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Autore: MaybellineNY    15/02/2013    0 recensioni
..Amore, ho sentito varie definizioni di questa parola. C’è chi dice che sia il forte sentimento che lega talmente tanto due persone che queste alla fine finiscono per accettarsi nonostante le loro diversità. Altri invece affermano di non averlo mai provato e quindi ritengono che esso sia quasi impossibile da trovare e da descrivere. Ecco, per me l’amore è qualcosa di fantastico, che ti fa soffrire me allo stesso tempo ti fa provare sensazioni meravigliose.
Non si sa quando ti possa accadere di innamorarti davvero di qualcuno, ma di una cosa sono sicura prima o poi tutti proviamo questo sentimento.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love Story

 
 
 
..Amore, ho sentito varie definizioni di questa parola. C’è chi dice che sia il forte sentimento che lega talmente tanto due persone che queste alla fine finiscono per accettarsi nonostante le loro diversità. Altri invece affermano di non averlo mai provato e quindi ritengono che esso sia quasi impossibile da trovare e da descrivere. Ecco, per me l’amore è qualcosa di fantastico, che ti fa soffrire me allo stesso tempo ti fa provare sensazioni meravigliose.
Non si sa quando ti possa accadere di innamorarti davvero di qualcuno, ma di una cosa sono sicura prima o poi tutti proviamo questo sentimento. Ovviamente in modo diverso gli uni dagli altri, ma proveremo tutti pur sempre amore
 

 

We were both young, when I first saw you.
I close my eyes and the flashback starts-
I'm standing there, on a balcony in summer air.
 
I see the lights; see the party, the ball gowns.
I see you make your way through the crowd-
You say hello, little did I know...
 
That you were Romeo, you were throwing pebbles-
And my daddy said "stay away from Juliet"-
And I was crying on the staircase-
begging you, "Please don't go..."
And I said...
 

 
 
La brezza marina di quella mattina mi colpì delicatamente il volto sollevando leggermente i miei capelli biondi coperti dal mio cappellino di lana bianca stile alla francese. Era da più di un’ ora che osservavo il mare con tutte le sue sfumature dorate e il suo colore arancione a causa del tramonto senza riuscire a dipingere nulla sulla tela davanti a me. Era una cosa troppo emozionante e rappresentarla su un semplice sfondo bianco voleva dire sminuire la sua bellezza.
Dovevo dire che come pittrice me la cavavo. Erano ormai dieci anni che dipingevo, avevo iniziato quando ne avevo nove e avevo fatto una specie di corso a cui mi aveva iscritta mia madre. Subito mi era sembrato una perdita di tempo, ma ora era diventata la mia passione. Qualcosa di cui non potevo fare a meno.
Eppure quella volta ero bloccata. Incantata da quel paesaggio. Era come se mi trovassi in paradiso. Tutto attorno a me era tranquillo, l’unico rumore era provocato dall’infrangersi delle onde sugli scogli, dal cinguettio degli uccelli e dal gracchiare di qualche gabbiano. Mi sentivo rilassata. Avrei voluto poter catturare quel momento. Avrei voluto rimanere lì per sempre. Non mi sentivo così bene da un’eternità.
Presi un carboncino nero e cominciai a tracciare qualche linea. Disegnai un abbozzo di quello che doveva essere l’orizzonte. Una linea ondulata a metà foglio. Poi passai al sole, ai gabbiani e alle rocce degli scogli.
Non ero per nulla soddisfatta di quello schizzo.
Nonostante ci stessi mettendo tutte le mie forze non ce la facevo. Forse perché in quel momento mi mancava anche la voglia. Era come se la mia mente fosse andata in stand-bay.
Mi sedetti sullo scoglio accanto alla mia postazione lasciando penzolare le mie gambe nel vuoto. Da lì avevo un’ampia vista sul mare e sulla spiaggia accanto. Mi sembrava di essere tornata bambina. Io e mio papà ci sedevamo sempre lì a osservare il mare, mentre le onde che si infrangevano ci schizzavano.
Un’altra sferzata di vento mi colpì forse più forte di prima facendo volare via il mio cappellino. Lo vidi svolazzare in lontananza verso un ragazzo. I capelli lisci tirati da una parte, la maglietta a righe blu e i pantaloni rossi con il risvolto.
Mi alzai di scatto correndo nella direzione di quello sconosciuto. La mia camicetta viola lunga si era attaccata al mio corpo colpita dal vento mentre i capelli erano scossi nell’aria. I miei piedi scalzi affondavano nella sabbia a ogni passo.
 

