Kevlar

E' morto.
Il suo cadavere è davanti a me.
I suoi bellissimi occhi verdi sono vuoti.
I suoi splendidi capelli corvini sono rossi di sangue.
E' morto.
Il mondo mi cade addosso.
Urlo.

Mi sveglio.
Ansimante, sudata fradicia, le lacrime agli occhi.
E' sempre lo stesso sogno, che mi perseguita da mesi interi.
Harry morto.
Il mio incubo più grande.
Mi metto a sedere.
Sono passati sei mesi.
Sono sei mesi che non ho notizie di lui.
Sei mesi che vivo nel terrore di perderlo.
Sei mesi di terrore, di angoscia, di paura.
Sei mesi orribili.
Guardo il calendario. E scoppio in lacrime.
Ventisette aprile.
Sarebbe stato il nostro anniversario.
Che modo orribile per festeggiarlo.
Sofferente nel letto, i segni delle ultime frustate dei Carrow ancora brucianti sulla schiena, senza un suo bacio, o una sua carezza.
Senza sentire la sua voce.
Mi sfogo nel pianto, ed urlo, urlo silenzio, urlo lacrime amare e dolore.
Cado stremata.
Mi addormento nella sofferenza.
Ma lo farò, lo farò per lui.
Altre mille frustate non mi fermeranno; né lo faranno altre mille Cruciatus.
Resisterò il dolore, la sofferenza, la solitudine.
Perché lui arriverà. E tornerà da me.

O' scuro nun me firo 'e stà
passanno vienem 'a piglià
Sul io nun pozz' cchiu campà
passanno vienem 'a piglià
Se è 'o vero nun me vuò lassà
passanno vienem 'a piglià

(Al buio non riesco a stare
passando, vienimi a prendere
da solo non riesco più a vivere
passando, vienimi a prendere
se davvero tu non vuoi lasciarmi
passando, vienimi a prendere)

Kevlar – 24 Grana