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Autore: Lady_Klaine    15/02/2013    6 recensioni
( Damon x nuovo personaggio)
Che cosa succederebbe se oltre a vampiri, licantropi, streghe, ibridi… esistessero anche altre creature, come gli angeli??? Come reagirà il bellissimo vampiro dagli occhi e il cuore di ghiaccio alla comparsa di Linda, una persona molto speciale? Riuscirà ad entrare nel suo cuore come è entrata nelle loro vite?
DAL TESTO:
< Come fai a conoscermi? E perché ti sogno tutte le notti anche se non ti ho mai visto prima? > chiede curioso il vampiro dagli occhi cerulei.
< Anche io ti sogno sempre, ma ti giuro che non so il perché >
Il vampiro annuisce, mi crede.
< Perché siete uno il Dobbleganger dell’altro >
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio | Coppie: Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dobblegager Story'
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                                                                                      Capitolo 14

POV DAMON:

< Allora, sei pronta??? > domando spazientito.

Sarà almeno mezz’ora che Linda è chiusa nel nostro bagno per provarsi il vestito e sembra non voler più uscire.

< Arrivo! Come sei impaziente! > mi urla da dietro la porta, che dopo qualche lunghissimo istante si apre lentamente.

< Mi sento tanto una bambola di porcellana, non sono sicura che mi stia bene > mi arriva un mormorio distante ma non do peso al significato di quelle parole.

Una figura raffinata ed elegante si avvicina a me all’interno di un vestito che sembra fatto su misura per lei, anche se non le appartiene.

Il suo corpo è fasciato dal sottile tessuto azzurro che le stringe perfettamente il busto per poi allargarsi in una gonna pomposa che ricade leggermente arricciata fino a terra.

I suoi lunghi capelli sono raccolti in una crocchia ordinata, tranne ap
itolo 14
per pochi boccoli ribelli sciolti ai lati delle guance lievemente arrossate.

Il suo petto è ancora più pieno del solido, forse per via del corsetto, che sembra darle meno fastidio di quanto dovrebbe.

E i  suoi occhi non sembrano più così simili ai miei: certo, il colore è sempre lo stesso, ma quella luce, quella scintilla che li illumina e li fa brillare io non potrò mai averla.

Perché ha origine dalla sua anima; un’anima così pura, innocente e bellissima che è estremamente facile paragonarla all’angelo che racchiude dentro di sé.

< Sei bellissima > sussurro  meccanicamente, quasi senza accorgermene.

Un sorriso un po’ imbarazzato si fa strada sul suo volto che mi provoca un armai consueto moto di tenerezza.

< Sei bellissima > ripeto.

Mi avvicino e la abbraccio di slancio, stringendola a me il più possibile, in modo da sentire ogni singola parte del mio corpo a contatto con il suo.

< Anche tu; dovresti indossare lo smoking più spesso > mi risponde.

Chissà se lo pensa davvero.

Di certo non le piacerebbe più tanto se sapesse che ho indossato quest’abito prima di andare a letto con Katherine.

Il pensiero mi fa sorridere ancora di più   ed io automaticamente aumento l’intensità della presa.

< Ehi, ehi! Così mi soffochi! > mi sgrida ridacchiando.

Passa qualche minuto ma non do cenni di volermi allontanare e lei non sembra dispiacersene.

< Sei sicura di voler andare? > “ infondo sei svenuta di colpo e sono preoccupato” vorrei aggiungere ma so che non ce n’è bisogno, lei capisce al volo tutto ciò che penso.

<  Sì. Anzi,sarà meglio andare o Caroline ci farà un altro dei suoi lunghi discorsi > mormora e dopo un po’  si distacca lentamente dal mio abbraccio.

Io mi ricompongo e mi schiarisco la gola un paio di volte per poi annuire, come se fossi stato colto in fragrante mentre stavo facendo qualcosa che non andava fatto.

Perché poi, non si sa.

Insieme usciamo dalla pensione e ci dirigiamo verso la mia Camaro azzurra.

< E ora si presenta il vero problema > mi dice con fare saccente e profetico, come se stesse
annunciando una novella

Io alzo un sopraciglio in risposta, per simboleggiare una domanda tacita palese.

Lei fa un sorriso, una sorta di ghigno laterale che assomiglia in modo incredibile al mio.

E’ come guardare allo specchio la propria versione femminile.