Romeo take me somewhere, we can be alone.
I'll be waiting; all there's left to do is run.
You'll be the prince and I'll be the princess,
It's a love story, baby, just say yes.
 
So I sneak out to the garden to see you.
We keep quiet, because we're dead if they knew-
So close your eyes... escape this town for a little while.
Oh, Oh.

 
Il ragazzo mi stava guardando perplesso con un sorrisino stampato in faccia. Era semplicemente affascinante. Gli occhi azzurri come il cielo di una mattina assolata, le labbra rosee e poi quel sorriso. Mi conquistò al primo sguardo.
Ero sempre stata una ragazza sognatrice, ma non avrei mai pensato di incontrare una ragazzo simile. Era il principe azzurro dei miei sogni. Mancava solo il famoso cavallo bianco. Sorrisi.
«Scusa.. ecco.. il cappello è mio» balbettai imbarazzata portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e abbassando lo sguardo.
«Mah.. non l’avevo capito» sorrise. La sua voce cristallina catturò la mia attenzione. Non avevo mai sentito nulla di simile. Doveva essere per forza un sogno. Non era possibile. Mi pizzicai il braccio senza farmi vedere da lui. Provai dolore. Allora era tutto vero. Sorrisi un’altra volta come una sciocca. Doveva prendermi per matta. Ma la verità era che non poteva sapere cosa mi passasse per la mente e questo era divertente sotto un certo punto di vista.
Mi porse il cappello con delicatezza regalandomi un altro sorriso. Mi sciolsi letteralmente. Se fossi stata fatta di gelato probabilmente ora sarei stata una pozzanghera. Scrollai la testa come per cancellare quei pensieri. Ma da dove tiravo fuori queste conclusioni così insensate?
«Tutto bene?» chiese lui soffocando una risatina. Dovevo proprio essere buffa. Mi scostai un’altra ciocca dal viso portandomela dietro l’orecchio, sempre più in imbarazzo.
«No.. ehm..Grazie» dissi semplicemente afferrando il mio copricapo e cercando di accennare un sorriso degno di essere chiamato così e non una delle mie solite smorfie.
 

Cause you were Romeo - I was a scarlet letter,
And my daddy said "stay away from Juliet" -
but you were everything to me-
I was begging you, "Please don't go"
And I said...
 
Romeo take me somewhere, we can be alone.
I'll be waiting; all there's left to do is run.
You'll be the prince and I'll be the princess.
It's a love story, baby, just say yes
-

 
 
Senza rendermene conto gli posai un bacio sulla guancia. Avevo agito d’impulso. Non sapevo perché l’avessi fatto, non lo conoscevo nemmeno. Mi sentii prendere fuoco le guance, mentre il mio cuore aveva preso a battermi fortissimo nel petto. Avrei tanto voluto sparire. Perché a volte ero così impulsiva? Finivo sempre per rovinare tutto.
 Mi ritrassi rapidamente e mi voltai per andarmene, ma la sua mano mi afferrò per il polso.
«Aspetta.. dimmi almeno il tuo nome» disse lui con le guance leggermente arrossate. I miei occhi vennero catturati dai suoi e un’altra volta mi sentii strana. Non che fosse una novità. Cioè io ero sempre stata strana.
«Sophia» dissi divincolandomi delicatamente dalla sua presa. Dovevo dire che era piuttosto salda. Mi voltai un’ultima volta verso di lui e poi corsi via.
 Perché stavo fuggendo? Perché  non gli avevo chiesto il suo nome? Perché ero così stupida?
«Sono Louis» sentii gridare alle mie spalle. Mi fermai un istante e mi voltai di nuovo verso di lui. Stava sorridendo mentre mi salutava con una mano. Ebbi per un secondo l’impulso di tornare indietro, ma mi trattenni. Mi avrebbe probabilmente scambiata per pazza. Decisi che forse era meglio dire o fare qualcosa invece di rimanere lì imbambolata.
«Ciao Louis, ci vediamo in giro» gridai. Chissà se davvero l’avrei ancora rivisto. Poteva essere solo di passaggio e magari il giorno dopo sarebbe partito per chissà quale posto sperduto nel mondo.
«Contaci bella» gridò lui ammiccando.
Quelle furono le ultime parole che sentii. Ricominciai a correre. Ma che mi prendeva? Non volevo andarmene. Volevo rimanere a guardare Louis ancora e ancora. In quei pochi minuti era riuscito a rapire il mio cuore. Io che non ero mai riuscita ad innamorarmi veramente di qualcuno, mi ero completamente invaghita di quello sconosciuto. Dovevo avere seriamente qualcosa che non andava.
Quando tornai alla mia postazione notai che l’aria aveva combinato un gran bel pasticcio. I colori si erano versati sulla tela rovinando tutto il mio abbozzo e creando chiazze deformi di varie tonalità. Sbuffai. Sempre a me capitavano ste cose. Certo che la fortuna non era poi mai dalla mia parte
Afferrai pennelli e tutto e mi affrettai a raggiungere la mia macchina.
 
