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Autore: Ashbear    08/08/2004    2 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And all your deeds and words,
Each truth, each lie,
Die in unjudging love.

--Dylan Thomas

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XV. DISCUSSIONE ~

Per la prima volta, Rinoa non sapeva cosa dire. Il suo corpo o la sua mente non si sentivano più turbati; al contrario, una calma innaturale l'aveva invasa. Lo guardò, ancora ai piedi della sua sedia. I suoi capelli castani erano alla sua portata. Non voleva niente di più che allungare la mano e farci scorrere le dita. Ricordare come ogni ciocca fosse tra le sue mani, e contro la sua pelle nuda.

"Squall," la sua voce si ruppe in esitazione. "Ho sciolto un po' di neve per avere acqua, là nel bollitore. C'è anche del sapone se hai bisogno di lavarti."

Mentre lui alzava lo sguardo verso di lei, i loro occhi si incrociarono per un momento. Lei fu la prima a distogliere lo sguardo, chiudendo forte gli occhi.

"Io... io non posso più parlare di questo adesso. Ho bisogno di mangiare qualcosa."

"Rinoa, ho altre domande da..."

"Basta, okay? Per favore, smettiamola per un momento. Ho bisogno di tempo per pensarci su. Tutto questo sta succedendo troppo velocemente. Due anni e nulla. Ora spunti dal nulla e io dovrei capire?"

"Rinoa, fidati di me, non capisco nemmeno io. Ma se vuoi aspettare ancora un po', io sono qui."

"Sì. Pressapoco, l'avevo immaginato," disse senza mostrare troppa emozione. "Ora cerco qualcosa da mangiare."

Rinoa si alzò dalla sedia, sfiorandolo mentre passava. Senza mai voltarsi indietro, cominciò a rovistare nella credenza, trovando alcuni barattoli, e appoggiandoli rumorosamente sul piano di lavoro. Lui la guardò, ogni movimento. Il modo in cui apriva gli antelli degli armadietti, il modo in cui le sue dita afferravano le maniglie di metallo. Tutto era così familiare, un sentimento che aveva da tempo dimenticato. Erano sempre state le cose più semplici con lei, come la cena.

Con le ginocchia che schioccavano, si alzò e si avvicinò alla piccola cucina. Squall cominciò a cercare in alcuni cassetti sotto il piano di lavoro. Senza una sola parola, lei aprì il cassetto più vicino a lei e gli passò l'apriscatole. Lui lo prese e aprì la lattina mentre lei posava una ciotola accanto a lui. Ancora, senza una parola lui allungò una lattina di caffè mentre lei chiudeva un'altra serie di antelli. Quando stava per chiedergli di passarle il caffè, lui l'aveva già messo di fronte di lei. Guardò la lattina per un momento, e poi lui.

In quell'istante realizzò cosa stavano facendo, cosa avevano sempre fatto. Nessuno dei due aveva bisogno di dire nulla, l'altro era sempre un passo avanti. Anche se tecnicamente non aveva vissuto con lui, era quasi la stessa cosa. Stavano ballando una danza, una danza di tempismo e movimento che solo due persone che conoscevano l'altro meglio di se stessi potevano fare.

Lui la guardò negli occhi, sapendo cosa stava pensando, "è passato molto tempo."

"Sì," rispose lei dolcemente. "Sì, davvero tanto tempo. Non di nuovo, Squall... non voglio farlo. Non posso farlo un'altra volta. Per favore vai a controllare il fuoco. Si sta facendo più freddo fuori, forse vuoi mettere un altro ceppo sul fuoco."

"Sì, ok, va bene," borbottò lui.

A volte ci sono dei momenti in cui si vorrebbe tornare indietro. Un punto di svolta così drastico che continua a ripetersi nella mente. Squall Leonhart ne aveva avuti molti, ora ne avrebbe aggiunto un altro alla lunga lista di errori... una lista che apparentemente cresceva ogni minuto. Qualcosa di semplice. Qualcosa che faceva ogni giorno. Mai una volta pensando alle conseguenze, mai una volta calcolando cosa sarebbe successo.

Senza pensarci due volte, si tolse i guanti.

