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Autore: CinderNella    14/02/2013    7 recensioni
"Davvero perfetto. La sua auto nemmeno partiva. Probabilmente la batteria s’era scaricata e lei avrebbe dovuto passare la nottata lì, perché il meccanico che aveva chiamato le aveva fatto chiaramente capire che non sarebbe potuto andare ad aiutarla. Uscì dall’auto sbattendo la portiera e lanciando un urlo liberatorio. Quella giornata proprio non andava. Come doveva fare, ora?
L’aria fresca del tardo pomeriggio era quasi benefica, riusciva a ridarle un po’ di speranza. Forse.
«Hai… bisogno di una mano?» Joseph la guardava, incuriosito. Si era addirittura fermato per osservarla, e lei di tutta risposta aveva continuato a guardare i corti riccioli color miele e gli occhi chiari."

[Seguito di "Help me, I'm alive" - Coppia Candice Accola X Joseph Morgan]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Michael Trevino, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci con il tredicesimo capitolo! Molto Candicentrico devo dire XD però mi piace molto, ha una svolta importante all'interno. Che dire, buona lettura! La canzone di riferimento è Die Alone di Ingrid Michaelson -> http://www.youtube.com/watch?v=fOSmw0bKw9s



13. I never thought I could love anyone… but you.

Lo osservava attentamente. Ecco cosa faceva da giorni. Era passato da tempo Natale, era passata la tempesta e lei lo osservava accuratamente, perché si era accorta che lui davvero ci teneva a lei.
«Candy cosa stai guardando, il sedere di Joseph?» la domanda di Claire fece voltare anche Nina, che la osservava come se fosse colpevole.
«No!» esclamò la diretta interessata arrossendo «Ero solo sovrappensiero e mi son ritrovata con gli occhi fissi su di lui. Niente di più.»
«Okaaaay.» commentò Claire con il suo tipico sguardo furbetto di quando si affrontava quell’argomento: poi, ritornò a leggere il giornale mentre la make-up artist e la parrucchiera la sistemavano per bene. Nel frattempo, Nina continuava a guardare l’amica.
«Che c’è?» chiese Candice a bassa voce, intercettando il suo sguardo.
«Uhm… nulla. Pensavo solo a quello che aveva detto Claire.» rispose l’altra, prendendo anche lei il giornale per sfogliarlo «Riguardo a te e il sedere di Joseph. O insomma, semplicemente lui.»
«Siete due depravate, ecco cosa siete. Che pensate pure troppo al sedere di quel ragazzo, il mio amico
«Non vorrei essere cattiva, ma ti ricordi com’è andata a finire con il tuo ultimo “amico” maschio? Giusto per ricordartelo, non vuole essere crudeltà gratuita.»
Candice guardò malissimo l’amica, che fece spallucce: «Giusto per avvisarti, nel caso che te lo fossi dimenticato. E stai iniziando a farti domande su Joseph nello stesso modo, quindi…»
«Non è Michael, e Michael sicuramente non è all’altezza di Joseph, di questo ne sono più che certa.»
«Oh, ma anche io. Solo che l’hai ammesso anche tu che Joseph è superiore, e… di Michael ne eri perdutamente innamorata un anno fa. Sta’ attenta. E non guardargli il culo.» aggiunse dopo un po’ l’amica, che fece quasi sbottare Candice: «Non gli sto guardando il c—
«Buongiorno donne!» Joseph arrivò appena in tempo per non farle pronunciare l’ultima parte della frase e le baciò la fronte, facendola arrossire anche più di prima, quando s’era accorta di non aver potuto finire la frase.
Claire e Nina si scambiarono uno sguardo complice, esclamando poi all’unisono: «’Giorno Joseph!» e poi guardarono contemporaneamente Candice, che alzò gli occhi al cielo, ringraziando sentitamente i chili di fondotinta che le avevano spalmato in faccia e che avevano mascherato il rossore impeccabilmente. Anche se Nina e Claire avevano comunque capito, e ridacchiavano sotto i baffi.
«Mi sono perso qualcosa?» chiese il ragazzo, guardando le tre ragazze col sopracciglio alzato.
«Nulla! Sono su di giri oggi queste due» rispose immediatamente Candice, guardandolo negli occhi attraverso lo specchio.
«…Okay. Allora io e te ci vediamo dopo sul set… Nina, penso che vedrò anche te dopo.» guardò lei e poi l’altra amica con un espressione stranita e se ne andò. Candice guardò malissimo le altre due, che scoppiarono a ridere poco dopo come delle matte.
«Dovevi vedere la tua faccia, era stupenda…»
«Buongiorno!» Zach arrivò e stampò un bacio sulle labbra della biondina, che ne aveva già provate troppo quella mattinata, e che non poté chiudere gli occhi perché li aveva sbarrati guardando le due amiche trattenersi dalle risate con un’espressione poco normale in viso «Che vi succede? Tutto a posto?»
Candice annuì, guardando tutti e tre, terrorizzata: «Ci vediamo stasera, tesoro?» gli diede una pacca sulla spalla, a cui lui rispose con un’occhiata stranita: «Okay… a stasera!» e se ne andò perplesso, mentre Claire e Nina, libere, scoppiarono finalmente a ridere.
«Voi due mi farete uccidere, un giorno…» commentò Candice, espirando pesantemente.