< Dobbiamo riuscire a farmi entrare in macchina senza rovinare il vestito.. o me > continua scherzosamente, strappandomi un sorriso sincero.

E’ bello scherzare e ridere insieme a lei, perché non mi sento costretto a farlo per non pensare a tutte
le cose che stanno accadendo, lo faccio perché mi viene spontaneo.

Guardandola attentamente, oltre la classica raffinatezza e il suo sguardo gentile e penetrante, si nota appena che ha un equilibrio instabile.

Ed è qui che mi viene un’idea.

< Che ne dici di questo metodo > sussurro, arrivandole alle spalle con la mia velocità vampiresca per poi  prenderla per i fianchi, sollevarla e posarla sul sedile anteriore, dalla parte opposta rispetto a quella del guidatore.

Poi “corro” dall’altra parte e mi siedo davanti al volante, guardandola, soddisfatto del mio operato.

Lei, una volta smaltito lo shock e la sorpresa, ridacchia per i miei modi un poco drastici e si accomoda meglio sul sedile di pelle chiara.

< Beh, direi che come risultati non è niente male il tuo piano > mi da ragione, ma quando mai io non ho avuto ragione???

“ Beh, tanto per cominciare” inizia la mia vocina pestifera, ma questa volta non ho alcuna voglia di ascoltarla, per cui la rilego in un angolo non troppo buio della mia mente incasinata e la metto  tacere.

Con una delle mie classiche sgommate che consumano in una sola volta tutte e quattro le ruote, partiamo diretti verso villa Lockwood, verso una noiosissima festa per adulti ubriaconi o adolescenti in crisi ormonale, ma almeno sarò insieme a lei.
 
 
POV LINDA:

 
Certo che fa uno strano effetto.

Attraversare l’immenso giardino accuratamente decorato avvinghiata ad un vampiro nei nostri vestiti d’epoca che si adattano perfettamente alle persone e agli addobbi circostanti.

Salutare i propri conoscenti  non con un: “ Ehi, ciao!”  ma con un leggero inchino, non troppo accentuato sia per rispetto delle usanze sia per non rischiare di perdere il già precario equilibrio.

Ascoltare senza particolare interesse il tuo accompagnatore e il sindaco della città, la signora Lockwood, nonché madre di Tayler, conversare segretamente dell’imminente riunione del consiglio per discutere della situazione riguardo alla questione “vampiri in città”.

Sono così concentrati a confabulare che la donna nemmeno si è resa conto della mia presenza fino a quando non getta un’occhiata fugace intorno a se e si sofferma su di me più del dovuto.

< Damon, lei chi sarebbe? Credo abbia ascoltato ogni singola parola di quanto detto > dice, interrompendo il discorso del vampiro che divertito alterna lo sguardo da lei a me.

< Carol, lei è Linda,non devi preoccuparti, sa tutto e abita con me e Stefan alla pensione > replica.

Ora che ci penso, a parte il gruppetto delle Super Chicche, non ho conosciuto nessun’altro qui a Mistic Falls, eppure è già un po’ che sono arrivata.

Volendo restare in tema ottocentesco, questo può essere considerato come il mio debutto in società!

< Strano, nessuno ha parlato d una nuova arrivata. Benvenuta cara > mi dice sorridendo e porgendomi la mano, ma c’è un certo tono di malcelata diffidenza che percepisco nella sua voce leggermente stridula.

< Piacere mio. Non ho ancora avuto la possibilità di conoscere molte persone, effettivamente; diciamo che coglierò questa occasione per presentarmi in grande stile > le rispondo con uno sguardo superiore, facendola allarmare.

Andiamo, voglio solo giocare un pochino!

Ma lei sembra non averlo capito e rivolge a Damon uno sguardo preoccupato e allo stesso tempo ammonitore.

< Tranquilla Carol, stava solo scherzando. Sa di noi ma non è un vampiro. In realtà è per metà angelo  e per metà umana. In teoria dovrebbe essere un’arma per uccidere Klaus > dice.

E la bomba è sganciata!

Seguono pochi minuti di silenzio e poi la donna sembra riprendersi dallo shock e guardare entrambi
infuriata.

< E si può sapere perché io, il sindaco della città, ne vengo a conoscenza solo ora? Se Klaus morisse non solo si garantirebbe la pace ma non saremmo più costretti a vedere i suoi ibridi in giro per la città come se niente fosse! > ora più che adirata mi sembra entusiasta; meglio così.