Lei era occupata e all'inizio non aveva badato a quello che lui faceva. Il cappotto se l'era tolto prima, durante l'incidente della coltellata accidentale. Ora che Squall poteva sentirsi di nuovo le mani, aveva pensato di scaldarsele per un po' davanti al fuoco. Qualcosa di così semplice... qualcosa che aveva dimenticato.

Ad ogni modo, quando si voltò per farle una domanda, lei lasciò cadere le tazze di caffè per terra. Senza dire una parola, solo guardandolo con risentimento. Lui sentì dei pugnali nel petto, ma non riusciva in nessun modo a capire perché. Lei lentamente indietreggiò, senza voltarsi, e senza distogliere lo sguardo da lui. Continuò a indietreggiare fino ad appoggiarsi al muro divisorio.

Il primo pensiero che ebbe fu che si fosse ferita. I suoi colori di sempre lasciarono il suo bellissimo viso, mentre sbiancava completamente. Lui passò sopra i cocci delle tazze di ceramica, evitando cautamente il liquido rovesciato.

Un'espressione di trepidazione gli si dipinse sul volto, e si sentiva anche nella voce. "Rinoa... stai bene? Che c'è che non va?"

Mentre si avvicinava, Squall cercò di offrire la sua mano come supporto. Fu allora che se ne accorse, mentre lei seguiva la sua mano contro la spalla, comportandosi come se fosse veleno potentissimo. Cazzo. Dopo tutto quello che era successo, dopo che aveva presenziato il meeting di delegati a Deling, le apparenze esteriori erano tutto. Per proteggere Quistis e la loro relazione matrimoniale, aveva dimenticato un piccolo dettaglio. Il suo anello nuziale. Gli occhi di lei ora erano concentrati sul cerchio attorno al suo anulare.

"Oh, Hyne, Rinoa, non è come pensi. Per favore lascia che ti spieghi."

Faceva male pronunciare le parole, ma lei doveva sapere. Chiese le più dolorose parole mai pronunciate, "sei... sposato?"

"Sì, Rinoa. Ma è..."

"No," replicò lei. "Penso che tu abbia fatto abbastanza, grazie. Stai dannatamente lontano da me."

"Non me ne vado. Possiamo parlarne?"

"Merda Squall... di che cosa vuoi parlare? Sei fottutamente sposato. Che altro c'è da dire? Solo... vattene."

"Ho dovuto, Rinoa. Dovevo rimanere al Garden."

"Cosa? Da quando il Garden richiede che tu sia sposato per viverci?"

Cercò ancora di rassicurarla. Tentando di nuovo di colmare lo spazio tra di loro, posò delicatamente la mano sul braccio di lei. Scostandola con forza tremenda, lei lo guardò di sfuggita per un attimo. Occhi pieni di dolore; perfino lui poteva vedere il tormento. Rinoa scivolò lungo il muro, fino a che finì seduta sul pavimento, le ginocchia contro il petto. Una posizione in cui si trovava spesso, una posizione che mostrava il suo disperato bisogno di conforto. Come un bambino con la propria madre, ma lei non aveva madre al mondo, nessun padre che potesse stringerla, e la persona che le aveva dato il più grande conforto ora le dava il più grande dolore.

"Rinoa... dannazione. Non è per niente come pensi... ho dovuto. Stavo per perdere il comando. Il Consiglio non si fidava di me riguardo al tuo ritrovamento. Dovevo mostrare loro che mi ero lasciato tutto alle spalle, che ero ancora in grando di svolgere il mio lavoro. Se non fossi stato io a trovarti... Rinoa, ti avrebbero ammazzato a vista. Io... io non potevo lasciare che accadesse."

"Invece che uccidermi piano piano? Grazie per la tua preoccupazione, Comandante Leonhart. Perché... perché non mi hai detto la verità? Mai. Se non volevi sposare me, allora, dillo e basta, dannazione. Se non mi volevi... pensavo davvero che tu..." La sua voce tremò di esitazione prima di continuare. "Io... pensavo davvero che tu mi amassi."

