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Autore: ManuKaikan    14/02/2013    2 recensioni
Il giorno di San Valentino non è l'unico momento in cui si dovrebbe dimostrare amore alla persona con cui si sta, ma se dopo nove anni insieme, quello che si prova non è scemato nemmeno un po', perché non festeggiare in un modo del tutto speciale?
{Regalo di San Valentino per una persona molto speciale :P}
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Drops of Saturn


San Valentino non le era mai piaciuto particolarmente.


Per il semplice fatto che non capiva per quale motivo bisognasse dimostrarsi dolci, amorevoli e gentile con la persona amata solo quel giorno. Riteneva che, se si era innamorati, quel comportamento lo si adottava tutti i giorni, rendendo speciale ogni singolo momento in compagnia del proprio fidanzato o, nel suo caso, fidanzata.

Ma lei ci teneva, molto a dire il vero, ed era questo uno dei motivi per i quali si trovava su quel treno, guardando le città sfrecciare davanti ai suoi occhi. Era stanca, la pesantezza delle ultime settimane stava iniziando a farsi sentire, ma aveva chiesto al suo corpo di fare un ultimo sforzo, poi si sarebbe buttata nel letto ed avrebbe dormito per almeno quattro giorni di fila.

Il lavoro, le preoccupazioni e lo studio la stavano lentamente consumando, ed avere un fidanzata così piena di vita spesso era davvero stressante. L'amava, l'amava con tutta se stessa e non aveva smesso un solo giorno di ringraziare il Signore per avergliela fatta incontrare, ma in momenti come quelli, non poteva chiedersi perché fosse così iperattiva e piena di voglia di vivere.

Erano ormai nove anni che stavano insieme, quindi questo equivaleva a nove feste degli innamorati, ma mai come in quell'occasione Rachel aveva fatto così tanta pressione perché lei ci fosse. Sospettava che avesse in serbo qualcosa e quando aveva provato a lanciarle la frecciatina, questa si era limitata a scrollare le spalle ricordandole che a causa dei loro impegni non si vedevano quasi mai.

La loro storia era stata travagliata sin dall'inizio, la lontananza che le divideva non aveva giocato molto a loro favore, ma l'amore che le univa era stato forte fin dal primo momento e, nonostante le liti, i pianti e, talvolta, la voglia di mollare, erano riuscite ad andare avanti.

I chilometri che le dividevano non erano mai stati un problema, i problemi reali erano stati altri, ad esempio i suoi genitori. Provenendo da una famiglia benestante e di mentalità un po' chiusa, la loro relazione era stata sottoposta ad uno stress notevole, specialmente per il continuo trovare scuse che spiegassero la presenza di Rachel a casa loro quando andava a trovarla o il motivo per il quale lei volesse partire sempre così spesso.

Era stato difficile e quando finalmente si era decisa ad affrontarli, le cose non erano andate molto bene. Sua madre che l'amava con tutto il suo cuore, aveva faticato ad accettare la loro relazione, sua sorella non ne era sembrata molto sorpresa, anzi, qualche mese dopo le aveva confessato di saperlo da tempo, mentre suo padre… Cercava sempre di non pensare a lui, la rendeva triste ed un po' arrabbiata.

Sobbalzò quando sentì la voce del capotreno annunciare la prossima stazione e questo la spinse ad alzarsi, si sporse verso il portaoggetti ed indossò velocemente il cappotto, la sciarpa, i guanti ed il cappello, assicurandosi di essere coperta bene. Non poteva permettersi di prendere l'influenza, non con il tirocinio a quel livello e gli esami che l'attendevano.

Prese la borsa da viaggio ormai consumata e l'appoggiò con cura sulla spalla, mentre si dirigeva verso le porte scorrevoli del treno. Quel piccolo e comodo borsone era stato il testimone dei molti viaggi che aveva fatto in tutti quegli anni, aveva viaggiato in lungo ed in largo ed era la prova dei sacrifici che entrambe aveva dovuto fare.

