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Autore: caraseyebrows    13/02/2013    12 recensioni
«C'è stato un periodo in cui tu mi piacevi in una maniera indescrivibile- confessò arrossendo -ti stavo persino a spiare mentre sul balcone della cucina mettevi le zanzariere insieme a tuo padre o quando sistemavi gli scaffali in garage: sarei stata ore a guardati lavorare, ma poi capì che era una cosa stupida e egoista»
«No, ti prego, non dirmi così»
«Lasciami finire, poi iniziai a uscire con Simon, c'eravamo sempre piaciuti, tra noi c'era chimica- a quella frase il ragazzo serrò la mascella e strinse i pugni facendo sbattere lei contro la parete che riecheggiò, Marylou continuò, ignorando la fitta alla schiena -ero innamorata persa di lui»
«Basta» sibilò Zayn tra i denti.
«Avevo pianificato una vita intera insieme a lui, persino come sarebbe stata la nostra prima volta: quando avremmo fatto l'amore»
«Smettila»
La ragazza gli prese il volto fra le mani, lui non aveva il coraggio di guardarla
«Zayn, guardami, non abbiamo fatto niente, ci siamo lasciati, è finita»
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: la protagonista ha cambiato nome, non è più Giorgia ma bensì Marylou

 

Stava attraversando la cantina, era buio, era così stanca che si era anche dimenticata di accendere la luce. Il corridoio era umido, e sembrava non finire mai. Erano le dieci e mezza di sera e quella matta di sua madre aveva preteso un succo di pomodoro.
Strane richieste hanno le donne incinte pensò.
Faceva freddo nonostante fosse di già primavera, e il riscaldamento era troppo costoso, ma non se ne curò. L'unico rumore che sovrastava era il fischio del vento accompagnato dal canto dei grilli.
Improvvisamente percepì dei lievi rumori, simili a dei passi e a dei rumori di chiavi, ma non capiva se provenivano da fuori o dentro il seminterrato.
Il tintinnio di chiavi si faceva sempre più forte, poi un colpo di tosse..e una gomitata forte e dolorosa.
Cadde, per fortuna nello scontro il succo di pomodoro era rimasto illeso, di certo non poté dire lo stesso per le confezioni d'acqua del ragazzo che caddero provocando un sonoro boato.
«Zayn, ma cosa…» disse la ragazza imprecando.
Il suo ginocchio era appoggiato sulla coscia di lui, le mani sulle spalle del ragazzo, al contrario le mani di lui erano appoggiate sulle magre anche della ragazza.
«Mar, la prossima volta tendimi un agguato, fai prima»
«Dovevi accendere la luce» disse lei spostando leggermente le mani dalle spalle di lui al pavimento freddo di marmo grigio.
«Sei tu che avresti dovuto farlo»
La ragazza fece una smorfia impercettibile, mordendosi il labbro inferiore.
«Dove stavi andando conciata così?»chiese curioso riferendosi allo stravagante abbigliamento.
La ragazza indossava un canottiera bianca abbastanza scollata e un paio di shorts viola di spugna, sopra la canotta una felpa blu.
Lei non rispose, spostò lo sguardo dal ragazzo alla propria mano sopra la spalla di lui. Si ritrovò a fissare l'anello che il suo migliore amico le aveva regalato per Natale, luccicava grazie al flebile bagliore della luna dalla finestrella sopra le loro teste.
Odiava queste domande, sopratutto quando non era suo padre a porle.
Decise di provocarlo.
«Sto per uscire- mentì - vado in discoteca con degli amici»
Cercò di alzarsi ma le mani di lui, la bloccavano al pavimento.
«Zayn, sono scomoda, fammi alzare per favore»
«No» disse con voce decisa e ferma.
«Dai, stavo scherzando. Dovevo andare a prendere un succo di pomodoro per mia madre, lasciami andare».
La voce le tremò, e abbassò il tono arrivando quasi a sussurrare.
Sentiva il suo cuore battere in ogni angolo del suo corpo, perfino sui polpastrelli.
I due respiravano all'unisono, la ragazza avvertiva la stretta sempre più forte del ragazzo su i suoi fianchi, come se non la volesse lasciar andare.
«Tremi- sentenziò lui dopo una pausa- che c'è, tutto a un tratto ti faccio paura?»
«No- rispose forse troppo frettolosamente -ho freddo».
Non era vero, aveva paura, tremava per la paura e il desiderio insieme di quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco; il ragazzo gentile e carino che si divertiva solo a farla innervosire da un po' di tempo non si era fatto più vedere; aveva lasciato il posto ad un ragazzo serio, freddo e distaccato.
Non capiva più il suo comportamento.
Quasi senza accorgersene delle lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance arrossate, bagnando la camicia di lui.
Non doveva essere lì, non con lui.
