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Autore: paoletta76    15/02/2013    5 recensioni
..un seguito e tutto ciò che non s'era ancora detto in "A million other things"
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Tony Stark quella volta aveva davvero superato sé stesso.
 
No, niente disastri, né esplosioni, e neppure uscite ridanciane ed imbarazzanti; forse perché in qualche modo l'esperienza di diventare padre aveva avuto il potere di farlo (almeno temporaneamente) rinsavire, s'era limitato a rinchiudersi per una mattinata nella stanza d'ospedale di Sif, vietando tassativamente a lei e al marito di entrare.
 
E s'era sbizzarrito.
 
- Non ti sembra d'aver esagerato giusto un tantino? - Loki lo fissava perplesso, tastandosi il mento e sollevando un sopracciglio, davanti a tale trepidare di nastrini, luci e colori.
- Noo..- aveva risposto lui, con un innocentissimo ghignetto dei suoi - è sobrio e stiloso.
- Mah.. sarà.
- Scusa, come t'hanno festeggiato, quando ti sei sposato a casa tua?
- Beh.. a dire il vero.. c'era pochissimo da festeggiare.- il giovane si fece scuro in viso, ed emise un lunghissimo sospiro.
- Sposa incinta? Matrimonio riparatore?
- Mio figlio era già nato, Stark.- replicò quello, opaco, evitando di guardarlo - e io ero in prigione. Dovresti ricordartelo, dato che mi ci avevi spedito tu.
 
Tony si voltò per un istante a scrutare i lineamenti di quello che adesso chiamava amico.
 
- Già.- rispose, opaco almeno quanto lui.
Vero. Evidente come una di quelle macchie che anche a provarci con mille metodi e mille detersivi, si ostinano a voler rimanere in bella vista sulla tua camicia preferita.
 
C'era stato un tempo in cui Loki non lo era stato, suo amico. Un tempo neppure tanto lontano.
 
- Già. Scusa.- disse, dopo un lungo istante di silenzio.
Loki si voltò a fissarlo, a sopracciglia aggrottate.
- Sì, scusa.- lui sollevò le spalle, ritrovando il proprio ghignetto di serie - qualche volta lo dico anch'io.
- Comincio a pensare che sia tu, mio fratello.- Loki sospirò ancora, leggermente più sollevato, osservando sull'altro lato del corridoio l'ingresso discretamente rumoroso di Thor, armato di un mazzo formato extra di discutibili palloncini rosa.
Tony sorrise, sganciandogli una pacca sulla spalla, prima di rimettersi al lavoro.
 
- E comunque.. grazie.- Loki lo lasciò scivolare nella stanza, in cerca di un posto per l'ultimo tavolino da buffet.
- Che detto da te suona straordinariamente.. gratificante.- quello sorrise, guardando in su.
- Piantala.- quello lo puntò con l'indice, prima di scomparire seguito dal proprio camice bianco.
 
Oltre le finestre, New York s'illuminava delle luci della notte, quando i componenti di quella strana famiglia cominciarono a radunarsi in quella stanzetta, e l'aria si riempì di visi, di voci e del profumo dei dolcetti fatti in casa.
 
In mezzo alle attenzioni di tutti, Pepper e Sif, con le loro vestaglie di lana e i cuccioli stretti fra le braccia.
Howie che sonnecchiava, a pugnetti chiusi contro le guancie, la piccola Katie invece ben sveglia e curiosa, intenta ad osservare con quegli occhioni verdi la strana allegra confusione che le regnava intorno.
 
I testimoni?
La voce dell'ufficiale municipale sorprese Loki nel bel mezzo dell'ennesima missione di recupero pollice dalla mano della figlia.
- Eh.. ecco..- lui si guardò intorno, cercando di farsi venire un'idea. A dire il vero, non aveva mai approfondito questa faccenda dei testimoni, il matrimonio asgardiano non ne aveva bisogno né Odino s'era mai dato peso d'inserire la burocrazia negli affari del regno.
Un'occhiata molto eloquente all'indirizzo di Tony, quello capì al volo ed arrivò in suo soccorso.
- Sì?
- I testimoni.- Loki gli puntò l'indice contro.
- Eh.- quello sollevò le spalle, con nonchalance. Avrebbe riso, se non fosse stato di fronte ad un pubblico ufficiale: l'espressione semidisperata di Loki parlava da sola..
- Posso dirti.. due parole in privato?
- Certo.
 
- Non mi avevi detto di questa cosa.- il tono del giovane si velò di rimprovero, una volta lontani da quell'estraneo.
- Pensavo ti fossi documentato a dovere.- Tony sollevò di nuovo le spalle.
- Avevi detto che avresti pensato a tutto!
- Non sono tua madre, Loki. E poi i testimoni te li devi scegliere tu.
 
