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Autore: nals    15/02/2013    2 recensioni
"B."
"Eh?"
Sono impazzita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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B.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“B.”
“Eh?”
“B. Il mio gruppo sanguigno è il B.”
È stato automatico corrugare le sopracciglia e fissarlo. Il “cosa?” ti è rimasto infilato tra i molari assieme alle otturazioni scure che ti durano da una vita.
Eh?
Ha due occhi grandi e verdi alla Erick Sermon* e forse hai bevuto troppo.
La sigaretta sfiamma veloce, chiede le sue labbra. Tu pure.
“Credo sia la prima cosa da dire, il gruppo sanguigno, intendo. Del resto si tratta del punto di partenza, della base di tutto. Prima di essere me ero un misero grumo di dna.
Sono allergico alle graminacee ed intollerante al latte. Respiro a fatica se ritengo che la gente attorno sia troppa, ma non sono asmatico. É qualcosa di simile agli attacchi di panico. Ma non uguale. Mi limito a cercare più aria di quanto io ne abbia bisogno. Due minuti e passa.
Arrossisco violentemente per qualsiasi stupida ragione o irragione, passami il termine. 
Non so controllarlo e, per quanto io ne sappia, non è necessario che ci sia una vera e propria motivazione di fondo. Succede, punto. Una gran bella merda, sì. 
Non parlo o parlo troppo, rido strano e fumo un sacco. Ho un incisivo scheggiato (queshto qui? Rieschhi a vede’llo?). Mi ci vogliono quattro birre per ubriacarmi. Due mezzi bicchieri di Malibu, in alternativa. Soffro d’insonnia. A giorni alterni. Mi piace la Fisica, studio Giurisprudenza e mi piaci tu. Mi piaci un sacco, ma così tanto che ti sogno di notte e qualche volta di giorno. 
Dicevo, il mio gruppo sanguigno è il B. B positivo. B come bello. Ed io son bello, lo so. Palahniuk mi manda in crisi e non so distinguere bene i colori. Ho il terrore che il mondo s’accartocci da un momento all’altro –  che schiacci solo me – e di tremare da vecchio per il Parkinson. Non potrei più versarmi la quantità d’acqua che vorrei; sarebbe sempre troppa o troppo poca, capisci? 
Ma dicevo, il mio gruppo sanguigno è il B. B come Boris. Non russo e non so parcheggiare. Non sono riuscito a leggere una, che sia una, poesia di Baudelaire per intera. Mi farei Wes Anderson solo per sentire che fine facciano Jack e la sua ex. Sono etero. So suonare la tromba ma sono stonato. Ascolto parecchia roba. Anche te, se vorrai parlarmi. Hai freddo?”
‘Come si fa?,” hai pensato. Come si fa a trovarci un senso, a sbrigliarsi da quella tela e smettere di guardarlo negli occhi. ‘Come si fa?’ 
Hai annuito, forse.
E lui ti ha abbracciata. Non ti ha allungato la felpa rossa, no. Ti ha abbracciata. E c’erano le sue mani larghe a stringerti le scapole. Il cielo non lo si vedeva più.
“Io non lo conosco il mio.”
“Penso di amarti”
Non “Mi piaci”. Non ha detto “Mi piaci”. Ha detto... quella... quella cosa lì.
“Hai ancora freddo?”
“No” 
Hai sputato quel “No” parecchio in fretta, ma hai anche annuito e lui non si è mosso di un millimetro. Il tuo cuore è esploso, ma non hai sentito nulla. Neppure lui. 
Avete osservato il sole sorgere oltre le palpebre serrate. 
Si è sollevato piano, riuscendo a liberarsi dei grovigli d’antenne scure piantate in cima ai palazzi.
E avevi quelle due o tre parole sulla lingua, ma le hai lasciate lì. 
É meglio saperle ingoiare, delle volte, le parole.
(Zero e qualcos’altro.)
È meglio saperle ingoiare, anche per intere e rischiare di strozzarsi, ma è importante riuscire a buttarle giù. Intere e grosse come le compresse di lievito Sohn che tua sorrella prende tutte le mattine. Due a stomaco vuoto.
A stomaco vuoto, a cuore in gola, come cacchio vi pare. 
A cuore in gola.
‘Come si fa?’
‘Come si fa?’
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(*cit improbabile)
 
Sono impazzita proprio. Ma io il rosso non lo sopporto accoppiato al rosa. E ieri ne ho visto troppo.
Addio.
 
 
Sempre vostra, 
nals
   
 
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