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Autore: Gia August    03/09/2007    3 recensioni
Quando il confine tra illusione e realtà viene superato, il desiderio di un amore diviene ossessione e pone le vite di Bo e Luke in pericolo. Laura Dawson per possederne uno, deve impedire all'altro di mettersi tra lei e l'oggetto dei suoi desideri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Luke Duke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo con il quale mi appresto a postare il secondo capitolo di questa mia traduzione, in secondo luogo, per rispondere alla mia cara Maria (sono così felice di non essermi liberata di te), aspettatevi una storia piuttosto inquietante. Già da questo capitolo potrete rendervi conto di quale piega prenderà tutta la vicenda.

Grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo.

 

Capitolo due: rose rosso sangue

 

Bo e Luke tornarono ad Hazzard il mattino seguente in quanto zio Jesse aveva loro commissionato altri acquisti presso il negozio di ferramenta. Luke ne uscì trasportando due scatole di chiodi al contrario di Bo che invece aveva le mani libere. Quando Luke si mosse per raggiungere il lato guida del Generale, Bo scivolò rapidamente sul cofano della macchina tagliandogli la strada. Saltò abilmente nel finestrino piantandosi dietro al volante. Il suo sorriso trionfante però si tramutò presto in una smorfia di dolore non appena realizzò di essersi seduto su qualcosa di appuntito.

Quando urlò, Luke gli chiese preoccupato: “che è successo?”

Bo cercò di localizzare la fonte del suo dolore e si rese conto che si trattava di un bouquet di rose rosse. Le osservò attentamente ed esclamò: “sono piene di spine!”

“Certo che hanno le spine, sono rose.” Disse Luke trattenendo a stento una risata. “E’ piuttosto ovvio.”

“Mi sono punto. Per fortuna i jeans mi hanno salvato.”

“Ti serva di lezione la prossima volta che non vorrai farmi guidare.” Disse ancora Luke incapace di nascondere il suo ghigno.

“Invece di ridere dovresti ringraziarmi perché a quest’ora ti ci saresti seduto tu.”

Esasperato dalla logica di Bo, Luke proseguì: “non potrà mai capitarmi niente del genere perché sono più cauto di te e guardo sempre dove mi siedo.”

“Fosse capitato ieri quando mi hai battuto e ti sei infilato di fretta nel finestrino del Generale, non le avresti viste, quindi non essere così sicuro che oggi avresti prestato maggiore attenzione. Dovresti semplicemente ringraziarmi per averti salvato il fondoschiena.”

Luke scosse il capo meravigliato ancora una volta dalla prospettiva unica e particolare di Bo. Chiese: “da dove arrivano? Chi ti ha mandato delle rose?”

“Non lo so. Potrebbe trattarsi di una ragazza tra un numero imprecisato di altre ragazze. Ho parecchie ammiratrici.” Rispose sorridendo mentre Luke scuoteva ancora il capo. “Fammi vedere se c’è un biglietto.”

Ne trovò uno tra le rose e lo tolse dal suo involucro color lavanda. Lesse il messaggio e si lasciò sfuggire un sorriso.

Luke chiese con curiosità: “allora? Chi le manda?”

Bo rispose: “non sono per me cugino.”

“Non sono per te? Qualcuno allora le ha lasciate per Daisy?” Domandò ancora Luke senza considerare l’ovvietà della risposta.

“Non sono neanche per Daisy.”

“E allora per chi sono?” Chiese ancora iniziando a spazientirsi.

“Per un tipo intelligente come te, non dovrebbe essere difficile arrivarci. Sono per te.” Rispose Bo accompagnando le parole ad una risata divertita.

“Per me?”

“Proprio così! Sono per te. Che mi stai nascondendo? Chi è lei?” Domandò Bo ghignando.

“Fammi vedere.” Disse Luke incredulo. “Non avevo mai ricevuto fiori da una ragazza prima d’ora.”

“C’è sempre una prima volta.” Continuò Bo tirandogli il mazzo di rose dal finestrino.

Luke istintivamente lo afferrò lasciando cadere le scatole di chiodi. Urlò per il dolore.

“Accidenti a queste spine appuntite. Volevo vedere solo il biglietto non mi servivano anche le rose.” Disse Luke seccato. “In ogni caso chi mai potrebbe spedire rose piene di spine a qualcuno? Non bisognerebbe toglierle tutte prima di regalarle?”

“Il biglietto non è firmato, ma sembrerebbe proprio che tu la conosca. Allora da dove vengono?”