Portare avanti una relazione così lunga, impegnativa e importante a soli diciotto anni, era un traguardo ammirevole, specialmente quando si avevano dei genitori come i suoi. Ma Rachel le aveva portato via il cuore dal primo momento in cui l'aveva vista e da quel momento non era più stata la stessa, non avrebbe mai potuto lasciarla, sarebbe stato come smettere di respirare e non poteva permetterselo.

Si sistemò con miglior cura il cappello sulla testa e chiuse gli occhi quando la porta del treno si aprì leggermente, lasciando entrare l'aria fredda della città. Si lasciò accarezzare il volto mentre scendeva con attenzione i gradini e cominciava a guardare fra la folla in cerca della familiare testa scura.

«Santana?» Chiese con le sopracciglia aggrottante quando vide la ragazza avvicinarsi con passo veloce. «Che ci fai qui?»

«Anch'io sono felice di vederti, Quinn.» Disse, ironica. «Come stai? Io molto bene, grazie per averlo chiesto.»

Quinn scosse la testa, rendendosi conto del poco tatto che aveva avuto e, dopo aver appoggiato la borsa per terra, si sporse per stringere l'amica in un grande e soffocante abbraccio.

«Lo sai che sono sempre felice di vederti.» Le mormorò fra i capelli. «Solo che non mi aspettavo di vederti qui, credevo saresti stata in dolce compagnia della tua fidanzata, specialmente in un giorno come questo.»

Santana arricciò le labbra e le passò il palmo della mano aperto sulla schiena, prima di lasciarla andare. «Sarebbe andata così se quell'ingrata della mia migliore amica non mi avesse chiesto un favore e come ben sai non so dirle di no.»

«Esiste qualcuno al mondo che riesce a dire no a Rachel?» Le domandò retorica.

«Sfortunatamente per noi, no.» Disse piatta, chinandosi per prendere la borsa da terra. «Ora andiamo, che quella pazza della tua fidanzata ha stilato una tabella di marcia e non possiamo essere in ritardo.»

Quinn aggrottò le sopracciglia confusa, ma decise di non indagare, seguendola nella folla della stazione, mentre si dirigevano velocemente verso l'uscita. Santana era la più grande amica di Rachel, si conoscevano dalle medie ed il loro amore era sbocciato immediatamente, da quel momento in poi non si erano più separate. Ancora non riusciva bene a capire come potessero volersi così bene visto quanto erano diverse, l'unica cosa, forse, che le accomunava era il fatto che ad entrambe piacevano le donne.

Rachel le aveva raccontato che Santana era stata la prima ragazza che avesse mai baciato e che insieme avevano esplorato l'universo saffico, perché si fidavano l'una dell'altra come mai era accaduto con nessuno, questo prima che tutte e due incontrassero le loro rispettive anime gemelle. Quinn sospettava che la scelta di entrambe dipendesse molto dal loro rapporto speciale e che, se non avessero sperimentato insieme, probabilmente sarebbero finite per stare con degli zoticoni che non le amavano abbastanza.

«Vieni, forza!» La incitò Santana, indicandole una macchina.

«Di chi è quella macchina?»

«Non fare domande e sali!» Ringhiò la ragazza, aprendole la portiera.

Quinn eseguì silenziosamente l'ordine e si infilò velocemente nella macchina, strisciando suoi sedili di pelle per fare spazio anche all'altra, ma Santana lasciò cadere la borsa al suo fianco e le fece l'occhiolino.

«Divertiti.» Le disse semplicemente prima di chiudere la portiera.

Quinn spalancò gli occhi e aprì la bocca per protestare, ma non fece in tempo a proferir parola che la macchina si mise in moto, immettendosi immediatamente nel traffico e, solo in quel momento, si rese conto di chi ci fosse alla guida.

«Noah!» Disse, sorpresa.

«Ciao a te biondina.» La salutò lui, mandandole un bacio dallo specchietto retrovisore.

Che diavolo stava succedendo?

«Dove mi stai portando?!» Chiese.

«Non mi è permesso dirtelo.» Le rispose, chiedendole scusa con lo sguardo. «Ma ti assicuro che ti piacerà.» La rassicurò.