 

Romeo save me, they're trying to tell me how to feel.
This love is difficult, but it's real.
Don't be afraid, we'll make it out of this mess.
It's a love story, baby, just say yes.
Oh, Oh.
 
I got tired of waiting.
Wondering if you were ever coming around.
My faith in you was fading-
When I met you on the outskirts of town.
And I said...

 
2 giorni dopo

Quel giorno il cielo era piuttosto nuvoloso. Era come se il sole fosse andato a farsi una vacanza alle Bahamas. Che nervi. Non avevo mai sopportato le giornate umide. Mi mettevano addosso tristezza.
Pensai di uscire comunque. Non avevo voglia di rimanere chiusa in casa tutta la mattina, mi sarei solo annoiata a morte.
 Infilai un paio di leggins piuttosto spessi, un maglioncino beige che mi arrivava fino a metà coscia e un paio di stivaletti rossi. Afferrai l’ombrello e uscii. Seppure fosse una giornata primaverile faceva piuttosto freddo. Le goccioline di pioggia scendevano leggere per poi posarsi sull’asfalto della strada lasciando delle chiazze grigie più scure.
Aveva appena iniziato a piovere e dentro di me sapevo che il tempo sarebbe peggiorato.
Cominciai a saltare le pozzanghere facendo roteare l’ombrello verde come una bimba di quattro anni. Che dire, mi divertivo con poco. Sorrisi tra me e me. La verità era che ero una ragazza semplice. Proprio non riuscivo ad essere seria o composta. Ero semplicemente me stessa e mi piacevo così.
Continuai così per un po’ fino a quando non arrivai nei pressi della spiaggia. Sì, quella spiaggia.
Subito nella mente mi balenò l’immagine di quel ragazzo dagli occhioni azzurri e con quel suo sorriso abbagliante. Nella mia pancia cominciò a farsi largo una sensazione di calore, mentre il mio cuore perse un battito.
Il mare quel giorno era piuttosto mosso e l’alta marea aveva trasportato sulla sabbia alghe e resti di legna. Mi ero sempre divertita ad immaginare da dove potesse arrivare tutta quella roba. Magari veniva da isole sperdute nell’oceano. Davvero forse dovevo farmi vedere da uno specialista. Avevo diciannove anni e mi comportavo ancora da bambina.
«Sophie.. sei tu?» una voce attirò la mia attenzione. Quella voce. Rimasi paralizzata un secondo mentre il mio cuore prendeva a battere di nuovo all’impazzata nel petto.
Sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla. Quel contatto improvviso provocò in me una scossa che mi fece riscuotere dai miei pensieri. Lentamente mi voltai. I miei occhi vennero subito catturati da quelli di lui. Mi persi letteralmente in quelle pozzanghere azzurre. Quel giorno avevano una sfumatura grigiastra proprio come il cielo.
«Louis da quanto tempo..» dissi impacciata. Mi morsi il labbro inferiore. Ma che. Potevo almeno uscirmene con un’esclamazione diversa. Del tipo visto “quanto piove?” Sarebbe stata assai più appropriata dato che l’ultima volta che l’avevo visto erano stati solo due giorni prima.
Sul viso di Louis si dipinse quel sorriso che tanto adoravo. Abbassai leggermente lo sguardo. Mi sentivo le guance prendere fuoco.
«Eh già.. sembra il segno del destino..» disse dolcemente «comunque ti va di fare una passeggiata?»
«Perché no? Tanto non so che fare» sorrisi. Era uno di quei sorrisi sinceri. Uno di quelli che riservavo a pochi. Però era vero, se dovevo annoiarmi o fare cose simili perché non farle con quell’amore di ragazzo?
Inaspettatamente Louis mi afferrò la mano.
«Sai oggi sei piuttosto carina» sussurrò. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Non riuscivo a dire una parola. Tra noi calò un silenzio imbarazzante spezzato solo dallo scrosciare della pioggia che ora cadeva più forte.
Dovevo dire qualcosa, ma tutte le volte che provavo ad aprire bocca sembravo un pesce. Non usciva nulla. Perché? Ero sempre la solita. Presi un respiro profondo e ritentai.
«Hai visto come piove?» dissi con ovvietà. Stupida, stupida me. Scrollai il capo battendomi il palmo della mano contro la fronte.
Louis mi guardò divertito. Beh almeno lo facevo ridere.
«Ah ma allora la voce ce l’hai.. mi stavo preoccupando.. cioè credevo ti fossi mangiata la lingua..» rise provocandomi.
«Sì sì ce l’ho.. vuoi vedere?» dissi facendogli la linguaccia. Sembravamo quasi una coppietta. Alla fine non era poi così difficile parlare con lui.
Louis scrollò il capo in segno di resa.
«Ti va di fare una corsa sotto la pioggia?» chiese abbozzando un sorriso. Proposta allettante, ma non volevo cedere subito. Sarebbe stato troppo facile.