Lo guardava negli occhi, concentrata come non mai. Ormai ci pensava da molti giorni, ne parlava con Nina… ma di fronte a lui non riusciva ad aprire bocca.
«Voglio lasciarti.» lo disse con così tanta velocità che per poco non fece soffocare Zach, mentre lei si sentiva sollevata dall’esser riuscita a dirglielo e sorrise.
«Cosa?» esclamò lui, accennando un sorriso «Mi stai prendendo in giro, vero? È davvero uno scherzo di cattivo gusto…»
«Non sto scherzando. Sono un bel po’ di giorni che… non posso stare con te. Non ci tengo… non posto stare con qualcuno a cui non tengo…»
«Quindi sono stato il tuo giochino per qualche mese, eh? Il padrone da accudire insieme al suo cane amorevole, da invitare in famiglia a Natale quando invece avresti voluto decisamente qualcun altro al posto suo… eh?»
La ragazza sbuffò: «Non fare scenate qui, abbassa la voce…»
«No, non disturbarti. Me ne vado proprio, non ci saranno scenate. Arrivederci, Candice.» Zach gettò il fazzoletto sul piatto, alzandosi per infilarsi la giacca.
«Quindi è finita…?»
«O Cristo. Sì, per la tua gioia è finita.» sbottò quello, scappando via offeso.
Candice si compiacque, pensando a come si era espressa: era stata cattiva, molto cattiva. Però era arrivata ad esserci in ballo la sua libertà, limitata da se stessa nello stare con lui, non riuscendo più ad essere non solo felice, ma minimamente tranquilla assieme a Zach.
Quindi era contenta di averlo lasciato, perché s’era sentita finalmente libera… solo che ora era stata proprio una stronza con quello che un tempo era stato un suo vero amico. E l’aveva sfruttato, perché non ci si era mai sentita davvero tanto legata, e… aveva bisogno di Nina.
Si alzò dal tavolo trattenendo le lacrime e andò a pagare alla cassa, scappando via dal locale ancora senza il cappotto addosso e trascinando la borsetta alla bell’e meglio, correndo verso la sua auto.
Non appena arrivò a parcheggiare l’auto si precipitò nel portone, poi nell’ascensore e poi a suonare a casa: fu fortunata perché fu proprio Nina, ridendo, ad aprire. Non appena la vide cambiò espressione: «Candice cos’è successo?»
La ragazza si gettò tra le braccia dell’amica a piangere: «Ho lasciato Zach…»
«Okay…» Nina la abbracciò, aspettando che fosse lei a parlare senza chiedere nulla.
«C’è Joseph? Ian?»
Nina scosse il capo: «No, vuoi che ti chiami Joseph? Ian in realtà è in camera…» poi capì che in realtà non voleva nessuno a parte lei «Ian ci si rivede domattina, se ci prepari la cena è anche meglio!»
«Chiamo Jose—
«NO!» urlò Nina, trascinando l’amica nella sua camera ed aiutandola a togliersi il cappotto, prima che quella se lo strappasse dall’instabilità – perché in quei momenti, Candice poteva passare dal pianto e la devastazione più acuta alla rabbia incalmabile.
«Allora…» iniziò Nina, sedendosi sul letto accanto all’amica.
Candice non parlava. Anzi, fissava il vuoto… fin quando non iniziò a ridere come una matta. L’altra aveva seriamente paura, e iniziava a maturare l’intenzione di chiamare Joseph… ma si trattenne: «Candice?...»
«L’ho lasciato! Ho lasciato Zach, finalmente!» continuava a ridere, e ridere, e ridere, così tanto che Ian dall’altra parte della porta si preoccupò e la aprì, guardandole sconvolto: «Va tutto… bene? Stava piangendo e ora ride?»
«Ian, l’ho lasciato! Ho lasciato Zach!» esclamò lei, guardandolo negli occhi, ridendo ancora.
«Devo esserne felice… contento… triste?» chiese il ragazzo, guardandola sconvolto: poi passò a guardare la sua ragazza, che era scioccata nello stesso modo «È una cosa bella… vero?» non sapeva come porsi nei confronti della sua ragazza e della sua migliore amica, la prima perché era ammutolita, come se si stesse preparando alla tempesta, e l’altra perché aveva i tipici comportamenti da pazza psicotica.