Invede di preoccuparsi di spiegarle quella farsa del suo matrimonio, Squall si trovò in una situazione molto più grave... Non solo lei non si fidava di lui, dubitava anche dei suoi sentimenti per lei. Qualcosa che lui aveva cercato di negare, ma di cui non aveva mai dubitato. Non voleva niente più che stringerla, confortarla, e far evaporare gli ultimi due anni dalla memoria di entrambi. Ma Squall sapeva che non sarebbe mai potuto accadere, nemmeno i Guardian Force avrebbero potuto cancellare una tale agonia. Questa volta non importava quanto sarebbe stato respinto, lei avrebbe dovuto ascoltare. Si inginocchiò, afferrandola in modo rassicurante per le sue tenere spalle. Lei cominciò a spingerlo via; stavolta lui mantenne la presa.

"Dannazione, Rinoa... puoi dire tante cose... So quanto seriamente ti ho ferito. Ma non dubitare mai, mai, di quello che sentivo per te. Il tuo ricordo è stata l'unica ragione per cui ho continuato a vivere. La tua faccia era la prima cosa che vedevo all'alba, l'ultima che trattenevo prima che ricominciassero gli incubi. Ricordi le tue ultime parole per me quel giorno? Mi hai detto 'vai all'inferno'. Il tuo desiderio si è avverato, dannazione. Rinoa Heartilly, puoi dirmi ripetutamente tutti gli errori che ho fatto... il dolore che ti ho causato... che ho causato a tutti. Ma non dirmi mai che non ti amavo. Era tutto quello che avevo... tutto quello che ho mai avuto... o mai voluto: tu."

Questa volta non pianse, non avrebbe pianto. Qualcosa nel profondo dentro di lei scattò... qualcosa che nemmeno sapeva esistesse, qualcosa che poteva solo scaturire da due anni di inferno. A reprimere la rabbia contro tutti coloro che l'avevano bistrattata, tutti coloro che l'avevano tradita. Un sentimento così zeppo di risentimento radicato, o di gelosia, che la riempiva interamente e che non poteva placarsi. Per due anni, era stata controllata da Richard Bennett, un sentimento che le ripugnava. Lo stesso controllo da cui una volta era fuggita, essendo suo padre un Colonnello dell'esercito. Ora le carte in tavola erano cambiate, nella sua mente, non avrebbe più permesso a Squall Leonhart di controllarla... anche se solo nella sua mente.

Era lo stesso sentimento che aveva spinto Artemisia e Adele nella tenebra del male. Era, difatti, una strega il cui spirito era stato spezzato... dal Cavaliere che aveva giurato di proteggerlo. Nessuna forza al mondo era più caotica o traditrice, nessuna forza più assassina o maligna del potere che le controllava i pensieri. L'anima. Perché in quel momento, non era più Rinoa heartilly, ma si era ritrasformata in una versione distorta di Renee Bennett. Una creatura che era stanca di essere la vittima, e in quel preciso momento... era lei ad avere il controllo.

Nessuna forza più manipolatrice.

L'immagine di Squall sposato, a qualcun altro, era abbastanza per spingerla ai limiti della sanità mentale. Sanità rubatale dal tempo, dal controllo... da lui. I cambiamenti non erano solo nella sua mente, ma anche nel più insignificante livello fisico. Nonostante fossero piccoli cambiamenti. Il che voleva dire che se nessuno avesse cercato la metamorfosi, non avrebbe notato la differenza. I suoi occhi rimasero marroni, non divennero dorati: quello sarebbe stato troppo ovvio. Invece, si annebbiarono, come la sua mente. Nella stanza illuminata dal fuoco, era impossibile accorgersene senza guardarla direttamente alla luce. Il suo intero contegno si spostò dalla difensiva all'offensiva.

In quel caso, comunque, avrebbe mostrato il suo dominio nel modo migliore che conosceva. Potere. Non attaccando, non colpendo, ma dandogli l'unica cosa a cui sarebbe stato impossibile per lui resistere. Se stessa. Prendere il controllo del suo corpo, della sua mente. Mostrandogli che anche se era sposato, era ancora lei ad avere potere sui suoi desideri. Era una maledizione, per una strega, che le emozioni negative controllassero le sue azioni. Le linee tra la realtà e la fantasia si sfuocarono... come avevano fatto con Richard.

Era un miscuglio di lussuria e passione, di controllo e potere.

Lui non seppe mai cosa lo colpì.

