò con pochi passi ad Alessandro e ancora ricordo l’eleganza con cui si muoveva, la tristezza che gli offuscava gli occhi, la dolcezza con cui accarezzava il volto di  Alessandro, proseguì la sua carezza lungo il braccio del re con una delicatezza spaventosa, ma quando giunse alla fine, serrò le dita intorno al polso del suo interlocutore, immagino che gli stesse facendo davvero male dato che Alessandro fremette, allora Efestione, si abbandonò alla rabbia e sibilò tra i denti- Non sei solo mio da molto tempo ormai, sei mio, ma ti devo dividere con mondo, con le dame, le principesse, i soldati e persino gli schiavi, tu ami tutto Alessandro e so che l’hai sempre fatto, ma più cresci più cresce il tuo amore e più cresce il tuo amore meno ne riservi per me.-                                                                                                                                                                                                                                             Non aveva ancora finito il suo discorso che Alessandro gli girò il braccio afferandogli il polso e tenendo così Efestione prigioniero della sua stretta, era davvero raro che il generale si arrabbiasse, era davvero raro che il generale avesse torto, era davvero raro che gli occhi del generale fossero offuscati dalle lacrime; ed era per questo che Alessandro si rivoltava con tutte le sue forze a quelle parole e accostando le sue labbra all’orecchio del generale, senza allentare la stretta, sibilò furente- tu menti, menti spudoratamente dannato bugiardo e con queste tue parole vuoi uccidermi! Parla, quale mostruoso demone si è impossessato di te!? Non puoi credere davvero a quello che stai dicendo!-                                                                                                                                                                                                                                          Efestione scoppiò in una risata che di divertito non aveva proprio niente, era piuttosto una risata disperata, si scrollò di dosso le mani del Re e lo immobilizzo semplicemente i suoi occhi cristallini, nel oceano oscuro di quelli di Alessandro, il suo corpo vibrò e per un attimo temette veramente di scoppiare in pianto, ma in fondo era sempre stato lui il più forte e di conseguenza, alla vista di quegli occhi di cielo fu il Re dei Re a scoppiare in pianto, gettandosi in ginocchio ai piedi del Generale.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Alessandro il grande, in lacrime, in ginocchio, cercò disperatamente la mano di Efestione e appena la trovò se la porto alle labbra e la baciò delicatamente, poi a testa china sussurrò:                                                                                                      
-Perdonami.


Angolo della povera sclerata:

Dunque se qualcuno è arrivato fino a leggere questo angolino sappia che ne sono profondamente onorata, potrei farla finita qui (la storia intendo!) ma avrei una mezza ideuccia di continuarla con almeno un altro capitolo, quindi se sarete così buoni da recensire... bhe mi direte voi se volete la continuazione!

  
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