Luke scrutò bene il biglietto sperando di trovare una risposta: “non lo so.” Rispose. Lesse poi il messaggio a voce alta.

 

Mio carissimo Luke,

queste rose rosse sono il simbolo del nostro amore eterno. So che mi ami e io ti amerò per sempre. L.D.

 

“So che mi ami?” Ripeté Luke. “Non so davvero chi le abbia mandate. Non c’è una firma e non riconosco questa calligrafia. Pensi che ‘L.D.’ siano le sue iniziali?”

Bo rise: “penso che ‘L.D.’ siano le tue di iniziali. Dice di amarti Luke Duke anche se non ne capisco il perché! Sei proprio sicuro di non sapere chi le abbia mandate? Mi stai nascondendo qualcosa? Hai una storia d’amore segreta?”

“Non ho nessuna storia d’amore segreta.” Negò Luke continuando ad esaminare il biglietto. “Non credo provenga dal negozio di fiori. Non c’è nessun nome sopra. Ha un profumo molto intenso però, direi di lillà.”

“Fammi dare un’occhiata.” Disse Bo allungando il braccio ed afferrando il biglietto. Lo annusò: “hai ragione sembra lillà.”

“Sembrerebbe che qualcuno abbia dei seri problemi.”

“Hai un’ammiratrice segreta.” Continuò Bo. “Non penso sia giusto giudicare i gusti degli altri.”

Quando Bo vide lo sguardo interrogativo del cugino, aggiunse: “non è una brutta cosa, Lukas. Piaci a qualcuna anche se non ne capisco il motivo!”

“Vorrei solo sapere chi è lei. Perché non ha firmato il biglietto?”

“Bè Luke, con una firma si sarebbero persi tutti i propositi di segretezza della tua ammiratrice.”

“Penso che tu abbia ragione.” Convenne Luke. “E’ strano però non sapere chi sia. Non credo che questa faccenda mi piaccia: qualcuna conosce me, ma io non conosco lei. Mi sento come se fossi osservato.”

“E tutto questo ti farà impazzire finché non scoprirai la sua identità.” Bo conosceva suo cugino meglio di chiunque altro.

Luke prese il biglietto dalle mani di Bo e lo esaminò di nuovo sperando che un nome sarebbe potuto comparire magicamente. Alla fine capitolò: “non credo che scoprirò qualcosa ora. Andiamocene a casa. Dobbiamo ancora riparare il recinto.”

Luke si chinò a raccogliere le due scatole di chiodi e si avviò verso il lato passeggero del Generale Lee. Saltò nel finestrino facendo attenzione nel tenere le rose ed evitare così di pungersi di nuovo. Rimase in silenzio sulla strada verso casa intento com’era a cercare una risposta a quella faccenda. Dal biglietto si poteva dedurre che lui già conoscesse la sua ammiratrice, ma al momento non stava vedendo nessuna e di sicuro non era innamorato. Bo tentò di iniziare una qualche conversazione diverse volte, ma alla fine si arrese sapendo bene che suo cugino non avrebbe smesso di riflettere finché non avesse scoperto chi aveva mandato quelle rose. Terminarono il viaggio in silenzio.

Quando giunsero alla fattoria, Bo saltò giù dal Generale e si diresse verso Jesse e Daisy seduti al tavolo da picnic. Urlò: “Hey voi, volete sapere l’ultima? Luke ha un’ammiratrice segreta.”

Luke scese in fretta dalla macchina, preoccupato che Bo avrebbe ingigantito troppo la storia delle rose. Si sporse di nuovo all’interno della vettura per recuperare il bouquet. Quando fu vicino al tavolo, vi poggiò sopra le rose.

Non appena le ebbe adagiate sul piano, Daisy chiese: “sono per me questi fiori tesoro? Sono così carini!”

Luke arrossì e rispose: “ no, non sono per te. Sono per me. Fai attenzione, sono piene di spine.”

“Di solito le rose ne hanno.” Disse Daisy esaminando il bouquet più da vicino. Domandò ancora: “cosa gli è successo? Sembra che qualcuno abbia schiacciato questo mazzo di rose.”

“Non chiedermelo.” Rispose Bo.

Luke sogghignò: “Bo ci si è seduto sopra.”

“Accidenti! Devono far male.” Daisy sorrise.

“Fanno male!” Confermò Bo carezzandosi il fondoschiena, finalmente in grado di vedere l’umorismo insito nel suo piccolo incidente.

Jesse osservò le rose e notò un piccolo biglietto nel mezzo del bouquet: “hai detto che provengono da un’ammiratrice segreta? Posso vedere quel biglietto?”