< E’ un po’ più complicata la questione, ma non mi pare ora il momento più adatto  per parlarne, io propongo di farmi entrare nel consiglio e discuterne con il resto dei membri > propongo.

< Certo! > < No! >

Due risposte differenti mi arrivano contemporaneamente  ed  entrambe guardiamo incuriosite
Damon in cerca di una spiegazione per il suo diniego.

< E’troppo pericoloso per lei farne parte e poi non fai nemmeno parte delle famiglie fondatrici. Potremmo semplicemente esporre la cosa a Carol e Liz e lasciare tutti gli altri al sicuro nella loro ignoranza. Il sapere non è mai simbolo di protezione > ribatte con quel suo tono sexy che usa per convincere le persone senza il bisogno di ammagliarle, cosa che risulterebbe difficile con un sindaco carico di verbena fino al midollo.

Che sbruffone, spera di poterla avere vinta sporgendo leggermente le labbra, allargando impercettibilmente i suoi occhi azzurri e tirando fuori qualche vecchia frase da romando inglese.

Mi auguro che la signora Lockwood gli tenga testa degnamente!

< Hai ragione, faremo così! >

Come non detto!

< Vado a cercare Liz per aggiornarla della situazione > continua e in meno di un secondo è sparita tra la folla di gente.

Ora siamo soli; io, Damon e il suo sorriso sornione che prenderei volentieri a schiaffi!

< Se fossi in te non mi compiacerei tanto, non ho alcuna intenzione di demordere e poi.. > gli dico.

< E poi? > mi incalza lui.

< E poi lo so che lo fai solo per proteggermi quindi sei perdonato >gli rispondo e mi avvicino, cercando di sembrare un minimo sensuale, e lo bacio.

Di certo questo contatto non lo infastidisce e infatti dopo poco cerca di approfondire ma io mi allontano prima che la cosa degeneri.

< Questo è un ballo, signor Salvatore, e  di norma si dovrebbe danzare. Lo trovo un ottimo inizio per il mio grande debutto > dico, prendendolo un po’ in giro e fermando così il suo tentativo di protesta.

Mi sorride mostrando i suoi denti fini e bianchissimi, un sorriso sincero che ho imparato a distinguere dai falsi fin da subito, e mi porge la mano con il palmo verso l’alto e  fa addirittura un piccolo inchino con l’altro braccio leggermente nascosto dietro la schiena.

< In questo caso, mi concederebbe l’onore di farmi da dama? Così tutti verranno anche a conoscenza del fatto che siete di mia proprietà, solo mia >

“Ma chi si crede di essere per poter rivendicare diritti di proprietà? Tu sei tua, anzi noi siamo nostre!!

Digli di no! Digli di no!” suggerisce la mia vocina interiore.

< Con molto piacere > rispondo invece, ignorando le proteste di Mary e poggiando delicatamente la mia mano sulla sua, in modo che i nostri palmi aderiscano come poche ore prima avevano fatto i nostri corpi.
 
Ci dirigiamo verso  il centro della sala; lui con passo fiero e sorriso strafottente, io cercando di non inciampare nella gonna del vestito che arriva fino a terra e felice per aver avuto l’ennesima piccola conferma di essere importante per lui.

Ci fermammo esattamente al centro, uno di fronte all’altro, e solo in quel momento noto che ci siamo solo noi in pista, ma una discreta folla di persone si è radunata ai lati della sala.

Fra questi scorgo anche Alaric e Janna che si guardano con quella luce negli occhi che hanno solo le persone innamorate.

Poco più in là distinguo anche le figure di Elena insieme a Stefan e di Bonnie abbracciata a Jeremy.

Tutte e tre le coppie ci stanno fissando in attesa dell’inizio.

< Spero solo di non farti fare brutta figura, non sono proprio una ballerina eccellente > mormoro, un po’ in ansia.

< Ti fidi di me? > mi chiede con un sorriso.

< Beh, mi sembra di averti dimostrato più volte di sì >

< Allora non ci saranno problemi >

Pochi secondi e una melodia lenta e regolare si diffonde nella stanza, mentre Damon posiziona velocemente le mani al loro posto e con gli occhi mi intima di fare lo stesso.