Il giovane aggrottò le sopracciglia, rimanendo per un istante a fissarlo a labbra socchiuse.
- Ok. Ti spiego. I testimoni sono quelli che garantiscono con una firma la legalità del matrimonio.
- Questo lo so.
- Va bene. Sono gli sposi, che li scelgono. Fra parenti, o amici. Fra le persone di cui si fidano.
- Tutto qui?
- Tutto qui. Tu hai un fratello, manca solo la scelta di Sif.
Loki indicò il dio del tuono che, credendosi non visto, stava sbafandosi un paio di tartine.
- Ti sembra affidabile? - replicò, alzando un sopracciglio.
- Assolutamente no.
- Lo faresti tu?
- Scusa?
- Sì, tu. Sei sicuramente più adatto di lui.
Tony provò ad insistere, puntandosi un dito sul petto.
- Uno, sei midgardiano, e di queste cose ne capisci di più. Due, sei il mio migliore amico e di te mi fido. E poi al momento sei sobrio, mi sembra il caso di approfittarne. Perché sei sobrio, vero?
Tony scoppiò a ridere.
- Sarebbe un sì?
- Ok. E' un sì, è un sì! - protestò, ridendo, all'espressione sempre più disperata del giovane - sono sobrio e nel pieno delle mie facoltà mentali. Per ora. Sbrigati a dargli il mio nome, prima che trovi la bottiglia dello champagne e ci ripensi.
 
Loki levò il passo verso l'ufficiale municipale, lasciandolo ridere ancora.
 
Il mio migliore amico..
Lo sguardo andò a vagare oltre la finestra. Il cielo di New York era un'immensa tela nera decorata da scie e puntini colorati, e il suo nemico aveva appena pronunciato le parole magiche, rendendolo stranamente e straordinariamente leggero e felice.
Quella sera non avrebbe avuto bisogno di bere, per sentirsi bene con sé stesso.
A dire il vero, guardando il suo cucciolo fra le braccia di Pepper, riusciva a pensare che non ne avrebbe avuto bisogno mai più.
 
Loki adesso parlava con la sposa, e Sif rispondeva con leggeri cenni del viso.
Li vide chiamare Natasha, vide quella indicarsi come aveva fatto lui giusto un attimo prima. La vide guardare nella sua direzione e rispose facendo spallucce.
 
Ah.. ok. Va bene.
La voce della Vedova Nera era quasi un soffio, il suo sguardo incredulo sotto l'abbraccio di Sif.
L'ufficiale municipale compilò dei moduli e li fece firmare ad entrambi, poi chiamò accanto a loro gli sposi e chiese se poteva cominciare.
 
Buonasera..
 
Una voce maschile, improvvisa e stranamente timida, fece capolino da oltre la porta, interrompendoli.
Qualcuno si voltò, accennando risposte a quel saluto. Tony aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso lo sposo ed indicando quel signore dalla barba candida che portava una curiosa benda da pirata sull'occhio destro.
 
Lo vide sorridere, leggero, e poi levare il passo verso di lui.
 
L'ultima cosa che Odino si sarebbe aspettato, da quel figlio offeso e umiliato. Il giovane lo raggiunse, andando a circondargli le spalle con le braccia:
- Ciao, papà.
 
Umano. Mio marito è diventato un umano al 100%.. pensò Sif, rivolgendo una smorfietta compiaciuta all'amico.
 
- E'..?
- Il padre degli dei. E quella è sua moglie.
- Credevo avessero buttato il principino fuori di casa.
Sif rise, leggera, mentre il giovane accompagnava suo padre nella stanza e lo aiutava a sfilarsi il cappotto. Spostò di nuovo lo sguardo, e sulla porta incontrò quello leggermente disorientato della regina. Le fece cenno con la mano, la raggiunse.
- Venite, maestà. Bene arrivati.- le sussurrò, leggera, all'orecchio - accomodatevi.
La portò accanto alla culla, e dopo averle affidato la bimba tornò davanti all'ufficiale.
 
Loki aveva agitato appena la mano nella sua direzione, continuando a sorridere, e poi era tornato accanto alla sposa.
Sif gli aveva raccolto la mano.
 
Come stai?
 
Bene. E tu?
 
Tre metri sopra il cielo..
 
Uno scambio di sorrisi, le dita intrecciate. Le poche formule di rito dell'ufficiale comunale.
Nessuna benedizione dagli dei, solo quella semplice e leggera delle persone che amavano e che avevano scelto come testimoni della loro gioia.
 
E poi il bacio, curioso e dolce rito midgardiano, poco oltre le parole marito e moglie. Il tappo dello spumante che volava via dalle dita di Tony, quelle piccole fedi d'oro e gli abbracci.
Frigga che scivolava fra le braccia del figlio, appoggiandogli commossa la testa sul petto e chiudendo gli occhi alle sue carezze.
 
Pace.Una parola leggera e impercettibile e bellissima.
E poi, oltre la festa e la gioia, il silenzio della notte.


Hellooo! dopo un po' di assenza dalle scene, I'm back con questo pezzettino, dettato dallo squilibrio della mia zucca sotto l'effetto mixato di febbre, tosse, raffreddore, antibiotici e caramelle al miele. Non me ne vogliate, intanto vado a spargere un po' di ceci. Non si sa mai XD
  
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