Un minuto stava spiegando le sue ragioni per quel matrimonio fittizio, il minuto dopo lei lo stava attirando contro di sé. Dalla posizione in ginocchio in cui si trovava, Squall fu incapace di mantenere l'equilibrio, tanto forti erano i movimenti di lei. La sensazione di lei che gli afferrava il collo e lo attirava a sé fino a quando le loro labbra si toccarono... Lui seppe in quell'istante che qualcosa non andava, ma la sensazione era così sorprendente, così desiderata, che perse per un momento la ragione e rispose al bacio altrettanto appassionatamente.

*~*~*~*~*

Quistis stava in piedi nel viale, perdendo inaspettatamente ogni senso della realtà. Le punte delle dita intirizzite, attraverso i caldi guanti di lana. La sua mente in fibrillazione, cercando di afferrare il concetto di Squall sospettato di omicidio. Un omicidio a sangue freddo, un raccapricciante testamento della natura umana. Un'idea così orrenda che voleva dimenticarla in fretta... ma date le circostanze, o almeno quello che sospettavano, il pensiero rimaneva.

Seifer, essendo il meno emotivo dei due, almeno per quanto riguardava le apparenze, cercò di razionalizzare la situazione. Poteva Squall essere capace di omicidio? Sì. Date le giuste circostanze, le giuste emozioni, e certamente il pensiero di qualcuno che faceva del male a Rinoa... Sarebbe stato il dovere di un Cavaliere combattere per la propria strega, in un legame non governato dalle leggi degli uomini.

Ad ogni modo, Seifer sapeva anche una semplice cosa; Squall Leonheart non aveva ucciso il Consigliere Bennett. C'è un prezzo per l'onore, per difendere il valore di chi si ama. Se il Comandante fosse stato colpevole, non sarebbe fuggito. Era troppo orgoglioso. Aveva onore. Non importavano la situazione o l'emozione, l'omicidio sarebbe stato commesso come risorsa finale e disperata... quando mezzi più convenzionali avevano fallito. Se Squall avesse commesso il crimine, sarebbe stata autodifesa e semplicemente non sarebbe fuggito. Era innocente.

"Lauren, per favore di' a chiunque sia incaricato delle indagini che la signora Leonhart è stata informata delle circostanze e sarà lì presto. Nessuno di noi ha avuto contatti con suo marito, e quindi, non sappiamo dove si trovi," cercò di dire il più professionalmente possibile. Mantenere la copertura divenne molto più complicato.

Lauren salutò i due, solo Nicolas rispose, Quistis ancora scioccata. Seifer guardò la SeeD che tornava verso la residenza. Per un momento guardò la sua amica d'infanzia; poteva sentire il suo tormento. Lei voleva credere che Squall fosse innocente; voleva fidarsi di lui... e più di quello, una piccola parte voleva che avesse fatto qualcosa con altrettanta passione per lei. Per lei, se Squall avesse ucciso Bennett, sarebbe stato per amore. L'amore profondo che sentiva per Rinoa, l'amore per cui gli uomini muoiono. L'amore che per lei era perduto davvero... almeno per quanto riguardava Squall. Anche se Quistis non lo sapeva, qualcuno la amava. Anche se quella persona ancora non lo sapeva. O non lo avrebbe ammesso.

Lui respinse l'emozione nei recessi della sua mente; era qualcosa che gli riusciva bene. Il risentimento e l'odio erano facili da mostrare, ma mostrare qualcosa di tanto problematico quanto l'amore può essere la cosa più complicata da fare. Ora non era il tempo di rimuginare su tali sentimenti, c'erano cose più urgenti a cui pensare. Allungò la mano sulla schiena di lei; lei sobbalzò al contatto. Poteva sentire il suo corpo irrigidirsi all'inizio, e poi rilassarsi dopo essersi abituata alla tranquillizzante sensazione.

"Quistis, so cosa stai pensando... non è stato lui. Quindi smettila di pensarci. So che stai facendo una lista nella tua testa, valutando le possibilità... il tuo cuore non vuole crederci, ma la tua logica mente di SeeD è dubbiosa. Non dubitare del tuo cuore. Mai. Se è andato via, è perché lei ha bisogno di lui. Lo so che è duro sentirlo... so che anche se hai provato a pensare che era finita, anche se hai sperato che col tempo... era sempre dentro di te. Quistis, è così che deve essere."