Noah era il cugino di Rachel, la persona a cui Rachel si era affidata per la maggior parte di tutta la sua vita, con cui aveva costruito un rapporto indissolubile. Era stato lui la spalla su cui aveva pianto la maggior parte delle volte in cui le cose fra loro erano andate male, era lui che le aveva dato i consigli più preziosi di cui entrambe avevano bisogno ed era stato in un certo senso il loro cupido.

A Quinn veniva ancora da ridere se ripensava a come il destino avesse cercato di unirle in più di un'occasione.

La prima volta era successo quando avevano quindici anni ed entrambe, scortate ovviamente da amici più grandi e responsabili, si erano ritrovate allo stesso concerto e non si erano incrociate. Solo quando avevano iniziato a conoscersi era uscito questo piccolo particolare, cosa che aveva fatto battere il cuore ad entrambe.

Poi era capitato l'anno in cui si erano effettivamente conosciute, Noah e Rachel avevano organizzato un viaggio per un evento dove l'attrice della loro serie preferita avrebbe presenziato in tutta la sua gloriosa bellezza. Quinn invece era stata costretta ad accompagnare sua sorella minore, visti gli impegni a cui i suoi genitori, per via del lavoro, non erano riusciti a rimandare.

Si erano viste nella folla, ammassate sul red carpet in attesa che questa fantomatica donna uscisse ed iniziasse a firmare gli autografi. Rachel le aveva confessato di essere rimasta colpita immediatamente da lei, ma di non averci fatto molta attenzione, un po' per il caldo e un po' per l'adrenalina che aveva in corpo al pensiero che presto avrebbe visto la donna che la faceva impazzire più di ogni altra cosa.

Quinn invece non aveva fatto altro che sentire spettegolare sua sorella con altre fangirl ed era rimasta colpita quando quest'ultima aveva cominciato a parlare di FanFiction, rivelando così la sua passione segreta. Quinn non era per niente a conoscenza del fatto che sua sorella leggesse racconti scritti da fan e quando Frannie aveva iniziato a parlare di questa autrice così conosciuta, la curiosità aveva iniziato a farsi strada in lei. Quando era tornata a casa si era fatta dare il nome ed aveva cominciato a leggere le sue storie, solo successivamente aveva scoperto che si trattava proprio di Rachel.

Ed era stata proprio in quel momento che il destino aveva iniziato ad operare.

Se l'avessero detto a Quinn, non ci avrebbe mai creduto, ma grazie a quelle storie si era ritrovata catapultata in quel mondo a lei del tutto sconosciuto. Aveva cominciato a guardare quella serie tv insieme a Frannie e aveva recuperato quello che si era persa in precedenza, iniziando anche a cercare in giro informazioni e quant'altro.

Un giorno, non sapeva nemmeno come, aveva scritto a questa autrice per congratularsi e, da quel momento, la sua vita era cambiata per sempre.

«Noah, avanti! Dimmi dove mi stai portando!»

«La pazienza è la virtù dei forti, Quinnie.» L'ammonì. «E siamo arrivati, quindi non farti venire i capelli bianchi, hai ancora tempo perché quelli escano!» La prese in giro, scendendo velocemente dalla macchina.

Quinn non si meravigliò quando la portiera del passeggero si aprì, rivelando il ragazzo che le porgeva la mano, ci lasciò scivolare la sua ed afferrò con l'altra la borsa che Santana aveva lanciato poco distante da lei.

«Un albergo?» Chiese, confusa, guardando la struttura davanti a sé.

«Non chiedere.» Disse velocemente Noah. «Non iniziare a sbattere le ciglia ed a fare il tuo broncio, ho la bocca cucita.» Continuò, chiudendo la portiera ed assicurandosi che la macchina fosse chiusa. «Avanti, il tempo scorre e la tabella di marcia ha gli orari ben prefissati.»

Le prese la borsa dalle mani e, dopo essersi appoggiato una mano sul fianco, la scortò verso l'albergo in assoluto silenzio. Quando le porte scorrevoli rivelarono la bellezza di quel posto, Quinn rimase completamente senza fiato e non poté evitare di guardarsi intorno estasiata.