Iniziamo a muoverci abbastanza lentamente, senza passi troppo difficili, mi basta lasciarmi guidare da lui e isolarmi in un mondo solo nostro, della nostra danza e del nostro amore.

Dimentico presto tutto il resto, tutte le persone che si staranno probabilmente chiedendo chi sia questa strana ragazzina che balla con lo scapolo più ambito di tutta la città.

“Mica male sorella” ci scherza su Mary e insieme ci mettiamo a pensare a cosa significhi tutto questo.

Posso ufficialmente considerarmi la sua ragazza?

Solo perché stiamo ballando insieme davanti a tutti?

E’ anche vero però che è stato lui stesso a definirmi “la sua ragazza”  a tutta l’allegra banda.

La sua voce mi riporta alla realtà e fa in modo che possa rimandare ulteriormente la questione.

< Preparati, ora si gioca > mi sussurra con le labbra mooolto vicine al mio orecchio.

Oh, che avrà in mente??

Neanche il tempo di pensarlo che mi sento sollevata dalle sue mani forti e  tenuta sospesa per quella che mi pare un’eternità, mentre in realtà è giusto il tempo di fare due o tre piroette.

Ma io mi incanto nuovamente guardando il suo bellissimo viso, le sue labbra perfette, che hanno il sapore più buono che io abbia mai avuto il piacere di gustare nei miei 16 anni, e infine i suoi occhi.

Di un azzurro incredibile, attraente, irresistibile. Sono molto diversi dai miei, il suo sguardo è penetrante e furbo, come il mio, ma raramente perde quella mal celata ironia.

E se sai guardare fino in fondo, più con il cuore che con la vista, noti anche uno spiraglio di luce, di felicità che all’inizio non aveva.

Il pensiero di essere io a causare quello spiraglio mi colma il cuore di gioia, ma anche di paura.

Sì, paura. Perché quando ami una persona con tutto te stesso, disperatamente e incondizionatamente, questa persona ha in mano il tuo destino, la tua felicità e non puoi non temerne
il risultato.

Eppure quegli occhi, quella luce, mi danno la speranza di avere anch’io il suo cuore tra le mani, e nulla mi renderebbe più felice.

< Sei brava, angioletto, ma fa attenzione a non distrarti troppo > mi intima la sua voce, riportandomi per l’ennesima volta alla realtà.

Basta con questi pensieri, godiamoci il momento!

< Fammi vedere di cosa sei veramente capace > lo sfido e lui non se lo lascia ripetere due volte.

Avvicinando ulteriormente il suo corpo al mio inizia a muoversi, girare e volteggiare, unendo anche dei passi di cui ignoravo l’esistenza.

E io lo seguo, probabilmente risultando agli occhi esterni come una ballerina formidabile, quando non sono altro che una marionetta nelle sue mani.

Anzi, una piuma o un gioiello. Perché la delicatezza dei movimenti, la facilità con cui guida entrambi i nostri corpi e la cura dei minimi particolari lasciano intendere che mi consideri come un qualcosa che potrebbe facilmente sfuggire o rompersi fra le sue mani.

E’ un magico incanto, un’esperienza travolgente e unica, una fiaba mai scritta.

Pur troppo, come ogni fiaba che si rispetti, anche questa ha una fine.

Un finale degno di film, perché proprio nel momento in cui credo di aver acquisito un minimo di maestria, la musica si interrompe e subito le labbra di Damon si avventano sulle mie, in un bacio che però è dolce e armonioso, esattamente come l’intera danza.

Un coro di applausi si solleva intorno a noi, rovinando il momento romantico ma  suscitandomi anche gioia ed imbarazzo.

< Come debutto mi sembra riuscito molto bene, dovremmo farlo più spesso > mi stuzzica lui, portandomi ad una risata.

Sorrido a tutte le persone che si sono avvicinate per farci i complimenti e per capire chi sia “la nuova arrivata in città”, quando un improvviso giramento di testa mi fa perdere il già precario equilibrio e mi annebbia leggermente la vista.

Se non fosse per il braccio di Damon che mi tiene stretta per la vita, sicuramente sarei finita a terra.

