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Autore: Mery Sunday    13/02/2013    1 recensioni
Prendete Alice, una normale studentessa di liceo alle prese con l'ultimo anno di liceo.
Lei è una ragazza tranquilla, pacata...nella norma. Solo una persona suscita la sua indole più violenta e da maschiaccio: Luca.
Lo stesso Luca, che frequenta la sua stessa classe ed è il figlio dei migliori amici dei genitori di Alice.
E se per un fortuito caso del destino dovessero condividere per qualche mese lo stesso tetto, come andrebbe a finire?
Finiranno per lanciarsi i piatti a vicenda o troveranno un punto d'incontro?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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7. What?

 
 
Ore 11.30.
Lunedì mattina.
Sono ormai passati vari giorni dalla famosa ‘riunione’ con le mie amiche e la situazione non è cambiata di una virgola. La scuola procede noiosa, Luca continua a parlarmi solo per rompermi le scatole – come suo solito – anche se le mie amiche sono dell’opinione che la sua famosa fiamma sia io – pazze!
E sono proprio le loro supposizione assurde quello a cui penso mentre mi dirigo con Eli alle macchinette durante l’intervallo.
“Alice” sento improvvisamente chiamarmi, facendomi sussultare per la sorpresa e quasi facendo cadere il pacchetto di patatine che ho in mano.
“Hey..” saluto io Daniele, voltandomi verso di lui e sorridendogli
“Ali, io vado in classe, ci vediamo dentro.” Mi annuncia Eli defilandosi così velocemente da non darmi neanche il tempo di ribattere.
Intanto, al mio fianco, il posto che fino ad ora era occupato da lei, viene colmato dalla presenza di Dan.
Occhi verdi, capelli biondo miele, fisico perfetto – non per nulla fa palestra da molti anni- : non c’è che dire, rimane sempre il solito bel ragazzo.
Io e lui ci conosciamo da quando frequentavamo le medie e , sebbene al liceo siamo capitati in classi differenti, siamo rimasti in contatto dato che frequentiamo la stessa palestra; certo, io non sono proprio una maniaca come lui, e se per una settimana non ci vado non mi preoccupo più di tanto, ma qualche volta è capitato di incontrarci e di chiacchierare un po’ del più e del meno.
“Allora.. dimmi un po’, come va?” mi chiede con il suo consueto tono gentile.
“Bene grazie. A te?” gli chiedo, sgranocchiando le ultime patatine rimaste.
“Non mi lamento. Come mai ultimamente non stai venendo in palestra?”
“Beh, sai.. i miei sono partiti da poco per un lavoro fuori città quindi devo occuparmi io di casa e non ho molto tempo, ma oggi avevo comunque in mente di venire… l’istruttore deve cambiarmi la scheda*
“Oh, meglio. Perché iniziavo a temere che ti fossi fidanzata e non volessi più vedermi. “mi dice lui criptico, anche se io so bene che sta scherzando.
“Oh, no, no. Non c’è nessuno…” gli dico sorridendo, una volta raggiunta la mia classe.
“Benissimo, così potrò provarci con te senza alcun rivale!” mi informa infine prima di schioccarmi un bacio e salutarmi con un “A stasera allora” prima di dirigersi nella sua classe, poco distante dalla mia.
Dato che è appena suonata la campanella mi affretto a raggiungere il mio posto ancora ridendo tra me e me, probabilmente facendo credere a chiunque mi vedesse di essere pazza – sai che novità!
“Cosa valeva Dan?” mi chiede Eli curiosa
“Stasera ci vediamo…” le sussurro sbrigativa dato che il prof di fisica è appena entrato in classe.
Per tutta la sua ora e il resto della giornata scolastica sento un senso d’inquietudine, come se qualcuno mi stesse fulminando con lo sguardo, ma voltando a guardare la classe non trovo nessuno rivolto a guardare me.
Bene, sto anche impazzendo. Che bella notizia. Penso ironicamente, prima di tornare a rivolgere la mia attenzione al prof.
 