«Mmm.. non so..» mugugnai. Louis si allontanò da me con un ghigno stampato in faccia. Era tremendamente sexy. Sexy? Avevo davvero usato quella parola.
«Dai..» disse facendo la faccia da cucciolo. Era già bagnato marcio. La felpa aperta era ormai inzuppata d’acqua. La maglietta a righe blu gli si era completamente appiccicata al corpo mettendo bene in vista il suo fisico. Non so cosa mi convinse però gettai sulla sabbia l’ombrello e corsi verso di lui.
Mi afferrò di nuovo la mano e di nuovo venni percorsa da sensazioni indescrivibili. Mi trascinò fino ad una piccola grotta lì vicino. Non avevo mai notato la sua esistenza. Era piuttosto carina, a parte per l’odore salmastro del mare. A fianco della parete destra c’era un piccolo sentiero che doveva condurre sino al centro di quella “stanza”. Ancora il rumore delle onde mi riempiva le orecchie. Questa volta con un suono più sordo e fastidioso. Louis continuava a spiegarmi di come avesse scoperto quel luogo, ma con quel rumore non riuscivo quasi a capire nulla.
Mano a mano che ci addentravamo nella grotta tutto diventava più stretto. Una sensazione fastidiosa mi attanagliò lo stomaco. Era come se qualcuno mi stesse soffocando. Mi portai una mano alla gola. Stava cominciando a girarmi anche la testa. Presi dei respiri profondi, ma non sembrava cambiare. Mi sentivo sempre peggio. Ebbi il tempo di afferrare il braccio di Louis che le mie gambe cedettero e mi ritrovai subito con il sedere a mollo. Ecco lo sapevo.
Louis si voltò con un’espressione interrogativa, cercando di trattenere una risata.
«Perché ridi?» dissi mentre dentro di me stava cominciando a salire l’indignazione «Cioè io quasi muoio soffocata e tu ridi?» mi portai nuovamente la mano alla gola. Quella brutta sensazione era sparita però riuscivo ancora a sentire la morsa stretta attorno al mio collo.
«Non scherzare.. non è divertente..» rispose lui facendosi serio.
«Non ci credo.. davvero pensi che io ti stia prendendo per il culo?» gridai arrabbiata. Ma chi credeva di essere? Se già pensava che gli mentissi ora non potevamo durare “insieme” ancora per molto.
Mi rialzai bruscamente dall’acqua in cui ero caduta e non facendo caso alle risatine del ragazzo cominciai a correre verso l’uscita. Mi sentivo presa in giro. Ero stata stupida a pensare davvero di che lui potesse essere il mio principe azzurro.
La pioggia continuava a cadere impetuosa sul mio viso. Rallentai il passo.
Mi passai una mano sulla fronte cercando di asciugarmi i rivoletti d’acqua che mi cadevano dai capelli.
Mi sentii afferrare di nuovo da quella presa ferrea. Questa volta non mi voltai. Non volevo dargliela vinta ancora.
«Scusa.. sono uno stupido..» disse tirandomi di lato e costringendomi a voltarmi verso di lui.
«Si è vero..» dissi soffocando io questa volta una risata.
«Cosa?»
«Che sei scemo» indicai l’enorme pozzanghera in cui aveva infilato i piedi.
Louis abbassò lo sguardo e scoppiò in una risatina grattandosi il capo imbarazzato. Gli feci un sorriso. Era inutile che provassi ad arrabbiarmi con lui. Mi piaceva troppo. Non volevo lasciarlo scappare.
Lui si avvicinò lentamente verso di me.
«So che non ci conosciamo molto, ma voglio dirtelo lo stesso..» disse afferrandomi per un fianco e facendomi avvicinare ancora di più a lui. I nostri corpi si toccarono per la prima volta « Sophie non so se per te sia la stessa cosa, ma mi piaci.. ecco non so come hai fatto ma mi hai rubato il cuore.. ora mi chiedo.. cosa sei per essere riuscita a farmi un sortilegio simile..» sorrise.
Aveva davvero detto che gli piacevo. Non riuscivo a crederci.
«Condivido» dissi sorridendo a mia volta.
Louis mi appoggiò una mano sulla guancia asciugandomi una gocciolina di pioggia per poi coprire completamente la distanza che ci separava. Delicatamente appoggiò le sue labbra sulle mie.
Fu un bacio dolce. Era una cosa strana, non lo conoscevo bene eppure mi sembrava tutto il contrario. Per quanto ne sapevo poteva essere anche un maniaco, ma in quel momento non me ne importava nulla. Volevo solo sentire il contatto delle sue labbra sulle mie. Quel contatto caldo insieme al suo sapore di menta mi mandarono in estasi. Ne avevo bisogno. Era come se aspettassi quel momento da una vita. E forse era davvero così.
Mano a mano che passavano i secondi il bacio si fece più appassionato. Le nostre lingue si cercavano come se non potessero più vivere l’una senza l’altra. Incrociai le braccia dietro alla sua nuca mentre lui spostò la sua mano dietro al mio collo attirandomi sempre di più a sé.
Fu in quel momento che ebbi come una visione.
 