Non importava quanto lei capisse che era finita, i giuramenti era qualcosa che aveva preso sul serio. O tanto seriamente quanto poteva, viste le circostanze. Sì, era scioccata. Scioccata che lui fosse accusato del crimine, scioccata che Rinoa era stata lì per tutto il tempo, e soprattutto scioccata dal fatto che non le faceva male quanto aveva pensato.

Parlò sicura, "lo so, Seifer. Grazie, grazie di tutto. Non se ne sarebbe andato se non ci fosse stato un motivo. Credo di essere preoccupata per loro, se sono insieme. Perché se ne sono andati, e più importante, come li ritroviamo? Salvi? Lo devo a lei, a lui."

"Beh prima di tutto devi andare sulla scena del delitto e vedere cosa puoi scoprire. Assicurati che credano che tu sia disposta a pensarlo colpevole. Lo useranno contro di te, per distaccarti dalle indagini. Se arrivano a questo, per quanto possa essere contrario ai tuoi principi, sii d'accordo con le loro sconsiderate teorie."

"Cosa vuoi dire... io? Cosa vuoi... ah già," realizzò quali conseguenze ci sarebbero state se lui fosse andato di persona sulla scena del crimine. Molto brillante Quistis... chiedi al ricercato perchè non vuole andare a parlare con le autorità, riflettè tra sé e sé.

Afferrando la catena che portava al collo, ricordò il tormento sul viso di Squall quando le aveva dato Griever; per la miseria che aveva dato sia a lei che a Rinoa. Rinoa... se era da quelle parti significava che si sarebbero incontrate di nuovo. Come ci si scusa per aver cambiato il corso dell'universo, cercato di fermare il tramonto del sole... negato un amore che era deciso dal destino?

"Pensi che mi odierà?"

"Onestamente, non penso che le piacerai molto," cercò di dire un po' scherzosamente, anche se era estremamente serio.

Lei cercò di sorridergli ironicamente, ma fallì. "Sì", disse, "non sarà certo tra i momenti migliori della mia vita ma... devo affrontarla. Credo di essere felice di poterne avere l'opportunità."

Seifer, d'altro canto, non aveva problemi a sorridere nei momenti più difficili. Sorrise mentre le parlava, "Questa è la mia ragazza... ora vai e distruggili." Si abbassò per darle un piccolo bacio sulla guancia; quando le sue labbra calde incontrarono la sua pelle lei non poté fare a meno di sorridere. Quando lei non si ritrasse, lui tentò la fortuna dandole un bacio veloce sulle labbra. Stavolta i suoi tentativi di sorridere furono un successo.

*~*~*~*~*

Tutte le notti di sogni e fantasie su di lei, tutti i suoi sogni ad occhi aperti di due anni erano ora a portata di mano. Due anni passati a reprimere la passione si erano accumulati; era in un tumulto di emozioni. Il suo corpo non voleva niente più che portare il momento fino alla fine, quando avrebbe potuto sentire la pelle nuda di lei contro la sua un'altra volta. Ad ogni modo, il suo cuore, il suo cuore sapeva che questa non era Rinoa... non era più che un tentativo di mostrare supremazia. Questo non sarebbe stato fare l'amore, sarebbe stato più vile, senza nessuna emozione. Non sarebbe stato più che scopare una ragazza incontrata in un bar. Lei era più di questo, lui era più di questo, e loro erano più di questo.

Quindi, perché diavolo non riusciva a fermarsi?

Il suo cuore gli pregava di farlo; questo non era molto lontano da uno stupro emotivo. Rinoa non era in sé ora; non controllava le sue azioni. Lo aveva già visto, tutti lo avevano visto. Quando aveva appena ricevuto i suoi poteri di strega, non riusciva a controllarsi, lanciando magie a caso rabbiosamente. Quello li aveva messi in più di una situazione spiacevole. Questo non era diverso. Perché la rabbia non era in battaglia, era diretta a lui. Il potere stava indebolendo il nemico nel miglior modo possibile, naturali umani desideri. I suoi desideri, i suoi bisogni. Lei.