Che cosa aveva combinato Rachel? E perché nessuno voleva dirle nulla?

Seguì l'amico verso la receptionist, ma non riuscì a sentire molto bene quello che lui e l'uomo dietro al bancone si dissero, vide solo una chiave ed un biglietto piegato in due. Noah prese entrambe le cose e ringraziò l'uomo con un sorriso, prima di riprendere la loro avanzata verso l'ascensore.

«Non mi dirai niente, vero?» Gli domandò con un sopracciglio alzato.

«Nulla.» Rispose, schiacciando il bottone. «Sono muto come una tomba.»

«Ti odio.» Mormorò Quinn, sospirando.

«Non è vero, mi vuoi un bene dell'anima e mi ringrazierai.» Ridacchiò quando le porte si aprirono.

«Lo spero per te, altrimenti la mia ira non avrà fine.» Lo avvertì.

Noah non rispose, si limitò a sorridere mentre le faceva segno di entrare per prima, sperava soltanto che tutto andasse come Rachel aveva progettato.


****


Quinn rilesse quel messaggio un paio di volte e scosse la testa per quella che parve la centesima volta, ma nonostante tutto continuò a camminare lungo quel corridoio, seguendo Noah che l'aveva aspettata per tutto quel tempo.


Quando era arrivata nella camera che Rachel, a quanto sembrava, aveva prenotato per entrambe, non aveva trovato altro che una stanza vuota, un vestito sul letto ed un bigliettino che recitava: per la mia meravigliosa donna.

Non c'era voluto molto per capire che non avrebbe visto Rachel ancora per un po' ed il tutto era stato confermato quando Noah le aveva dato un altro biglietto, dove spiccava la calligrafia elegante e femminile di Rachel.


Lo so, ti starai chiedendo che cosa sta succedendo ed il perché di tutto questo mistero,
fidati di me e presto avrai tutte le risposte.

Ti piace il vestito?

Spero proprio di sì, mi sono fatta aiutare da tua sorella a sceglierlo,
spero di non aver sbagliato la taglia, perché calza molto stretto.

Ti aspetto alle 19:30. Affidati a Noah, sa dove portarti.

Ti amo, a più tardi.


Quinn non aveva potuto far altro che sorridere ed infilarsi nella doccia, perché non mancava molto all'orario che c'era scritto sul biglietto e lei voleva farsi trovare pronta quando Noah sarebbe andato a prenderla. Ed ora eccola lì, a percorrere quei corridoio sconosciuti, osservando la schiena del suo amico, fasciata in un bell'abito blu, mentre la portava nel posto dove Rachel aveva organizzato qualcosa di speciale.

L'avanzata si fermò davanti ad una pesante porta di metallo e Noah si voltò a guardarla con un sorriso dolce.

«Eccoci qui.» Le disse semplicemente, poi, senza aggiungere altro, spinse la maniglia ed aprì la stanza.

Quello che le si presentò davanti non era di certo qualcosa a cui era pronta, ma che si sarebbe dovuta aspettare visto che era di Rachel Berry che si stava parlando.

La stanza dove Noah l'aveva scortata era la piscina dell'albergo, piscina che durante i mesi invernali veniva chiusa per il forte freddo che investiva sempre quella città. Tutto lo spazio era completamente illuminato da candele ed in mezzo all'acqua un tavolo torreggiava sorretto da qualcosa poco sopra il livello dell'acqua.

«Finalmente sei qui.»

Il suono di quella voce la costrinse a voltarsi di scatto ed il cuore cominciò a batterle all'impazzata, come capitava sempre ormai da nove anni, mentre il respiro le si bloccava in gola. Rachel era davanti a lei, avvolta in un lungo, trasparente e lucente abito di seta rosa pallido, mettendo in evidenza il suo seno sodo e lasciando scoperte le sue lunghe gambe, le quali spuntavano deliziose da sotto lo spacco del vestito.

«Un gentiluomo mi ha scortato sino a qui, non potevo arrivare tardi.» Rispose Quinn, sentendo il cuore rimbombarle nelle orecchie dall'emozione.