 

Romeo save me, I've been feeling so alone.
I keep waiting, for you but you never come.
Is this in my head, I don't know what to think-
He knelt to the ground and pulled out a ring and said..

 
 
..Era da circa mezz’ora che aspettavo affacciata alla ringhiera della mia stanza. Fuori era buio, l’unico bagliore era creato dalla mia lampada ad olio appoggiata sul pavimento. Non sapevo se sarebbe mai venuto
Il giorno precedente c’era stato il gran ballo dato in onore di mio padre. Sapevo che lui probabilmente non ci sarebbe stato. Non poteva. Mio padre non accettava la nostra storia. Ormai mi ero messa il cuore in pace. Avrei dovuto aspettare. Ancora..
..Mi accinsi a salutare le mie amiche quando qualcuno passando mi diede un pizzicotto sulla spalla. Mi voltai di scatto e incontrai suoi occhi. Azzurri come il mare. Gli feci un cenno con il capo e mi diressi verso la sala da ballo. Sentivo una certa euforia mista a tensione e paura nascere dentro di me.
Ballammo per mezz’ora poi lo accompagnai in giardino. Non poteva restare. L’avrebbero scoperto. Gli diedi un bacio veloce e lui mi promise di tornare il giorno dopo per scappare insieme ed essere finalmente felici..
Ecco perché stavo guardando insistentemente il giardino. Speravo che comparisse da dietro un cespuglio. Magari a cavallo del suo destriero.
Stavo quasi per perdere le speranze quando lo vidi. Vestito di bianco, i capelli raccolti in una piccola coda dietro alla nuca. Si avvicinò al balcone e sussurrò le parole che sempre avrei voluto sentire…
 

 
 

..Marry me Juliet, you'll never have to be alone.
I love you, and that's all I really know.
I talked to your dad -- go pick out a white dress
It's a love story, baby just say... yes.
Oh, Oh, Oh, Oh, Oh.
 
'cause we were both young when I first saw you

 
 
Mi risvegliai da quella specie di sogno. Louis era ancora davanti a me e mi stava guardando con un sorrisetto stampato in faccia. Lo baciai di nuovo. Questa volta più voracemente approfondendo ancora di più quel bacio.
Ora ne ero sicura lui era il mio Romeo e io la sua Giulietta.
 

The end






 

Ciao ragazze!!!
ho scritto questa nuova os con la speranza che possa piacere a qualcuno ahahah
quindi vi prego recensite!!! *occhi da cucciolo*
un bacio grande a tutti xx _May_

  
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