Attraverso il tumulto, non smise mai di ricambiare febbrilmente i suoi baci. Lei usò la sua forza per spingerlo contro il pavimento. Era facile da manipolare ora. Secondo lei, gli uomini potevano essere così deboli. Non poté evitare di arrendersi mentre lei saliva su di lui, premendo forte il suo corpo contro quello di lui... premendo più forte su certe parti. Nella mente di lei, era ben consapevole di cosa stavano provocando le sue azioni. Per di più, nella mente di lui, lei lo stava facendo molto bene.

Per un istante, aprì gli occhi, cercando freneticamente di spingere via le piacevoli sensazioni. Sensazioni che aveva creduto sopite da tempo, sensazioni che aveva creduto di non sentire più. Il suo cuore stava perdendo la battaglia con il cervello. Lei lo sapeva.

Tracciandogli baci lungo il collo e le spalle, poteva sentirlo respirare più velocemente. Il potere dentro di lei diventava più forte con ogni respiro, ogni gemito. Allungò le mani per strappargli la maglia. Quasi come un animale, lei stava attaccando e lui era la debole preda. Le carte in tavola erano cambiate; gli ultimi due anni erano ora insignificanti di fronte al potere che stava esercitando con il suo corpo.

Poteva sentire i suoi gemiti trattenuti mentre gli baciava il petto, accarezzandolo in modi che lui aveva da tempo dimenticati. Stavolta fu lui ad allungare le mani per afferrare la sua maglia e togliergliela. Rimpiangendo ogni momento di contatto perso tra di loro. Non era più una docile creatura, ora lui stava diventando l'aggressore, e con questo lei avrebbe vinto la battaglia. Si mise a sedere senza mai lasciarle le labbra e il desiderio che contenevano. Il suo cuore cercò di ragionare che dopo tutto quel dolore meritavano quel momento insieme. L'avevano fatto centinaia di volte prima, e ogni volta era un ricordo che voleva ricreare. Le accarezzò le spalle, sentendo l'elettricità di ogni secondo. Fece scorrere la mano lungo la sua schiena per slacciarle il reggiseno. La attirà con forza contro il suo corpo... allora lei gridò.

No, non di piacere, ma di dolore. Lui conosceva la differenza. Il suono lo riportò alla realtà che il suo corpo non voleva condividere... ma il suo cuore era più forte del suo corpo ora. Lei sentiva dolore. Ruppe il contatto, anche se lei cercò disperatamente di continuare lo slancio che avevano costruito. Squall la combattè, e in un certo senso, combattè se stesso.

"Rinoa!" domandò. Lei continuò a combatterlo. "Smettila, Rinoa. Smettila. Rinoa, non sei in te. Per favore... per favore." La sua voce si addolcì e la guardò negli occhi, "Rinoa, per favore, basta, non è quello che vuoi."

I suoi occhi tornarono da annebbiati ai lucidi occhi castani che amava... quelli erano gli occhi con cui voleva fare l'amore. Lentamente la sua espressione passò da arrabbiata a confusa... quasi imbarazzata.

"Squall... cosa? Cosa è successo?"

Rinoa sembrava una bambina spaventata; voleva essere lui a confortarla. In quel momento, lui era l'ultima cosa di cui lei avesse bisogno. Saperlo lo uccideva. Si stese di nuovo sperando che lei si togliesse da sopra di lui; non era certo d'aiuto al problema o alla sua concentrazione.

"Tu, uhm... beh, io... Rinoa, non eri in te. Era come quando avevi imparato Ali di Fata, non controllavi quello che facevi. Mi dispiace, non avrei dovuto lasciare che arrivasse a questo punto."

Lo guardò negli occhi, proprio come ricordava, blu con piccolissime macchioline marroni. Occhi che la facevano sentire sicura, che le facevano sentire amore. Occhi che ora la guardavano negli occhi con la stessa passione che mostrava una volta, se non di più. I contorni tornarono nitidi, mentre realizzava pienamente dove era seduta... sapendo come doveva esserci arrivata. Sapendo cosa voleva lui... e anche quello che lei voleva davvero.