Ma appena sente il mio corpo irrigidirsi e indietreggiare leggermente, la presa aumenta e mi domanda prontamente:

< Ti senti bene? >

< Credo di sì, ma forse tutto quel volteggiare non è stata una grande idea. Mi gira la testa è ho un po’
di nausea. Portami a casa, per favore > sussurro in risposta e lui si limita ad annuire, facendo segno ad Elena e Stefan di raggiungerci prima di uscire dalla villa.

Una volta fuori, Damon mi fa sedere su una graziosa panchina in legno, mentre vedo i ragazzi uscire dal portone e affrettarsi per raggiungerci.

< Credi che questi malori possano avere qualcosa a che fare con i tuoi poteri? > mi chiede Damon.

E’ la domanda che anche io mi sono posta fin dall’inizio.

< No, non penso. – rispondo sinceramente – Non so dirlo con esattezza ma la sensazione è diversa rispetto a quella di una crisi. Forse mi sbaglio, ma qualcosa dentro di me mi dice che il mio essere angelo non c’entra nulla > spiego, frustrata dalla situazione.

< Qualsiasi cosa sia, vedrai che la supereremo, magari è solo una banale influenza > si intromette Elena, incoraggiandomi con le sue parole unite ad un sorriso sincero e luminoso.

< Sì, hai ragione. Meglio andare a casa, adesso > dico alzandomi.

Tutti concordano con me e separandoci ci dirigiamo verso le rispettiva macchine, per poi partire
diretti al pensionato Salvatore.

 
   
Una volta arrivati, per prima cosa mi sdraio sul divano e mi libero dei tacchi scomodi.

Vorrei davvero sapere chi ha inventato una diavoleria simile e chi è quel genio che ci è andato dietro definendoli “alla moda”.

< Come ti senti? > mi chiede un premuroso Stefan, mente Damon si limita a sollevarmi delicatamente la testa per poi sedersi e farla aderire al suo petto, accarezzandomi i capelli.

< Vuoi qualcosa di caldo? > aggiunge Elena.

< No, credo di star.. > nemmeno il tempo di finire la frase che lo stomaco mi si attorciglia e un conato mi fa scattare come una molla verso il bagno, che per fortuna non è troppo distante.

Come un fulmine raggiungo la stanza e sedendomi sul pavimento rigetto tutto nel water, mentre la mia bocca viene invasa da un sapore acido e rivoltante.

Solo quando ho finito, mi accorgo che  Damon mi ha raggiunta e mi ha tenuto i capelli per tutto il tempo, assistendo allo spettacolo.

< Non eri costretto a vedere > mormoro sfinita, abbandonandomi ulteriormente sulla superficie fredda .

< Sì, invece > replica, serio, mentre mi prende in braccio e anziché riportarmi in salotto ci dirigiamo verso quella che ormai è la nostra stanza.

Spalanca con una spallata la porta già aperta e mi posa sulla mia parte del letto, per poi stendersi dalla sua.

< Mi dispiace > mormoro, sfinita e con le palpebre pesanti.

< Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno >

< Pensi che ci sia  qualcosa che non va in me? > domando di getto, senza nemmeno riflettere.

Non mi ero neppure accorta di aver formulato questo pensiero, ma c’è la possibilità che il problema non sia legato ai miei poteri ma al mio stesso essere un ibrido.

< No, tu sei perfetta così come sei > mi risponde, abbracciandomi da dietro e riprendendo ad accarezzarmi i capelli.

Non resisto più e lascio che il mio corpo scivoli in un sonno profondo, atteso e meritato.

Ho giusto il tempo di sussurrare e sperare che riesca a sentirmi:

< Anche tu lo sei, sei perfetto per me >
 
 
 
Angolo autrice:

Ciao!
Per farmi perdonare dei 9 giorni di ritardo vi posto dopo soli 4 giorni questo capitolo lunghissimo, spero vi piaccia!
Secondo voi che cosa ha Linda???
Accetto scommesse a riguardo ma non intendo rivelare nulla, perché sono cattiva ah, ah ,ah!
Scherzi a parte, non preoccupatevi, è più banale di quanto possa sembrare, relativamente, ma di certo non è influenza!
Per quanto riguarda Klaus, aspettatevi un suo imminente ritorno.
Come sempre ringrazio chi legge silenziosamente, chi inserisce la storia tra preferite, seguite o/e da ricordare e in particolar modo chi recensisce.
Sono arrivata a quota 53 recensioni e non mi sembra nemmeno vero! GRAZIE!
Un bacio
 
Niko

   
 
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