Zayn le posò una mano sulla guancia.
«Ora basta piangere, non merito le tue lacrime, sono uno stronzo, mi sono comportato da stronzo, è solo che quando eri una bambina venivi sempre a raccontarmi dei tuoi principi azzurri, i tuoi sogni, mi ero ripromesso che un giorno ci saremmo sposati e saremmo stati felici, ma poi ti ho visto baciare Simon ed io mi son sentito come tradito».
«Perché mi dici questo ora?» singhiozzò.
«Perché è da quando è iniziata la scuola che non ti vedo- ingoiò a vuoto -e se non ti vedo io sto male»
«Non devi, hai messo in-incinta la tua ragazza, cazzo, te ne rendi conto?»
«Sì, lo so e prego Dio tutti i giorni che non gli accada niente, ma non si possono cambiare i sentimenti, ed io per te ne provo e tu lo sai»
«Zay»
«Come faccio a non pensare a te, se ti immagino sempre con lui?»
«Sbagli»
Marylou si alzò, prendendo il succo da terra.
«Ci vediamo» disse e si avviò cercando nel buio la porta.
Il ragazzo la prese per il polso, facendola roteare affinché potesse guardarlo dritto negli occhi.
«Guardami, cazzo, guardami, io non riesco a starti lontano, capito? Ho paura del dolore che potrei provare un giorno non vedendoti più»
«Malik- stava rincominciando a piangere -Zayn, per favore»
«Ascolta, io amo Jamie ma guardami, ho quasi diciannove anni, sono troppo giovane per legarmi definitivamente ad una persona, ed ora che è incinta...»
Marylou gli serrò la bocca con un dito: «Ho capito, sei perdonato, ma ora basta, devi fare come se io non fossi mai esistita»
Come se non fossi mai esistita, come se non fossi mai esistita.
Quella frase rimbombò dolorosamente nella mente di lui.
«Non posso, non ce la faccio»
La ragazza si morse il labbro inferiore.
«C'è stato un periodo in cui tu mi piacevi in una maniera indescrivibile- confessò arrossendo -ti stavo persino a spiare mentre sul balcone della cucina mettevi le zanzariere insieme a tuo padre o quando sistemavi gli scaffali in garage: sarei stata ore a guardati lavorare, ma poi capì che era una cosa stupida e egoista»
«No, ti prego, non dirmi così»
«Lasciami finire, poi iniziai a uscire con Simon, c'eravamo sempre piaciuti, tra noi c'era chimica- a quella frase il ragazzo serrò la mascella e strinse i pugni facendo sbattere lei contro la parete che riecheggiò, Marylou continuò, ignorando la fitta alla schiena -ero innamorata persa di lui»
«Basta» sibilò Zayn tra i denti.
«Avevo pianificato una vita intera insieme a lui, persino come sarebbe stata la nostra prima volta: quando avremmo fatto l'amore»
«Smettila»
La ragazza gli prese il volto fra le mani, lui non aveva il coraggio di guardarla
«Zayn, guardami, non abbiamo fatto niente, ci siamo lasciati, è finita»
Il ragazzo la guardò dritto negli occhi e poi si avvicinò piano alle sue labbra, le desiderava ardentemente, non riusciva a pensare ad altro: lo attraevano come una calamita.
Le sfiorò, facendo delle piccole pause per non risultare frettoloso. La ragazza non oppose resistenza, non ne ebbe né la volontà né la forza.
Lui la desiderava come non aveva mai desiderato niente al mondo, le sue mani passarono dal bloccarla al muro ai suoi capelli, i cui boccoli mori le ricadevano morbidi sulla scollatura; le braccia di lei invece lo stringevano in un abbraccio.
Rimasero così a baciarsi, appoggiati alla parete; lui voleva spingersi oltre ma pensò non fosse ancora il momento.
Lei al contrario si sentiva distrutta dai sensi di colpo, era sbagliato, ma perché allora non ne poteva fare a meno?
«Ti amo- le sussurrò all'orecchio- non fare sciocchezze, morirei se ti accadesse
qualcosa»
«Non te lo posso promettere»
«Provaci» le disse mettendole una ciocca ribelle dietro l'orecchio sinistro.
«Accorreresti in mio aiuto, se ne avessi bisogno di te?»
«Darei la mia vita per te, ma non mettermi in condizione di farlo» disse sorridendo.
«Mi piace vederti sorridere» disse Marylou accarezzandogli la guancia.
«Amo vedere il tuo viso illuminarsi per me»
«Chi te lo dice che mi illumino per te?» domandò puntandogli l'indice contro il petto.
«Intuizione maschile»
«Ah, sì?»
Il ragazzo le sfiorò la guancia, come se si trattasse di qualcosa di estremamente fragile, e poi le baciò leggermente le labbra; assaporando ogni movimento, secondo per secondo.

 


Ciao a tutte :) questa è la mia prima one-shot che sinceramente è da un po' (un bel po') che ho scritto.
Spero che vi piaccia a tal punto da lasciare una piccola recensione, sarebbe molto gradita <3
Alla prossima ;)


Credits banner: ehimaliik

   
 
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