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Autore: AndreVan    13/02/2013    2 recensioni
Non mi ero mai soffermata ad ammirare così il suo corpo, ma devo dire che era davvero perfetto.
Gli addominali appena accennati gli davano un tocco di classe, mentre le vene abbastanza visibili che gli contornavano le braccia facevano intendere che fosse diventato un uomo ormai.
Justin era cresciuto ed io insieme a lui.
Non mi ero mai accorta di quanto il mio migliore amico fosse attraente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Well let me tell you a story
About a girl and a boy
He fell in love for his best friend
Fall - Justin Bieber




1.








“ehy amore!” iniziai a correre con tutte le mie forze verso il mio migliore amico.
“piccola..” sussurrò dopo aver sentito le mie urla dalla fine della via.
E appena raggiunto, prima che delle lacrime di gioia sgorgassero dai miei occhi blu come l’oceano, riuscii solo a dirgli “mi sei mancato.”.
Poi successe tutto così velocemente: mi ritrovai due braccia a cingermi le spalle. Mi stava abbracciando.
Dio solo sa quanto mi mancavano i nostri abbracci, quegli abbracci che si danno solo alla persona più importante che si conosca.
Volevo godermi quell’abbraccio al meglio possibile, così mi abbandonai tra le sue braccia cingendogli la vita con le mie.
La sua mano destra passò dal centro delle mie scapole alla mia testa, dove incastonò la sua mano tra i miei capelli, stringendo forte la mia testa al suo petto.
In quel momento il rumore del vento che passava tra le foglie degli alberi facendole muovere, il suono delle ruote dei veicoli che passavano sulla strada vicina e tutto il resto si fece sordo e buio: non vedevo ne sentivo altro se non i nostri respiri.
Mi era veramente mancato.
 
Mi staccai da quell’abbraccio che, pur essendo durato molto, mi pareva durato pochi attimi.
Justin mi guardò con quel sorriso che farebbe invidia perfino a quella che fa la pubblicità della Mentadent e, lentamente, si avvicinò al mio viso.
La distanza tra i nostri visi era sempre minore ed il suo respiro si infrangeva dolcemente contro le mie labbra.
Cosa stava succedendo?
Volevo ritrarmi, ma semplicemente non potevo. Anzi, per la verità, non volevo proprio allontanarmi dal suo viso.
Continuò ad avvicinarsi fino a che non mi lasciò un leggero bacio sulla punta del naso.
Avrei preferito un bacio diverso, ma potevo accontentarmene.
 
“vieni, accompagnami a posare le valigie in casa.” Disse a pochi centimetri dalle mie labbra.
Annuii semplicemente, rendendomi conto che le mie guance bruciavano dall’imbarazzo di quella situazione.
Mi allontanai dal suo corpo ed iniziai ad incamminarmi verso la casetta dalle pareti bianche e il grazioso giardino. Lui non fece niente, se non seguirmi in silenzio.
Arrivati di fronte la porta di casa mi abbassai all’altezza dello zerbino e, scostandolo leggermente, scoprii una piccola chiave d’oro con la quale avrei aperto la porta di casa.
Incastonai la chiave nella serratura e compii due giri completi.
Entrammo e Justin, dopo aver sbattuto la porta alle sue spalle, appoggiò la sua valigia al lato del divano immacolato che addobbava la sala.
“ma, ma è bellissima.” disse con gli occhi che luccicavano
“davvero ti piace?” chiesi speranzosa che la sua risposta fosse positiva
“è perfetta, la nostra casa non poteva essere migliore.” La sua voce era roca, ma dannatamente attraente.
“eggià.. ci pensi che tra qualche giorno inizieremo il college e viviamo in una casa tutta nostra? Io ancora non ci riesco a credere.” Dissi con gli occhi sognanti “e invece credici, perché da oggi io e te siamo ufficialmente liberi di fare ciò che ci pare senza che i nostri genitori infieriscano nelle nostre scelte o nella nostra vita.”.
Aveva pienamente ragione, da oggi saremmo stati indipendenti.
Una cosa sconosciuta per noi, ma una nuova avventura da assaporare insieme.
 
