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Autore: Viki_chan    15/02/2013    1 recensioni
Anna-chan, vent'anni, fotografa.
Questa è l'identità che il caso, l'ansia e alcuni "lost in translation" mi hanno portato a creare.
Tutto quello che viene dopo è un insieme di (s)fortunati eventi poco chiari, totalmente involontari e piuttosto divertenti. Di mezzo, oltre a una grande confusione, ci siamo io, la mia vita prima e la mia vita dopo l'incontro con i Super Junior. E l'amore, in tutte le forme che vivere a contatto con questi ragazzi mi ha permesso di conoscere.
#1: La clandestina;
#2: Mister Park...;
#3: Il lavoro extra...;
#4: L'interprete Siwon...;
#5: L'ospite inaspettato...;
#6: Il messaggio in codice...;
#7: SUKIRA...;
#8: Le diversità...;
#9: L'incubo, la canzone e...;
#10: Fantasticherie romantiche, differenze linguistiche e..;
#11: Gli angeli, l'assenza e...;
#12: L'attesa, la voce metallica e...;
#13: Gli sguardi, la cena e...;
#14: Le modelle, il chiarimento e...;
#15: l'incontro con Park, il Tokyo Dome e...;
#16: Il compagno di shopping...;
#17: Non Anna-chan, l'appartamento e...;
#18: Le terrine vuote, le forme e...;
#19: La cena, la trasformazione e gli abbracci;
#20: La valigia, Incheon e la scatola di scarpe;
#Epilogo
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una serie di (s)fortunati eventi

Evento #5

 

 

Ho fame.
In barba alle ragazze delle migliori storie d'amore, che vivono solo di sentimento e non mangiano e non dormono per notti intere pensando al loro amato, io sto morendo di fame.
Dopo la venticinquesima volta che riguardo le foto, la mia pancia brontola sonoramente.
Mi guardo intorno, sono sola: alle truccatrici è concesso vedere le registrazioni, a me no.
Io posso solo sentire l'eco delle voci e degli applausi.
E il rumore del mio stomaco.
Sono le undici di sera.
Perfetto, altre dodici ore di digiuno.
Mi guardo intorno, le borse dei ragazzi sparse per la stanza, il Nintendo Ds di Sungmin buttato ancora aperto sul divano.
Mi avvicino, stava giocando a Leggend of Zelda.
Il mio cellulare suona, mi spavento.
E' un messaggio di Ayane:

SEI ANCORA VIVA, VERO?

Cerco una connessione Wi-fi libera e ne trovo una molto debole. Senza pensarci troppo butto giù una mail di poche righe.

STO BENE, HO TROVATO UNA SPECIE DI LAVORO. CI SENTIAMO APPENA HO UN ATTIMO DI CALMA. NON PREOCCUPARTI.


Non faccio in tempo a inviarla che Ayane-chan mi chiama su Skype. La connessione è troppo debole, la sento a tratti.
Va tutto bene.”
Sto quasi urlando.

Sei alla SM?” mi chiede.
Non ti sento.” mento. “Ci sentiamo domani, qui non c'è campo.”
Ayane sta parlando, ma io capisco più niente.
Qualcuno ha messo una mano sulla mia spalla.
Mi volto lentamente e davanti a me trovo Yesung, confuso.

Devo lasciarti Ayane, sì.” dico mentre abbasso il telefono. “Yesung?”
E tu chi sei?”

 

Sono confuso.”
A chi lo dici. Gli ho raccontato tutto, più o meno.
In giapponese.
Ottima idea finta-Anna
, se lo scopre il signor Park sei finita.
Yesung mi ha ascoltato in silenzio, poi si è passato una mano sugli occhi. Sembra distrutto.

Tu sei nuova la fotografa, quindi.”
Sì.”
Ok, ci siamo.

Non mi avevano parlato di te.”
Sono nuova.”
Questo lo hai già detto.” ribadisce un po' scocciato. Poi mi guarda, china la testa. “Gomen.
Si scusa, poi si avvicina a un divano e vi si abbandona sopra.
Trenta secondi, trenta di numero, e si addormenta.
E' bastato pochissimo e ho paura che sia svenuto.
Mi avvicino e controllo che respiri.
Respira.
Bene.
Ma scotta, non ho bisogno di toccargli la pelle per capire che ha la febbre.
Vorrei appoggiare la mano sulla sua fronte, ma la frangia scura la copre interamente e ho paura della sua reazione.
Mi allontano lentamente, appoggio la macchina fotografica e esco dal camerino cercando di fare meno rumore possibile.
Una donna in tailleur mi sfreccia accanto non appena varcata la porta.
Alzo un braccio per attirare la sua attenzione, ma è già sparita.
Cammino fino alla porta a vetri che mi divide alla reception, senza avere una precisa idea sul da farsi.
Ho fame e Yesung ha la febbre.
Busso all'ultima porta prima dell'uscita e non risponde nessuno, così decido di rivolgermi direttamente al banco informazioni.
Non appena le ragazze mi vedono, scatta in loro la tipica reazione difensiva: si fingono tutte – alcune lo sono davvero – molto indaffarate.