Era solo una settimana che non si vedevano, ma a lei sembrava un'eternità ed era sempre stato così ogni volta che si lasciavano per tornare nella propria città. L'impazienza di rivedersi si faceva sempre più intensa ogni mese che passava, sino a diventare quasi insopportabile con l'inizio del tirocinio di medicina di Quinn, lontano dalla città che avevano scelto per vivere insieme.

«Hai fame?» Le chiese Rachel con la testa inclinata. «Ho preparato una cena squisita per noi, stasera.» La informò, tendendole la mano.

«Preparato?» Chiese Quinn, prendendola nella sua. «Tu? Con le tue mani?»

«Si tesoro, proprio come piace a te.»

Quinn non rispose, si limitò a sorridere ed a seguirla senza dire una sola parola, chiedendosi come avesse fatto Rachel a preparare tutto quello. I quesiti si duplicarono quando la vide raggiungere il bordo ed avanzare su quella che doveva essere una passerella, che le avrebbe condotte al centro della piscina, dove era stato sistemato un tavolo completamente imbandito.

«Come -?» Domandò, curiosa.

«Sai che Noah si occupa di piscine. Ha visto questa cosa a casa di una signora molto ricca e me ne ha parlato, pensavo potesse essere una cosa molto carina da mostrarti.»

«È meraviglioso, anche se devo ammettere che è un po' inquietante, siamo sicure che regge?»

«Noah mi ha assicurato di si.»

«E come fa a saperlo?»

«Diciamo che ha testato la sua robustezza.» Le spiegò con un sorriso, scostandole la sedia per farla sedere.

«Testato la robustez-» Arrossì quando vide lo sguardo eloquente di Rachel, capendo immediatamente a cosa si riferisse. «Noah è un maiale.»

Rachel ridacchiò e le diede un leggero bacio sulle labbra. «Non pensiamo a lui ora, siamo solo io e te.»

Quinn annuì. «Sì, solo io e te.» Mormorò sulle sue labbra.


****


Rachel era sempre stata un'eccellente cuoca, Quinn l'aveva sempre saputo e le piaceva quando la sua fidanzata cucinava per lei. Quella sera il menù comprendeva i suoi piatti preferiti e non aveva fatto altro che deliziarsi ad ogni boccone, sotto lo sguardo estasiato di Rachel che la fissava con occhi lucenti di felicità.


Avevano chiacchierato di tutto, Rachel si era fatta raccontare del suo tirocinio e Quinn le aveva chiesto se poteva aiutarla con il suo blocco dello scrittore, ma, a quanto sembrava, non era proprio il periodo migliore per scrivere.

Rachel le aveva raccontato di quello che faceva con Noah negli ultimi tempi, delle donne che il cugino vedeva in continuazione e le aveva detto che fra Santana e Brittany le cose procedevano sempre meglio. A quanto sembrava le due sembravano intenzionata ad avere un bambino e, se non ci fossero riuscite, erano fermamente convinte di volerne adottare un paio.

«Era tutto perfetto.» Mormorò, infine, Quinn, prendendo un sorso di vino, appoggiando successivamente il bicchiere sul tavolo e pulendosi la bocca con il tovagliolo.

«Tu sei perfetta.» Rispose semplicemente Rachel, sorridendole con amore, prendendole una mano nella sua.

Quinn scosse la testa con le gote rosse, perché, anche dopo tutto quel tempo, Rachel era in grado di farla arrossire. Era sempre stato così ed anche se, ormai, erano anni che stavano insieme, Rachel non aveva mai smesso di farla sentire una principessa e viceversa.

«Vieni.» Le mormorò Rachel, aiutandola ad alzarsi. «Devo mostrarti una cosa.» Le disse nell'orecchio, stringendole il braccio intorno alla vita.

Quinn non se lo fece ripetere due volte, le stinse la mano nella sua e vide Rachel percorrere il resto della passerella, diretta alla parte opposta a quella dove era stato sistemato il tavolo e fu solo in quel momento che si rese conto di quello che stavano raggiungendo.

Un telescopio.

Come accidenti aveva fatto a non accorgersi di un telescopio sospeso sopra l'acqua? Era () vero quello che diceva la sua amica Tina, quando si trattava di Rachel, non vedeva nemmeno un elefante davanti agli occhi.