“senti piccola, io vado a portare la valigia nella mia stanza e poi mi faccio una doccia. Credo di essere pronto tra qualche ora.” Mi fece l’occhiolino e si avvicinò al divano per recuperare il suo bagaglio.
“Justin, finirai tra qualche ora se ci va di fortuna, altrimenti è già un miracolo se per le nove sei pronto.” Sghignazzai. Justin mi guardò male in un primo momento, ma poi non riuscendo a fare il serio mi sorrise dolcemente “non è colpa mia, è la mia bellezza che deve essere sempre curata, non posso mica trascurarla!” disse con un finto broncio
“poco modesto vedo” ammiccai. Justin mi fece un enorme sorriso e senza aggiungere altre parole iniziò a salire le scale per raggiungere la sua camera.
Però, prima di sparire dietro l’angolo del piano superiore mi disse “dimenticavo, qual è la mia camera?”
“la seconda porta sulla tua destra” gesticolai per fargli capire bene le mie indicazioni. Lui annuii e sparì definitivamente dalla mia visuale.
 
Mi diressi verso il divano e mi ci buttai letteralmente sopra.
Ero spiaccicata a pancia in giù con un braccio che cadeva a penzoloni sul tappeto che ricopriva il parquet del salone, ma almeno ero comoda.
 
Tra un pensiero e l’altro credo che mi addormentai, anche perché mi svegliai grazie ad una mano che delicatamente mi stava accarezzando la guancia.
Con gli occhi ancora mezzi chiusi alzai il busto, posando il peso sui miei gomiti per reggermi, e guardai negli occhi Justin.
“che ore sono?” dopo aver detto queste parole sbadigliai. Justin rise alla scena che gli si presentava davanti, ma poi si rifece serio e mi rispose “sono le otto.”.
“strano che tu sia già pronto.” Scherzai io, mentre lui mi fece una smorfia in tutta risposta e si allontanò dal divano.
“vado a chiamare la pizzeria, che pizza vuoi?” mmh pizza, avevo una fame!
“una margherita.” Dissi con occhi sognanti.
Justin sorrise divertito dalla mia buffa faccia ed andò a chiamare la pizzeria.
 
Solo quando tornò in salone, e si sedette accanto a me sul divano, mi accorsi che non portava una maglietta, ma un semplice pantalone.
Non mi ero mai soffermata ad ammirare così il suo corpo, ma devo dire che era davvero perfetto.
Gli addominali appena accennati gli davano un tocco di classe, mentre le vene abbastanza visibili che gli contornavano le braccia facevano intendere che fosse diventato un uomo ormai.
Justin era cresciuto ed io insieme a lui.
Non mi ero mai accorta di quanto il mio migliore amico fosse attraente. Era eccitante.
Ma che sto dicendo? Non era eccitante, era arrapante.
Il profilo della mascella era perfetto e conduceva all’attaccatura dei suoi capelli color biondo cenere, che come sempre erano perfettamente raccolti in una leggera cresta.
Le labbra carnose ed abbastanza rosee erano invitanti e la voglia di sfiorarle con le mie accresceva ogni secondo in cui mi soffermavo ad osservarle.
Infine i suoi occhi, erano di un colore bellissimo, ma indecifrabile. Parevano oro, ma anche color nocciola, avevano molte sfumature e se ti ci soffermavi potevi intravederci l’infinito: sembrava che i suoi occhi non avessero un fondo.
 
Justin era sempre stato un bel ragazzo, ma devo dire che ultimamente aveva superato se stesso.
In lui, a parere mio, era racchiusa tutta la perfezione del genere maschile.
 
 
 





 
 
 
 
 
Ehylà!
Questo è il primo capitolo della mia nuova fan fiction, che ne pensate?
Vorrei sapere se vi piace e, quindi, se ne vale la pena continuare a scrivere questa storia, percui lasciatemi qualche recensione per piacere.
Spero vivamente che il mio capitolo vi sia piaciuto :)
Aspetto vostre recensioni, che siano positive neutre o critiche (basta che siano costruttive).
Un bacione bellezze,
Andre.xx
 
Se volete sapere quando aggiorno basta chiedermelo su Twitter@AndreeVann
  
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