Rinoa divenne improvvisamente cosciente di non avere vestiti a coprirle il petto... cercò velocemente di afferrare la sua maglia, ma lui le prese il polso.

"Mio Dio Rinoa, è stato quel bastardo?" La sua voce era piena di solidarietà mentre le sfiorava leggermente le costole. La ragione per cui aveva urlato di dolore era che l'aveva attirata con talmente tanta forza contro di sé. Gli aloni blu e violacei mischiati a colori che formavano una così spaventosa combinazione. Lei rabbrividì alla leggera pressione, distogliendo lo sguardo da lui.

"Sì, è tutto a posto. L'ho superato; l'ho sempre fatto," disse l'ultima frase sottovoce.

"Per favore, ho un'altra Energia. Per favore..."

"No," lo interruppe con veemenza. "Sto bene. Per favore, non mostrare preoccupazione ora. Ce l'ho fatta per due anni perfettamente. Non ho bisogno di un cavaliere dall'armatura dorata che arrivi dopo che il dragone è stato ucciso, mi perdoni l'espressione Cavaliere Leonhart."

"Lo ucciderò."

Non era una semplice affermazione. Era una promessa. Parte di lei voleva ringraziarlo, parte di lei voleva dirgli di stare lontano da lei il più possibile... ma ora, tutto quello che voleva fare era togliersi da sopra di lui. Non stava aiutando nessuno, specialmente lei.

*~*~*~*~*

Quistis aveva ascoltato i resoconti, aveva ascoltato le loro prove e ora era convinta più che mai che Squall fosse innocente. Era troppo perfetto. Chiunque lo avesse fatto era un professionista, non solo nel modo, ma anche nel lasciare false prove. I delitti passionali erano raramente chiari, e questo non faceva eccezione. Ad ogni modo, il fatto che nessuno nelle autorità avesse sospettato un qualche legame con la strega era confortante, anche se solo per lei.

Questo dava loro del tempo. Ne avevano bisogno.

Da parte sua, ascoltò e si mostrò d'accordo, aggiunse anche alcune cose per aiutare le indagini. Per tutto l'incontro finse di crede alle loro ridicole teorie. Anche se tutti nella stanza potevano credere che lei fosse d'accordo con loro, nessuno glielo chiese direttamente. Grazie a Hyne. Bugie come quelle l'avevano messa in situazione peggiori... bugie come quelle l'avevano portata lì. Era tarda sera quando tornò al molo. La nave offriva un qualche sollievo dalla realtà in cui si trovava, anche se non poteva sfuggirle.

Prima cosa. Lauren. Quistis la conosceva da tempo, era anche stata la sua assistente insegnante. Ora affrontava la più grande decisione della nottata, se ci si poteva fidare e dirle la verità. Tutta la verità. Il fatto che Quistis avesse solo Seifer di cui fidarsi era un piccolo conforto, beh... almeno a livello professionale. Personale era un'altra cosa.

"Hey," disse una voce roca dal molo. "Come è andata? Avevano molte teorie del cazzo?"

"Più di Zell sull'evoluzione del panino. Tutte credibili come la sua."

Si avvicinò a lei, esitante all'inizio, ma poi decise di metterle un braccio intorno. Lei ricambiò il gesto e si appoggiò a lui, ancora una volta sentendo il battito del cuore di un uomo che aveva cercato di ucciderla... ora un uomo in cui trovava più sollievo di quando non avesse mai pensato possibile.

Quistis respirò profondamente, guardando le luci della città riflettersi nei piccolissimi iceberg che si stavano formando tra le acque del molo. La notte sembrava così aspra, così lugubre. La sua mente ritornò sulle domande che si era fatta quella notte alla residenza. Come era arrivata là Rinoa, perché non se ne era andata, e la più grande, che relazione c'era tra Rinoa e la bambina che era stata rapita?

"Hai detto prima di avere teorie," chiese lentamente. "Teorie su cosa?"

"Su praticamente tutto... è quello che faccio. Sognare e avere teorie. Ho trovato la mia vocazione."

"Sei diverso da Squall... in senso buono. Non penso che lui accetterebbe così facilmente tutto quello che è capitato a te."

"Squall vede solo quello che vuole vedere, quello che è programmato a vedere. È come un cavallo con i paraocchi, e Rinoa è la carota che gli viene agitata davanti."