 
Una volta terminata la terribile e noiosa lezione di fisica, arriva il prof di educazione fisica per la consueta ora di esercizi (leggasi come nullafacenza).
Per i primi anni il pover prof. Montieri aveva anche tentato di far valere la sua autorità di insegnante costringendoci a correre come degli ossessi intorno al campo da basket/pallavolo, ma con il passare degli anni noi alunni abbiamo avuto la meglio e quindi ora passiamo le ore a parlare o al massimo a giocare a ping pong.
Dopo un’ora quindi di pettegolezzi con le mie amiche termina  la giornata scolastica e noi studenti siamo liberi di tornare a casa.
Solitamente, da quando i miei genitori sono partiti, per spostarmi uso il bus, ma caso vuole che oggi ci siamo lo sciopero dei mezzi. Povera me.
Mentre mi incammino mesta verso casa, sento una voce a me familiare richiamarmi.
“Hey baby, ti serve un passaggio?” mi chiede con un sorrisetto sghembo, avvicinandomisi in sella alla sua moto.
“Sicuro?!” gli chiedo, felice di questo piccolo miracolo.
“Certo, altrimenti non  te l’avrei chiesto no. E poi la strada è quella…” mi spiega lui tranquillo, porgendomi un casco.
“Ok” accetto flebilmente mentre indosso il casco e mi siedo alle sue spalle.
Una volta giunta a casa, raggiungo velocemente la mia camera per poter poggiare la giacca e la borsa, per poi raggiungere il piano inferiore dove, proprio in questo istante, Luca sta varcando la soglia di casa.
Non appena mi vede, noto un suo sopracciglio salire verso l’alto per poi tornare al suo solito posto e chiedermi “Come hai fatto ad arrivare prima di me con i mezzi pubblici?”
“Non sono venuta con i mezzi, oggi c’è lo sciopero fino a sera… mi ha accompagnato un ragazzo” spiego, dirigendomi in cucina per risaldare qualche cibo precotto per il pranzo.
Anche senza girarmi a guardarlo sento che mi sta seguendo e si siede ad una sedia del grande tavolo al centro stanza “E tu ti fai dare un passaggio da un perfetto sconosciuto?” mi chiede, stavolta non nascondendo il sopracciglio alzato.
“Non era uno sconosciuto, ovviamente” gli rispondo indignata.
Ma per chi mi ha preso?
“Era un mio amico” mi giustifico, anche se in realtà non dovrei.
A lui che importa come sono tornata? In teoria sarei potuta benissimo tornare con lui, dato che abitiamo nella stessa casa quindi se non voleva che accettassi passaggi da qualcuno poteva offrirsi lui invece di andare via senza dire nulla.
“Va bene..” bofonchia infine, per poi cambiare argomento “Che si mangia?”
“Lasagne…” spiego, mentre apparecchio un pezzetto di tavola.
“Oh, buone…” mi dice, per poi fermarsi a guardami in un modo direi… alquanto strano.
“Cosa vuoi?” gli chiedo infastidita, una volta seduta a tavola anch’io.
“Pensavo… non è che le lasagne faranno crescere ancora di più i tuoi giù rotondetti fianchi?” mi chiede, punzecchiandomi
“Cosaa?” gli urlo io isterica, quasi soffocando a causa di un boccone ingoiato male “ Io sono una 42, non sono chiatta!”
Per tutta risposta lo sento ridere e addentare soddisfatto un grande boccone di lasagna “E comunque, oggi ricomincio ad andare in palestra, quindi posso permettermi di mangiare un po’ di più…almeno oggi” spiego.
“E come pensi di andarci se non ci sono i mezzi pubblici?” si informa, con ancora la bocca piena.
“Innanzitutto ingoia prima di parlare. E comunque… la palestra è qui vicino, posso andarmi tranquillamente a piedi.”
“Va bene” mi risponde semplicemente lui.
Una volta terminato il pranzo ed aver pulito i pochi piatti, ci dirigiamo ognuno verso la propria camera.
Dopo aver studiato le materie per il giorno successivo, mi preparo per andare in palestra e, salutando Luca – IO sono una persona civile e ben educata – mi incammino.
 
 
 
“Mammamia che stanchezza” mi lamento, sedendomi su di una panchina poco distante da casa mia.
“Dai, non è faticosa la tua scheda..” mi dice Dan prendendo in giro la mia poca resistenza
“Si, lo so. Ma non faccio palestra da un bel po’.” Mi giustifico.
“Dai andiamo” mi intima lui, parandomisi davanti, per poi voltarsi e darmi le spalle.
“Eh?” chiedo confusa, non capendo il suo gesto. Almeno non finchè non lo vedo abbassarsi quel poco che basta per afferrarmi e posizionarmi sulle sue spalle, con  gran semplicità come se pesassi quanto una piuma; di riflesso mi mantengo alle sue spalle per non cadere.
“Che fai?” gli chiedo preoccupata
“Ti porto a casa, o di questo passo non ci arrivi più… lumaca” mi prende in giro lui, incamminandosi a passo deciso.
Dopo pochi passi e tante mie pretese, arriviamo davanti al portone del mio giardino, che stranamente è aperto.
Prima ancora di chiedermi il perché, vedo Luca mentre butta un sacchetto di spazzatura in un cassonetto poco distante da casa. Non appena ritorna nei pressi del portone di casa e ci vede, per poco non gli cade la mascella per lo stupore. Dopo un primo momento di smarrimento, lo vedo schiarirsi la voce e cercare di ricomporsi, riacquistando la sua solita aria strafottente.
“Oh, sei tornata..” dice flebilmente, avvicinandosi al portone, oltrepassando me e Dan
“Bene, io vado…” mi dice Dan, richiamando l’attenzione e facendomi voltare verso di lui.
Dopodichè mi lascia un lieve bacio a stampo e va via, salutando con un semplice gesto della mano Luca.
Ma dico io, che gli prende a questi ragazzi ultimamente?
Ho per caso un cartello in testa con scritto “Free Kisses” e non lo sapevo?
Lo strano gesto del mio amico mi lascia basita per qualche istante, e l’unica cosa che mi riporta alla realtà è la voce di Luca.
 “Non sapevo avessi un ragazzo…” mi dice pungente prima di entrare in casa senza aspettare una mia eventuale risposta.
Ma infondo, so che non gli avrei risposto nulla, o almeno nulla di sensato, dato che l’unica cosa che mi viene in mente è solo una domanda “CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?”
 
 
*Per chi non lo sapesse, in palestra, coloro che fanno attrezzi ricevono solitamente una scheda dove l’istruttore gli indica quali attrezzi usare.



Buona sera a tutti.
Chiedo umilmente scusa per il tremendo ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma purtroppo la scuola mi impegna molto.
Ringrazio tutti coloro che leggono e seguono la mia storia e le
22 persone che hanno recensito.
Per curiosità o ricevere in tempo reale notizie di aggiornamenti, vi ricordo la mia pagina facebook.
Inoltre, per chi volesse, ecco a voi l'altra mia storia, , Senza te non ci so stare! .
Baci e , spero, a presto.
Mery.

  
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