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Autore: Salice_    15/02/2013    4 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Voglio fare un ringraziamento speciale a blackmiranda, Whooki, Zakurio e Princess Monster che ogni volta leggono e recensiscono i miei capitoli! Grazie di cuore.


Il mattino seguente, come al solito, le ragazze si erano recate al Caffè Mew Mew per il loro turno di lavoro. Tutte tranne Ichigo, che, come al solito, era nuovamente in ritardo. Zakuro, Purin, Retasu e Minto erano già cambiate e chiacchieravano con Kyle; Ryan si era eclissato in laboratorio. Mentre il gruppetto parlava, Kisshu si materializzò all’interno del locale, con un’espressione estremamente scocciata, cosa che divertì molto Purin.
- Che hai da ridere, scimmietta? – la punzecchiò l’alieno
La Mew Scimmia sorrise, dicendo: - Cavolo, dovresti vedere la tua faccia! –
Minto si fece avanti, dicendo con noncuranza: - Io sinceramente pensavo non ti presentassi neanche a lavoro, invece mi sbagliavo. Per lo meno non sei in ritardo come quella scansafatiche di Ichigo. –
Proprio in quel momento, la ragazza dai capelli rossi entrò come una furia nel Caffè, scusandosi con le sue compagne, per poi lanciare uno sguardo gelido a Kisshu; lui, invece, le sorrise benevolo, solo per guadagnarsi un “Adesso vado a cambiarmi e tu non provare assolutamente a entrare nello spogliatoio prima che io sia uscita” da parte di Ichigo. L’alieno cominciava già a perdere la pazienza: non le aveva ancora rivolto la parola e doveva essere trattato così!
Fortunatamente, Kyle intervenne, dicendo: - Non preoccuparti Kisshu, puoi andare a indossare la tua divisa nella camera degli ospiti. Seguimi, ti faccio strada. –
Kisshu seguì il moro, mentre le ragazze iniziarono a sistemare tutto per l’apertura del locale, raggiunte dopo poco anche da Ichigo.
Zakuro si stava occupando di aprire la cassa, quando in sala comparve il giovane ragazzo alieno nella sua nuova divisa da cameriere: pantalone verde scuro, mocassini neri ai piedi, camicia bianca con un paio di bottoni di troppo lasciati volutamente sbottonati che lasciava intravedere i pettorali scolpiti e un cravattino annodato in maniera morbida e sbarazzina, dello stesso colore dei pantaloni. In più Kisshu si era sciolto i capelli in modo da nascondere parzialmente le lunghe orecchie a punta, con l’aiuto anche di un cappellino morbido nero.
La Mew Lupo dovette ammettere a se stessa che si trattava di un gran bel vedere, ma fece finta di niente, rimettendosi ad armeggiare con il registratore di cassa. Le altre ragazze gli fecero i loro sinceri complimenti, tranne Ichigo, ovviamente, che lo stava deliberatamente ignorando. Dopo qualche minuto, Kisshu si avvicinò a Zakuro, in piedi dietro alla cassa, e le rivolse il suo solito sorriso sghembo.
- Allora, che te ne pare? – chiese lui alla ragazza.
Lei sollevò lo sguardo sul ragazzo e gli sorrise furbamente, rispondendo: - Gran bella divisa; Kyle ha avuto gusto. –
- I complimenti non sono il tuo forte, vero? – la punzecchiò l’alieno.
- No, quando ho a che fare con un alieno narcisista mi limito molto. – lo prese in giro lei.
Kisshu rise, una risata fresca e sincera che contagiò anche la Lupa. Poi lui fece: - Oggi penso che combinerò dei disastri allucinanti: piatti, ordinazioni, clienti e cose varie… non voglio pensarci. –
- Non preoccuparti, non sarai mai peggio di Retasu. – lo consolò Zakuro.
- Perché? –
- Oh, lo scoprirai presto. –
 
Come aveva predetto la modella, durante la giornata Kisshu si accorse di quale disastro ambulante fosse la Mew Focena: nel giro di due ore aveva già fatto fuori quattro piatti e una teiera, e la giornata non era ancora finita.
“Qui sembra di essere in una gabbia di matti!” pensò esasperato Kisshu in un momento in cui non aveva nulla da fare, guardandosi intorno: Retasu faceva cadere perennemente ciò che aveva tra le mani, Purin si esibiva in spettacoli da circo che il più delle volte rischiavano di demolire il locale, Minto se ne stava in un tavolino isolato a sorseggiare thè e impartire ordini alle compagne, Ichigo girava come una trottola tra i tavoli sempre piena di ordinazioni e Zakuro terrorizzava i clienti con il suo modo di fare scorbutico. In più, Kisshu si trovava in difficoltà: sbagliava le ordinazioni da portare ai tavoli, si innervosiva quando trovava clienti indecisi e non sopportava gli sguardi languidi che gli lanciavano alcune ragazze.
Kyle lo riscosse dai suoi pensieri: - Kisshu vieni, ci sono da portare due fette di torta al tavolo 4. –
L’alieno entrò in cucina sbuffando e lì trovò Zakuro che stava afferrando un vassoio stracarico di cose.
- Vuoi che porti io quell’affare? – si offrì Kisshu in modo spontaneo.
Zakuro gli rivolse un sorriso amichevole e gli rispose: - No grazie, non preoccuparti. Piuttosto, cerca di azzeccare il tavolo giusto con quelle due torte ‘sta volta! –
Kisshu le sorrise di rimando e rispose alla presa in giro dicendo: - E tu smettila di terrorizzare quelle povere persone, altrimenti perderemo la metà dei clienti! –
- Io non terrorizzo proprio nessuno, sono gli altri che si lasciano intimorire! – rise la modella.
- E ci credo, ogni volta che chiedi che cosa vogliono ordinare sembra che tu voglia sbranarli! –
- Ma non dire stupidaggini! –
- Ehm… Kisshu, le torte! – li interruppe Kyle, che era rimasto con il braccio teso e il piatto con le due fette di torta in mano per tutto lo scambio di battute.
- Ah già, è vero, da’ qua. – si riprese Kisshu.
Zakuro gli sorrise nuovamente, afferrò il vassoio e si diresse ancheggiando fuori dalla cucina. Kisshu rimase imbambolato con il piatto in mano, guardando le gambe perfette della modella muoversi e la gonna corta della divisa frusciare.
“ Penso che lavorare qua potrebbe anche non essere così pesante come credevo…”
- Kisshu, le torte! -
- Ah si Kyle, vado, vado! –
 