Lei ridacchiò, "devi davvero lavorare sulle tue analogie. Non sono sicura che a Rinoa piacerebbe essere paragonata a una carota, né a Squall ad un cavallo."

"Ho detto che era un grosso cavallo?"

"Implicito, credo. Almeno non hai detto asino."

"Oh, pensavo fosse implicito anche quello," ribattè lui tenendola stretta.

Rimasero fermi nell'aria notturna, senza mai sentire il freddo. Nessuno dei due voleva muoversi, nessuno voleva nemmeno ammetterlo. Quindi, rimasero semplicemente in piedi, in un meraviglioso silenzio. Il tipo di silenzio che può essere condiviso solo da due persone che hanno bisogno l'uno dell'altra... che si capiscono l'un l'altro.

*~*~*~*~*

Non avrebbe mai dovuto andare a finire così; Rinoa lo sapeva. Vite, sogni tutti distrutti per il fatto che lei era una creatura temuta per decisione di Hyne. Voleva guardarlo; voleva fargli così tante domande. Ad esempio, come aveva potuto? Più importante... amava sua moglie? Certo, voleva sapere chi era, ma non importava in quel momento. Perchè non era lei... la persona che lo amava ancora dopo tutto quel tempo, anche se cercava con tutte le sue forze di negare ogni sentimento rimasto.

Rinoa guardava fuori dalla finestra la neve che cadeva gentilmente al suolo. Notò anche il pigro chocobo che aveva fatto il nido tra la neve. Guardò l'iridescente riflesso degli occhi di lui che fissavano i suoi, come se per qualche oscura ragione il chocobo la stesse giudicando, sfidandola a chiedersi che valore avesse la sua vita. Dannato uccello. L'odore del legno di noce si dissolse in un odore meno forte e sconosciuto... ma lei l'aveva già conosciuto in passato. Sigarette?

"Cosa diavolo stai facendo?" sbottò voltandosi verso di lui. "Non puoi assolutamente fare quella cosa disgustosa qui dentro. Devo restarci anch'io, te lo ricordi? Da quando il perfezionista salutista fuma?"

Questo era stato un litigio che aveva avuto con Quistis molte volte... e con Selphie, e con Zell... e con Irvine. Era semplicemente una sua scelta, e aveva deciso di fare questo al suo corpo. Era l'unica forma di piacere che si concedeva, anche se contorta, immaginando che ogni sigaretta aggiungeva dolore alla sua patetica vita. Il suicidio non gli era mai venuto in mente, ma uccidersi gradualmente sì.

"Rinoa, ti prego, non sei mia moglie."

Parole così stupide che voleva tornare indietro nel tempo e cambiarle. Per un momento, la sua espressione era tra lo scioccato e il ferito... poi divenne più di rabbia. Lui la conosceva bene, anche dopo molto tempo; alcune cose non cambiano mai.

"No Squall, grazie ad Hyne. Non penso che potrei più sopportare di vivere con te."

A volte si sente di aver raggiunto un punto fermo, senza più essere arrabbiati, sconvolti o qualcosa di simile. Solo essere. Questo era il punto a cui era arrivata Rinoa Heartilly in quel momento, nulla che lui avrebbe potuto dire l'avrebbe turbata. In un certo senso, era indifferente.

"Squall, ho bisogno di stare un po' sola... vai a prendere della legna per stanotte."

Guardò lei e poi la sigaretta che aveva appena acceso, buttandola nel fuoco. Piccole scintille di braci accese seguirono il volo tra le fiamme.

"Tutto quello che vuoi, Rinoa."

Inconsciamente allungò la mano per afferrare la catenina che indossava, in maniera molto simile a quella di lei. Per supporto, conforto, e soprattutto forza durante una situazione difficile.

Per la prima volta quel giorno, i dubbiosi occhi di lei notarono l'anello di sua madre... e Griever.

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto da Alessia Heartilly.
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Citazione di apertura: dal poema This Side of the Truth di Dylan Thomas.
E tutte le tue azioni e le tue parole,
Ogni verità, ogni bugia,
Muoiono in un amore che non giudica.
- Alessia Heartilly

   
 
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