Daisy porse il piccolo involucro viola allo zio. Dopo che lo ebbe letto, guardò in direzione di Luke con un’espressione accigliata: “sei proprio sicuro di non sapere chi te lo abbia scritto?”

Luke negò col capo: “non ne ho idea zio Jesse, ci sono solo le iniziali ‘L.D.’, ma Bo pensa che siano le mie.”

Jesse osservò ancora Luke con sguardo scettico: “eppure sembrerebbe che lei conosca te e tu conosca lei molto bene. Che mi dici di ti amerò per sempre e del fatto che lei sa che tu la ami?”

“Non lo so. Non so chi mi abbia mandato quelle rose zio Jesse, te lo giuro.” Insistette Luke.

“Non c’è bisogno di giurare, ragazzo.” Jesse alzò la voce. “Forse dovresti ripensare a tutte le ragazze con cui sei stato o a tutte quelle con cui hai soltanto flirtato di recente.”

“Non sono più uscito con nessuna da quando ho rotto con Ellen e non ho avuto neanche qualche flirt.” Si difese Luke. “E sono sicuro di non aver detto a nessuna di amarla.”

Bo sentì tornare a galla un famigliare senso di colpa consapevole com’era di esser stato la causa della rottura tra Luke ed Ellen. Sapeva che suo cugino non aveva visto nessun’altra da allora. Iniziò a sperare che quella misteriosa ammiratrice fosse ciò di cui aveva bisogno Luke dal momento che si era completamente ristabilito da quella orribile caduta giù dal ponte. Aveva bisogno di ricominciare a uscire con qualche ragazza. Egoisticamente Bo sapeva che, se fosse accaduto, avrebbe cominciato a sentirsi meno responsabile.

Avvertendo il turbamento del nipote più grande, Jesse lasciò cadere l’argomento e gli diede una leggera pacca sulla spalla: “va bene figlio mio. Stavo solo chiedendo. Ti credo. Non voglio che tu possa approfittarti di qualcuna e non voglio che tu infranga un povero cuore. So come siete fatti voi ragazzi.”

Luke scosse il capo: “forse potrebbe farlo Bo, ma non io.”

“Hey!” Si risentì Bo. “Non incolparmi senza motivo. Questi fiori sono per te. Non per me, cugino.” Ammiccò scanzonato. “Non è colpa mia se le donne ti trovano irresistibile.”

Daisy si alzò stringendo il bouquet tra le mani: “io penso che tutto questo sia molto romantico. Vado in casa a mettere le rose in un vaso. E Luke, posso capire il suo interesse nei tuoi confronti. Sei davvero irresistibile tesoro.”

Daisy baciò Luke su di una guancia mentre il giovane arrossiva per il complimento. “Vedrai che a tempo debito si rivelerà. Nel frattempo goditi questo mistero. Potrebbe essere divertente dopo tutto. A me piacerebbe molto avere un ammiratore segreto. Dovresti esserne lusingato.”

“Ci proverò.” Rispose dubbioso Luke. “Grazie Daisy.”

“Cos’è che ti tormenta?” Chise poi la giovane non riuscendo a capire l’apprensione del cugino.

“Lei dice di amarmi e di sapere che anche io la amo. Non c’è nessuna nella mia vita ora.” Rispose Luke. “Sarebbe stato diverso se avesse detto che voleva conoscermi, ma così non solo sembra che già ci conosciamo, ma che siamo addirittura innamorati. Non ha senso.”

“Magari è qualcuna che hai conosciuto in passato.” Propose Jesse.

“Non lo so zio. Non credo. Non conosco questa calligrafia.”

“Io continuo a pensare che sia tutto molto romantico.” Insistette ancora Daisy. “Ti farà conoscere la sua identità al momento giusto. Non te ne preoccupare.”

“Ci proverò.” Ripeté Luke senza entusiasmo.

Daisy regalò un altro bacio al cugino e si avviò in casa: “provaci sul serio tesoro. Scrollati quest’ansia di dosso.”

Luke sospirò. Forse avevano tutti quanti ragione e poteva essere una bella esperienza avere un’ammiratrice segreta. Forse si sarebbe rivelata presto e avrebbero iniziato ad uscire insieme. Forse, ma ne dubitava. Non poteva ignorare quella spiacevole sensazione che gli attanagliava lo stomaco. Si ritrovò a sperare di non aver mai ricevuto quelle rose, rosse come il sangue.

Daisy portò il bouquet in casa e dopo averlo sistemato in un vaso, gli diede il posto d’onore sulla mensola del caminetto.

 

To be continued…

  
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