Erano ormai passate diverse settimane da quando l’alieno dagli occhi dorati aveva iniziato a lavorare al Caffè e tutto procedeva piuttosto bene: non c’erano stati attacchi da parte di Pie e Taruto, Kisshu, Ryan e Kyle lavoravano spesso in laboratorio senza essere ancora riusciti però ad individuare tracce dell’Acqua Mew e il gruppetto collaborava in modo abbastanza affiatato.
Quel pomeriggio si stava avvicinando l’ora della chiusura quando un tuono squarciò l’aria.
- Accidenti, è iniziato un bel temporale! – osservò Retasu guardando fuori da una delle piccole finestrelle a forma di cuore.
Ichigo sbuffò sonoramente. – Accidenti, io devo vedermi con Mark! Perché deve piovere proprio adesso?! –
Kisshu, che stava servendo a qualche tavolo di distanza, per poco non rovesciò ciò che aveva sul vassoio: nonostante si fosse, in un certo senso, rassegnato al fatto che la sua bella gattina stesse con quell’umano, non sopportava l’idea che i due stessero insieme.
All’ora di chiusura, i ragazzi si andarono a cambiare, dopodiché si salutarono velocemente, affrettandosi a uscire ed affrontare l’acquazzone per tornare a casa.
Kisshu uscì dalla porta sul retro, ma dopo qualche passo si arrestò: aveva notato Ichigo e Mark poco distanti, nel parco, che si stringevano sotto ad un ombrello.
Senza pensare a quello che stava facendo, si avvicinò silenziosamente ai due, nascondendosi tra i cespugli per poterli osservare, tenendosi ad una debita distanza. Non si curava della pioggia che continuava imperterrita a bagnare i suoi abiti e i suoi capelli e dei lampi che illuminavano il cielo: l’unica cosa che sentiva in quel momento era il suo cuore battere all’impazzata nel petto.
Ichigo e Mark si abbracciarono stretti, lei aveva il viso affondato nel giaccone del ragazzo, che le sorrideva; lui si abbassò sui suoi capelli rossi e le sussurrò qualcosa all’orecchio, dopodiché le bocche dei due ragazzi si fecero sempre più vicine, fino a che non si toccarono. Ichigo e Mark si baciarono, dapprima dolcemente, poi con più passione.
Kisshu rimase ad osservare la scena, incapace di muoversi, gridare, fare qualsiasi cosa: riusciva soltanto a guardare quei due baciarsi, avvertendo un senso di vuoto che lentamente si impossessava di lui. Non rabbia, né tristezza: vuoto.
Non si accorse nemmeno che qualcuno lo stava riparando dalla pioggia e che l’acqua non gli cadeva più addosso. Alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi color zaffiro di Zakuro, che, silenziosamente, si era portata in piedi di fianco a lui e lo stava coprendo con un grande ombrello nero.
Si guardarono per un attimo, e Kisshu temette di aver letto della compassione nello sguardo della modella; lui si alzò lentamente, per poi mormorare: - Credo sia meglio che me ne vada. –
- Lo penso anche io. – disse pacatamente Zakuro. – Forza, andiamo. -
Kisshu la osservò curioso. – Come sarebbe a dire “andiamo”? –
Zakuro gli restituì l’occhiata, rispondendo: - Andiamo da me. Tu sei fradicio e rischi di prenderti qualche strana malattia terrestre se non ti asciughi. –
L’alieno abbozzò qualcosa di simile ad un sorriso e, senza sapere perché e senza curarsi di trovare un motivo, si apprestò a seguire la modella.

I due camminarono in silenzio sotto l’ombrello fino a casa della ragazza, ognuno immerso nei propri pensieri. Kisshu aveva il morale a terra e calciava distrattamente ogni sassolino che incontrava sul suo cammino, ma si stupì di una cosa: in quel momento, era estremamente grato a Zakuro per essere silenziosamente lì con lui.


Ecco un nuovo capitolo con delle belle novità! Fatemi sapere che cosa ne pensate :)
Salice_

 
   
 
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