Scusate” dico in giapponese e in inglese.
Non mi calcolano.
“Scusate? Signorine? Ehi!”
Niente.

Ho una richiesta da parte dei ragazzi.”
Ho pronunciato la parola magica. Le tre receptionist più vicine quasi scavalcano il bancone per ascoltarmi.

Ho bisogno di dieci, anzi, venti muffin al cioccolato, acqua bollente e caffè solubile e del brodo di pollo.”
Brodo di pollo?” chiede una di quelle più lontane, guadagnandosi un'occhiataccia dal resto del gruppetto.
Sì, subito. Grazie.”
La capa, o almeno quella con lo sguardo più minaccioso, dice qualcosa in coreano alle altre. Due delle ragazze si alzano e fanno il giro del bancone velocemente.

Cinque minuti e portiamo tutto in camerino.”
Arigatou.” dico sorridendo.
Mi allontano e mi viene da ridere.
Avere questo tipo di autorità è piuttosto divertente.

 

Quando rientro in camerino, Yesung sta guardando le mie foto.
Sei sveglio.”
Non dormivo. Ho solo un po' di influenza.” risponde zoomando su una delle foto che ho fatto alle mani di EunHae. “Fai belle foto. Anche a me piace la fotografia.”
Il suo giapponese è un po' zoppicante, ma senza accento coreano. E' bello sentirlo parlare.

Grazie. Stai meglio?”
Sì, sono abituato a lavorare.” dice sorridendo.
Passa a un'altra foto, zoomma su Ryeowook e sospira.

Tu sei giapponese?” chiede  “no, ovviamente.”
Zoommata reale sui miei capelli biondi, al solito.

Sono italiana.”
Teuk ama l'Italia, il nostro leader.” commenta. “Noi lì non siamo famosi.”
Bussano alla porta.
Mi alzo e vado ad aprire. Una delle receptionist mi indica dietro alle sue spalle un carrello pieno di tutto quello che gli ho chiesto e se ne va.
Bel trattamento.
Tiro il carrello dentro alla stanza e Yesung fa una faccia sorpresa.

Cos'è tutta questa roba?”
Avevo fame.” rispondo. Poi prendo la scatola di brodo istantaneo e glielo porgo. “Questo è per te, per l'influenza.”
Yesung spalanca gli occhi e scuote la testa, poi prende la scatola dalle mie mani e sorride.

Cos'è?”
Brodo di pollo.”
Per me?”
Sì.”
Fa un mezzo inchino, poi inizia a berlo lentamente, soffiando per farlo raffreddare.

E il resto?” dice indicando le tre scatole sul carrello con il mento.
Muffin al cioccolato.” dico aprendo la prima.
Mangiane uno.”
Forse è meglio che aspetto i ragazzi.”
No, no.” dice lui. “Mangialo.”
Ho fame, lo so.
Ascolto Yesung e do un'occhiata alla scatola. I muffin sono ancora caldi e profumano di buono. Ne prendo uno e lo mordo.

Com'è?” chiede lui.
Buono. Prendine uno anche tu.”
Dopo il brodo?”
Con il brodo.” rispondo io. Yesung sorride, poi si alza e prende un muffin.
E lo inzuppa nel brodo.
Lo fa, davvero.

Non lo mangerai da...”
Troppo tardi, è già nella sua bocca.
Rido, ride e quasi si rovescia il brodo rimasto sulla maglia.
In quel momento, la porta si riapre e i ragazzi rientrano.
Sono tutti sudati, ma il loro umore è decisamente alto.
Cioè, lo era fino a un istante fa, poi vedono me, il carrello pieno di muffin, Yesung e il brodo di pollo.

Yesung-shiii!” esclama Ryeowook e gli salta addosso.
Quasi contemporaneamente qualcun altro urla “Muffin” - pronunciato proprio così, con la U – e qualcuno applaude.
Sono confusa, molto.
Io, il mio pezzo di muffin smangiucchiato e la mia macchina fotografica ci alziamo e ci spostiamo. Alcuni dei ragazzi si fiondano sul cibo e sul thermos appoggiato sul piano basso del carrello.

 

Inutile dire che scatto delle foto incredibili, con facce stanche e sbriciolate e lingue che leccano le labbra.
I più contenti dell'arrivo di Yesung sono, oltre a Ryeowook, Sungmin e Kyuhyun.
Gli stanno intorno, chiacchierano animatamente e scherzano.
Bastano due minuti per svuotare le scatole dei muffin e poco più per bere tutto il caffè solubile.