«Rachel?» Domandò curiosa, alzando un sopracciglio.

«Buon San Valentino, amore mio.» Le disse, prendendole la mano libera ed appoggiandola sul telescopio che era già stato sistemato con la lente verso il cielo. «Dai un'occhiata!»

Quinn non fece ulteriori domande, si piegò verso il telescopio ed appoggiò l'occhio sulla gomma, osservando attentamente quello che Rachel si era impegnata a trovarle nel cielo. Il cuore fece una capriola e milioni di farfalle presero a svolazzarle nello stomaco, spiegando le ali ed agitandosi dentro di lei. Si sollevò velocemente e si voltò, gli occhi che le brillavano e il respiro affannoso.

«È Saturno.» Disse semplicemente.

Rachel sorrise e fece un passo verso di lei. «Il nostro pianeta.» Le disse semplicemente.

«Il nostro primo appuntamento.» Mormorò Quinn. «Sembra passato così tanto tempo.»

L'altra annuì e si chinò a darle un dolce bacio, proprio come il giorno del loro primo appuntamento, dove Rachel l'aveva portata al planetario e l'aveva baciata sotto Saturno, proprio come le aveva promesso.

«Ti ricordi quando parlavamo di fare la luna di miele su una stella?» Le sussurrò Rachel sulle labbra.

Quinn rise. «Si, mi ricordo, poi abbiamo deciso di cambiare meta perché una stella era un po' difficile da raggiunge.»

«Già.» Sorrise Rachel. «Beh, forse non posso portarti su una stella per la luna di miele e posso baciarti solo sotto Saturno, ma posso offrirti me stessa e portarti in un bel posto fresco, visto che non ti piace il caldo e - »

«Rachel… »

«Quello che sto cercando di dirti è… » Prese un profondo respiro e fece un passo indietro, stringendo fra le dita una piccola scatoletta di velluto blu. «Lucy Quinn Fabray, potrei avere il grande onore di passare il resto della mia vita con te?»

«Oddio, oddio, oddio.» Mormorò Quinn, sbattendo un paio di volte le palpebre.

«Ti prometto che semmai tu vorrai una stella io troverò il modo di portartela, che se vorrai andare su Saturno troverò il modo di portartici e se - »

Non riuscì a finire la frase: le labbra di Quinn si chiusero sulle sue, zittendola all'istante e facendole quasi perdere l'equilibrio. Rachel le strinse la mano libera sul fianco, mentre la lingua di Quinn cercava la sua con insistenza e la trovava, giocandoci e rincorrendola.

Quando si separarono Rachel prese un profondo respiro, il cuore in tumulto e gli occhi socchiusi.

«Questo è un sì?» Le domandò con un leggero sorriso.

«Si, Rachel Berry, sono destinata a stare con te da quel giorno in cui ci siamo viste in mezzo a quella folla.» Le sussurrò sulle labbra. «Sono sempre stata irrimediabilmente tua, sono nata per stare con te, ti amo.»

E non ci fu bisogno di altro, bastavano loro due e Saturno, testimone, ancora una volta, come nove anni prima, della loro meravigliosa e perfetta unione.


______________________________


NoteAutrice:

Questa piccola shot è nata perché non ho potuto passare questo giorno con chi avrei voluto,
aveva un esame e non volevo esserle di intralcio, ma ci tenevo a darle qualcosa per il nostro primo San Valentino insieme.

Non è molto amore, lo so, ma abbiamo già in mente come festeggiarlo,
questo è un piccolo assaggio di quello che sarà =)

Spero vi sia piaciuta! È forse la cosa più corta che io abbia mai scritto!
I fatti narrati sono accaduti sul serio e anche tutta la storia di Saturno XD
Sono veramente allibita ed è nata in tipo 3 ore e mi piace anche come è venuta!

Gioiamooo!!

Un bacione a tutti e grazie che mi seguire sempre in ogni mia pazzia!

Buon San Valentino a tutti e
al prossimo aggiornamento, love you!

ManuKaikan
  
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