«O-kaaay… devo chiamare Joseph? Per dargli la bella notizia?...» aveva iniziato a dire Ian, notando che Nina scuoteva la testa vigorosamente…
«NO!» urlò Candice, avvicinandosi a lui in modo pericoloso, guardandolo malissimo «Glielo dirò io, prima o poi!»
«Okayyy…» Ian iniziò a indietreggiare, trovando la maniglia della porta e uscendo repentinamente da quella stanza: non voleva morire in modo spiacevole e sapeva che invece Nina se la sarebbe cavata, come al solito. Conosceva bene Candice.
«Candice, tesoro… calmati.» Nina la prese per mano e la fece sedere sul letto: quella incrocio le gambe e scoppiò a piangere sulla spalla dell’amica, non bloccandosi più.
«N-Ni-Nina, non fraintendermi, io sono contenta di averlo lasciato…» riuscì a dire lei, mentre l’altra le accarezzava una spalla «Ma sono stata crudele! E sono stata contenta di esserlo!»
Nina alzò un sopracciglio: «In che senso sei stata crudele?»
«Gli ho detto che dovevamo lasciarci e poi gli ho sorriso. E quando lui ha preso tutto per andarsene gli ho chiesto se allora ci fossimo lasciati e lui ovviamente mi ha mandata a quel paese. In compenso ho pagato la cena anche a lui perché era scappato via, quindi…»
L’amica la guardava sconvolta: «Ecco, ora il tuo sguardo accusatore mi fa stare anche peggio…»
«Non è accus—scusa ma l’hai fatto sul serio?» chiese di getto Nina, non credendoci ancora.
«Dirgli così? Sì. Nina mi sentivo proprio oppressa, non riuscivo più ad esser contenta stando con lui… ho fatto la cazzata di scacciare il chiodo con un altro chiodo. E ci stavo male, e non mi sentivo più libera, e volevo solo scappare da lui, e non ero più me stessa. E una volta sono arrivata a nascondermi in palestra.»
L’altra scoppiò a ridere, credendo che l’amica stesse scherzando: «Oddio, veramente? In palestra?»
Candice la guardò di sottecchi: «Sì, non sto scherzando.»
«Ommioddio. Allora hai fatto più che bene…»
«Lo so che ho fatto bene, è che sono stata una stronza e non mi perdonerà mai più perché lui ci teneva sul serio, e io no, ed eravamo amici! Sono stata quasi tanto stronza quanto Michael lo è stato con me!» sbottò Candice, sbuffando sonoramente, avendo smesso di lacrimare ma avendo il viso come quello di un panda. Bianca con gli occhi neri abbottati.
Lo notò anche Nina, e scoppiò a ridere: «Sembri un adorabile panda.»
«Lo so.» rispose l’altra, iniziando a ridacchiare, trasportando anche l’amica nella risata, che poi l’abbracciò.
Suonò il telefono e Nina rispose: «Pronto? Oh ciao Joseph!..» guardò l’amica, che annuì «Sì, è qui, te la passo!»
Candice cercò di pulirsi con una mano gli occhi – come se il ragazzo potesse vederla, dal telefono! – e inspirò, piantandosi un sorriso sulla faccia: «Ehi Joe!»
«Come va? Sei già tornata dall’appuntamento romantico?»
L’altra annuì: «Sì… tu cosa stai facendo?»
«Leggo. Ma non la regina dei draghi, come promesso.»
«Fiuuu, mi sento meglio allora!» commentò lei, ridacchiando.
«…Ho interrotto un momento-ragazze di confessione?» Candice ridacchiò: «Effettivamente sì…» iniziò ad arrotolare il filo del telefono attorno al suo dito.
«Ecco perché non parlavi! Vabbé, se lo finite entro orari accettabili chiamami tu, sennò buonanotte! Un bacio!»
«Okay, un bacio…» chiuse il telefono, crollando sul letto, conscia del fatto che lo sguardo curioso di Nina fosse su di lei.
«Perché non gliel’hai detto?»
«Non voglio che lo sappia ora. Voglio che lo sappia solo tu ora, a lui… glielo dirò prima o poi.»
«Uhm… okay.» commentò Nina, stendendosi accanto a lei.
«Che si fa? Non voglio più piangere.»
Lo sguardo dell’amica si illuminò: «Ci facciamo le manicure più assurde e facciamo scappare Ian dalla puzza dello smalto che impesta tutta casa?» propose la bruna, facendo brillare lo sguardo anche dell’altra.
«Ci sto!» esclamò Candice, sorridendo davvero, finalmente, come una persona normale.
  
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