Anna-chan.” mi chiama Ryeowook ad un certo punto, mentre sto fotografando Henry. “Siamo stati bravi?”
Non ho sentito nulla, mi dispiace.” dico in inglese. Non riesco a resistere al suo viso confuso e lo ripeto in giapponese.
Allora ti chiami Anna.” commenta Yesung. “Ringraziate Anna dei muffin.”
Silenzio.
Dieci paia di occhi si voltano verso di me, poi verso la porta, che nel frattempo viene aperta.
Una donna della SM dice qualcosa in coreano guardandomi.
Io rimango bloccata, come tutti gli altri.
La donna ripete la frase e io non so che fare, così mi volto verso Siwon.
Il nostro contatto visivo dura pochissimo, perché lui distoglie subito lo sguardo.

La signora dice che la macchina ti aspetta qui fuori, Anna.” dice in inglese.
Ah.”
Mi avvicino al divano su cui è ancora seduto Yesung, prendo la mia giacca e la mia borsa e mi avvicino alla donna, che mi aspetta in silenzio.
Il resto dei ragazzi è ancora immobile, sembra che stiano giocando a un qualche gioco di cui non conosco le regole.

Goodnight guys.
Sorrido e esco senza aspettare una loro risposta.

 

Sono uscita troppo in fretta, non ho avuto nemmeno il tempo di guardarli bene.
Di sorridere a ognuno.
Potrebbe anche l'unica occasione di incontrarli, di parlare con loro.
Salgo in macchina e cerco di non pensarci, di tornare a Yesung che inzuppa il muffin nel brodo di pollo, alle facce buffe di Sungmin.
A Ryeowook, che mi chiama Anna-chan.
Quando il mezzo si ferma davanti a un lussuoso hotel, non riesco a provare l'entusiasmo che quella meraviglia architettonica meriterebbe.
Ringrazio l'autista, cammino spedita verso l'ingresso e mi fermo alla reception.
E' tardi, eppure l'uomo dietro al bancone sembra nel pieno delle sue energie.

Sono Anna della SM.” dico in inglese.
Camera 204, decimo piano .” risponde lui porgendomi una tessera magnetica. “La sua valigia è già nella stanza. Se ha bisogno, chiami l'interno 12.”
Annuisco, prendo la scheda e mi avvicino all'ascensore.
Sono stanca morta, davvero.
E' stata una giornata delirante, piena di emozioni.
Se penso a solo 24 ore prima, alla catapecchia nel centro di Seoul, mi sembra di vivere in una realtà parallela.
Un hotel di lusso e, me ne accorgo aprendo la porta della stanza 204, una camera da sogno.
Un letto enorme, un divano, un televisore di ultima generazione.
Sulla scrivania trovo il computer marcato SM, la chiavetta usb e una lettera battuta a computer.
Appoggio la borsa al letto e la macchina fotografica sulla scrivania, poi mi levo la giacca e prendo il foglio.

Come da accordi le lascio il computer portatile. Faccia del suo meglio. Il signor Freddi mi ha chiesto di lei, lo chiami non appena possibile. 

John Park”

Vedi che ti chiami John, allora.” dico ad alta voce.
Un finto coreano.
Sorrido.
Devo mettermi subito al lavoro, o non finirò prima dell'alba.
Mi sfrego gli occhi e invoco la poca energia che mi è rimasta in corpo, poi accendo il computer e cerco su internet le istruzioni per scaricare le immagini dalla macchina fotografica.
Circa mezz'ora dopo, ci riesco.
Sono belle.
Belle non solo perché i soggetti sono belli, ma mi sembrano anche fatte bene.
Certo, alcune sono da scartare, ma molte altre meritano davvero di essere viste. Mentre sfoglio i vari file, cerco di immaginarmi che fine faranno tutte queste foto.
Ogni Elf coreana avrà una foto di Anna-chan nella sua collezione.
Li guardo e non ci credo.
Prendo un respiro profondo e cerco di resistere allo zoommare ogni foto per studiare ogni dettaglio.
La maglia di Henry ha un buco a pochi centimetri dall'orlo, sulla pancia.
Kyuhyun ha un graffio sul collo.
Zhou Mi è leggermente strabico. A volte i suoi occhi non collaborano.
In una sequenza di cinque foto, scattata mentre tutti si abbuffano di muffin, Donghae si volta verso di me e mi sorride.
Scatto uno, non mi guarda.

Scatto due, si sta voltando.
Ancora.
Ecco.
Sorride.
Quando mi alzo dalla sedia della scrivania, sono quasi le quattro.
La chiavetta è pronta e ho scritto anche una mail al signor Freddi con il mio numero di cellulare.
E dieci volte grazie.
Non ho le forze per far altro, nemmeno di cambiarmi.
Mi butto sul letto ancora vestita e ho quasi paura ad addormentarmi.

   
 
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